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Letteratura come linguaggio
Tutto ciò che si può dire di un testo si ricava dal linguaggio in cui è scritto. Non è possibile dividere linguaggio e contenuto. Attraverso il linguaggio, l'autore porta le sue modifiche. Per cambiare la lingua del discorso amoroso, Shakespeare attinge alla tradizione esistente del Duecento fino a Petrarca. La preghiera alla Vergine di conclusione del Canzoniere chiede la morte per guarire dalla malattia d'amore: Shakespeare non lascia nessun dubbio della conoscenza del modello, ma allo stesso tempo non vuole lasciare dubbi del suo volersene distaccare. Shakespeare riprende quel linguaggio devozionale-religioso sia in Romeo sia nel primo incontro tra Romeo e Giulietta, dove però lo frammenta subito con il bacio. Allo stesso modo, se gli Stilnovisti usavano il sonetto come via di espressione del proprio sentimento, come monologo dell'autore, Shakespeare lo separa tra i due: le voci di Romeo e Giulietta si alternano.
Nella realizzazione del sonetto, oltre che concluderlo con l'incontro fisico. Quel linguaggio non è più valido per rappresentare la nuova concezione amorosa: a ciò influisce anche la fretta (haste) e il tema del tempo.
Il linguaggio del padre nei confronti di Giulietta, immediato, diretto, quotidiano è parte della grande operazione di Shakespeare. Nelle opere shakespeariane, il protagonista è determinato dalla quantità di parole che Shakespeare affida a un personaggio: nell'Othello è Iago quello a parlare più di tutti e nel Romeo and Juliet è Giulietta ad avere più parole di tutte. Shakespeare tiene conto del suo pubblico, assiduo ed eterogeneo, interclassista. La dissoluzione del repertorio cortese si può verificare sullo spazio dato a Giulietta: l'oggetto dell'amore cortese era irraggiungibile, invece Giulietta si pone all'opposto, ha un linguaggio meno formalizzato, trasgressivo della
tradizione. Giulietta deve dimostrare fino in fondo la propria forza di volontà, disponibile al suicidio (strength, will, dare): sono i limiti in cui il frate impone il suo aiuto. Giulietta è pronta alle ipotesi più disparate e disperate per restare moglie di Romeo. Fra Lorenzo infrange la serietà religiosa per aiutare in fin di bene Giulietta. Anche i preparativi sono frettolosi. Giulietta finge di essere d'accordo, chiedendo scusa al padre. Giulietta chiede di rimanere sola: ma già lo è. Il personaggio viene ricamato nelle sue sfumature giovanili: pur essendo una ragazza forte, nella scena III ha paura: sono tutte le sfumature di un personaggio vero. Assume su di sé il proprio destino, ma ha anche una serie di dubbi, che mette in evidenza. È tutto comprensibilissimo: fa parte della gamma del sentire umano. La nutrice, la mattina seguente, la trova morta. L'ultimo equivoco è che non solo Romeo non ha avuto la lettera difra Lorenzo ed ignora il piano, ma riceve lavisita di un suo servo che gli riferisce della morte di Giulietta. Romeo, incurantedell'esilio, vuole rientrare a Verona e si procura un veleno: dirà che dopo la mortedi Giulietto, non c'è vita. Paride, vedendo Romeo vicino la tomba di Giulietta,pensa che voglia profanarla: si affrontano a duello e Paride muore.Nella scena della tomba, ritorna l'estrema fisicità del loro rapporto. Nellacompressione del tempo rientra anche l'ultima scena di Shakespeare: nellaversione originale, si lasciava il tempo perché i due avessero un ultimo saluto:mentre Romeo moriva, Giulietta si svegliava. In Shakespeare, non avviene. Nellamorte sembra che ci sia la massima libertà dell'eros (thy lips are warm). Anche inquesto deve essere frettolosa (be brief). Non si sa come trovi il pugnale: secondoalcuni lo ha preso da Romeo, perché i giovani lo portavano sempre, altri che loavesse come parte delcompleto matrimoniale. Dalla morte arriva la pace tra le famiglie. L'amore ha ucciso l'odio, ma anche viceversa. Il principe le definirà insensata rivalità civile. Il fatto che Giulietta non possa dire al padre del matrimonio, scatena la tragedia. I due sono sicuramente innamorati, ma anche avventati. Il progetto è complesso e facilmente poteva andare a rotoli. Si illudono, comunque, che il progetto avrebbe potuto portare a qualche cosa di positivo: sono avventati e giovani inesperti, ma non negativi. Non è un caso che Shakespeare insista sul dato della gioventù estrema: proprio per giustificarli. La loro illusione è quella di poter superare l'odio fratricida in un mondo diverso: è un gap generazionale in cui le due parti non riescono a capirsi. Gli adulti sono i primi responsabili della tragedia: la rivalità antica non trova in loro nessuna soluzione e Romeo e Giulietta pensano di poterlo vincere con il loro amore.
