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- crescita per distensione → che si attua nella zona immediatamente al di sopra
L’estremità della radice è provvista di un tessuto di protezione, detto cuffia, che
ricopre le cellule sottostanti e le protegge dall’abrasione durante la penetrazione della
radice nel suolo.
Al di sotto della cuffia si trova l’apice radicale, costituito da cellule, la maggior parte
delle quali si divide attivamente per mitosi. L’accrescimento per divisione nella
radice è determinato dall’attività di un meristema apicale.
Allontanandoci dall’apice, le cellule gradualmente perdono le caratteristiche
meristematiche e si differenziano nelle varie tipologie di cellule adulte.
La zona della radice immediatamente sopra all’apice è caratterizzata da tessuti con
cellule in via di differenziazione e per questo motivo è chiamata zona di
differenziazione. È una zona caratterizzata dall’accrescimento per distensione delle
cellule, in cui il vacuolo assorbe molta acqua e si espande occupando gran parte del
volume cellulare. Questa zone è anche detta zona liscia, in quanto si differenzia, per
aspetto esteriore dalla zona pilifera immediatamente sopra, caratterizzata da peli
radicali, ossia strutture specializzate per l’assorbimento, che garantiscono una
capillare estrazione dell’acqua e dei sali minerali.
La zona pilifera fa parte della zona di struttura primaria della radice. Tutti i tessuti
sono costituiti da cellule differenziate che hanno completato la crescita; al di sopra
della zona pilifera si originano le radici laterali che fuoriescono dal corpo della radice
principale.
Nelle gimnosperme e in numerose angiosperme dicotiledoni alla zona di struttura
primaria segue anche una zona di struttura secondaria, caratterizzata da tessuti
originati dall’attività dei meristemi secondari.
ORGANIZZAZIONE DELL’APICE RADICALE
La cuffia è la porzione terminale dell’apice radicale e costituisce un’efficace tessuto
di protezione del meristema apicale. Il suo modello di crescita è caratterizzato da un
continuo rinnovamento delle cellule che la compongono grazie all’attività di cellule
iniziali (cellule del caliptrogeno) più prossime al meristema dell’apice, mentre nella
porzione terminale si ha un costante sfaldamento delle cellule più mature.
L’attività del caliptrogeno genera file di cellule ce si spingono in avanti e altre che
proliferano lateralmente generando un corpo che avvolge l’intero apice.
Man mano che le cellule sono spinte in avanti, modificano la loro morfologia,
distinguendosi in:
- Un gruppo centrale di cellule che formano la columella
- Altre centrali che formano le cellule periferiche
Le cellule della columella sono caratterizzate dalla presenza di grossi granuli di
amido, gli statoliti, addensati nella parte inferiore della cellula, che sono coinvolti
nella percezione della gravità.
Le cellule periferiche vanno incontro a rapida degenerazione e si sfaldano formando
una sostanza mucillaginosa che resta attaccata alle particelle di terreno e facilita la
penetrazione della radice.
L’apice radicale è costituito da cellule meristematiche dalla cui attività mitotica
prendono origine tutti i tessuti primari della radice.
L’apice radicale è organizzato in 3 sistemi tissutali:
- Sistema tegumentale → epidermide della radice o rizoderma (che prende
origine dal protoderma)
- Sistema fondamentale → tessuti parenchimatici della corteccia (che originano
dal meristema primario)
- Sistema vascolare → tessuto vascolare del cilindro centrale (che origina dal
procambio)
Il procambio è localizzato all’interno della radice, il protoderma all’esterno e il
meristema fondamentale/primario è compreso tra questi due.
ZONA DI DIFFERENZIAZIONE
La zona di differenziazione di trova in contiguità con l’apice meristematico e termina
in corrispondenza della zona di struttura primaria.
Le cellule in questa zona vanno incontro ad una progressiva differenziazione: le più
esterne iniziano a differenziarsi in cellule del rizoderma, al centro avviano la
differenziazione singoli elementi del tessuto vascolare: il protoxilema e il
protofloema, e tra questi due va sviluppandosi il tessuto fondamentale.
Le cellule in questa zona vanno incontro crescita per distensione, abbandonando la
loro forma poliedrica e assumendo conformazioni tondeggianti che danno luogo alla
formazione di spazi intercellulari, che rendono i tessuti molto permeabili all’acqua e
ai soluti in essa disciolti.
ZONA DI STRUTTURA PRIMARIA DELLA RADICE. FORMAZIONE
DELLE RADICI LATERALI
Questo tratto di radice è costituito da tessuti adulti detti primari perché si originano
dai meristemi primari.
Se si osserva la sezione trasversale di una radice in una zona di struttura primaria si
distinguono chiaramente 3 parti:
- Una esterna: il rizoderma
- Una intermedia: il cilindro corticale
- Una interna: il cilindro centrale
IL RIZODERMA
È un tessuto monostratificato e riveste esternamente il corpo primario della radice,
svolge una funzione protettiva, ma le pareti delle sue cellule non sono cutinizzate.
Importante funzione è quella di assorbire l’acqua dal terreno e trasferirla ai tessuti
sottostanti. L’assorbimento è potenziato dalla presenza di peli radicali che si
originano da cellule dette tricoblasti. La parete esterna di queste cellule si estroflette
fino a formare lunghi elementi affusolati. Essi vengono rinnovati continuamente e il
loro numero si mantiene costante nel tempo.
