Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
POTENZIALE D’AZIONE delle CELLULE PACEMAKER:
La proprietà delle cellule auto ritmiche di generare un potenziale d’azione spontaneamente, in
assenza di uno stimolo nervoso, deriva dal loro potenziale di membrana instabile che parte da
-60mV e sale verso il valore soglia. Viene definito potenziale pacemaker piuttosto che
potenziale di membrana a riposo e, depolarizzando la cellula ogni volta che raggiunge il valore
soglia (-40mV), crea un potenziale d’azione.
Le cellule pacemaker possiedono canali diversi da quelle delle altre cellule.
Quando il potenziale è a -60mV sono aperti dei canali permeabili sia al SODIO che al
POTASSIO, chiamati canali I(f). Questi si aprono a potenziali di membrana negativi e
l’ingresso del sodio supera l’uscita di potassio. L’ingresso netto di cariche positive
depolarizza lentamente la membrana,
fino a quando i canali I(f) si chiudono e alcuni canali per il CALCIO si aprono. L’ingresso
del calcio continua la depolarizzazione e il potenziale si muove verso il valore soglia (-
40mV). Una volta raggiunto molti canali del CALCIO sono aperti e gli ioni irrompono
nella cellula determinando la fase di depolarizzazione rapida.
Raggiunto il picco del potenziale d’azione i canali del calcio si chiudono e si aprono i
canali lenti del POTASSIO che uscendo permette la ripolarizzazione della membrana.
La frequenza cardiaca è modulata dal sistema nervoso
• SIMPATICO, aumenta la velocità di depolarizzazione, e quindi la frequenza perché il valore
soglia è raggiunto più velocemente;
• PARASIMPATICO (dominante), iperpolarizza il potenziale di membrana, diminuisce la
frequenza perché rallenta la velocità di depolarizzazione.
CONDUZIONE ELETTRICA coinvolge:
1. NODO SENOATRIALE: gruppo di cellule auto ritmiche, situato nell’atrio destro in
prossimità dello sbocco della vena cava superiore, è il principale pacemaker cardiaco,
in quanto è il più veloce (il ritmo di depolarizzazione spontaneo delle cellule pacemaker
è 90-100bpm, ma questo viene rallentato dal sistema nervoso parasimpatico fino a
70bpm), e determina la frequenza cardiaca.
Una rete internodale lo connette al…
2. NODO ATRIOVENTRICOLARE: posto il prossimità del pavimento dell’atrio destro ed ha
una velocità di circa 50bpm.
Da esso il potenziale passa a fibre denominate…
3. FASCIO DI HIS: che si dirige dal nodo atrioventricolare verso la parete settale che
divide i ventricoli e si divide in una branca destra e una sinistra. Queste, una volta
raggiunto l’apice del cuore si suddividono nelle FIBRE DEL PURKINJE (circa
25/40bpm), che si diramano tra le cellule contrattili.
Un potenziale d’azione, proveniente da una cellula pacemaker si propaga velocemente da
cellula a cellula attraverso le giunzioni dei dischi intercalari. All’onda di depolarizzazione ne
segue una di contrazione che passa prima negli atrii e poi nei ventricoli.
Quindi la depolarizzazione inizia quando il nodo seno atriale genera un potenziale d’azione
che si propaga attraverso le cellule comunicanti. La conduzione è più rapida nelle vie
internodali, mentre è più lenta nelle cellule contrattili dell’atrio perché incontra lo scheletro
fibroso del cuore tra atrii e ventricoli e questo impedisce il trasferimento dei segnali elettrici.
Il nodo atrioventricolare è il solo percorso attraverso il quale il potenziale può raggiungere i
ventricoli. Attraverso il nodo atrioventricolare, il fascio di his e le fibre del purkinje il
potenziale raggiunge l’apice del cuore. A questo punto le fibre trasmettono velocemente gli
impulsi alle cellule dell’apice del cuore in modo che queste si contraggono quasi
contemporaneamente.
