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Estratto del documento

La qualità tecnica essenziale richiesta ad un animatore è principalmente capire la dinamica dei

movimenti piuttosto che essere un grande illustratore un modellista; occorre convogliare la

conoscenza della cinetica con un’intuizione, un’idea creativa per farsi che propri personaggi

realizzano una performance attoriale in piena regola.

Per lo stop motion non è necessaria un’altissima qualità delle immagini poiché non sono destinate

alla stampa, Inoltre è utile utilizzare un cavalletto E scattare fotografie in successione dallo stesso

punto di ripresa per evitare che il filmato finale risulti tremolante.

Tutte le fotocamere di partenza hanno uno stabilizzatore che può correggere però solo micro

vibrazioni e quindi la nostra mano deve stare comunque ben ferma, per i problemi si possono

risolvere utilizzando un appoggio o un cavalletto. Inoltre è consigliabile non fare mai movimenti

bruschi con la videocamera ma sempre dolci. Finale non deve essere né troppo lungo e troppo

corto, Spettatore finale non dovrà stancarsi di ciò che vede. Non muore strappo con la

videocamera e non utilizzare troppo lo zoom poiché l’ho che dello spettatore si stanca E non è più

in grado di seguire con attenzione il resto del video.

Consigli sull’inquadratura: il soggetto non va mai ho quasi mai al centro dell’inquadratura ma

inquadrato in una posizione che abbia un senso rispetto alla sua azione. La messa a fuoco molto

importante normalmente viene utilizzata l’automatica ma a volte l’automatico mette a fuoco ciò che

tu non vuoi E allora bisogna ricorrere al manuale.

Grammatica cinematografica

Ottica della scrittura cinematografica è un insieme di regole codificate che il regista ha a

disposizione per costruire la narrazione. Elemento di base sono l’inquadratura, Infatti a

determinate caratteristiche di inquadratura corrispondono specifici significati narrativo-visivi. Per

esempio l’inquadratura dal basso verso l’alto è utilizzata per esprimere autorità potere e forza. Per

questa fondamentale conoscere le inquadrature e loro codice per applicarlo correttamente. Il

passaggio dalla sceneggiatura alla scrittura cinematografica avviene proprio scegliendo piani

campi movimenti di macchina e profondità che caratterizzano le riprese.

Inquadratura: Definire i limiti entro i quali rappresentare un contenuto. Inquadratura a una prima

connotazione fisica- spaziale: L’oggetto dell’inquadratura diventa la porzione di spazio che viene

ripresa. Tra la camera e il soggetto c’è sempre una distanza, più la distanza grande più il soggetto

apparirà piccolo. Se però si utilizza uno zoom il soggetto apparirà vicino anche se la fotocamera

fisicamente distante. Per questo motivo lo spazio che separa il soggetto dalla fotocamera si

chiama distanza apparente. Importante e anche il tempo dell’inquadratura; solitamente la durata

delle inquadrature è maggiore rispetto al tempo che verrà poi utilizzato nella fase di montaggio.

Le inquadrature rappresentano una porzione di spazio-tempo; in base allo spazio che

circoscrivono si può parlare di:

Campi: inquadrature nella quale prevale l’ambiente in cui si svolge l’azione

 Piani: Inquadrature in cui prevale la presenza di figure umane rispetto allo spazio

La distinzione tra campi piani è convenzionale

Campo lunghissimo: usato per introdurre gli avvenimenti, Per illustrare l’ambiente e

 collocare personaggi. Usato anche in maniera conclusiva per riportare lo spettatore fuori

dalla narrazione.

Campo longo: restringe la visione dell’ambiente allo spazio più identificabile punto usato

 per sottolineare le relazioni che intercorrono tra i personaggi e la loro collocazione nello

spazio. Fornisce le coordinate spaziali dell’azione che rimangono impesse nello spettatore

anche nelle inquadrature successive.

Campio medio: concentra l’attenzione sull’azione dei personaggi, permettendo comunque

 di identificarei il luogo in cui si trovano. Campo medio totale quando viene inquadrato tutto

lospazio dell’azione, totalino qundo viene ritagliato uno spazio inferiore.

Figura intera: inquadratura concentrata sul personaggio, visibile dallatesta ai piedi.

 Equilibrio tra ambiente e personaggio.

Piano americano: inquadratura dei personaggi dalal testa alle ginocchia. Da il senso delle

 proprorsioni mantendo in scena più soggetti.

Piano medio/mezza figura: concentrazione totalmente sul personaggio. L’ambiente passa

 in secondo piano. Usato per far interagire due persone o per mettere in evidenza dei

movimenti del copro.

Primo piano: testa e spalle del peronaggio anche se a volte si concentra quasi solo sul

 volto. Usata per mostrare la psicolgia del personaggio.

Primissimo piano: solo il volto del personaggio per evidenziare le micro espressioni

 facciali. Maggiore vicinanza emotiva tra soggetto e spettatore.

Piano sequenza: caratterizzato dalla continuità spazio-temporale dell’azione. Il piano è la

 sequenza delle inquadrature che definiscono una serie di situazioni

Dettaglio: oggetto ripreso nella scena

 Particolare: parte del corpo ripresa

Dettaglio e particolare sottolineano un elemento ella scena e ne esaltano il valore simbolico.