Dopo la caduta del rizoderma, la radice continua ad essere rivestita da un tessuto
tegumentale denominato esoderma.
LA CORTECCIA
Al di sotto del rizoderma si trova la corteccia che è molto più estesa rispetto a quella
del fusto.
La caratteristica principale delle cellule del parenchima corticale è la presenza di
numerosi amiloplasti, essendo questo tessuto come un parenchima di riserva
(parenchima amilifero).
L’ultimo strato della corteccia a ridosso del cilindro centrale, è costituito da cellule
che costituiscono l’endoderma, sito praticamente privo di spazi intercellulari. Una
caratteristica peculiare di queste cellule è la presenza di suberina che impregna la
parete primaria lungo una fascia definita banda del Caspary.
Dal momento che la suberificazione interessa l’intero perimetro dell’endoderma, si
viene a formare una barriera invalicabile per l’acqua che giunge dal cilindro corticale
e che deve raggiungere il cilindro centrale. Per riuscire, quindi, ad arrivare al cilindro
centrale, l’acqua deve attraversale le pareti tangenziali delle cellule endodermiche.
Ne segue che la banda del Caspary forma una sottospecie di setaccio molecolare che
esclude molti ioni nocivi e regola la concentrazione di altri.
In alcune piante le cellule dell’endoderma possono formare una parete secondaria che
può andare incontro a suberificazione e, a volte, a lignificazione. Se tali ispessimenti
interessano le pareti tangenziali interne (forma di U), tangenziali esterne (forma di
O), solo poche cellule non ispessite (punti di permeazione).
IL CILINDRO CENTRALE
Il cilindro centrale, o stele, contiene il sistema vascolare strutturato in due tipi di
tessuti di conduzione:
- Lo xilema per il trasporto dell’acqua dalla radice alle foglie, costituito da vasi,
cellule parenchimatiche e fibre
- Il floema per il trasporto di sostanze elaborate dalle foglie al resto della pianta,
costituito da elementi cribrosi, cellule parenchimatiche e fibre
Lo strato più esterno del cilindro centrale a contatto con l’endoderma è detto
periciclo ed è formato da un monostrato di cellule parenchimatiche. Da questo tessuto
prendono origine le radici laterali.
Nella radice, xilema e floema sono disposti in modo da formare una struttura
raggiata, nella quale si distinguono arche xilematiche a cui si alternano arche
floematiche. Questa particolare disposizione dei tessuti vascolari è detta actinostele,
in cui il numero delle arche xilematiche è uguale al numero di arche floematiche.
In ciascuna arca xilematica e floematica sono presenti singoli elementi di conduzione
di diametro differente: nella porzione interna vi sono elementi di diametro maggiore
che prendono il nome rispettivamente di metaxilema e metafloema. Man mano ch si
procede verso l’esterno della stele in ogni singola arca il diametro degli elementi
diminuisce e l’insieme di questi elementi costituisce rispettivamente il protoxilema e
il protofloema.
Nelle monocotiledoni la struttura del cilindro centrale è identica a quella delle
dicotiledoni e gimnosperme (struttura actinostelica), ma differisce per il numero di
arche xilematiche e floematiche e per la presenza di un tessuto parenchimatico
centrale detto midollo. Le cellule del midollo possono contenere amiloplasti e
costituire così un parenchima di riserva amilifero.
Le radici laterali si formano nella zona di struttura primaria. Esse hanno un’origine
endogena in quanto si formano da un tessuto interno della radice, il periciclo.
ZONA DI STRUTTURA SECONDARIA. DIFFERENZIAMENTO DEL
CAMBIO CRIBRO-LEGNOSO E SUBERO-FELLODERMICO
In tutte le gimnosperme e in molte angiosperme dicotiledoni la zona di struttura
prima è seguita da una zona di struttura secondaria che si estende per tutto il resto
della radice.
Nella zona di struttura secondaria la radice è costituita da tessuti secondari che si
originano cioè dall’attività dei meristemi secondari. Questo tipo di accrescimento è il
risultato di due tessuti meristematici:
- Cambio cribro-legnoso o cambio cribro-vascolare
- Cambio subero-fellodermico o fellogeno
Il cambio cribro-legnoso si origina in fase avanzata di differenziazione primaria
all’interno del cilindro centrale e segna il passaggio alla struttura secondaria. Il
cambio cribro-legnoso si forma inizialmente nella parte più profonda del floema
primario a carico del procambio, dando origine ad un sistema continuo che presenta
una forma sinusoidale. I fasci di floema primario vengono spinti all’esterno. L’attività
del cambio cribro-legnoso genera inizialmente solo xilema verso il lato interno
(xilema secondario) e successivamente floema secondario verso il lato esterno.
Si originano così due anelli concentrici uno interno di xilema secondario e uno
esterno di floema secondario.
La produzione di nuovi tessuti genera una pressione su quelli esterni al cambio che
viene in parte compensata dalla produzione del parenchima di dilatazione.
Il cambio subero-fellodermico si forma successivamente al cambio cribro-vascolare.
Questo ha origine da cellule adulte. L’attività dipleurica del fellogeno origina verso
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