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2. FASI DELLA RISPOSTA IMMUNITARIA
3 Fasi principali: di riconoscimento, di attivazione, fase effettrice.
FASE DI RICONOSCIMENTO
I linfociti maturi possiedono recettori in grado di riconscere l’antigene specifico. In particolare, i linfociti B
hanno gli anticorpi, mentre i linfociti T hanno recettori che riconoscono sequenze peptidiche antigeniche
presenti su altre cellule.
FASE DI ATTIVAZIONE
In questa fase i linfociti proliferano a formare cloni di linfociti antigene-specifici. Successivamente i linfociti
differenziano: i linfociti B diventano cellule in grado di produrre anticorpi (e gli anticorpi secreti riconoscono
antigeni solubili), i linfociti T diventano cellule in grado di attivare fagociti o cellule che lisano direttamente
quelle cellule che poducono antigeni estranei. L’attivazione dei linfociti richiede due tipi di segnali: uno dato
dall’antigene e uno dato dalle cellule T helper (Th).
FASE EFFETTRICE
I linfociti che operano in questa fase sono le cellule effettrici. Gli anticorpi attivano il sistema del
complemento e quindi provocano la lisi del microorganismo, mentre i linfociti T secernono citochine che
promuovono la funzione fagocitaria e stimolano la risposta infiammatoria.
Il processo infiammatorio si attiva anche in risposta a danni tissutali, in seguito ai quali i macrofagi
rilasciano mediatori vasoattivi e chemotattici che portano ad una vasodilatazione locale (aumenta il flusso
del sangue che irrora il tessuto e ne diminuisce la velocità, porta all’uscita di trasudato), ad un aumento
della permeabilità dei vasi stessi e alla migrazione ed extravasazione dei neutrofili nei tessuti.
3. CELLULE DEL SI
LINFOCITI piccoli linfociti
- : danno specificità alle risposte immuni. In questa classe ritroviamo i
(caratterizzati da un diametro di 8/10 micron, da un grande nucleo, pochi mitocondri, senza
linfociti B linfociti T
recettori di superficie per l’antigene), i (con anticorpi), i (la cui maturazione
termina nel timo, e si dividono in linfociti Th secernenti citochine utili al differenziamento di cellule
T, linfociti B e macrofagi, e possiedono CD4, e in linfociti citotossici che possiedono CD8 sulla
superficie e lisano le cellule esprimenti antigeni estranei). Vi ritroviamo in questa classe anche le
Natural Killer
cellule che possiedono granuli citoplasmatici. Le NK lisano le cellule estranee in
assenza della stimolazione da parte dell’antigene.
Queste cellule subiscono alterazioni morfologiche a seguito dell’attivazione:
I piccoli linfociti (allo stato G zero del ciclo cellulare) possono non incontrare l’antigene e quindi
degenerare oppure incontrare l’antigene e passare allo stadio G1 del ciclo cellulare e diventare
LINFOBLASTI (diametro 10/15 micron, nucleo più piccolo, possiede RNA). I linfoblasti passano alla
fase S del ciclo cellulare, si dividono e creano i cloni linfocitari in grado o di diventare linfociti della
memoria o di riconoscere lo stesso antigene. Le cellule con quest’ultima capacità sono le cellule
effettrici differenziate. Le cellule effettrici differenziate sono le cellule Th, le cellule B che diventano
alla fine PLASMACELLULE e le cellule citotossiche con i granuli litici citoplasmatici.
FAGOCITI MONONUCLEATI (MONOCITI E MACROFAGI)
- La funzione principale è la fagocitosi. Originano dal midollo osseo.
Il monocita è presente nel sangue, ha un diametro di 10/15 micron, citoplasma granulare
contenente lisosomi e un nucleo reniforme.
I macrofagi sono presenti invece nei tessuti e possiedono nomi diversi a seconda della loro
localizzazione (microglia, cellule di Kuppfer, osteoclasti etc.). Le funzioni principali dei macrogafi
sono:
1) Fagocitosi delle particelle estranee e la loro lisi.
