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La tradizione orale: ninna nanna, filastrocca, fiaba, favola.
La ninna nanna e la filastrocca sono l'espressione di una lunga tradizione orale diffusa in quasi tutti i Paesi, ma che solo di recente ha interessato gli studiosi come forma letteraria minore, ma non per questo meno importante delle altre, soprattutto sotto l'aspetto pedagogico e psicologico.
Entrambe queste forme letterarie, come anche le fiabe, sono state trasmesse oralmente per secoli per poi essere trascritte.
L'abitudine di cullare il bambino accompagnando i movimenti con un canto è diffusa in quasi tutte le culture. Il canto accompagna il sonno del bambino, non a caso l'espressione "ninna nanna" richiama il sonno.
Spesso la ninna nanna è priva di senso logico ma svolge una importante funzione quella rassicurante in quanto la ninna nanna dà al bambino sicurezza, gli fa sentire meno il distacco dalla madre.
Nel momento dell'addormentamento. È proprio la ritualità che la caratterizza che favorisce questo distacco perché richiama a qualcosa che già si conosce, che già è avvenuto. Quindi la prima funzione importante che svolge è quella di tranquillizzare il bambino per farlo dormire. La ninna nanna e la filastrocca invitano all'ascolto. Anche se il bambino non comprende le parole ascolta la voce della madre, comincia a distinguere parole, suoni e ritmi. PENNAC parla dei genitori proprio come "libro vivente" perché attraverso loro il bambino impara ad ascoltare e a provare piacere nell'ascolto e poi nella lettura. Seconda funzione importante è quindi quella di acculturazione linguistica e musicale del bambino, grazie ad essa infatti il b. stabilisce il suo primo contatto con la musica. A differenza delle filastrocche le ninna nanne in genere sono molto ripetitive proprio per rilassare il bambino e indurlo al sonno.
La monotonia della parola si accompagna alla monotonia del gesto del cullare. Altra funzione importante è quella legata al linguaggio: con il passare dei mesi il b. passa dalla fase dell'ascolto a quella dell'imitazione dei fonemi. Così inizial'apprendimento del linguaggio verbale. Molte ninna nanne riflettono aspetti dell'epoca in cui sono nate: parlano di povertà, contengono messaggi augurali di una vita futura ricca e felice. La maggior parte delle ninna nanne sono malinconiche, lamentose; molte volte evocano immagini paurose come mostri, lupi: è un modo per esorcizzare la paura e per comunicare al b. che l'adulto è lì per proteggerlo. Non sempre le ninna nanne sono malinconiche: a volte sono solari, allegre. Le ninna nanne chiamate anche "poesie della culla" (= le chiama così Hazard) sono state tramandate oralmente da donne: madri, nonne, nutrici, tate... La lingua con cui si cantano è generalmente il dialetto.
Ninna nanne e filastrocche dialettali fanno parte del patrimonio culturale della regione di appartenenza e tradotte perderebbero il loro fascino.
In Inghilterra nel 1600 troviamo le "nursery rhymes" ossia le rime della bambinaia. Erano rime, ninna nanne che le bambinaie cantavano ai bambini per farli divertire, con uno scopo quindi prettamente ludico.
In Italia la ninna nanna ha origini antiche: i Romani usavano usare il termine "lallare" per indicare proprio il canto della ninna nanna, da cui il termine "lallazione" che oggi sta ad indicare la prima forma di espressione del linguaggio infantile. I Greci invece usavano il termine "ninnion". Anche Dante nel 15 canto del Paradiso cita la ninna nanna. Questo per farci capire quanto questo termine, espressione di un rapporto affettivo tra madre e bambino, sia antico.
LA FILASTROCCA
Perché "filastrocca"? Il termine richiama l'antico atto del filare ossia girare il fuso, fatto
Che ne sottolinea la struttura circolare! Altri fanno derivare il termine dal greco "phylatto" (difendo) e "phylakterion" (amuleto) sottolineandone l'aspetto magico e scaramantico. Come le formule magiche infatti anche le filastrocche sono ripetitive. È difficile definire questo genere di letteratura perché potrebbero rientrare in questa categoria tanti componimenti letterari come: girotondi, canzoncine, le conte, gli indovinelli, ecc.. Generalmente la filastrocca viene recitata ma può essere anche cantata. La filastrocca è pertanto un componimento breve, in rima e con un ritmo, per lo più priva di senso, di origine popolare, utilizzata con finalità ludiche - di intrattenimento.
Prima FUNZIONE: LUDICA e di INTRATTENIMENTO (quelle ludiche accompagnano un gioco mentre quelle di intrattenimento hanno un fine preciso: far addormentare, distrarre, far mangiare il b., ecc...) 2
La filastrocca nasce in un ambiente
popolare per cui si basa sulla semplicità e sulla quotidianità dei gesti: in esse non a caso spesso è presente il mondo contadino, degli animali, ecc.. Sono prive di senso perché ciò che conta è il ritmo, la rima. (Ambarabà ciccì coccò, tre civette sul como…). Per questa loro illogicità rispondono molto bene all' mentalità dei più piccoli: 1) perché si avvicinano al loro modo di vedere il mondo, senza una logica razionale, e 2) perché i bambini amano il ritmo e la ripetizione. Come fa notare Gianni Rodari, che ha preferito chiamare filastrocche le sue poesie, ai bambini piace: - la ripetizione, perché dà tanta sicurezza; la rima perché è facilmente memorizzabile e ai bambini piace imparare le cose a memoria. RIMA, RITMO E MUSICALITÀ La ninna nanna e la filastrocca hanno in comune la rima, il ritmo e la musicalità. La rima favorisce la memorizzazione.Perché collega parole anche molto diverse tra loro dal punto di vista del significato, attraverso il suono. Il bambino ama giocare con le parole! Il ritmo è conosciuto dal bambino già dalla fase prenatale: è il ritmo cardiaco della madre che lo ha accompagnato nei nove mesi di gestazione. È il ritmo del suo respiro. Il ritmo in sé può infondere sicurezza e tranquillità quando è calmo oppure agitare se è più vivace. È il ritmo che dà colore all'argomento trattato.
