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LA STRUTTURA E LA FUNZIONE DELLA MEMBRANA PLASMATICA
Le cellule sono separate dall’ambiente esterno da un sottile e fragile strato, della membrana plasmatica, il cui
spessore è di soli 5-10nm. Al microscopio ottico non è possibile vederla, ma con le nuove tecniche di
preparazione e di colorazione dei tessuti (fine anni ’50) si raggiunse un livello tale da consentire di risolvere
con chiarezza la membrana plasmatica al microscopio elettronico.
Le funzioni della membrana plasmatica sono molteplici:
1) Compartimentazione: le membrane delimitano compartimenti chiusi; la membrana plasmatica
racchiude il contenuto dell’intera cellula, mentre le membrane dell’involucro nucleare e quelle
citoplasmatiche delimitano differenti spazi intracellulari. La compartimentazione mantenuta dalle
membrane permette che attività specializzate possono svolgersi senza interferenze esterne e che le
attività cellulari possono essere regolate indipendentemente le une dalle altre.
2) Supporto fisico per attività biochimiche: le membrane non solo delimitano dei compartimenti, ma
costituisco esse stesse un compartimento distinto: esse forniscono alla cellulare un’ampia
impalcatura, all’interno della quale i vari componenti possono essere ordinati per interagire in modo
efficace.
3) Barriera con permeabilità selettiva: le membrane impediscono il libero scambio di molecole da un
versante all’altro, ma allo stesso tempo, forniscono un mezzo di comunicazione tra i compartimenti
che separano.
4) Trasporto di soluti: la membrana plasmatica contiene i “meccanismi” necessari per il trasporto fisico
di sostanze da un versante all’altro, spesso da una regione in cui il soluto è presente a basa
concentrazione verso una in cui è molto più concentrato. Essi consentono alla cellula di accumulare
sostanze, come zuccheri e AA, necessarie per fornire energia al proprio metabolismo e per costruire
le proprie macromolecole. La membrana plasmatica è anche in grado di trasportare ioni specifici,
stabilendo, quindi, gradienti ionici tra i due versanti, citoplasmatico e extracellulare.
5) Risposta a segnali esterni: la membrana plasmatica svolge un ruolo fondamentale nella risposta di
una cellula agli stimoli esterni, un processi noto come trasduzione del segnale. Le membrane
contengono dei recettori, che si combinano con molecole specifiche (ligandi) con struttura
complementare. L’interazione di un recettore della membrana plasmatica con un ligando
extracellulare può determinare la generazione da parte della membrana di un nuovo segnale
intracellulare, che stimola o inibisce le attività interne.
6) Interazioni intercellulari: la membrana plasmatica media le interazioni fra una cellula e le sue vicine.
Essa permette alle cellule di riconoscersi fra loro, di aderire quando è il caso e di scambiarsi
materiali ed informazioni.
7) Trasferimento di energia: le membrane sono inoltre implicate nel trasferimento dell’energia chimica
dai carboidrati e dai grassi all’ATP.
Doppio strato lipidico: teste polari possono interagire con le molecole di acqua circostanti, mentre le catene
idrofobe aciliche degli acidi grassi sono protette dal contatto con l’ambiente acquoso.
Modello a mosaico fluido: considera le membrane cellulari come strutture dinamiche le cui componenti son
mobili e capaci di entrare in contatto per partecipare a vari tipi di interazioni transitorie o semipermanenti.
Tutte le membrane sono associazioni lipo-proteiche nella quali i componenti son tenuti insieme in uno strato
sottile da legami non covalenti. Le proteine di membrana svolgono la maggior parte delle funzioni
specifiche; inoltre le membrane contengono carboidrati legati ai lipidi e alle proteine.
LIPIDI DI MEMBRANA
Le membrane contengono un’ampia varietà di lipidi tutti anfipatici, ossia contengono regioni idrofile e
regioni idrofobiche. Esistono tre tipi principali di lipidi di membrana:
Fosfogliceridi : contengono un gruppo fosfato, sono chiamati anche fosfolipidi. Sono digliceridi in
quanto solo due dei gruppi ossidrili del glicerolo sono esterificati ad acidi grassi, il terzo è
esterificato ad un gruppo fosfato idrofilo. Il gruppo aggiuntivo può essere rappresentato dalla colina
(fosfatidilcolina, PC), etanolammina (fosfatidiletanolammina, PE), serina (fosfatidilserina, PS) o
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inositolo (fosfatidilinositolo, PI). Ognuno di questi gruppi insieme al gruppo fosfato forma una
regione fortemente idrosolubile posta ad un estremo della molecola, chiamata testa. Le catene di
acidi grassi sono invece catene idrocarburiche non ramificate, idrofobiche, approssimativamente
lunghe da 16 a 22 atomi di carbonio. Gli acido grassi delle membrane possono essere saturi,
monoinsaturi, polinsaturi. I fosfogliceridi spesso contengono una catena di acido grasso insaturo e
una di acido grasso saturo.
Sfingolipidi : lipidi di membrana rappresentati dai derivati della sfingosina. Essi sono formati da
sfingosina legata ad un acido grasso mediante i suo gruppo amminico. Questa molecola è una
ceramide. I diversi lipidi formati dalla sfingosina possiedono altri gruppi esterificati al gruppo
alcolico terminale della sfingosina. Se il gruppo esterificato è la PC, la molecola è detta
sfingomielina, l’unica a non avere un’impalcatura di glicerolo. Se il gruppo esterificato è un
carboidrato, la molecola è un glicolipide. Se il carboidrato sostituente è uno zucchero semplice, il
glicolipide è un cerebroside; se è un oligosaccaride il glicolipide è un ganglioside. Dato che tutti gli
sfingolipidi hanno due lunghe catene idrocarburiche idrofobiche ad una estremità della molecola ed
una regione idrofila all’altra, anch’essi sono anfipatici. Il sistema nervoso è particolarmente ricco di
glicolipidi.
