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LE AREE OTTIMALI E L'ESPERIENZA EUROPEA
Il 1° gennaio 1999, undici paesi membri dell'Unione Europea (UE) hanno adottato l'euro. La nascita dell'euro ha comportato tassi di cambio fissi tra tutti i paesi membri dell'UME. Inoltre, essi hanno accettato di rinunciare alle loro monete nazionali e di affidare il controllo delle loro politiche monetarie a un comune Sistema Europeo di Banche Centrali (SEBC). Il sistema di Bretton Woods, caduto nel 1973, fissava il tasso di cambio di ogni paese membro contro il dollaro statunitense e, di conseguenza, fissava il tasso di cambio fra ogni coppia di monete diverse dal dollaro. Le iniziative di riforma monetaria in Europa, 1969-1978 L'incontro degli stati leader della Comunità Europea all'Aia nel dicembre del 1969 diede il via al processo verso l'unificazione monetaria europea. Werner fu nominato presidente di un comitato che doveva sviluppare un piano concreto per eliminare le fluttuazioni dei tassi.di cambio all'interno dell'Europa. Il rapporto Werner, adottato dalla CEE nel marzo del 1971, ha indicato un programma in tre fasi che avrebbe comportato tassi di cambio fissi tra i paesi europei e l'integrazione delle banche centrali nazionali in un sistema federato di banche a livello europeo. Due erano i motivi principali: 1. Rilanciare il ruolo dell'Europa nel sistema monetario mondiale. Facendo un fronte unico sui problemi monetari, i paesi della UE speravano di difendere i loro interessi economici contro quelli degli Stati Uniti. 2. Trasformare l'Unione Europea in un vero mercato unificato. Un obiettivo importante dei membri della CEE è stato quello di eliminare tutte le barriere e trasformare la CEE in un mercato unificato. L'integrazione economica Dopo il 1945, molti leader europei concordarono che la cooperazione tra gli ex belligeranti sarebbe stata la migliore garanzia contro il ripetersi di guerre. Il risultato fu un passaggio graduale dei poteri.Grecia e il Portogallo nel 1986, seguiti dall'Austria nel 1990, dalla Svezia nel 1995 e dalla Finlandia nel 1996. Il sistema ha funzionato abbastanza bene fino alla crisi finanziaria degli anni '90, quando le tensioni tra le economie europee hanno messo a dura prova il sistema. Nel 1992, il Regno Unito è uscito dallo SME a causa di una crisi monetaria. Nel 1993, il sistema è stato riformato e ribattezzato "Sistema Monetario Europeo 2" (SME2), ma è stato abbandonato nel 1998 con l'introduzione dell'euro come valuta comune.Gran Bretagna e il Portogallo. Solo nel settembre 1992 Gran Bretagna e Italia hanno lasciato lo SME all'inizio di una crisi valutaria europea che ha costretto gli altri stati membri a ritornare a intervalli di fluttuazione molto ampi. Il funzionamento dello SME è stato facilitato dalla presenza di parecchie valvole di sicurezza che all'inizio hanno aiutato a ridurre la frequenza delle crisi dei tassi di cambio "fissati" dallo SME, fino all'agosto 1993, potevano fluttuare al massimo del 2,25% verso il basso e verso l'alto, data una certa parità centrale. Un'altra valvola di sicurezza era rappresentata dallo sviluppo da parte dello SME di possibili estensioni di credito da membri a moneta forte a paesi a moneta debole. Lo SME ha subito parecchi riallineamenti. I controlli valutari hanno giocato un ruolo importante nella difesa delle riserve dei paesi membri dagli speculatori durante gli aggiustamenti. A partire dal 1987,La rimozione graduale dei controlli sulle valute ha accresciuto la possibilità di attacchi speculativi e, quindi ha ridotto la disponibilità dei governi a considerare rivalutazioni e svalutazioni. Al tempo stesso, i paesi che hanno eliminato i controlli hanno ridotto notevolmente il loro potere di perseguire obiettivi in termini di occupazione e inflazione attraverso la politica monetaria nazionale.
Per un periodo di cinque anni e mezzo dopo il gennaio del 1987, nessun evento economico avverso ha potuto contrastare la volontà europea di procedere verso un mercato unico. Alla fine del 1992 questa situazione ha avuto fine. La riunificazione tedesca è stata accompagnata da una forte espansione fiscale interna. Inoltre ha aumentato il consumo dei tedeschi dell'Est, che domandavano salari più elevati. Il risultato di questi cambiamenti fu un'espansione in Germania, accompagnata da una maggiore inflazione.
combattuta dalla Bundesbank, con tassi di interesse molto alti. Altri paesi dello SME non erano in espansione. La Germania rifiutò di abbassare i tassi di interesse a favore dei suoi partner europei, per timore dell'inflazione interna. Il conflitto di politica economica tra la Germania e i suoi partner portò a una serie di forti attacchi speculativi sulla parità dello SME, a partire dal settembre del 1992.
Nell'agosto del 1993 lo SME fu costretto a optare per bande di oscillazione molto ampie, mantenute fino all'introduzione dell'euro nel 1999.
Il predominio monetario tedesco e la teoria della credibilità dello SME
Con la fissazione delle parità nei confronti del marco, gli altri paesi dello SME hanno di fatto "importato" la credibilità della Bundesbank, nota per la sua volontà di combattere l'inflazione e scoraggiare lo sviluppo di pressioni inflazionistiche all'interno.