2) Secernono sostanze (NO, ROS, enzimi) che usccidono i microbi.
3) Producono citochine che reclutano altre cellule infiammatorie (v. neutrofili) e secernono FGF
per la riparazione di tessuti danneggiati.
4) Attivano i linfociti T poiché sono cellule APC (presentano l’antigene): sulla loro superficie
espongono antigeni estranei in una forma riconoscibile dai linfociti T.
5) Contribuiscono all’eliminazione di antigeni estranei da parte delle risposte immunitarie umorali
tramite fagocitosi delle particelle opsonizzate.
CELLULE DENDRITICHE
- sono di due tipi: le cellule dendritiche INTERDIGITATE (presenti nei tessuti
interstiziali, nell’epidermide- cellule di Langerhans-) che presentano l’antigene ai linfociti Th CD4+,
e le CELLULE FOLLICOLARI DENDRITICHE (presenti nei centri germinativi dei follicoli linfatici e
splenici) che catturano il complesso antigene-anticorpo e lo espone sulla superficie per farli
riconoscere ai linfociti B.
GRANULOCITI:
- presentano granuli nel citoplasma, sono cellule infiammatorie ed eliminano
microorganismi e tessuti morti. Sono i NEUTROFILI (utili per la risposta infiammatoria acuta,
possiedono i recettori per le IgG), EOSINOFILI (per la difesa vs gli agenti infettivi e parassitari,
possiedono i recettori per la componente Fc delle IgE) e BASOFILI (possiedono recettori per le IgE e
sono la controparte circolante dei mastociti tissutali, sono inoltre le cellule effettrici
dell’ipersensibilità mediata da IgE).
4. TESSUTI LINFOIDI
Gli organi linfoidi possono essere primari o secondari.
organi linfoidi primari (midollo osseo e timo) sono la sede in cui originano e maturano i linfociti. Qui
Gli
vengono anche eliminati quei linfociti che riconoscono antigeni self.
organi linfoidi secondari
Negli (linfonodi, milza, SI cutaneo, tessuto linfoide associato alle mucose) i linfociti
maturi rispondono agli agenti estranei. timo Linfocita del timo
Cell T
Cell staminale ematopoietica Risp imm cellulo-mediata
+ antigene Risp imm mediata da
Linfocita del midollo osseo anticorpi
Cell B
Tessuto ematopoietico Organi linfoidi secondari
Organi linfoidi primari
5. GLI ANTICORPI
Sono sintetizzati esclusivamente dalle cellule B. I primi anticorpi prodotti non vengono secreti (sono
inglobati nella membrana plasmatica) e servono come recettori per l’antigene. Tra l’anticorpo e la cellula è
presente una catena polipeptidica transmembrana per la trasmissione del segnale. Quando una cellula B
vergine incontra l’antigene (con l’aiuto della cellula Th) si attiva, prolifera, matura e diventa una cellula
secernente l’anticorpo. Lo stadio finale di maturazione di una cellula B è lo stadio di PLASMACELLULA.
Gli anticorpi sono costituiti da 2 catene pesanti (H) e 2 catene leggere (L), legate tra loro da ponti di solfuro.
Gli anticorpi sono bivalenti, riconoscono cioè due antigeni uguali (hanno due siti di legame per l’antigene).
In figura 3 viene mostrato anche il frammento Fab e Fc.
FIGURA 3
Esistono 5 classi di anticorpi (IgA, IgD, IgE, IgG, IgM, diversi per le catene H che sono rispettivamente α, δ, ε,
γ e µ). Il primo anticorpo prodotti è l’IgM. Le cellule pre-B producono la catena µ che vanno a legarsi a
• catene polipeptidiche non leggere. Tale complesso va in membrana plasmatica e nel contempo
aumenta la produzione delle catene leggere. 2 catene µ + 2 catene L formano la IgM, caratteristica
di una cellula B vergine. L’IgM è la principale classe di anticorpi secreta nel sangue durante gli stadi
precoci della risposta anticorpale primaria. L’IgM è un pentamero, contiene quindi 10 siti di legame
per l’antigene. Quando l’antIgene lega la porzione Fab dell’IgM, la porzione Fc attiva le componenti
del sistema del complemento.