La messa? Tour a dipende principalmente dalla distanza tra il punto di ripresa e il soggetto da

riprendere È l’ampiezza dell’angolo visuale. Attraverso gli obiettivi è possibile operare sui limiti

spaziali di ripresa e sul rapporto tra soggetto e distanza di ripresa. La denominazione degli obiettivi

è normalmente denominata da due aspetti:

Lunghezza focale in mm: distanza del centro ottico dell’obiettivo dalla pellicola o dal sensore

Angolo di ripresa in gradi

Il rapporto tra queste due misure varia al variare del corpo che catturerà la luce.

Obiettivi: A seconda della lunghezza focale dell’angolo, obiettivo può classificarsi come:

Normale: obiettivo con angolo di 45°

 Grandangolo: superiore a 45°, ha una lunghezza focale inferiore, fa apparire più ampi gli

 spazi ripresi deformando l’inquadratura

Fisheye: Estremizzazione del grandangolo, con un angolo di visione di 180° che causa

 una deformazione molto marcata

Teleobiettivo: obiettivo con angolo minore di 45°, ha una lunghezza focale maggiore

 rispetto al normale, Tende a schiacciare la prospettiva dell’immagine facendone percepire

più vicini gli elementi

Obiettivo transfocatore (zoom): sistema di lenti di lunghezza focale variabile in grado di

 avanzare o arretrare il punto di vista mantenendo costante il fuoco

Profondità di campo: distanza davanti e dietro soggetto che appare nitidamente a fuoco,

dall’effetto di tridimensionalità. La profondità di campo dipende dalla distanza del soggetto ripreso

(più distanza che c’è profondità di campo), dalla lunghezza focale della lente e superficie sensibile

(minore è la lunghezza focale maggiore è la profondità di campo), dal valore del diaframma

(Maggiore è il diaframma migliore è luce maggiore sarà la profondità di campo).

In base alla profondità di campo si parla di:

soft focus: Profondità di campo ridotta, il soggetto è a fuoco con sfocatura davanti e dietro

 di esso. L’attenzione dello spettatore si concentra sull’elemento a fuoco

deep focus: profondità di campo estesa, quasi tutti gli elementi della ripresa sono fuoco.

 L’attenzione è concentrata su tutta la scena.

Posizionamento e movimenti della macchina da presa:

Panoramica: rotazione della macchina da presa collegata a una testata posizionata sul

 supporto fisso. Usata per seguire il movimento dei personaggi che in caso contrario

uscirebbero dall’inquadratura. Può avere funzione soggettiva o descrittiva. La panoramica a

seguire il movimento della macchina che segue il personaggio mentre la panoramica a

schiaffo a frusta viene utilizzata nelle situazioni drammatiche per passare dall’immagine a

un’altra con il movimento rapidissimo mettendo in relazione le due situazioni

Carrellata: movimento lungo un asse della macchina da presa apposto su un carrello

 spinto lungo di binari. Il movimento in avanti ha significato di avvicinamento e concentra

l’attenzione ai bordi dell’inquadratura mentre un carrello che si allontana genera distacco e

attira l’attenzione verso il centro dell’immagine. I carrelli circolari sono usati generalmente

nei dialoghi per creare continuità spazio-temporale

Movimenti verticali: effettuati posizionando la macchina da presa su un braccio, Una gru.

 Movimenti verso il basso per iniziare un’azione, verso l’alto per chiudere la scena portare

l’attenzione sull’ambiente

Carrellata ottica: tramite lo zoom, per produrre allontanamento o avvicinamento al

 soggetto della ripresa. Al contrario del carrello che lascia inalterato il rapporto del soggetto

con gli elementi di fondo, lo zoom modifica la percezione della profondità senza però

modificare il punto di osservazione

Altri movimenti possono essere effettuati con lo steadycam o con la cameracar.

Per ottenere una narrazione coerente le inquadrature dovrebbero essere pensate prima delle

riprese, In funzione del montaggio. Alcune particolari concezioni di regia sono regole alla base

della sintassi della narrazione cinematografica:

Master e dettaglio: ogni scena viene girata dal punto di vista prevalente, Inquadrando per

 intero la scena. Successivamente ho con altra camera si girano i piani più stretti i particolari

e dialoghi

Campo E controcampo: ad un primo piano del personaggio (campo) segue l’inquadratura di

 ciò che esso sta vedendo (controcampo). Spesso usata nei dialoghi in cui dopo il primo

piano di chi parla invia subito il primo piano degli interlocutori.

Inquadratura soggettiva e pseudosoggettiva: per rappresentare il punto di vista del

 personaggio che è in scena, la macchina da presa viene messa al suo posto all’altezza dei

suoi occhi. Nei dialoghi a due si utilizza spesso inquadratura preudo soggettiva in cui la

macchina da presa posta di fianco al personaggio che parla, all’altezza dei suoi occhi e

inquadra interlocutore per accentuare la partecipazione emotiva.

La regola dei terzi: l’inquadratura viene divisa in tre parti orizzontali e tre verticali. I vertici

 del quadrato centrale che si forma vengono usati come punti di riferimento più importanti

poiché sono quelli dove cade prima lo sguardo dello spettatore.

Sezione aurea: usata per definire i punti d’interesse nella scena e il centro della spirale

 derivante ne determina il punto focale.

Assolutamente vietato il salto

Dettagli
Publisher
A.A. 2014-2015
14 pagine
SSD Scienze matematiche e informatiche INF/01 Informatica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher stc.iusve di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Laboratorio multimediale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Istituto Universitario Salesiano Venezia - IUSVE o del prof Barbato Davide.