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Il potere delle lacrime
“Posso guardare il crocifisso e vedere solo un uomo sofferente, un corpo martoriato che non posso percepire con un occhio normale. Ma se guardo attraverso le lacrime, vedo un altro cristo, vedo che Cristo, pur nella sua passione, mi sorride.”
“Lì io mi vedo e vedo che lui, da quel crocifisso, si piega in avanti, si porge alla mia devozione e dal suo fianco, il sangue comincia a spillare, sangue dal quale io mi disseto. Quella fonte, il sangue di cristo, diventa poi fonte di nutrimento per il cuore, per la mente, per il corpo.”
“Guardare attraverso le lacrime permette a qualcosa di accadere COME IN QUELLE PROSPETTIVE ANAMORFICHE, una cosa appare quando la si guarda così senza lacrime, apertamente, ma quella stessa cosa appare essere diversa quando vista più da vicino”. Nell’anamorfosi dobbiamo metterci in un’altra angolazione. Guardare con un coinvolgimento dell’anima o senza lacrime, fa tutta la differenza. “Con le lacrime vedo me stesso, il mio coinvolgimento diretto così.
comeaccade per le anamorfosi”. Si avvia alla conclusione: “poiché le lacrime vedono meglioche gli occhi che non sono pieni di lacrime, ti chiedo in lacrime mio signore, di tenermisempre in quella condizione con gli occhi pieni di lacrime. O disgeli i miei occhi e liriduci ad un fiume costante o congeli le lacrime ai miei occhi così che io possa semprestare in quella condizione di contemplazione più sentita. O lascia che le lacrime escanodal mio cuore come sangue. Che il mio cuore sanguini lacrime. O portami dove néocchi né lacrime né sangue è più necessario per avvicinarmi a te.” L’usodell’anamorfosi nel sonetto rispetta quello che sappiamo dell’anamorfosi in pittura: lavista che dovrebbe essere di lato è quello che restituisce la realtà più vera.Da Richard II, Shakespeare: relazione tra realtà e rappresentazione della realtà. Unpersonaggio risponde alla suaregina e regina sente di avere un dolore dentro indescrivibile. Bushy cerca di tranquillizzare la regina: "La sostanza di ciascun dolore ha 1000 ombre che sembrano dolore ma dolore non sono." Bushy utilizza l'anamorfosi: "ogni dolore ha mille ombre ma le ombre sono inezie, non realtà vera, sembrano dolore vero": le mille ombre che vengono dal dolore non sono vero dolore. L'immagine non è reale. È soltanto la prospettiva che te lo fa vedere così. L'occhio del dispiacere, quando è offuscato da lacrime accecanti, divide una cosa, la smembra, smembra una cosa che è intera, ce la fa vedere moltiplicata. L'anamorfosi in pittura mettendosi dilato restituisce un'immagine proporzionata. Alabaster usa le lacrime per dire che attraverso le lacrime vede. Shakespeare utilizza la stessa immagine: "le blinding tears", attraverso le lacrime non si vede la realtà vera ma la realtà moltiplicata.
Ma, aggiunge Bushy, 'non sono veramente tante le figure davanti a te. Il dolore che vedi in questo momento, lo vedi con gli occhi del dolore ma quelle che vedi non sono altre che SHADOWS, irrealtà, non sono vera sostanza.' Fa il paragone: 'quell'occhio pieno di lacrime è proprio come le prospettive, quei quadri che se guardati in prospettiva frontale non mostrano altro che confusione ma guardato di lato, aiutano a distinguere, restituiscono una forma distinta.' Il paragone è con l'anamorfosi. Per far vedere come Saggiunge sempre qualcosa in più. Utilizza il paragone con le prospettive ma non perdere di qualcosa che restituisce l'immagine proporzionata ma per dire 'guarda che la tua prospettiva adesso è la prospettiva che ti restituisce finzione'. Richard III pensa a un piano per poter diventare lui re. 'Brilla, splendente sole, finché avrò comprato uno specchio per poter vedere la mia"Ombra intanto che vado nel mondo." Richard III ci mostra ancora la fine della relazione tra rappresentazione e realtà. Per questo verso, per rappresentazione intendiamo l'immagine nello specchio. Lui prende lo specchio e dice "prenderò uno specchio per vedere non me stesso" ma lui si propone di comprare uno specchio non per riflettere la propria immagine ma per guardare la sua ombra, il suo modo di mostrare al pubblico la sua cattiveria, l'ombra che è l'animo suo, la deformità che può emergere meglio magari nell'ombra. Questo