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C?)
Carri confronto con fregio del 500 sull’Acropoli: la resa del dinamismo è totalmente
diversa, la scena è interpretata come corsa di carri con auriga ed oplita che doveva
percorrere ultimo tratto di corsa.
Lato nord – i cavalieri parte molto concitata, i cavalieri sono 68 + 68 quindi 136,
vediamo incedere al galoppo dei cavalli, vediamo dinamismo, c’è senso di profondità
molto innovativo. Nel fregio con i cavalieri abbiamo mani molto diverse. C’è dibattito
su cosa i cavalieri vogliamo rappresentare lato sud hanno copricapi diversi quindi
forse uniformi di diverse forme ma gli storici sostengono non esistesse ancora il
concetto di uniforme; per altri nel lato sud 4 gruppi diversi che rappresentano 4 tribù
dell’Atene delle origini; lato nord 10 gruppi rappresentanti 10 fratrie.
Lato ovest primi cavalieri preceduti da scena dokimasia (ispezione) sulla sinistra
magistrato ispeziona cavallo per decidere se sia adatto a prendere parte alla
processione. Il cavallo si sfrega muso contro zampa rappresentazione realistica di
atteggiamento stufo e accaldato del cavallo.
Lato est principale fanciulle che portano strumento per sacrificio: bruciaprofumi
(thymiaterion), oinochoai, phialai (piatti per offerte cibo). Essendo il più visibile:
artisti più esperti! Ci sono magistrati ed eroi resi molto bene. Lato est divinit à sedute
su sgabelli: il riconoscimento non è sempre certo. Al centro c’è Era che si copre il capo
con un membro del mantello e Zeus solenne e barbato. Scena del peplo personaggi
portano nuovo peplo per la dea. Scena del peplo al centro, ai due angoli ci sono gli dei.
È curioso che non tutti gli dei siano girati verso scena dell’offerta del peplo: modo per
rappresentare indifferenza degli dei alle sorti dell’uomo? Ci si immaginavano gli dei
come disposti a semicerchio con al centro le fanciulle che offrono il peplo quindi tutti
stanno guardando la scena ma con la disposizione lineare ciò non si comprende (?).
I frontoni
I frontoni sono frammentari. La maggiore parte è al British, poco è rimasto
sull’edificio. Abbiamo testimonianze che ci permettono di avere un’idea più completa
Ciriaco d’Ancona e viaggiatore inglese.
I frontoni hanno due soggetti diversi entrambi dedicati ad Atena.
Frontone est nascita di Atena dalla fronte di Zeus.
Frontone ovest contesa tra Atena e Poseidone per il possesso dell’Attica.
I templi hanno sempre i due frontoni in facciata che già dalla seconda metà del VII
secolo iniziano ad essere decorati anche perché sono la parte più visibile. Le
decorazioni sono sia decorative che simboliche. Lo spazio, triangolare, schiacciato ed
allungato è naturalmente difficile da riempire. Tra le architetture erranti dell’Acropoli
sono stati trovati diversi frammenti di frontoni in poros, un calcare locale morbido più
facile da scolpire (il marmo si usa più tardi).
Frontoni dell’Ekathompedon:
uno aveva al centro una gorgone con maschera grottesca e bocca aperta nella
corsa inginocchiata e due leoni affrontati e negli angoli in basso c’erano figure di
serpenti.
Uno si chiama il frontone del Barbablù sulla destra mostro tricorpore con
barba e capelli blu, i busti sono scolpiti a tutto tondo e il mostro ha coda di
serpente; sul lato opposto il mostro ha cosa di pesce.
Nel corso del VI secolo aumenta l’abilità, si iniziano a creare scene più complesse:
frontone dell’ulivo accanto a un’edicola con una donna c’era inciso un ulivo. Non
sappiamo che scena rappresentasse ma è originale perché l’artista ha scelto di
rappresentare architettura nell’architettura gli artisti cercano qualcosa di
nuovo. Anche qui ci sono accese tracce di policromia: è il calcare che assorbe
meglio il colore rispetto al marmo che è meno poroso.
In età arcaica si attesta anche decorazione in terracotta per gli angoli del frontone
con il marmo questi elementi spariscono perché il marmo sarà l’unico elemento usato
per tutto l’edificio.
Frontoni del tempio di Zeus ad Olimpia
Precedenti, ancora legati allo stile severo:
Frontone est corsa dei carri tra Pelope ed Enomao che sono ai due lati di Zeus
con le quadrighe e altri personaggi. Zeus divide a metà lo spazio del frontone.
Frontone ovest Centauromachia; qui al centro c’ è Apollo. Qui per riempire gli
angoli in basso si ricorre a figure di donne accucciate per nascondersi dai
centauri.
Nel tempio di Zeus vediamo maggiore padronanza nella gestione dello spazio.