Il fatto che i segnali vengano trasmessi dal nodo atrioventricolare è importante per due
motivi: A. Il sangue pompato dal ventricolo fuoriesce dagli sbocchi posti a livello della
parte superiore di quest’ultimo. Se la conduzione fosse diretta dall’atrio al
ventricolo, la contrazione partirebbe dall’alto e il sangue verrebbe intrappolato a
livello del fondo del ventricolo. La contrazione dall’apice alla base, permette
l’espulsione del sangue verso gli ostii valvolari arteriosi.
B. Il nodo atrioventricolare ritarda lievemente la trasmissione del potenziale
d’azione, permettendo agli atrii di completare la loro contrazione prima che inizi
quella ventricolare. Il ritardo è determinato da un ritardo di conduzione in modo
che il potenziale sia trasmesso a una velocità pari a 1/20 rispetto a quella che si
ha nella via internodale atriale.
IL CICLO CARDIACO - GRAFICO PRESSIONE-VOLUME del VENTRICOLO SINISTRO:
Rappresenta un ciclo cardiaco, il flusso procede da zone ad alta pressione a zone a bassa
pressione. Quando il cuore si contrae il volume delle sue camere diminuisce mentre la
pressione aumenta.
A. All’inizio del ciclo, il ventricolo ha terminato la contrazione e contiene una ridotta
quantità di sangue (circa 65ml), si è rilasciato e la pressione è al valore minimo.
Durante questa fase il sangue sta passando dalle vene polmonari all’atrio. Quando la
pressione atriale aumenta rispetto a quella ventricolare, la valvola mitrale si apre.
Il flusso sanguigno scende dall’atrio verso il ventricolo che aumenta di volume. Mentre il
volume del ventricolo aumenta la pressione resta quasi costante (aumenta lievemente).
L’ultima parte del riempimento è completata dalla sistole atriale, per mezzo della quale
l’ultimo 1/3 di sangue passa nel ventricolo.
B. Ora il ventricolo contiene il massimo volume di tutto il ciclo cardiaco (circa 135ml).
Poiché il riempimento massimo si verifica alla fine della diastole del ventricolo, è detto
VOLUME TELEDIASTOLICO.
Quando ha inizio la contrazione del ventricolo, la valvola mitrale di chiede e il sangue è
intrappolato all’interno della camera. Il ventricolo continua a contrarsi facendo
aumentare la pressione, ma il volume del sangue resta lo stesso, in quanto sono chiuse
entrambe le valvole, è per questo che la CONTRAZIONE è definita
ISOVOLUMETRICA.
C. Quando la pressione del ventricolo supera quella a livello dell’aorta, la valvola aortica si
apre lasciando passare il sangue.
La pressione continua man a mano ad aumentare mentre il volume diminuisce per lo
svuotamento del ventricolo.
D. La quantità di sangue che resta nel ventricolo a questo punto è definita VOLUME
TELESISTOLICO (circa 65ml) ed è la quantità minore che il ventricolo conterrà durante
il ciclo.
Il ventricolo, al termine della contrazione, inizia a rilasciarsi e la pressione decresce.
Quando la pressione ventricolare è inferiore a quella aortica, la valvola semilunare si
chiude e il ventricolo torna ad essere una camera chiusa. La restante fase di
rilasciamento si verifica, quindi, senza variazione di volume, ed è detta
RILASCIAMENTO ISOVOLUMETRICO (si ritorna al punto A).
IL CICLO CARDIACO:
E’ il periodo di tempo compreso tra l’inizio di un battito e l’inizio del successivo. Presenta due
fasi, DIASTOLE e SISTOLE.
1. CUORE A RIPOSO: DIASTOLE ATRIALE E VENTRICOLARE.
Il circolo cardiaco inizia nel breve momento in cui sia atrii che ventricoli sono rilasciati.
