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La Leteratura
Che cos'è la letteratura?
Un testo letterario è un'opera d'arte e un prodotto estetico. Deve rispondere a determinate regole formali e formule (tipiche che altri testi non le hanno).
- Enunciatario/narratore/voce narrante
- Destinatario
- Diegesi = ambiente spazio-temporale, ricostruzione fittizia di eventi
Jean-Paul Sartre, saggio "Che cos'è la letteratura" (1947)
- È uno spazio di dialogo, ovvero è lo spazio in cui l'autore e il lettore dialogano a partire dalle proprie esperienze concrete.
- Il punto da cui noi leggiamo un'opera incide su quello che leggiamo.
- La letteratura assume modi diversi in base al tempo in cui viene letta e anche al luogo. Leggere per esempio vedere le cose in maniera diversa da come le vede un italiano. Hanno valore diversi.
- (...) il visto dei loro sforzi opposti e complementari è approfondire la coscienza della libertà umana."
- Produrre letteratura è quindi un atto di libertà. Sartre parla di sforzi, "opere", però vengono da punti diversi (i "vol" = luogo, & tempo) e le recolape "complementare".
- L'opera non viene totalmente creata dall'autore, ma esiste perché c'è anche un ente.
In questi ottica l'opera letteraria non è frutto del lavoro dell'autore che lo scrive per comunicare qualcosa ma si crea anche a seconda delle lettere che viene fatta.
- È il lettore dai suo spazio/tempo a rendere ciò che è, e la lettera assomiglia l'impianto dell'opera, per cui non si è un'ininfluenza dell'opera stessa dipende per forza da chi lo legge.
- Ente non è un ente passivo, non partecipa al processo di creazione dell'opera.
In Julio Cortazar Rayuela, romanzo che può essere letto in diversi modi, lettura congiunta alla lecttura repardo il 1 alla fine del cap. (ai pezze).
Relievo a questo romanzo quindi si potrebbe dire che ci siano 3 romanzi (+ romanzi) in uno, poichè le parole parlano di toni diversi.
NB: ciò significa che, visto che è possibile leggere le singole parole, diverse possibilità di interpretazione e ha diversità nella struttura. Deve seguire delle regole precise.
Non basta per esempio prendere un testo in cui l’autore descrive le sue emozioni e definire come letterario, perché se non segue determinate regole, non può qualificarsi come tale.
Traduzione Letteraria (concetti imp.)
Complementarità e Dialogo
- L’opera coinvolge il lettore sia nelle reazioni che nelle varie interpretazioni. Il traduttore non è altro che un lettore e la traduzione è una pratica di lettura.
Ne pero la traduzione da una parte inventato ed inventivo, ma interferenza mai. La traduzione dipende dalle spese tempo in cui essa avvenga, dipende poi dalle singole vere o per convenzioni altrimenti.
Ciò significa che ogni volta che si inizia una traduzione bisogna prima di tutto creare un dialogo con il testo, capire
- chi è l’autore (vita, contesto storico, culturale etc.)
- il contesto del testo
- l’opera a cui appartiene il testo (e dell’intera delle produzione di un autore es.)
Tutti questi elementi devono essere conosciuti e compresi al fine di capire il senso simbolico (= letterario) delle parole. (2) referenziale, rimanda alla semplice immagine
La TRADUZIONE LETTERARIA
- "TRADURRE" "trado" (lat.) = comprendere affidare, tramandare
- traducere (lat.) = condurre oltre, trasferire, trasportare
TRADUZIONE = trasporto che implica un CAMBIAMENTO
- il testo di arrivo infatti non è completamente aderente all'originale
- - verso stretto: trasferire un messaggio verbale da una lingua a un'altra
- - verso lato: interpretazione di un significato all'interno delle varie convenzioni linguistiche
la traduzione gioca tra due processi mentali:
- COMPRENSIONE
- RIPETIZIONE
(ed esecuzione) = far proprio rileggerlo arricchirlo e comunicarlonon scriviamo nulla di nostra iniziativa, ripetiamo semplicemente
- [// interpretazione e imitazione degli antichi]
INTERPRETAZIONE = MOMENTO SEMASIOLOGICO
- procedimento di analisi linguistica che permette di capire il senso delle parole e quindi ripetere quelle stesse nella lingua d'arrivo rappresenta il messaggio
la traduzione implica 3 diversi rapporti:
- SEMANTICO - tra parole e cose
- SINTATTICO - sintax {'intros' spa.; intro Spa.; # intax_20 rapport to parole
- PRAGMATICO - rapporto delle parole con gli UTENTI
lettoretraduzionetraduttore
2) Principio di Reversibilità (Eco)
Un testo in una lingua naturale X e la traduzione del testo in una lingua naturale V e ritraducendo X nella lingua di origine V, e il testo (Y) ottenuto ha in qualche modo lo stesso manifestato del testo semplice v.
