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IPERTENSIONE SECONDARIA
1. Di origine renale: riduzione del flusso attraverso l’arteria renale per occlusione (stenosi,
trombi, emboli dell'arteria renale) o in seguito a involuzione fibrotica del parenchima renale)
2. Su base endocrina e tossica:
· Tumori che producono catecolamine (feocromocitoma), con aumento delle resistenze
periferiche;
· iperaldosteronismo primario o secondario → aumento dei livelli di aldosterone;
· liquirizia assunta in dosi elevate (acido glicirrizico: inibisce la trasformazione del cortisolo
(idrocortisone) in cortisone, con impropria stimolazione del recettore per l’aldosterone da
parte del cortisolo).
3. In associazione all’utilizzo di farmaci e droghe.
Principali conseguenze:
Effetti immediati: pressione abnorme sulla parete vasale: stimolo meccanico di attrito continuo
sull’endotelio vasale.
Effetti tardivi:
Cuore:
· ipertrofia del miocardio: evoluzione verso lo scompenso cardiaco;
· deterioramento della perfusione coronarica: rischio di ischemia e infarto.
Sistema nervoso:
· ipertensione endocranica: cefalee e vertigini;
· danni retinici: disturbi visivi;
· ictus cerebrale.
Reni:
· danni glomerulari: ematuria e proteinuria;
· danni tubulari: alterato riassorbimento;
· sclerosi: insufficienza renale.
IPOTENSIONE: diminuzione dei normali valori della pressione arteriosa al di sotto di 90 mmHg per
il valore
sistolico e di 60 mmHg per il valore diastolico; non si tratta di una patologia grave; diventa grave
solo se associata ad altre patologie come sintomo. Gli effetti principali sono: una diminuita
perfusione di organi e tessuti; a riposo ci sono meccanismi di compenso che regolano il flusso
preferenziale a cervello, cuore, rene, fegato.
Tipi di ipotensione:
Ipotensione transitoria (es. ipotensione ortostatica):
· Diminuito ritorno venoso in associazione a varie cause (ipovolemia, emorragie);
· Evento acuto (shock): si verifica quando notevoli masse di sangue si spostano nelle zone
declivi, con reazioni di compenso assenti o insufficienti.
Ipotensione persistente:
· Cause primitive o genetiche: caratterizzate da bassa pressione arteriosa senza alcuna
associazione con altre patologie; le ipotensioni monogeniche dovute a mutazioni di
+
molecole per il riassorbimento del Na e del mantenimento della volemia, di recettori per il
mantenimento del tono vascolare, di cotrasportatori di sodio e cloro (perdita di ioni);
· Cause secondarie a malattie che inducono ipovolemia e/o diminuzione delle resistenze
periferiche con: stenosi aortica, insufficienza cardiaca o surrenalica (diminuita azione
surrenalica), perdita di liquidi, malattie croniche soprattutto neurologiche.
EDEMA: presenza di liquido in eccesso negli spazi interstiziali di un distretto delimitato di un
organo o
dell’organismo. Può essere:
· Localizzato: in genere associato con un’infiammazione, ustioni, a seguito di una reazione
immunitaria;
· Generalizzato: coinvolge organi interni, la cute del tronco e degli arti inferiori; riflette un
disordine globale dei liquidi e degli elettroliti (squilibri elettrolitici), spesso per insufficienza
cardiaca, o in malattie renali per perdita di proteine, insufficienza epatica (diminuzione
dell’albumina).
Si hanno diversi nomi a seconda dell’organo colpito:
Anasarca: accumulo diffuso nel sottocutaneo, nei visceri e nelle cavità;
Idrotorace o idropericardio: accumulo nelle cavità pleuriche o pericardiche;
Idartro: accumulo nella cavità articolare;
Ascite: accumulo nella cavità peritoneale.
Cause
:
· Aumento della pressione idrostatica nel letto capillare per ostacolo al flusso venoso, dando
una maggiore filtrazione e ritenzione di liquidi:
Insufficienza ventricolo sinistro: edema polmonare acuto;
Insufficienza cuore destro: edema sistemico;
Ascite nella cirrosi;
Edema degli arti inferiori per ostruzione venosa (un minore ritorno venoso causa
rigonfiamento);
Aumento della pressione colloiodosmotica del liquido interstiziale.
· Riduzione della pressione oncotica plasmatica per qualunque condizione di
ipoalbuminemia → edema generalizzato;
· Ostacolo al drenaggio linfatico per ostruzione o danneggiamento dei vasi (tumori maligni
con asportazione per via delle metastasi del linfonodo regionale; fibrosi, asportazioni
chirurgiche); viene superata la capacità drenante del sistema linfatico.
INSUFFICIENZA CARDIACA
IPERTROFIA DEL MIOCARDIO: aumento del contenuto dei componenti subcellulari con
conseguente aumento delle dimensioni cellulari, per adeguare il cuore ad una condizione di
iperlavoro cronico, quando i meccanismi di riserva fisiologici non sono più sufficienti. Può evolvere
verso uno scompenso cardiaco. Si hanno diversi tipi di ipertrofia:
Ipertrofia concentrica: per sovraccarico cronico di pressione (ipertensione arteriosa, stenosi
aortica o polmonare) caratterizzata da aumento dello spessore parietale, riduzione della capacità
di distensione ventricolare e riduzione del diametro intraventricolare per aumento del diametro dei
miociti; si ha un buon mantenimento della funzione sistolica.