L’IgD raramente vengono secrete da una cellula B attivata.
• L’IgG sono prodotte soprattutto durante le risposte immunitarie secondarie. Attivano il sistema del
• complemento. La loro regione Fc lega il recettore presente su macrofagi e neutrofili e di
conseguenza possono distruggere microorganismi. Possono passare da madre a feto attraverso la
placenta e attraverso il latte materno.
Le IgA sono la principale classe di anticorpi presenti nelle secrezioni (saliva, lacrime, latte etc).
• Le IgE possiedono Fc che legano recettori di mastociti e basofili. Fc + recettori costituiscono dei
• recettori per l’antigene (figura 4). Quando avviene il riconoscimento, il mastocita secerne vescicole
contenenti istamina. L’istamina provoca la dilatazione dei vasi e l’aumento della permeabilità
(reazioni allergiche).
FIGURA 4
6. SVILUPPO E MATURAZIONE DELLE CELLULE B
Il ciclo vitale del linfocita B avviene in 4 fasi: riarrangiamento delle Ig
1) la prima fase avviene a livello del midollo osseo con il che vengono
esposte in superficie ottenendo il linfocita B immaturo.
nell’instaurazione della tolleranza,
2) la seconda fase avviene anch’essa nel M.O. e consiste cioè nella
selezione del linfocita in modo che non riconosca Ag self. contatto con l’antigene non self
3) nella terza fase i linfociti B lasciano il M.O. vanno in periferia; il
avviene negli organi linfoidi (linfonodi e milza) (fase di attivazione). si differenzia in plasmacellula
4) nella quarta fase il linfocita B attivato, che ha incontrato l’antigene,
che non è più in grado di rispondere all’antigene estraneo ma secerne attivamente anticorpi. La
plasmacellula può migrare nel M.O. dove secerne gli anticorpi.
FASE 1
I linfociti B originano nel M.O. da una cellula staminale totipotente; da questa si differenzia inizialmente la
in cui avviene il riarrangiamento dei segmenti DJ della catena H; nella cellula
cellula pro-B precoce pro-B
avviene poi il riarrangiamento VDJ della catena H. Poiché la catena L non è ancora andata incontro a
tardiva
riarrangiamento questa cellula non esprime alcun anticorpo in superficie. Nella la catena
cellula pre-B
pesante delle IgM (la catena µ o m) viene espressa inizialmente insieme ad una catena polipeptidica che
mima la catena L permettendo così l’esposizione della catena H; questo processo innesca il riarrangiamento
VJ della catena L. Nella cellula B immatura vengono così prodotte IgM funzionali espresse in superficie.
Affinché avvenga questo processo sono indispensabili le cellule stromali del M.O. La cellula pro-B
immatura, infatti, per potersi ulteriormente differenziare deve essere legata attraverso una molecola di
adesione (CD44) a cellule stromali. La cellula pro-B precoce in seguito a questo stimolo esprime una
c-Kit c-Kit ligand
molecola, il che a sua volta si lega al c.d. (da molto identificato come lo stem cell factor,
SCF, il fattore di crescita staminale), prodotto dalla cellula stromale; la cellula pro-B tardiva così generata si
lega alla cellula stromale grazie a CD44, c-Kit e all’IL-7, fondamentale per la maturazione del linfocita pro-B;
in questa fase si ha proliferazione cellulare.
Nella cellula pre-B diminuiscono i recettori per IL-7, e compaiono diverse molecole di adesione. Si giunge
così ad un