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SISTEMA DELLE QUOTE
Art 21
Determinazione dei flussi di ingresso
Se manca la quota l’impossibilità al lavoro è sicura. Persone con lavori stagionali non si
può riattivare il permesso di soggiorno per lavoro senza decreto. (Notizie quote 2019)
per stabilire le quote i decreti prevedono restrizioni numeriche.
Come sono fatte queste quote? Si parla anche di decreti interministeriali nell’ambito di
accordi bilaterali nell’ambito di regolazione dei flussi -> non possono essere paese per
paese sulla base di accordi bilaterali.
Possono anche prevedere che alcuni lavoratori vengano, svolgano dei lavori e poi
ritornano. Ad esempio prima di Expo.
Comma 4: deve tener conto dalle quote date dalle Regioni, date dalla Lombardia e
I decreti annuali devono tenere conto delle indicazioni fornite, in
dall’Emilia Romagna.
modo articolato per qualifiche o mansioni, dal Ministero del lavoro e della previdenza
sociale sull’andamento dell’occupazione e dei tassi.
SI parla di liste ma non sono mai state istituire. Il decreto sulle quote è fatto in modo
tale che sia distinto per qualifiche, settori, mansione, può essere distinto per differenti
lavori. Pag 791, Decreto sulle quote del 2017. Comma 1: lavoro subordinato,
stagionale, non stagionale e autonomo il massimo è 30850, nel secondo comma sono
suddivisi, dentro questi ci sono ancora suddivisioni.
Conversioni del permesso di soggiorno per permesso di soggiorno è consentita nel
limite delle conversioni, da lavoro stagionale a subordinato, da studio a lavoro
subordinato. Per lavoro autonomo è consentita la conversione da studio, da permesso
UE a lavoro. Il lavoro autonomo era solo per poche persone e nessun imprenditore
poteva entrare, se si parla dei requisiti. Lavoro stagionale, lo stagionalato funziona e
vedremo come funziona e vedremo che sono indicati solo alcuni paesi da cui è
consentito l’ingresso, paesi vicini perché se devo spendere i soldi nel viaggio di ritorno
non conviene. Sono paesi interessati da flussi migratori. 14/03/2019
Quote di ingresso per lavoro stabilite ogni anno con decreto del consiglio dei ministri.
Non c’è nessun consenso nel governo sull’adozione delle quote. Decreto sulle quote
d’ingresso per il 2018. Negli ultimi anni si sviluppa una procedura telematica per
presentare le domande sul sito del Ministero del Lavoro. Prima definizione complessiva
30850 unità in un intero anno, ricordando che decreto si occupa non solo di
disciplinare gli ingressi per lavoro ma anche le possibilità di conversione dei permessi
di soggiorno da studio a lavoro e le possibilità di rilascio dei permessi di soggiorno per
studio o per lavoro, concernenti esigenze di lavoro a coloro che hanno permesso di
soggiorno UE per lungo periodo rilasciato da altri paesi dell’UE. Non sono 30850
ingressi, scorporate e arriviamo auna cifra irrisoria di nuovi ingressi.
Lavoro subordinato non stagionale e lavoro autonomo sono 12850 unità, dentro a
questa quota c’è sotto quota di 500 destinata a discendenti di italiani residenti
all’estero, 100 di questi vengono da Argentina, Uruguay, Brasile..
quota gigantesca di conversioni: conversioni in permessi di soggiorno per lavoro
subordinato di.. sono stranieri con permesso di soggiorno diverso, che sono ammessi a
presentare domanda a convertire il loro permesso in permesso di lavoro. 4750
permessi di soggiorno per lavoro stagionale; 3500 permessi di soggiorno per studio,
tirocinio e formazione, 8000 permessi… ulteriori conversioni sono di permessi di
soggiorno di studio a lavoro autonomo, anche questi sono già qua. Il decreto delle
quote che si dovrebbe occupare solo degli ingressi regolari per lavoro si occupa in
realtà di molte conversioni.
Art 3 qual è la scelta politica che sta sotto all’autorizzazione all’ingresso del lavoro
autonomo: imprenditore che vuole fare investimento con risorse proprie per almeno
500000 €, liberi professionisti, artisti di chiara fama, liberi professionisti che intendono
esercitare. Profili di livello elevatissimo che non vanno mai esauriti.
Art 4 Si capisce che forse la prevalenza degli ingressi veri è per lavoro stagionale, da
sempre lo stagionalato funziona perché ovviamente presuppone la vicinanza, il ritorno
e presuppone il favore per chi poi ritornato verrà richiamato. Sistema efficace ed
efficiente in tutta Europa, non si può fare per chi abita in Perù o paesi nei quali il
lavoratore stagionale guadagnerebbe tutto quello che gli serve per fare andata e
ritorno e mantenimento in Italia, non sarebbe efficace -> lo stagionalato funziona per i
paesi vicini. Infatti se andiamo a vedere paesi indicati, finalmente all’art 4 fa la
comparsa la scelta dei paesi. L’anno prossimo non saranno gli stessi perché alcuni
paesi non collaborano per il rimpatrio al termine del lavoro, si assisterà a una
decurtazione drastica. Per alcuni di questi paesi si stanno per candidare all’entrata in
UE, si fa di tutto per agevolare l’arrivo positivo. Con lo stagionalato si crea un rapporto
di fedeltà tra il lavoratore e il datore di lavoro.