Ipertrofia eccentrica: per sovraccarico cronico di volume (insufficienza aortica o mitralica)
caratterizzata da aumento dello spessore parietale e del diametro intraventricolare per aumento
della lunghezza dei miociti; si ha un’importante disfunzione sistolica.
Basi molecolari e metaboliche:
Stimolo iniziale: stress meccanico sulla parete muscolare legato a condizioni di sovraccarico di
volume e/o di pressione che generano segnali che inducono la trascrizione di numerosi geni;
Fase di induzione:
· aumento della sintesi proteica per aumentata trascrizione dei geni dell’RNAr e aumento
2+
della concentrazione intracellulare di Ca ;
· attivazione di geni che codificano per fattori di crescita, per le proteine contrattili del
miocardio, per il collagene e per componenti della matrice.
Alterazione a carico dello stroma: iperplasia fibroblastica e angioblastica: fibrosi che nel tempo
favorisce l’instaurarsi di una insufficienza funzionale.
CUORE: organo centrale del sistema cardiocircolatorio: pompa aspirante-premente che assicura il
movimento del sangue attraverso contrazioni ritmiche; suddiviso longitudinalmente in due parti,
sinistra e destra, a loro volta suddivise in una parte superiore, detta atrio, ed una inferiore,
ventricolo, comunicanti fra loro attraverso valvole che consentono il flusso unidirezionale del
sangue.
Cuore sinistro (grande circolazione): riceve nell’atrio sangue arterioso proveniente dalle vene
polmonari.
Cuore destro (piccola circolazione): riceve nell’atrio destro sangue venoso refluo da tutto
l’organismo proveniente dalle vene cave che defluisce nel circolo polmonare dove cede CO e si
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arricchisce di O .
2
Funzionamento: alternarsi di fasi di contrazione (sistole), distensione (diastole) e di riposo che
costituiscono il ciclo cardiaco:
1. presistole: gli atri sono in sistole e i ventricoli in diastole;
2. sistole: contrazione dei ventricoli mentre gli atri sono in diastole;
3. perisistole: diastole contemporanea di atri e ventricoli.
Miocardio: miocellule striate che si distinguono da quelle della muscolatura scheletrica per la
natura involontaria della contrazione e per la ritmicità. Unità contrattile: miofibrilla, costituita da
filamenti spessi (miosina) e da filamenti sottili (actina, tropomiosina, troponina).
Pericardio: membrana che riveste il cuore, costituita da un foglietto esterno parietale di tessuto
fibroso (impedisce una eccessiva dilatazione del cuore), e da uno interno sieroso (lubrificante).
Endocardio: sottile membrana endoteliale che riveste la superficie interna del miocardio e si
continua con l’endotelio dei vasi venosi che arrivano al cuore e dei vasi arteriosi che si dipartono
da esso.
Le cellule muscolari cardiache sono organizzate in:
· Sistema di contrazione: cellule la cui funzione è la contrazione;
· Sistema di eccitazione e conduzione: cellule muscolari modificate (cellule pallide, cellule di
transizione, cellule di Purkinje) che formano un tessuto localizzato in determinate zone
cardiache (nodo seno-atriale, nodo atrio-ventricolare, fascio atrio-ventricolare) deputate a:
generare l’eccitamento per la contrazione cardiaca;
trasmetterlo a tutte le fibre del muscolo cardiaco (attività alternata di atri e
ventricoli).
Fisiopatologia: complessa perché complessa è la sua regolazione, finalizzata ad un massimo
adattamento funzionale con il minimo dispendio energetico. Livelli principali di regolazione:
· Intrinseco al cuore stesso (fibrocellula): capacità di adeguare la gittata sistolica all’entità
del riempimento diastolico (precarico) o delle resistenze periferiche (postcarico):
autoritmicità, conduttibilità, eccitabilità in risposta a stimoli esogeni ed endogeni;
· Nervoso: attraverso vie afferenti ed efferenti delle sezioni orto e parasimpatiche;
· Ormonale: catecolamine, glicocorticoidi, insulina con azione specifica sul metabolismo e
l’attività funzionale della fibrocellula. Ormone natriuretico atriale, sintetizzato dal cuore in
risposta a stimoli fisiologici.
Portata circolatoria: volume di sangue espulso nell’aorta e nell’arteria polmonare in un minuto
(vol/min) pari a: gittata sistolica x frequenza cardiaca, dove la gittata sistolica dipende da:
· afflusso o carico diastolico (volemia, pressione intratoracica e intrapericardica, contrazione
atriale, tono venoso);
· resistenza all’efflusso o carico sistolico (pressione nell’aorta e nell’arteria polmonare,
volemia, viscosità del sangue, elasticità delle grandi arterie);
· contrattilità miocardica: espressa come forza di contrazione e velocità di contrazione e
rilasciamento.
Mentre la frequenza cardiaca è il meccanismo rapido di adeguamento della portata circolatoria a
fronte di un aumento delle richieste periferiche; al di sopra di un certo valore critico della frequenza
la portata non aumenta ma diminuisce per la riduzione della durata della diastole e per la ridotta
efficienza metabolica del miocardio (ridotto flusso coronarico).
La riserva cardiaca è la capacità del cuore di adattarsi transitoriamente o permanentemente ad un
maggiore lavoro (es. muscolare):
· Adulto sano a riposo: portata circolatoria varia fra 3 e 4,5 l/min;
· Soggetto allenato: fino a 15 l/min;
· Sportivo sotto iperstimolazione adrenergica: 30 l/min.
Nel lavoro muscolare intervengono tutti i fattori di adeguamento della portata circolatoria (aumento
della gettata sistolica, aumento della contrattilità e aumento della frequenza cardia