Colesterolo : è uno sterolo, può rappresentare fino al 50% delle molecole lipidiche della membrana
plasmatica. Manca nelle membrane plasmatiche della maggior parte delle cellule vegetali ed in tutte
quelle batteriche. Le molecole di colesterolo sono orientate con il loro piccolo gruppo idrofilo verso
la superfice della membrana e la loro coda idrofoba inclusa nel doppio stato lipidico. Gli anelli
idrofobici di una molecola di colesterolo sono piani e rigidi, ed interferiscono con i movimenti delle
code di acidi grassi dei fosfolipidi.
Ogni tipo di membrana cellulare ha la sua composizione lipidica caratteristica. La presenza di questo doppio
foglietto di molecole lipidiche anfipatiche nelle membrane ha conseguenze di notevole importanza sulla
struttura e sulle funzioni della cellula. Ne risulta che le membrane formano un sistema continuo e
interconnesso che si ramifica all’interno della cellula. Grazie alla flessibilità del doppio strato lipidico, le
membrane sono deformabili e la loro forma generale può cambiare quando è necessario come capita durante
il movimento cellulare. Si pensa che il doppio strato lipidico faciliti la fusione o la gemmazione delle
membrane. Un’ altra importante caratteristica del doppio strato lipidico è la sua capacità di autoassemblarsi.
Gli enzimi in grado di digerire i lidi non possono attraversare la membrana plasmatica e di conseguenza
possono solamente digerire i lipidi presenti nel foglietto esterno del doppio strato.
ASIMMETRIA DEI LIPIDI
Tutti i glicolipidi della membrana sono localizzati nello strato esterno, dove spesso svolgono la funzione di
recettori per ligandi extracellulari. La PE è più abbondante nel foglietto interno, tende a favorire la curvatura
della membrana. La PS si trova nel foglietto interno, rende la membrana adatta a legare cariche positive dei
residui di lisina e arginina. PI si trova nel foglietto interno, gioca un ruolo importante nel trasferimento degli
stimoli della membrana plasmatica del citoplasma.
CARBOIDRATI DI MEMBRANA
Il contenuto in carboidrati della membrana plasmatica può variare dal 2 al 10% in peso. Più del 90% dei
carboidrati della membrana plasmatica sono rivolti verso l’ambiente extracellulare. Nelle glicoproteine, la
componente glucidica è presente in forma di brevi oligosaccaridi ramificati idrofili, che solitamente
possiedono meno di 15 residui monosaccaridici per catena. Gli oligosaccaridi possono essere uniti a
numerosi AA diversi mediante due principali tipi di legame (N-glicosidico e N-acetilglucosammina). Questi
carboidrati che sporgono dalla membrana svolgono un’importante funzione nel mediare le interazioni di una
cellula con il suo ambiente e nello smistamento delle proteine di membrana ai diversi compartimenti
cellulari.
PROTEINE DI MEMBRANA
Una membrana può contenere centinaia di proteine differenti. Ogni proteina di membrana è orientata in una
posizione ben definita rispetto al citoplasma pertanto le proprietà di una delle due superfici della membrana
sono nettamente diverse da quelle dell’altra. Questa asimmetria di membrana può essere definita come
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“lateralità” di membrana. Le proteine di membrana possono essere suddivise in tre classi distinte in relazione
all’intimità dei loro rapporti con il doppio strato lipidico:
1) Proteine integrali : che penetrano nel doppio strato lipidico. Sono proteine transmembrana, hanno
perciò domini che sporgono sia dal lato extracellulare, sia da quello citosolico della membrana.
Alcune proteine di membrana hanno una sola porzione che attraversa la membrana, altra invece ne
hanno più di una. La maggior parte delle proteine di membrana svolge il ruolo di a) recettori capaci
di legare specifiche molecole sulla superficie di membrana, b) canali o trasportatori coinvolti nel
movimento di ioni o soluti attraverso la membrana oppure c) agenti che trasferiscono gli elettroni
durante i processi di fotosintesi e respirazione. Sono anfipatiche. Le porzioni di una proteina
integrale di membrana che si trovano all’interno del doppio strato lipidico hanno tendenzialmente un
carattere idrofobico. I residui amminoacidici di questi domini transmembrana formano interazioni di
Van der Waals con le catene di acidi grassi del doppio strato, fissando la proteina nella “parete”
lipidica della membrana. Quelle porzioni di una proteina integrale di membrana che si proiettano
nello spazio extracellulare o in quello citoplasmatico tendono ad essere simili alle proteine globulari.
Questi domini non inclusi nel doppio strato lipidico hanno tendenzialmente delle superfici idrofile
che interagiscono con sostanze idrosolubili alla superficie delle membrana. Diverse grandi famiglie
di proteine integrali di membrana presentano un canale interno che forma un passaggio idrofili
attraverso il doppio strato lipidico.
DISTRUZIONE DELLE PROTEINE INTEGRALI (CONGELAMENTO-FRATTURA)
L’ida che le proteine siano in grado di inserirsi all’interno delle membrane si è desunta principalmente dai
risultati ottenuti con te