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SOPRALLUOGO
Attività Preliminari (Indagine Conoscitiva)
Ø Attività sul campo (Ispezioni, Colloqui,Controlli)
Ø Valutazioni (Rischi, Vulnerabilita’)
Ø Verifiche (Pareri di esperti, Fattibilita’)
Ø Rapporto Finale
Ø 10
IL FINE ULTIMO È RAGGIUNGERE LA MASSIMA SICUREZZA
Neutralizzare la Minaccia prima che il Bene subisca un Danno.
E’ il fine ultimo, ma IRRAGGIUNGIBILE! Ogni sistema previsto dall’uomo può essere sconfitto da un
altro uomo, che abbia sufficienti conoscenze, mezzi e tempo a disposizione.
Ogni sistema di sicurezza contiene in se’ i germi della propria insicurezza
NB: Un Sistema di Sicurezza, oltre a proteggere il Bene, deve proteggere se stesso.
Bisogna proteggere ciò che protegge.
Quanto più s’investe nel sistema, tanto più bisogna spendere nel controllo e nell’intervento.
Come composto il sistema di sicurezza, quali sono i suoi componenti?
Il sistema di sicurezza è composto da:
1- Sottosistema attivo: rivela la situazione di pericolo
2- Sottosistema passivo: mediante ostacoli di natura fisica impedisce (o almeno limita) danni
3- Servizio di intervento: repressione dell’azione
4- Procedure di utilizzo
5- Procedure di test e manutenzione ( AUDIT).
Norme CEI/EN/UNI: criteri e standard per definire il livello di prestazione del sistema.
Sottosistema passivo
Insieme di mezzi fisici interposti tra la possibile fonte di pericolo (Minaccia) e ciò che occorre
proteggere (Bene)
La sua efficacia si misura in base al tempo necessario per superare le misure di contrasto.
Esempi: armadi, porte corazzate, porte blindate,
casseforti, cassette di sicurezza, recinzioni metalliche 11
Sottosistema attivo
Mezzi elettrici, elettronici, telematici
1. Vigilare l’ambiente e le strutture sull’insorgere di azioni criminose mediante i rivelatori di eventi
2. Elaborare le informazioni provenienti dall’ambiente mediante la centrale di allarme periferica
3. Scoraggiare il compimento delle azioni criminose
4. Suscitare un intervento repressivo mediante i mezzi di comunicazione locali e remoti
Componenti del sottosistema attivo
Rivelatori
Centrale di allarme periferica
Mezzi dissuasivi o deterrenti locali
Mezzi di comunicazione a distanza delle informazioni
Centro di ricezione allarmi remoto
Sottosistema attivo + Sottosistema passivo
Integrazione tra i due sottosistemi:
Il Ss attivo deve: sorvegliare le strutture del Ss passivo; generare adeguati allarmi al tentativo di
superarle; trasmetterli al centro di controllo remoto affinché attivi; un servizio di intervento
repressivo.
Triv + Ttx + Tint <= Tabb
Tempo di rilevazione (SsA) + Tempo di Trasmissione (centrale remota) + Tempo di Intervento <= al
Tempo di Abbattimento.
Omogeneità di un sistema Un sistema di sicurezza è efficace se gli ostacoli che è in grado di
à
opporre all’azione criminosa sono presenti realmente in tutte le parti che lo costituiscono e con lo
stesso livello di sicurezza. Disposizione concentrica (loop)
I Beni sono avvolti da barriere fisiche ed elettroniche in sequenza.
Le più esterne proteggono le più interne cosicché gli effetti protettivi del sistema globale si
moltiplicano. 12
B VUNLERABILITA’
Possibilità insita nell’individuo, nell’oggetto o nel sistema considerato di subire un danno.
Appartiene a tutti i componenti del contesto di sicurezza:
Bene
- Protezione/situazione: caratteristiche tecniche del sistema e aspetti tattici
- Minaccia
-
Vlnerabilitàà Probabilità di fallimento del sistema di sicurezza:
Vulnerabilità tecniche: debolezze intrinseche del sistema.
Vulnerabilità tattiche: capacità della minaccia di superare la protezione. 13
Se la vulnerabilità è alta?
Rischio
Possibilità che la Minaccia giunga almeno una volta a produrre un Danno.
È insito nell’esistenza della Minaccia e nella naturale fallibilità di ogni sistema Protettivo.
R non può essere mai = 0
CONCETTO DI RISCHIOà
Il concetto di rischio appartiene alla sfera stessa delle attività umane (vita personale, nelle guerre,
nelle attività commerciali, nell’impresa e in molti altri aspetti dell’esistenza). Esso indica
l’eventualità di subire un danno.
Origini antiche
Ha origini lontane E risalgono con i primi viaggi navali quando molti si accorsero che le navi
partivano per aggiungere un’altra destinazione E a volte queste imbarcazioni non arrivavano a
destinazione perché venivano affondate. A questo punto nacquero le prime assicurazioni. Da qui
è nato il concetto di rischio. Fibonacci e Cartesio si sono occupati del rischio soprattutto in termini
probabilistici, studiando la connessione tra rischio e gioco.
Tom Gilb: “If you don’t actively attack the risk, they will actively attack you!”
I rischi non vanno considerati come fenomeni da rilevarsi a posteriori, ma devono essere affrontati
in sede preventiva.
La gestione dei rischi deve essere condotta ricorrendo ad un approccio sistematico ed organizzato.