Art 5 -> 2000 degli stagionali avranno subito la possibilità di convertire il loro
permesso da lavoro stagionale a lavoro autonomo se il loro datore di lavoro aveva
richiesto il visto per lavoro.
Art 6 -> articolo che devasta le aspettative più elevate, il ministero del lavoro
ripartisce le quote Provincia per Provincia. Essenziale per comprendere se e come
funziona l’intera sistema degli ingressi per lavoro.
Alla domanda la procedura è attiva? No, perché manca il decreto sulle quote 2019. Se
si va negli uffici risponderanno “ritorna”, dipende sempre dal decreto sulle quote.
L’area che non è sottoposta alle quote invece, sarà sempre aperta.
Art 22 del Testo Unico
Lavoro subordinato a tempo determinato e indeterminato
Non è in alcun modo possibile la regolarizzazione di alcun soggiorno irregolare
mediante la domanda di assunzione da parte di un datore di lavoro; pertanto o lo
straniero è già qui regolarmente soggiornante ad altro titolo oppure deve trovarsi
ancora nel paese di origine. Non si può assumere qualcuno che era già sul territorio,
se in uscita, vi è la registrazione si dimostra che fosse già qui, viene annullata la
procedura esposta => Quando la domanda viene rappresentata lo straniero non deve
essere in nessun modo sul territorio dello Stato. Presuppone che vi sia la domanda di
un datore di lavoro che vuole assumere un lavoratore che sta all’estero. Fino a 20 anni
fa, si diceva che questa fosse una finzione, che non fosse stato possibile, oggi questa
critica non funziona più, perché la telematica e informatica ci consentono di conoscersi
e parlarci con facilità a decine di km di distanza. Non è sufficiente, perché ci sono
lavori che esigono un rapporto di fiducia e esigono un rapporto di fiducia e presenza lì
al momento. Obiezione resiste per alcune categorie più basse. Non esiste più nel
nostro sistema dal 2002 il meccanismo che nel 98 il Testo Unico prevedeva all’art 23.
Esisteva una categoria di visti d’ingresso, che per quattro anni ha funzionato maluccio
perché le quote erano timide e venivano esaurite in tre giorni che non era altro che la
legalizzazione della catena migratoria. La catena migratoria è chi è già arrivato qua ha
conoscenze tali che facilitano l’ingresso di parenti e che da lui vengono inserite in un
reticolo di conoscenza. Regge il meccanismo delle migrazioni. L’ingresso per ricerca di
lavoro: si davano delle garanzie bancarie e assicurative che consentiva l’ingresso per
un anno ad uno straniero, che qui si poteva cercare un posto di lavoro. Nel 2002 la
legge 189 che modificò il testo Unico, Legge Bossi Fini, ha soppresso questo canale.
Dal 2007 tutto il sistema è cambiato, quando la Romania è entrata in UE, in presenza
di una cospicua presenza di lavoratori regolari di stranieri perché il datore di lavoro
deve fare tutta questa procedura? Tra l’ingresso Romania e crisi economica iniziata nel
2008, dal 2008 neppure quelle cifre bassissime vengono tutte coperte. Per la prima
volta il numero delle quote non viene esaurito nell’anno, le domande sono meno della
disponibilità ufficiale.
in ogni provincia è istituito presso la prefettura ufficio territoriale del
1 comma:
Governo uno sportello unico per l’immigrazione, responsabile dell’intero procedimento
relativo all’assunzione di lavoratori subordinati stranieri a tempo determinato e
indeterminato -> Ufficio è competente per molte funzioni: Rilascio permesso di
soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo, rilascio permesso di soggiorno per
motivi di lavoro e per motivi familiari.
il datore di lavoro italiano o straniero regolarmente soggiornante in Italia
2 comma:
che intende instaurare in Italia un rapporto di lavoro subordinato a tempo determinato
o indeterminato con uno straniero residente all’estero deve presentare, previa
veridica, presso il centro per l’impiego competente, della indisponibilità di un
lavoratore presente sul territorio nazionale, idoneamente documentata, allo sportello
unico per l’immigrazione della provincia di residenza ovvero di quella in cui ha sede
legale l’impresa, ovvero di quella ove avrà luogo la prestazione lavorativa:
- la richiesta nominativa di nulla osta al lavoro;
- idonea documentazione relativa alle modalità di sistemazione alloggiativa per il
lavoratore straniero
- l proposta di contratto di soggiorno con specificazione al pagamento da parte dello
stesso datore di lavoro delle spese di ritorno dello straniero nel Paese di provenienza;
-> Il datore di lavoro deve dimostrare di poter assicurare la parità di trattamento
retributivo e previdenziale come i lavoratori italiani, la parità di trattamento derivante
dai contratti collettivi nazionali. Deve garantire che pagherà quella contribuzione
compresa dai contributi, il che vuol dire che il datore di lavoro debba avere un reddito
per vivere e per mettere a disposizione la retribuzione dei lavoratori. Principio di parità
di trattamento die lavoratori italiani e stranieri è un principio cardine. Logica diversa
rispetto ai cittadini dell’UE per cui la regola era lavoro regolare, qui bisogna occuparsi
dell’aspetto alloggiativo.
dichiarazione di impegno a comunicare ogni variazione concernente il rapporto di
-
lavoro.
Art 5bis della LEGGE BOSSI FINI
Contratto di soggiorno
La Legge del 2002 sposta onere previsto nel contratto di soggiorno, non solo sui nuovi
ingressi di lavoro, ma su tutti i rapporti di lavoro con uno straniero titolare di permesso
d