Anteprima
Vedrai una selezione di 7 pagine su 28
Letteratura inglese II Pag. 1 Letteratura inglese II Pag. 2
Anteprima di 7 pagg. su 28.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Letteratura inglese II Pag. 6
Anteprima di 7 pagg. su 28.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Letteratura inglese II Pag. 11
Anteprima di 7 pagg. su 28.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Letteratura inglese II Pag. 16
Anteprima di 7 pagg. su 28.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Letteratura inglese II Pag. 21
Anteprima di 7 pagg. su 28.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Letteratura inglese II Pag. 26
1 su 28
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

SCENE III

Edw continua a giustiziare i nobili ed esprime tutto il suo sarcasmo contro la regina: Vv 66­70.

Lui è ancora prepotentemente contro i baroni.

E' convinto di essere in una posizione vincente: si rivolge al carro di Febo (guidato da cavalli alati), portate il sole al galoppo attraverso il cielo e

sprofondate nell'oscurità della notte. Lui deve vedere quella giornata meravigliosa lungamente desiderata in cui lui possa incontrare da pari a pari sul

campo di battaglia i baroni. Non si rende conto della situazione in cui è.

Questa è una delle motivazioni per cui perdono: perchè non hanno il quadro della situazione.

Alla fine si ritira a Bristol, è vicino al mare: di nuovo l'immagine del mare che questa volta non è più il ritorno di G, ma è il ritorno di una Regina che è

stata ulteriormente insultata anche dal fratello e che torna con il desiderio di vendetta.

SCENE IV

Discorso della regina: dissociazione fra lei e il governo del marito che viene considerato un mal governo. Ed è un'espressione piuttosto violenta, di

risentimenti e qui si cominciano ad avere i primi distinguo tra la regina e Mortimer, che si vede vicino alla realizzazione dei suoi piani si rende conto

di dover giocare le sue carte in maniera molto cauta. E' sempre più chiaro che la contrapposizione è tra un re legittimo e un sovvertimento della

legittimità anche se loro si nascondono dietro il Principe. Il piccolo è consapevole che il principio di legittimità non permette a lui di essere re dato

che il padre è ancora vivo. E' un nucleo importante, perchè si è nel 1592: Elisabetta andava verso la vecchiaia, era un'età in cui non avrebbe potuto

concepire nessun erede; il problema che si comincia a profilare e che per S diventa un background potentissimo è quello delle difficoltà della

successione di Elisabetta nel regno inglese. La lascia al figlio di Maria Stuart ed era stata la grande antagonista di Elisabetta nel momento in cui

Elisabetta era salita al trono.

Da questo momento si profila un problema di successione e M non lo coglie fino in fondo, lo coglie come doppiezza politica più che non come

problema di tipo istituzionale assolutamente fondante la ragione dello Stato.

Vv 14: Mortimer suggerisce una doppiezza. Mostrare la spada contro il re significa ribellarsi.

Ci sono delle scene molto brevi: cambiamenti di configurazioni di personaggi continue che rendono il ritmo molto incalzante e aumentano il senso

della tragedia che andrà a prepararsi; si arriva velocemente alla sconfitta del re.

Il re deve dichiararsi sconfitto; fugge in battaglia.

La regina è l'elemento vittorioso: è un anello di congiunzione necessario fra Edwardo II e Edward III che è piccolo ed è ancora sotto tutela.

Sconfitto il re vengono presi prigionieri anche i suoi seguaci: Spencer J, Baldock che avevano preso piede dopo la sconfitta di G.

Questa parte della tragedia è piena di assassinii. Tutte le tragedie di M sono piene di scene di sangue.

Kent è ovviamente il metro della dimensione etica della tragedia.

Mortimer e la regina diventano sempre più tiranni e crudeli, sempre più presi l'uno dall'altra e questo porta ad una sorta di luogo comune delle

tragedie dell'epoca: tipo di contesto in cui agisce l'eroe macchiavellico. Tradimento sessuale, politico e d istituzionale.

Espressione dell'intimo del principe che si trova in questa situazione e segue i parametri della tragedia classica.

Vulnerabilità del nuovo erede al trono.

All'inizio dell'atto si ha E ancora saldamente Re e alla fine dell'atto non lo si ha più: principio classico del rovesciamento delle fortune umane così

come i latini e i greci l'avevano pensato. La passione regna sovrana: da una parte espressione in alcuni commenti di grandi compassione per i

prigionieri votati alla morte.

L'abate sta per la religione che si trova in una situazione paradossale: da una parte deve essere schierata con l'autorità costituita, ma nello stesso

tempo c'è un re che contravviene ai dettami della religione e quindi la chiesa si trova divisa fra il suo sostenere l'autorità statale in quanto è figura di

autorità divina, e promuovere la punizione dei colpevoli. Tutto questo è in opposizione a certi aspetti della tragedia all'inizio nel secondo atto, quando

G era al massimo del suo fulgore.

Il re è un fedele nelle sue infedeltà, perchè al momento in cui sta per morire pronuncia dei versi sinceri nei confronti di Spencer e di Baldock che

erano gli ultimi due suoi preferiti. A modo suo si ha un re fedele, ai propri sentimenti. E' la cosa che interessa anche a M.

L'atto quarto finisce con la sconfitta definitiva del re che è parallela alla sconfitta di G; con qualche cinismo M chiude questo atto con un discorso che

a che vedere con il pagamento dei sicari.

ACT V

Porta a conclusione tutti i fili della trama che fino a qui sono stati tessuti.

