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LA TEOLOGIA SISTEMATICA DI ORIGINE

Indice

Introduzione

1. Origene, brevi cenni biografici

2. Opere principali

3. Il pensiero sistematico

Conclusione

Bibliografia

Introduzione

Nel presente elaborato ci soffermeremo sulla teologia sistematica di Origene (185-

253). Dopo aver presentato alcuni tratti biografici, entreremo nel merito del suo pensiero,

guardando anzitutto alla sua produzione bibliografica. Daremo quindi spazio agli aspetti

caratteristici della sua riflessione speculativa e in particolare alla personale concezione del

cosiddetto “sistema cosmologico”. A fare da filo conduttore sarà l’opera de I principi, nella

quale, oltre ad intervenire su due gruppi di “verità”, egli esplora quattro “mondi”, dal

trascendente allo scritturistico, di cui si compone, a suo dire, tutta la realtà.

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1. Origene, brevi cenni biografici

Figlio del cristiano Leonida, Origene nacque probabilmente ad Alessandria intorno al

185. È conosciuto come discepolo di Clemente d’Alessandria, al quale successe, a soli

diciotto anni, nella direzione della scuola catechetica da lui fondata. L’incarico

dell’insegnamento diede ad Origene la possibilità di approfondire la cultura filosofica di

Ammonio Sacca, uno dei maggiori esponenti del platonismo dell’epoca. Poiché esercitava

una certa indipendenza di giudizio verso la gerarchia, ciò lo portò ad avere diversi screzi con

il Vescovo Demetrio, e diverse condanne da vari Concili e Sinodi. Proprio dopo una di queste

condanne, dopo essersi ritirato a Cesarea di Palestina, aprì una nuova scuola anch’essa molto

frequentata; la sua impostazione, come aveva fatto ad Alessandria, prevedeva due corsi, uno

1 Cf. B. MONDIN, Storia della Filosofia Medievale, Urbaniana University Press, Roma 1991, pp. 68-69.

elementare rivolto ai catecumeni, ed uno superiore aperto a tutti, in particolare ai grandi

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intellettuali . Arrestato e torturato durante la persecuzione di Decio (250), ciò gli favorì un

rappacificamento con il Vescovo di Alessandria, che lo riprese nella sua diocesi. Eppure, tre

anni dopo, per i postumi delle sofferenze subite durante la prigionia, morì.

2. Opere principali

Di Origene è nota un’enorme produzione letteraria, pur se ne è rimasta ben poca, forse

anche per le numerose condanne sinodali subite. Quanto giunto fino a noi, in ogni caso, non

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gli ha precluso il titolo di primo teologo sistematico, come lo ha definito Kerr , facendo

emergere per sommi capi la sostanza del suo pensiero.

Tra le opere sopravvissute, sono senz’altro da annoverare Gli exaplà, la prima

edizione in sei versioni parallele della Bibbia; l’opera apologetica Contro Celso, nella quale

contrasta tutte le obiezioni che i pagani e gli eretici rivolgevano contro la fede cristiana; e

infine I principi, dove sono contenute le sue dottrine più discutibili, ampiamente riprovate

dalle autorità ecclesiali, alla base di tante controversie poi scaturite in una pubblica condanna

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nel Concilio ecumenico di Costantinopoli del 553 .

Un discorso a parte va fatto anche relativamente alla concezione del ruolo della

filosofia rispetto al cristianesimo. Lui riteneva che fosse stata utile sia prima che dopo la

venuta di Cristo. Nel primo caso, preparando i greci ad intendere ed accogliere la Parola (il

Logos) della rivelazione; successivamente, fornendo ai credenti gli strumenti adeguati per

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approfondire con rigore le verità contenute nella rivelazione stessa . In questa concezione egli

segue Clemente e Giustino, anche se a differenza di loro non aveva avuto bisogno della

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filosofia per giungere al cristianesimo poiché già credente . Certamente, Origene non

disdegnava dal denunciare il “doppio taglio” che questa disciplina poteva comunque

assumere, nel senso che oltre a rafforzare la fede attraverso il ragionamento (logico

conseguente) c’era comunque il rischio di favorire dottrine eretiche. Ecco perché, ne è

convinto, nel cammino verso la definizione della verità il primo posto spetta sempre al

cristianesimo – la cosiddetta verità divina che vive di dimostrazione propria (accolta con

2 Cf. S. VANNI ROVIGHI, Storia della filosofia medievale. Dalla patristica al secolo XIV, P. B. ROSSI

(a cura di), Vita e Pensiero, Milano 2006, p. 8.

3 Cf. B. MONDIN, Storia della Filosofia Medievale, cit., p. 87.

4 Cf. S. VANNI ROVIGHI, Storia della filosofia medievale, cit., p. 8.

5 Cf. B. MONDIN, Storia della Filosofia Medievale, cit., p. 70.

6 Cf. S. VANNI ROVIGHI, Storia della filosofia medievale, cit., p. 8.

certezza per fede) – e solo in seguito, attraverso procedimenti filosofici, se ne può acquisire

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una evidenza razionale. Che è poi il senso della cosiddetta filosofia cristiana .

3. Il pensiero sistematico

La teologia sistematica di Origene è possibile trarla dall’opera I principi, nella quale –

come si diceva – il nostro autore presenta la sua visione globale della realtà, “coniugando in

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modo talora ardito le verità del cristianesimo con quelle della filosofia” . Origene stesso, nella

Prefazione dell’opera, classifica l’obiettivo con la volontà di offrire una “esplicazione

razionale” di tutti quei principi insegnati dalla Chiesa come enti in se stessi completi (Dio,

Cristo, Spirito Santo, angeli, anima, uomo, demoni, ecc.), mettendo in risalto “le verità sui

singoli punti” con il ricorso a “dimostrazioni chiare ed inoppugnabili”. L’impostazione,

evidentemente, è di un’opera organica, visto che la ricerca condotta è stata svolta all’insegna

di “esattezza e rigore logico”, seppur le argomentazioni e le enunciazioni sono state dedotte

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dalla Sacra Scrittura .