SECONDA FUNZIONE: DIDATTICA
Le ninna nanne e le filastrocche possono avere una funzione didattica quando ad esempio insegnano le varie parti del corpo (es. quella delle dita della mano), oppure i mesi, i momenti della giornata, ecc.. Inoltre, facilitano l'apprendimento del linguaggio!
TERZA FUNZIONE: TERAPEUTICA
Possono aiutare il bambino con problemi di linguaggio o di memoria uditiva. Possono ad esempio eliminare il fenomeno
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delle balbuzie. Nei primi due anni di vita il bambino sviluppa l'intelligenza senso motoria, ben descritta da Piaget. Il b. conosce ciò che lo circonda attraverso il corpo e il movimento quindi è piacevole per il b. accompagnare le filastrocche con mimo, movimenti del corpo. Tutto ciò per lui diventa un gioco divertente. Il bambino è portato ad imitare e a ripetere. La presenza della televisione, con il suo linguaggio sempre uguale, ha tolto magia alla parola anche perché le immagini parlano da sole. Prima attraverso la lettura di storie, o attraverso le fiabe sonore il b. sviluppava l'immaginazione. Oggi il b. viene bombardato dalle immagini e non presta più molta attenzione alle parole, di conseguenza viene sempre più meno l'immaginazione. 3 ALTRE DUE FUNZIONI: DI INCULTURAZIONE E DI SOCIALIZZAZIONE. La filastrocca infatti serve anche a trasmettere i valori e le credenze popolari alle nuove generazioni. LE FILASTROCCHE
POPOLARE
Sono state tramandate oralmente e i temi dominanti sono quelli della vita quotidiana, gli animali, la natura, la religione, i mesi, le stagioni, i giorni della settimana, ecc.. Non hanno un autore e spesso le troviamo in altro dialetto a seconda delle regioni. Abbiamo anche filastrocche di autori come quelle di Gianni Rodari che così ha voluto chiamare le sue poesie per bambini. Le sue filastrocche sono giochi linguistici, stimolano il bambino a giocare con le parole e la fantasia. Es. Saponia pag. 35 Gianni Rodari spesso usa parole con doppio significato, giocandoci.. è un autore che ama scherzare con le parole.
IL GUSTO DELL'ASCOLTO ATTRAVERSO STORIE E RACCONTI
Il racconto è un'arte antica, basti pensare ad Omero... La narrazione ha un suo significato profondamente umano: al gusto del narrare si unisce quello dell'ascoltare. Narrare e ascoltare rappresentano i cardini di una relazione. La storia diventa quindi strumento di comunicazione, la prima
ragion d'essere di una storia: comunicare. La narrazione ha dunque un effetto socializzante. Fino al secolo scorso il mondo contadino non conosceva la distinzione tra adulti e bambini, anche i più piccoli partecipavano alla vita dei grandi e ascoltavano le loro storie, le loro esperienze. Le conoscenze si tramandavano da una generazione all'altra tramite il racconto di situazioni tipo. CARATTERISTICHE DELLE STORIE La fiaba, la favola, il mito e la leggenda hanno una caratteristica comune: sono oggetto di narrazione. Secondo Foster una storia per essere narrata deve suscitare il desiderio di sapere cosa avverrà dopo. La suspense è l'ingrediente fondamentale per suscitare l'interesse dell'ascoltatore, per sollecitare in lui la curiosità di "sapere". I fatti narrati non devono essere scontati, usuali ma insoliti. LA FIABA Tolkien dice delle cose interessanti circa le fiabe. Innanzitutto ritiene che il mondo dei bambini nonè un mondo a parte, e non deve considerato tale, e non è vero che le fiabe piacciono a tutti i bambini. Possono piacere come no. Il fatto che piacciano, poi, è un elemento positivo che avvicina il bambino alla lettura. Resta il fatto che la fiaba rappresenta il genere letterario più vicino al mondo del bambino. Infatti si parla di età fiabesca (che va dai 4-5 anni). La fiaba (dal latino "fabula"= racconto) è una breve narrazione dove i protagonisti sono solitamente essere umani alle prese con entità soprannaturali (streghe, gnomi, fate, ...) e oggetti dotati di virtù magiche. In essa quindi mondo reale e mondo fantastico si mescolano. La fiaba si basa sull'extra spazialità e l'extra temporalità: i fatti cioè si svolgono al di là delle dimensioni temporali e spaziali che conosciamo quindi in un mondo senza tempo e senza spazio. I persona