Rischio non significa danno:
Rischio= probabilità di subire un danno attraverso la minaccia. Quindi la gestione dei rischi deve
essere condotta ricorrendo ad un approccio sistematico e organizzato. 14
Definizione Enciclopedia Treccani
“Eventualità di subire un danno, connessa a circostanze più o meno prevedibili”
Caratteristica di natura strettamente probabilistica: un evento (o le conseguenze che ne possono
derivare) può essere classificato come “rischioso” solo quando non si hanno certezze circa il suo
effettivo futuro accadimento si dice che è un pericolo si corre ma un rischio lo si assume.
à
Definizione ISO/IEC73:
La combinazione della probabilità dell’insorgere di un evento negativo e della magnitudo delle sue
conseguenze.
Graficamente possiamo dire che rischio e in funzione della probabilità e del danno 15
il concetto di rischio
Implica una connotazione non necessariamente negativa, in cui il rischio indica un evento di cui è
incerto il verificarsi e che potrebbe avere conseguenze negative o positive, rappresentando
pertanto una opportunità.
ATTENZIONE!
La complessità degli elementi da prendere in considerazione non consente spesso di tenere conto
di tutti gli elementi che potrebbero concorrere a creare un rischio.
R MAI UGUALE A 0!
DUE TIPOLOGIE DI RISCHIO
Rischi puri presentano Rischi speculativi
à à
la (quasi) certezza di una perdita. presentano l’eventualità
“ quasi” perché il rischio non è mai sia di una perdita
uguale a zero, non c’è certezza né di che di un utile.
una perdita né di un guadagno.
Intervento dell’individuo ma solo
nel calcolo delle probabilità.
Tipologie di rischio:
Rischi naturali (alluvioni, terremoti)
n Rischi economico/finanziari
n Rischi commerciali (competititività)
n Rischi tecnici (avarie attrezzature)
n Rischi umani
n Rischi politici (relazioni sindacati)
n Tipologie di rischi sotto il profilo della loro origine:
1- Interni o endogeni sui quali è possibile intervenireà sono gestibili. (es: Rischi
commerciali, tecnici, umani).
2- Esterni o esogeni, sui quali è impossibile intervenire necessaria Copertura assicurativa
à
(es: Rischi naturali, di natura finanziaria, politica ed economica). 16
Se l’analisi dei rischi è sbagliata, e quindi la minaccia raggiunge il bene, crea un danno.
IL DANNO PUÒ ESSERE:
1- Diretto i cui effetti emergono nell’immediato.
à
2- Danni indiretti i cui effetti emergono in un secondo momento.
à
Esigenze di Security management:
Oltre all’azione dello Stato, cui spetta di provvedere alla sicurezza, la collaborazione delle imprese
è essenziale per la produzione di sicurezza.
lo Stato riesce a garantire la sicurezza quando ottiene collaborazione attiva dal pubblico.
Le aziende devono avere una relazione di fiducia con le forze dell’ordine attraverso una
comunicazione efficace perché l’ambito che le accomuna è la sicurezza.
Le forze dell’ordine dopo aver ricevuto tutte le informazioni dell’azienda cercano di mettere in
atto delle strategie di prevenzione su quel territorio e questo riduce il coefficiente di rischio
Collaborazione in un’ottica di “Sicurezza partecipata” bene pubblico da ricercare con il
à
contributo di tutti gli attori sociali (senso di appartenenza, partecipazione e di vicinanza)
Apporto del Security management
1. Conoscenza puntuale dei fattori di rischio
2. Adozione di misure consentite dalla legge per tutelare l’attività (prevenire e reprimere i
danni)
3. Ostacoli che rendono più difficoltoso il compimento del reato
4. Comunicazione costante dei servizi della sicurezza pubblica
Conoscenza puntuale dei fattori di rischio Ricorso al Security Risk Management
à
Di cosa si tratta?
L’insieme di attivita’ gestionali, strategiche, d’individuazione, valorizzazione ed analisi dei rischi
(risk analysis) che possono verificarsi con una certa probabilita’ e provocare danni all’intero
“sistema azienda”.
Di cosa si occupa?
Organizza giuste pratiche (best practice)
n Implementa linee guida e metodologie comportamentali
n Analizza e scambia i dati aziendali (intelligence)
n Gestisce trasversalmente la security e le policies aziendali (sicurezza fisica, organizzativa e
n procedurale) 17
Definizione Risk analysis
Quella componente fondamentale delle politiche di sicurezza la cui finalità è fornire gli strumenti
per contenere l'esposizione ai rischi (puri), ai quali un bene è esposto.
Risk analyisi à
Nasce negli Stati Uniti all'inizio degli anni ’60 come evoluzione dell'Insurance Management, ossia
di quella funzione aziendale che ha il compito di gestire le coperture assicurative contro eventi
dannosi di natura dolosa e accidentale.
Il forte innalzamento delle polizze, avvenuto negli anni ottanta, spinse le imprese a intraprendere
nuove strade per proteggersi.
Si passa da una visione statica ad una prospettiva dinamica Metodi condivisi per realizzare
à
Prevenzione
Deterrenza del compimento degli atti criminosi
Rassicurazione della clientela
Sostegno alle vittime
Maggiore competitività dell’economia locale
Risk analysis:
Identificazione dei rischi, finalizzata all'individuazione delle minacce gravanti sulle risorse
- aziendali;
Valutazone dei rischi, mirante alla determinazione quantitativa o qualitativa del