Questo approccio è
Detto teoria della credibilità dello SME, i costi politici di violazione di un accordo valutario internazionale possono trattenere i governi dal deprezzare le loro monete per guadagnare il vantaggio di breve periodo di un boom economico, sopportando però un costo di lungo periodo in termini di una maggiore inflazione.
I policymaker dei paesi SME maggiormente propensi all'inflazione, come l'Italia, hanno guadagnato in termini di credibilità lasciando nelle mani della Banca Centrale Tedesca le decisioni di politica monetaria. La svalutazione era ancora possibile, ma solo sotto le restrizioni dello SME.
Dato che i politici temevano di apparire incompetenti agli occhi degli elettori nel caso in cui dovessero ricorrere a una svalutazione, la decisione di un governo di fissare la propria moneta al marco riduceva sia la disponibilità sia la capacità di creare inflazione interna.
L'iniziativa europea del 1992
I paesi UE hanno tentato di raggiungere
Una maggiore unità economica non solo fissando tassi di cambio reciproci, ma anche adottando misure dirette per incoraggiare la libertà di movimento di beni, servizi e fattori produttivi. La più recente fase di liberalizzazione dei mercati prende il nome di iniziativa del "1992". Il processo di unificazione dei mercati, iniziato nel 1957, era ancora incompleto trent'anni più tardi. In un certo numero di settori, il commercio è stato scoraggiato dagli standard qualitativi e dalle registrazioni imposte dai governi; spesso le pratiche riguardanti le licenze statali hanno dato una posizione di monopolio effettivo nei mercati interni ai produttori nazionali. Anche le diverse e le regole dell'igiene e la sicurezza hanno ostacolato gli scambi. Nel giugno 1985 l'organo esecutivo dell'UE, la Commissione Europea, ha pubblicato un Libro Bianco contenente 300 proposte per "completare il mercato interno".
entro la fine del 1992. Nell'Atto Unico Europeo del 1986 i membri dell'UE hanno mosso i passi cruciali per tradurre in realtà il Libro Bianco del 1992, ed hanno fatto cadere il requisito di consenso unanime previsto dal Trattato di Roma, in modo tale che uno dei due stati UE dissenzienti non possono più bloccare le misure di liberalizzazione del commercio. La maggior parte di integrazione del mercato previste dal "1992" sono state adottate. I progressi sono stati più lenti dell'eliminazione delle barriere a libero movimento delle persone dell'Unione. I lavoratori UE sono liberi di avere un lavoro e di risiedere in qualsiasi luogo all'interno dell'Unione, ma la mobilità del lavoro rimane limitata. L'Unione Economica e Monetaria Europea Sono molti i modi in cui i paesi possono legare tra di loro le loro monete. Il primo SME, ha lasciato ampio spazio alle politiche monetarie nazionali. Nel 1989 un comitato guidato da Delors,Il presidente della commissione europea, ha suggerito una transazione triennale verso l'obiettivo. L'Unione Europea nella Economica e Monetaria (UME), un'Unione quale le monete nazionali sono sostituite da una moneta unica europea gestita da un'unica Banca Centrale che opera per conto di tutti i paesi UE.
Nella fase 1 del piano Delors tutti i membri dell'UE dovevano entrare nel meccanismo dei tassi di cambio (ERM). Nella fase 2 i margini sui tassi di cambio dovevano essere ridotti e alcune decisioni di politica monetaria lasciate al controllo più centralizzato dell'UE. Infine, la fase 3 prevedeva la sostituzione delle monete nazionali con una moneta unica europea e l'investitura di tutte le decisioni di politica monetaria in capo a un sistema Europeo di Banche Centrali.
Il 10 dicembre 1991, i leader dei paesi UE si incontrarono a Maastricht e si accordarono nell'UME. proporre importati emendamenti volti ad aprire la strada Oltre ai provvedimenti
di politica monetaria. Il trattato di Maastricht includeva misure a favore dell'armonizzazione della politica sociale all'interno dell'Unione Europea, a favore della centralizzazione della politica estera e della difesa. I paesi dell'UE sono passati dallo SME verso l'obiettivo di una moneta unica per quattro ragioni: 1. Credevano che una moneta unica europea avrebbe indotto un maggior grado di integrazione economica. 2. Alcuni leader UE pensavano che la gestione tedesca dello SME aveva attribuito eccessiva importanza agli obiettivi macroeconomici della Germania a scapito degli interessi degli altri partner dello SME. La Banca Centrale Europea sarebbe stata più attenta ai problemi degli altri paesi e avrebbe dato automaticamente a questi paesi la stessa opportunità della Germania di partecipare alle decisioni collettive di politica monetaria. 3. Gli europei volevano combinare cambi fissi con liberi movimenti di capitale, quindi la moneta unica era la soluzione ideale. 4. Infine, una moneta unica avrebbe eliminato il rischio di fluttuazioni valutarie all'interno dell'UE, facilitando il commercio e gli investimenti tra i paesi membri. In conclusione, il trattato di Maastricht ha sancito l'introduzione dell'euro come moneta unica dell'Unione Europea, con l'obiettivo di promuovere l'integrazione economica e la stabilità finanziaria tra i paesi membri.soluzione migliore; 4. oltre alle sue funzioni puramente economiche la moneta unica europea er