ha creato un mondo pieno e presente da cui Romeo e Giulietta si illudono solo di poter prescindere. Shakespeare distingue le età: racconta storie e relazioni sentimentali nelle varie età (Antonio e Cleopatra nell'età avanzata ed è diverso). A Midsummer Night's Dream è un'opera complessa. Si presenta in una forma polistrutturale. Ha 4 intrecci. Shakespeare è in età matura e osa strutture complesse: Romeo and Juliet è una delle più lineari senza main plot + subplots. In A Midsummer Night's Dream presenta, oltre che subplots, anche personaggi fantastici. Shakespeare affronta spesso gli stessi temi con opere di genere diverso: A Midsummer Night's Dream è una commedia a tutti gli effetti, ma i temi possono essere collegati a Romeo and Juliet, oltre che la datazione (1594-1596). A Midsummer Night's Dream ha un'edizione attendibile: 1600 prima data di pubblicazione, nell'inquarto (Q ) con luogo e nome di.Shakespeare (varie volte pubblicamente rappresentata dai Lord Chamberlain's Men, scritta da William Shakespeare, stampata a Londra e venduta in Fleet Street nel 1600). Queste 11 indicazioni precise danno autorevolezza a Q: probabilmente fu autorizzato o dallo stesso Shakespeare o dalla sua compagnia. Autorevolezza per il First Folio del 1623, con alcune differenze da Q. Altre indicazioni si ricavano dal testo: fa riferimento esplicito a un'imperiale sacerdotessa indisturbata in verginale meditazione, cioè la regina Elisabetta I, sposa della nazione. Omaggio esplicito, si presume si facesse perché la regina era presente alla rappresentazione. Ciò vuol dire che il play era di una certa importanza: aprendosi con un matrimonio e chiudendosi con un matrimonio collettivo, si classifica come epitalamio. Probabilmente era un componimento per le nozze di qualche membro di qualche famiglia aristocratica, legata alla corte, di cui sono stati fatti molti nomi: fra i tanti,la nipote Elizabeth Carry del Lord Ciambellano, protettore della compagnia di Shakespeare.
La divisione delle opere shakespeariane è stata condizionata dal First Folio del 1623, usata per molti secoli. Dal Novecento i critici non si accordano a questa divisione: nessuna delle opere di Shakespeare rientra seccamente nella divisione tra comedies, tragedies e histories (forse più stabile quella tra drammi storici e drammi romani). Nessuna opera può essere seccamente definita. Per di più, le definizioni non sono state date da Shakespeare in persona.
La struttura di A Midsummer Night's Dream è fatta di 4 intrecci: l'inizio vede in scena Teseo che sposa, ad Atene, Ippolita, che fungono da cornice (di cui poco si saprà dopo). Entra Egeo, qui dignitario di corte, non padre di Teseo. C'è poi la storia di due coppie di giovani amanti. Il terzo intreccio vede un gruppo sgangherato di artigiani che dovrebbero dedicare un play alle nozze di Teseo,
Manon sono molto capaci. Il quarto intreccio è il mondo delle fate, non visti da nessuno, con Oberon e Titania e Puk il folletto. La trama è l'ibridazione somma di fonti più diverse possibili, classiche e moderne. La storia di Teseo ed Ippolita ritornava già in Virgilio, Euripide, Boccaccio (già Geoffrey Chaucer: Boccaccio scrive Tiseida nel 1321, Chaucer scrive The Knight's Tale circa un secolo dopo), Plutarco (Vite Parallele, anche fonte per i drammi classici perché Shakespeare leggeva sicuramente in edizione originale latina Ovidio, mentre per Plutarco esisteva una edizione in traduzione inglese). Capacità di contaminazione.
Il titolo riassume tutti i temi del play: il sogno, il solstizio d'estate che cade per gli elisabettiani il 24 giugno e che nella letteratura viene segnato molto, la notte (si svolge tra il giorno della città di Atene dove vivono Teseo e Ippolita e il bosco dove tutto si svolge di notte). Secondo molte tradizioni,
La notte del solstizio è carica di implicazioni magiche, essendo la più propizia alla magia. Il matrimonio di Teseo e Ippolita suggella una storia di violenza, non di amore: Shakespeare interviene, usando le informazioni per creare una cornice. Ad Atene, come in Romeo and Juliet, la figlia deve ubbidire al padre per la scelta dello sposo: ad Atene, se una figlia disubbidisce, la pena è o la morte o la reclusione in convento. La disubbidienza filiale è il primo dato con cui lo spettatore deve confrontarsi.
Egeo ha una concezione dell'amore tutta sua, personale: dice che Lisandro ha fatto ricorso ad espedienti di vario genere per abbindolare la figlia, addirittura incantesimi. La poesia è stata usata come espediente: il padre è poco poetico e non crede a questo amore, perché secondo lui non esiste, in quanto modo di essere posto. Sin dall'inizio Shakespeare segna il gap generazionale tra il padre e la figlia, con il padre che non capisce come sia.
Possibile concepire l'amore nel modo in cui Lisandro e Ermia lo pongono. Padre e figlia sono distanti, non si intendono ed Egeo toglie alla figlia qualunque capacità decisionale, perché crede che sia stato Lisandro a costringerla a disubbidire (difficilmente i padri di Shakespeare sanno dare un giudizio razionale e realistico sulle figlie). È Ermia che indipendentemente e autonomamente ama Lisandro e deve dirlo esplicitamente al padre, che non capisce fino a rivolgersi all'autorità cittadina come mezzo di risoluzione di un problema privato.
La concezione del rapporto padre-figlia vede il padre come un dio che, avendo dato vita e avendo plasmato la figlia, ha diritto di esercitare un potere su di lei, anche decisionale. Da subito però si capisce che Ermia non è disposta a sottostare alla decisione paterna, dimostrando una propria forza. Accetta le conseguenze della disobbedienza, anche se gravi. Ermia si riserva di progettare qualcosa in privato.
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