Frontoni del Partenone
Frontone est scena della nascita di Atena: il gruppo centrale è perso; al British
ci sono le divinità che assistono all’evento nella parte sinistra c’è la quadriga di
Helios, Dioniso, Kore, Demetra, Iris o Hekate (?). grande elemento di novità è il
modo in cui sono riempiti i due angoli in basso la quadriga di Helios che sorge a
sinistra e la quadriga di Selene che tramonta a destra le quadrighe quasi non si
vedono ma si vedono le teste dei cavalli a tutto tondo che sporgono oltre l’orlo, il
muso guarda verso il basso andando a scavalcare il margine inferiore del
frontone. Dioniso ha suscitato grandi perplessità negli studiosi quando i marmi
furono portati a Londra l’origine dell’archeologia classica risale a Winckelmann
che fa seriazione cronologica degli artisti e delle opere prospettando
un’evoluzione dell’arte classica: periodo di preparazione, un momento di apice
(classicismo il cui massimo esponente è Fidia), periodo di decadenza (ellenismo
e poi arte romana). A lungo si resta legati a questa visione di Winckelmann con
l’idealizzazione di Fidia considerato come l’artista che raggiunse la massima
bellezza e capacità di rappresentare gli dei con aura di compostezza, con
capacità di conferirgli aspetto divino. Quando questi marmi sono portati al
British non ci si aspettava che fossero così, ce le si aspettava più auliche ma
sono troppo umane, molti studiosi sostengono che non fossero di Fidia. Si chiede
di restaurare queste figure integrandole per avvicinarle alle aspettative Canova
rifiuta dicendo che le opere erano capolavori e non si poteva intervenire. La
figura che suscita maggiore perplessità è appunto Dioniso che è ritenuto troppo
scomposto, non c’è ieraticità. La figura ha grande naturalismo, la posa non è
composta, ci sono i dettagli della muscolatura. Le figure femminili Demetra,
Kore, Iris. Sul lato sinistro Hestia, Dione, Afrodite hanno il panneggio detto
‘bagnato’ che aderisce alle forme nell’800 fu considerato troppo barocco e non
adeguato a ritrarre divinità femminili, è tolta la loro sacralità, Afrodite in
particolare è molto scoperta ed è sdraiata, ciò pare poco adeguato. In questo
periodo si inizia comunque a sviluppare idea di abito che scopre parti del corpo
come in un vaso da Ruvo di fine V secolo che lascia seno scoperto e il panneggio
è trasparente sulle gambe.
Frontone occidentale contesa per l’Attica. Novit à c’ è sempre meno simmetria,
non c’è più figure centrale che delinea la simmetria: Atena e Poseidone
allontanandosi l’uno dall’altro sono al centro, poi ci sono personaggi che
assistono: dei ma anche personaggi mitici dell’Attica come re mitologici di Atene
o comunque personaggi mitologici fortemente radicati nella tradizione locale.
Anche qui ai lati troviamo figure sdraiata in pose molto naturali. Gli unici due
personaggi rimasti sul Partenone sono Cecrope e Pandroso uno dei primi re
mitici di Atene e la sua sposa, i personaggi sono mutilati, c’è forte aggetto del
tetto al di sopra che protegge le figure. Sono delle copie, gli originali sono al
museo dell’Acropoli.
La scultura a tutto tondo
Fidia una delle sue prime opere è l’Apollo Kassel figura maschile, nuda, stante,
vediamo qui maggiore movimento: la testa si gira, il braccio si solleva, la mano è
aperta. Naturalmente è copia romana tronco d’albero, puntello tra le due gambe.
Riace A 460450, sono originali di et à classica!
Riace B 430.
La posa si avvicina a quella tipica delle figure di questo periodo. Il trattamento della
muscolatura è naturalistico, unica rigidità è il solco tra busto e anca. Il bronzo con gli
inserti naturali da nuova impressione occhi in pasta vitrea, denti in argento, labbra
in rame rosso dettagli che le rendono pi ù vive.
In età classica fusione a cera persa. In et à arcaica si realizzavano bronzetti pieni, poi
il bronzo è accantonato e la grande scultura a tutto tondo è in marmo poi si torna al
bronzo grazie alla scoperta della tecnica a fusione cava. Fusione a cera persa: si
realizza modello in argilla con tutti i dettagli, si riveste il modello con strato di cera
spesso quanto sarà spesso il bronzo, sulla cera si realizzano tutti i dettagli e quando
questa si è indurita si riveste di argilla. Tutto è cotto, l’argilla esterna si indurisce e la
cera si scioglie quindi resta intercapedine vuota in cui si versa bronzo fuso e quando è
freddo si spacca argilla. L’argilla interna solitamente cuoce meno, si trovano sempre
nelle statue i resti delle terre di fusione.
Discobolo di Mirone. Cicerone nel Brutus parla degli scultori classici e dice che le
opere di Mirone sono belle anche se non totalmente uguali alla verità. Il movimento
del Discobolo è complesso, realizzato in modo efficace, non è fatta necessariamente per
visione frontale, è difficile capire il punto di vista corretto.
Doriforo Il Canone
di Policleto. Policleto ci lascia molte opere e realizza un testo: in
cui spiega come deve essere concepita una statua per incarnare i concetti di
compostezza, armonia, bellezza. Doriforo schema pi ù riproposto sia nell’arte greca
che in quella romana: la posizione che alterna membra contratte a membra distese per
secoli è considerato prototipo armonia formale, ne esistono molte varianti infatti è
difficile comprendere quale fosse quella vicina all’originale quella di Pompei, Museo
Archeologico di Napoli. Ha uno schema simile ma è diverso il movimento della testa il
Diadumenos.
Eirene e Ploutos
IV secolo di Cefisodoto, dopo 386. Vediamo grande evoluzione
rispetto alla kore, l’abbigliamento è sempre peplo con risvolto che ricade lungo il busto,
l’acconciatura è simile ma molto più naturalistica, ci sono boccoli lungo le spalle. Si
rivolge verso un fanciullo, panneggio abbastanza pesante.
Prassitele
Annoverato tr