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PAZIENTE DEPRESSO (I)

I contenuti depressivi dei pensieri portano ai sintomi depressivi:

  • Visione negativa di sé porta: Tristezza, ansia, irritabilità; mancanza di fiducia; indecisione; mancanza di motivazione e inattività.
  • Visione negativa del mondo e Visione negativa del futuro portano a: Perdita di interesse; desideri di evitamento; desideri e comportamenti suicidari; perdita di appetito; perdita di libido; disturbi del sonno.

Esempio:

  • Stimolo: Essi non hanno parlato con me
  • Convinzione: Se le persone ti ignorano, significa che non ti amano. Se le persone non ti amano, non vali nulla. Elaborazione dell'informazione: Essi mi hanno ignorato di proposito
  • Inferenza: Non piaccio loro. Umore: Triste.

Convinzioni e schemi tipici del paziente depresso:

  • Devo essere amato da tutti.
  • Ho successo al 100% oppure sono un fallimento totale.
  • Il mio valore come persona dipende da ciò che gli altri pensano di me.
  • Dovrei essere sempre una persona gradevole.
  • Se le...

persone non sono d’accordo con me, significa che non valgo nulla.

Dovrei sempre cercare di avere il migliore rendimento possibile.

Dovrei essere capace di fare tutto da solo. Chiedere aiuto significa essere deboli.

PAZIENTE ANSIOSO (I)

I contenuti ansiosi dei pensieri portano ai sintomi ansiosi:

  • Visione del sé come vulnerabile porta a: Ansia, depressione; mancanza di fiducia in sé;evitamento; aumento della dipendenza.
  • Visione del mondo come minaccioso e Visione del futuro come imprevedibile portano a:Sintomi autonimici; disturbi del sonno; perdita di iniziativa; cattiva concentrazione;eccessivo stato di all’erta.

Stimolo A un party

Modalità di atteggiamento I party sono difficili; le persone radunate insieme sono minacciose

Convinzione Se non mi comporto bene, gli altri penseranno che sono strano.

Elaborazione dell’informazione Nessuno viene parlare con me

Inferenza Pensano che sia strano.

Umore Ansioso.

Convinzioni e schemi tipici del paziente

ansioso:- Se non sono in controllo totale di una situazione, accadrà qualcosa di male.- Devo essere sempre all'erta se voglio evitare che accada qualcosa di terribile.- Se non mi comporto bene, sarò messo in ridicolo e la mia posizione sarà minacciata.- Se non mostro competenza gli altri penseranno che sono uno stupido.- Se mi sento ansioso, ciò significa che non ho controllo su di me. Se continuerò a essere ansioso, morirò.- Se le persone mi guardano, mi criticheranno.- Il mondo è pieno di pericoli e di minacce che non so affrontare.

COME ELICITARE I PENSIERI AUTOMATICI NEGATIVI

  • Domande dirette
  • "Scoperta guidata" o domande induttive.
  • L'impiego di momenti di forte emozioni durante le sedute di trattamento.
  • Impiegare un aumento di tensione fisica o le sensazioni iniziali di panico.
  • Immagini mentali.
  • Role plays.
  • Accertare il significato degli eventi.
  • Contare i pensieri
negativi.
  • Impegnarsi in compiti comportamentali e registrare i pensieri che li accompagnano.
  • Tenere un diario dei cambiamenti di umore e dei pensieri automatici concomitanti impiegando le schede di registrazione dei pensieri disfunzionali.
Mettere in discussione i PAN
  • Qual è la prova?
  • Quale prova sostiene questa idea? Qual è la prova contro questa idea?
  • C'è una spiegazione alternativa?
  • Qual è la cosa peggiore che potrebbe accadere?
  • Potrei sopravvivere a ciò?
  • Qual è la cosa migliore che potrebbe accadere? Qual è l'esito più realistico?
  • Quale effetto produce il credere al pensiero automatico? Quale potrebbe essere l'effetto del cambiare il mio pensiero?
  • Che dovrei fare riguardo a questo?
  • Cosa direi ad un amico/a che si trovasse nella stessa situazione?
Identificare le distorsioni cognitive
  • Fornire la lista delle distorsioni cognitive al

    paziente e spiegarla

    • Spiegare il concetto di distorsione come errore logico, di processo e non di contenuto
    • Chiedere al paziente di fare degli esempi che gli vengono in mente
    • Dare il compito a casa di classificare la distorsione quando affronta un PAN

    Distorsioni cognitive

    • Pensiero dicotomico: collocare le esperienze in una o due categorie opposte (per es. perfetto o difettoso, immacolato o sudicio, santo o delinquente)
    • Ipergeneralizzazione: trarre conclusioni generali partendo da un singolo caso (per es. "non posso controllare il mio carattere")
    • Svalorizzare il positivo: decidere che se è accaduta una cosa positiva, essa potrebbe non essere molto importante.
    • Astrazione selettiva: focalizzare l'attenzione su un aspetto di una situazione nel decidere come interpretarla (per es. "La ragione per cui non ho ricevuto una telefonata dal posto di lavoro al quale ho inoltrato domanda è che hanno deciso di non")
    Formattazione del testo

    • Proporla a me: Lettura del pensiero: credere di sapere che cosa sta pensando un'altra persona, attraverso pochissimi elementi.

    • Pensiero catastrofico: credere di sapere che cosa preserva il futuro, ignorando altre possibilità. Ingigantire / minimizzare: sopravvalutare l'importanza di un evento negativo o attribuire scarsa importanza a un evento positivo in modo distorto.