Gli atri sono in fase di riempimento, ricevendo il sangue refluo dalle vene; i ventricoli si
sono appena svuotati ed hanno terminato la loro contrazione. Appena i ventricoli si
rilasciano le valvole atrioventricolari si aprono facendo defluire il sangue dagli atrii ai
ventricoli.
2. COMPLETAMENTO RIEMPIMENTO VENTRICOLARE e SISTOLE ATRIALE:
L’ultimo 20% del sangue entra nei ventricoli grazie alla sistole atriale. Questa inizia a
seguito della depolarizzazione delle cellule pacemaker del nodo seno atriale. Un’onda
di contrazione segue il segnale elettrico negli atrii e spinge il sangue nei ventricoli (la
contrazione atriale diminuisce il volume e aumenta la pressione della camera, questo fa
refluire una piccola quantità di sangue verso le vene, non essendoci vere e proprie
valvole che impediscono il reflusso).
3. FASE INIZIALE DELLA CONTRAZIONE VENTRICOLARE e 1° TONO CARDIACO:
L’onda di depolarizzazione raggiunge, attraverso il nodo atrioventricolare, l’apice del
cuore. Inizia quindi la contrazione ventricolare, il sangue spinto verso l’alto esercita una
pressione nelle valvole atrioventricolari, determinandone la chiusura, le vibrazioni
generate dalla chiusura delle valvole danno origine al 1° TONO CARDIACO. Con tutte
le valvole chiuse i ventricoli continuano a contrarsi esercitando una pressione sul
sangue (contrazione ventricolare isovolumetrica). Quando i ventricoli iniziano a
contrarsi gli atrii si ripolarizzano e si rilasciano e quando la pressione atriale diventa
inferiore a quella nelle vene, riprende il flusso da quest’ultime verso gli atrii.
4. IL CUORE COME POMPA – EIEZIONE VENTRICOLARE:
Quando la pressione dei ventricoli è maggiore rispetto a quella a livello delle arterie, le
valvole semilunari si aprono, permettendo al sangue di passare nelle arterie. La
pressione generata diventa la forza di spinta del flusso sanguigno.
5. RILASCIAMENTO VENTRICOLARE e 2° TONO CARDIACO:
Al termine della contrazione, i ventricoli cominciano a rilasciarsi. La pressione
diminuisce e quando diventa inferiore a quella nelle arterie, il sangue comincia a refluire
verso il cuore, questo provoca la chiusa delle valvole semilunari. Le vibrazioni
successive alla chiusura delle valvole provocano il 2° TONO CARDIACO.
Atrii e ventricoli restano separati fin quando la pressione degli atrii non supera quella
dei ventricoli e le valvole si aprono e il ciclo riprende dall’inizio.
GITTATA SISTOLICA:
E’è la quantità di sangue pompata dal ventricolo nell’aorta in 1 minuto. Può essere calcolata:
EDV – ESV = 135 – 65 = 70ml/min
GITTATA CARDIACA:
E’ la quantità di sangue pompata dal cuore nel circolo in 1 minuto. Verifica la funzionalità del
cuore come pompa ed è prodotta da: GITTATA SISTOLICA FC (il valore medio della fc a
riposo è 72bpm, modulato dal nodo senoatriale e dal sistema nervoso parasimpatico) = 70ml
72bpm = 5L/min.
La gittata cardiaca è regolata da:
1. MECCANISMO INTRINSECO (LEGGE di STARLING): un aumento del volume
telediastolico, aumenterà la gittata sistolica.
Se il ritorno venoso è maggiore, il ventricolo si riempirà maggiormente, quindi il volume
telediastolico aumenterà e la distensione dei sarcomeri sarà vicina al loro massimo. La
maggior distensione provocherà una maggiore forza di spinta alla contrazione
ventricolare e quindi un aumento della gittata sistolica con conseguente aumento di
quella cardiaca.