Questa sistematicità traspare poi in ordine conseguenziale dai quattro libri di cui è

composta l’opera, ognuno dedicato a un “mondo” e ai suoi principi (enti completi)

corrispondenti, e cioè quello trascendentale (Dio, Padre, Figlio, Spirito Santo, angeli, anime),

storico (Creazione, Antico Testamento, Incarnazione, Resurrezione), umano (libero arbitrio,

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sapienza) e scritturistico (interpretazione della Scrittura, simbolismo) .

Seguiamo allora questo stesso ordine per illustrare ciascuno dei principi generali nella

concezione di Origene, ossia Dio, l’uomo, la creazione e le Scritture.

3.1 Dio

Per quanto concerne Dio, Origene fa un discorso di natura spirituale e trascendente,

mettendosi alla scuola di Filone (e Clemente) e basando tutto il suo ragionamento su questo

ente come “principio di ogni cosa”, e per tali ragioni unico, semplice e incorporeo (non

composto). La sua (di Dio) è una natura intellettuale semplice, “monade”, una intelligenza da

cui deriva ogni altra intelligenza e tutta la sostanza intellettuale. In sostanza, questo principio

7 Cf. B. MONDIN, Storia della Filosofia Medievale, cit., pp. 71-72.

8 Ibidem, p. 72.

9 Cf. Ibidem, pp. 72-73.

10 Cf. B. MONDIN, Storia della Filosofia Medievale, cit., p. 73.

incorporeo per muoversi non necessita di dimensione sensibile, e quindi è in eterno

movimento. Evidentemente, l’intelligenza umana non è in grado di comprenderlo, proprio

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perché Dio è di gran lunga superiore a ciò che di lui riusciamo a pensare .

Nonostante sia incomprensibile e indefinibile, tuttavia Dio non rimane inaccessibile:

“dalla bellezza delle sue opere e dalla magnificenza delle sue creature”, l’intelligenza umana

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“lo riconosce come padre dell’universo” .

Da questa trattazione prettamente filosofica, Origene tratta quelle che potremmo

definire le linee maestre della teologia naturale, bypassando il tema dell’esistenza di Dio.

Quindi ne distingue in maniera netta due caratteristiche, ossia la natura e gli attributi, gli

unici che possono dirsi realmente conoscibili, eppure non in forma immediata, ma attraverso

la riflessione e il ragionamento su quegli aspetti a cui i nostri sensi possono accedere, e cioè

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“la bellezza delle sue opere e la magnificenza delle sue creature” .

Sempre a proposito di Dio, Origene ha fatto compiere passi avanti alla teologia

cristiana anche in merito alla Santissima Trinità, poiché è stato il primo a definire il carattere

personale del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo e il loro essere un’unica sostanza (tre

ipostasi distinte ma consostanziali) pur con tutte le prevedibili incertezze esplicative del caso.

3.2 La creazione

La speculazione origeniana sulla creazione è forse quella che gli è valsa più critiche e

condanne, come evidenzia Vanni Rovighi, trattandosi di dottrine discutibili, soprattutto quelle

legate alla caduta delle originarie sostanze intelligenti (angeli) in un corpo e al ritorno allo

stato primitivo della creazione quando si realizzerà lo stato finale del mondo, appunto con il

riassorbimento del mondo corporeo nel mondo spirituale. È pur vero che per lui si trattava di

opinioni da discutere, sostenute “a titolo di esercizio”, e tuttavia non gli precludono il merito

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di aver realizzato la prima grande sistemazione del pensiero cristiano .

Tornando alla creazione, Origene sostiene che all’inizio Dio aveva creato un insieme

di nature razionali buone, libere e perfette, che poi per l’uso buono o meno buono del libero

arbitrio che gli era stato concesso, si sono differenziate in angeli, uomini e demoni. È un

11 Cf. Ibidem, pp. 72-73.

12 Ibidem, p. 73

13 Ibidem, p. 76.

14 Cf. S. VANNI ROVIGHI, Storia della filosofia medievale, cit., pp. 8-9.

compromesso speculativo che segue la via più razionale rispetto a quella proposta degli autori

gnostici del tempo, tra cui Valentino, per i quali gli uomini appartenevano a tre categorie

distinte per origine, natura e destino, ossia: gli uomini spirituali, che si salvavano a

prescindere dai loro comportamenti; gli ilici condannati alla morte sicura; e gli psichici, dotati

di libertà e quindi di poter in un certo senso dannarsi o salvarsi, pur non potendo mai arrivare

agli spirituali. Una tesi di questo genere è considerata da Origene discriminatoria ed ingiusta,

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perché illustra appunto un destino già (nella maggior parte dei casi, tragicamente) segnato .

La sua “visione” è dunque quella di una realtà che nel momento della creazione gode

di una sostanziale parità tra le creature ragionevoli, e vi assegna diversi gradi di perfezione

che si possono conseguire successivamente grazie all’uso della libertà, di cui queste stesse

creature sono state dotate dal creatore. Attraverso “movimenti volontari e liberi”, gli esseri

umani possono da una parte conservare i

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A.A. 2015-2016
8 pagine
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SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-FIL/08 Storia della filosofia medievale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher tridente di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia della filosofia medievale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Istituto superiore di Scienze Religiose - Issr o del prof Gammarelli Ettore.