Si è arrivati alla morte del re e quindi la successione al re di Edward III è la conclusione di una trama molto importante: inadeguatezza del re che si è

andata costruendo atto per atto e che ha necessariamente portato alla sua personale sconfitta e alla successione. La sua passione per i vari favoriti

deve essere smaltita e il dolore delle sofferenze fisiche che deve affrontare sono destinate ad accompagnarlo fino alla morte, morte che sarà

terribile.

Primo momento: formalizzazione dell'anticazione e l'ascesa al trono dell'erede di Edoardo II. Esplicitazione dal punto di vista storico­morale della

ragione della rovina del re: quando il re da capo dello Stato diventa tiranno: viene esplicitato che capita quando i favoriti del re prendono il

13

sopravvento; non possono che portare alla rovina il vero depositario della delega divina.

Il tirannicidio mette in evidenza la cospirazione che sta alle spalle dell'uccisione del re: la nuova collusione che c'è fra la regina che si propone di

tradire il proprio Stato, che si mette d'accordo con i nobili nemici del re e che instaura una relazione con Mortimer che non sempre è a vantaggio

dell'erede al trono, anzi ha momenti di ribellione.

L'atonement totale è da pensarsi su più versanti in questa tragedia.

E e M, il loro rapporta fonda la dimensione politica della tragedia per cui a un certo punto il re tiranno per avere la simpatia del pubblico deve

diventare vittima e lo diventa nel momento in cui è preso prigioniero ed è rinchiuso nella torre; quando è in prigione e le fortune di M sono all'apogeo

e lui si rivela per quello che è, il personaggio Macchiavellico (che è un set character importante), un oppressore copiando l'itinerario di E. C'è l'ironia

drammatica in questo, perchè il testo drammatico propone indirettamente dei parallelismi che indirettamente sottolineano l'aspetto ironico.

La forte articolazione retorica di questa ultima parto rende la poesia particolarmente alta ed efficace e si accresce l'effetto poetico del dramma,

portando il livello delll'act V di questa tragedia molto in alto.

Sul palcoscenico non poteva darsi che una tragedia finisse con la sconfitta di un re legittimo, la successione di un bambino sotto tutela da parte del

tirannicida, perchè il peccato di tirannicidio è così grave comunque che deve essere punito pubblicamente anche sul palcoscenico davanti al

pubblico; la rivolta contro Mortimer e la regina e la ricomposizione degli eventi in modo tale che si ristabilisca un equilibrio accettabile, è elemento

fondamentale della tragedia storica.

Il pubblico deve essere indotto ad avere anche dei sentimenti positivi nei confronti del re e vederlo come vittima. M mostra un'alternanza di scene di

corte in cui gli altri sono vittoriosi e scene all'interno della prigione in cui si vede il re come vittima sconfitta. A questo punto l'equilibrio emotivo del

pubblico si muove e va verso il re. Mortimer da una parte che a corte fa il tiranno, ha come contrappeso E che è in prigione ed è una vittima.

Se il pubblico riesce a distanziarsi ulteriormente non può che notare in fondo anche un'ironia drammatica nella situazione per il capovolgersi delle

fortune terrene. La capacità retorica di M in questa fase della tragedia è determinante per guidare l'emotività del pubblico e spostarla da una parte

all'altra e lo fa con l'uso di una quantità di figure retoriche e di ritmi del verso che sono veloci ed aspri. Al momento finale dell'assassinio del re dal

punto di vista formale si uniscono questi due atteggiamenti poetici che si sono alternati nel corso dell'ultimo atto.

SCENE I

Tentativo di sollevare il morale del re, ma il re a questo punto si sta ripiegando sulla considerazione dei propri errori e anche sul variare della fortuna

(grande motivo che percorre le tragedie di cui si parla del potere in tutto il periodo rinascimentale).

Dal punto di vista testuale c'è un'occorrenza di parole che hanno aree semantiche contrastanti (buio­luce, in tutta una serie di frasi) e quindi

spingono a una sorte di selezione della modalità del contrappunto che è una caratteristica testuale. L'intimo tormento del re che lo è per grazia

divina e tuttavia è costretto all'abdicazione (istituto che il re non contempla) che è l'unico strumento che lui ha per conservare la successione

legittima; problematica esterna al testo.

E' in prigione e può esprimersi con il Vescovo.

Riesce a formulare il rovesciamento delle fortune.

I re sono di natura diversa rispetto alle persone normali.

C'è la lamentatio del re preso prigioniero. L'unica consolazione è (vv. 48) il fatto che il nome di Edward sopravviva anche se Edward muore.

E non ha dubbi che alla fine sarà ucciso e la ragione è molto chiara (vv. 57). Si toglie la corna. (Nel Riccardo II c'è una scena della corona che si

confronta con questa.) Due re in Inghilterra non posso regnare allo stesso tempo.

Si rimette la corona.

Alla fine non vuole abdicare.

A questo punto alla figura del re si aggiunge la consapevolezza della sua situazione: non ne era consapevole all'inizio, né alla metà della sua

vicenda.

L'implacabilità della regina sembra essere l'ultima immagine che lo colpisce, che lui disegna come re.

Si toglie la corona di nuovo: questa successione indica una grande incertezza e tormento, perchè la natura del re è legata alla sua posizione.

Una delle sue preoccupazioni sono che Mortimer non sia nominato protettore del figlio.

SCENE II

La regina è decisa a compiacere Mortimer fino infondo.

Vv. 15: gli dà totale libertà dell'uccisione del marito, purchè il figlio rimanga vivo.

SCENE V

La scena è abbastanza lunga, ma alla fine si presentano gli as

Dettagli
Publisher
A.A. 2017-2018
28 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-LIN/10 Letteratura inglese

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher _Let di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Letteratura inglese II e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Pisa o del prof Dente Carla.