    • Ragionamento emozionale: credere che qualcosa debba essere vero perché viene percepito come tale.

    • Fare affermazioni "doverizzanti": dire a sé stessi che si dovrebbe fare (o si dovrebbe aver fatto) qualcosa, quando è più esatto dire che si preferirebbe fare o si desidererebbe aver fatto la cosa preferita.

    • Etichettatura globale: utilizzare un'etichetta ("cattiva madre", "stupido") per descrivere un comportamento e quindi attribuire tutti i significati implicati nell'etichetta.

    Check-list da fare:

    Storia familiare di disturbi mentali, abuso di sostanza o di alcool, e suicidio. Dettagli circa la struttura familiare: a) ordine di genitura; b) circostanze della nascita del paziente (adozione, nascita indesiderata, assenza di padre?) c) divorzio, secondo matrimonio, lotte, violenza coniugale fra i genitori; d) persone viventi in casa del paziente; e) separazioni significative dalle persone amate. Qualità delle relazioni coi genitori e con altre persone rilevanti. Episodi di abuso relazionale, fisico o sessuale durante la crescita (anche altri eventi traumatici, come stupro, morte precoce di persone amate, gravidanze non desiderate, e altre forme di vittimizzazione o fonti di estremi sensi di colpa). Ricordi degli anni di scuola, include le relazioni con i coetanei, il senso di competenza, gli anni dell'educazione. Ruolo della religione nell'allevamento del paziente. Storia lavorativa (stabilità, appropriatezza del livello di educazione e di intelligenza, ecc.).

    senso di direzione e di progressione, qualità dei rapporti interpersonali con i colleghi, gli impiegati e i datori di lavoro).

    8. Significative relazioni affettive e sentimentali (frequenza; durata; moduli comuni per stabilire, mantenere e terminare tali relazioni).

    9. Storia di uso e abuso di sostanze psicoattive (alcool, nicotina, farmaci da prescrizione, farmaci di libero accesso, droghe illegali).

    10. Difficoltà con la legge.

    11. Storia medica (malattie, incidenti, condizioni croniche) e storia psichiatrica (numero dei trattamenti, ambito, progresso, farmaci).

    12. Situazione attuale di vita:

    • attività routinarie quotidiane;
    • quantità e qualità delle amicizie;
    • stato civile e qualità del matrimonio;
    • stato lavorativo e soddisfazione lavorativa;
    • fonti generali di stress;
    • hobbies.

    13. Analisi dei punti di forza e delle strategie di compensazione (per esempio, intelligenza, abilità sociali, resilienza).

    ààcreativit , ambizione, gentilezza verso i bambini, disponibilit a impegnarsi in programmidi auto- miglioramento, successo nell’attrarre amici, e altro).

    14. Stati d’umore attuali e tendenza suicidaria attuale.

    15. Pensieri automatici che emergono spontaneamente nella vita quotidiana e nelle sedute diterapia.

    16. Valutazione attuale da parte del paziente di:

    1. proprio valore e di quello degli altri;
    2. il significato della propria vita;
    3. visione del futuro (la triade cognitiva di Beck, 1976)

    24 Aprile.

    Il colloquio clinico costituisce in genere l’asse portante dell’intero assessment inziale.

    Nell’approccio cognitivo lo scopo dei primi colloqui è di sviluppare una “formulazione del caso”che servirà a guidare l’intervento. Abbiamo detto che siamo dentro l’assessment e dentro ilcolloquio clinico. quello che ci interessa è formulare l caso, che ci guiderà all’interno di tuttol’intervento

    che facciamo. Dovremmo quindi verificare tutta una serie di azioni e di funzioni partendo dal generare per poi arrivare al particolare. L'essenza del colloquio è "avere informazioni per dare informazioni". Secondo questa impostazione il colloquio è strutturalmente uno sforzo collaborativo, un esempio di problem solving. Il nostro processo è ipotetico deduttivo. La finalità del colloquio clinico è quello di identificare e specificare il problema del cliente e collocarlo all'interno di un campo scenario costituito dalle problematiche e dalle caratteristiche complesse dell'individuo. Abbiamo sempre una funzione di astrazione, non solo facciamo questa funzione di detective di andare a scoprire una serie di cose ma ogni volta per una frase che il paziente è agganciamento al presente, estrapoliamo dei significati facendo astrazioni per condurci da qualche parte. Tutti i colloqui psicologici all'internodell'assessment sono più o meno 6-8. Come si struttura un buon colloquio?
    • Presupposti: Il presupposto è che qualcuno ci chiede aiuto. Questa cosa non va data per scontato. Esiste una richiesta di aiuto psicologico, esiste un professionista con una propria competenza. È molto importante vagliare se la persona che ha fatto la richiesta è quella che bisogna incontrare oppure se la richiede per qualcun altro. L'importante è la chiarezza, spiegando bene come funziona il nostro lavoro e cos'è regolare.
    • Preliminari
    • Apertura: in linea di massima, il colloquio prende avvio con una domanda parte (qual è il problema? Di che si tratta? Per quale motivo è qui? Anche un cenno interrogativo del volto è una domanda). Ogni colloquio inizia con un problema. Ognuno di noi deve trovare il suo modo di fare colloqui, sempre rientra
Dettagli
Publisher
A.A. 2019-2020
15 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/01 Psicologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher sarafava di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Tirocini formativi e di orientamento e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Pisa o del prof Villani Silvia.