[ Y = testo fonte; X = testo fone ]
Una buona traduzione sarà quindi quella che rende ottimale la reversibilità e permette allo stesso tempo di mantenere reversibili la maggior parte dei livelli del testo.
- manifestazione libera, livello mimico, livello contestuale (implicazioni/profond)
Es: Idioms - non vengono tradotti letteralmente, altrimenti la reversibilità viene a cambiare.EN: to call a spade a spade = pane al pane, vino al vino
3) Principio di Equivalenza Funzionale (Eco)
Una traduzione deve riprodurre lo stesso effetto e non sovra l'originale.
È necessario una posizione interpretabile di quello che voleva essere il effetto/scopo/intento opera originale.
Se andiamo a farlo allora riusciamo a seguire una traduzione adeguata.
=> 2 analisi:
- 1. extratestuale - tendenze centrifuga x scopre il verso deducibile quando contesto esterno
- 2. intertestuale - tendenza centripeto *interno per esempio, alcuni dei esperienze del testo interno, nel noi interno
4) Negoziazione
Silvina Ocampo, «Atropos», Cornelia frente al espejo, 1988
«Desde los cinco años tenía ideas extrañas sobre la muerte. Nadie se las había inculcado sino ella misma»
«Fin dai cinque anni aveva/avevo idee strane sulla morte. Nessuno gliele aveva inculcate se non lei stessa»
Teoria - "Io" o "lei"? Il testo se considerato nel complesso vede l'alternanza continua fra 1a e 3a persona.
In questo caso però non è possibile mantenere tale ambiguità in italiano.
Una possibilità è quella di accentuare la coerenza del testo e quindi scegliere "avevo" (1a persona) e poi passare diversamente alla 3a.
Mantenere "aveva" per far emergere il verso.
Cristina Rivera Garza, Ningún
"El hombre que siempre soñó" — chi sogna chi?
Ambiguità presente in tutta la storia.
Opzioni: "L'uomo che sognava da sempre"
NB: Nota che c'è un contrasto tra l'avverbio (= eterno) e tempo verbale finito
Trapassato: tempo che non c'è più, ma azione ripetuta nel passato.
"L'uomo che aveva sempre sognato"
Horacio Quiroga
Es considerado el primer gran cuentista de Hispanoamérica y fue de gran importancia no solo porque produjo cuentos, sino también porque teorizó sobre el género del cuento.
Su literatura tiene una relación muy estrecha con su vida.
Lo definen como el narrador de la selva porque esta llegó a ver en él un verdadero observador literario.
Su vida estuvo estrechamente ligada a esa selva porque se vivió allí (en las regiones de Chaco y Misiones en el noreste de Argentina), huyendo de algo.
En el año siguiente a su nacimiento su padre muere porque se dispara accidentalmente.
En 1896 su padrastro se suicida con un disparo en la boca.
En 1901 murieron dos de sus hermanos.
En 1902 él dispara accidentalmente a un mejor amigo y lo mata.
En 1915 su primera esposa se suicida porque no aguantaba más vivir en la selva.
Y en 1937 él también se suicida porque descubre que su cáncer le huía de los sufrimientos que tenía en su vida. Pero la muerte tuvo estancia con él y aparece como una presencia constante desde su niñez. Estra se convierte en la protagonista y como tema principal de sus obras. Pero, ¿qué tiene que ver con la naturaleza selvaje?
- Él identifica la selva con la lucha entre el deseo de vivir y la muerte y lo considera en este como un espejo del alma humana.
Como estamos alterando en 1902, Quiroga decide dejar Paraguay para siempre a causa de la muerte de sus afectos más caros y, con su esposa, quiere empezar una nueva vida en la selva. Él considera esto algo como un aprendizaje del mundo y califica a sí mismo como un desesperado porque ya había perdido todos sus afectos en su tierra de origen.