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Estratto del documento

Le ostilità tra mercantili provinciali e e elite urbane, tra abitanti delle città e

truppe berbere, fra convertiti e arabi portò alla distruzione del governo

centrale, così che il potere si divise in piccoli principati bellicosi e ogni

provincia divenne uno stato indipendente. L società spagnola però non ne

uscì totalmente frammentata, in quanto l’integrazione era favorita dalla

cultura e dal commercio. Nei secoli viii e ix peròi cristiani iniziarono a

riconquistare zone musulmane e papa gregorio vii fece della reconquista

un’ambizione religiosa. L’avanzata cristiana venne contrastata dai

musulmani nel 1082, quando un esercito marocchino sconfisse alfonso vi,

magli almoravidi non erano ben accetti dalle popolazioni locali. Gli almohadi

poi presero il potere a marrakesh nel 1147, e conquistarono siviglia e

cordoba. Nel 1212 gli almoahdi venero distrutti dagli aragonesi nella

battaglia di las navas de tolosa e conquistarono fino a valenza e murcia.

L’unione tra Castiglia e aragona permise la conquista di granada e quindi

dell’ultimo possedimento musulmano in spagna. Dalla spagna, il sap sc e fil

islamico venne diffuso in europa, neppure la reconquista spese la vitalità

culturale della spagna musulmana, si mantenne in particolare nelle

realizzazioni dell’arte urbana. I mus conserv le proprie abitaz e i mercanti

presero addirittura le redini del comm d’oltremare di valenza. Inizialmente il

re d’aragona li trattò come vassalli e nelle loro com mantennero il controllo

degli affari interni, ma verso la fine del xiv sec la situazione deteriorò: erano

gravati da ulteriori oneri finanziari, avevano perso i propri diritti e agli ordini

militari venivano spesso assegnati servi musulmani. Nel 1311 re giacomo ii

vietò l’invocazione pubblica alla preghiera e nel 1357 venne riconc ma a

pagamento e a bassa voce. Verso la fine del secolo i cristiani palesarono un

attivo interesse nel convertire i mus e ebrei, nel 1566 filippo ii decretò che

non si poteva più parlare arabo , e il suo successore espulse i mus dalla

spagna.

●Il regime tripartito: Tunisia, Algeria e Marocco dal xiii al xix sec: Dopo il

crollo degli almoahdi gli stati nordafricani si orientarono sempre più verso

una struttura istituzionale islamica di tipo selgiuchide: i regimi erano

sostenuti da eserciti di clienti, schiavi o mercenari e dipendevano da una

coalizione di governo di tribù locali. I vari regimi si distinguevano per grado

di consolidamento, che venne accompagnato dalla diffusione del sufismo, i

sufi e gli ulama infatti vennero riconosciuti come portatori di legittimità

islamica e mediatori del gov nelle società.

A partire dalla fine del xiv sec, sotto la pressione della resistenza tribale e

dell’espansione catalana, spagnola e portoghese,i regimi accentrati si

sfaldarono, così che le popolazioni rurali si raccolsero sotto la guida dei sufi.

La crisi nordafricana provocò l’intervento degli ottomani, che si contesero il

mediterraneo e il nord africa con gli asburgo, lotta che culminò con

l’imposizione della sovranità ottomana in algeria, tunisia e libia ma che

confermò l’indipendenza del marocco.

-Fra i sec xiii e xix la società tunisina fece rivivere forme di regimi statali

accentrati del passato, basati su un economia urbanizzata e sul controllo

politico delle popolazioni. Questo tipo di regime venne ricostruito dalla

dinastia hafside, discendente dagli almohadi, i cui eserciti riunivano

almohadi, beberi, turchi, curdi e arabi.

L’amministrazione civile era egemonizzata dagli amanuensi andalusi,

mentre le elite erano mantenute dalla distribuzione di iqta ai funzionari

governativi. La forza dello stato dipendeva dalle entrate assicurate dal

commercio internazionale, anche se alla fine del xv sec l’espansione

portoghese e spagnola lo indebolì.

Gli hafsidi si assunsero il titolo di califfo, i sovrani oltre a svolgere le

processioni solenni, amministravano gli affari di stato. Alla corte si tenevano

studi religiosi e gli hasfidi favorirono la legge musulmana e la restaurazione

della scuola malikita. Fra i sec xi e xiii il sufismo si diffuse dalle città alle

aree rurali, i quali seguirono la dottrina di al-shadali combinando la dottrina

formale con pratiche mistiche, e riunivano i discepoli, che venivano iniziati a

particolari tecniche per possedere i poteri mistici. Alla fine del xiii sec i sufi

ottennero funzioni sociali e politiche e vennero fondate madrase che erano

simbolo di integraz tra sufismo e malikismo.

Con l’inasione degli ottomani nel 1529, i turchi fecero della tunisia una

provincia del loro impero e nel 1591 i comandanti locali dei giannizzeri

rimpiazzarono il rappresentante del sultano con un loro uomo, rinominato

dey. Mentre egli governava tunisi murad e i suoi discendenti bey

governavano il resto del paese, così i dey si unirono con i giannizzeri e le

tribù beduine contro i bey, che governarono fino al 1705, quando alì prese il

potere. La tunisia continuò ad essere un vassallo dell’impero ottomano ma i

turchi non ne pretesero l’obbed.

L’apparato religioso dipendeva dallo stato, nonostante fossero integrati e ci

fosse una forte intesa tra sufi e ulama, e nonostante la tunisia fosse

governata da diversi shayk locali, le aree rurali erano semindipendenti.

Dopo la caduta di granata, un enorme flusso migratorio venne spinto in

tunisia e agli immigrati venne concessa l’esazione dalle tasse e venivano

rappresentati da uno shayk al governo. Nel xviii sec ali e pascià cercarono di

massimizzare i vantaggi commlargando i porti e incoraggiando la

produzione di tessuti.

Verso però la fine del secolo si assiste alla decadenza dell’ec tunisina, si

verificarono diversi cattivi raccolti e pestilenze e gli europei riuscirono a

modificare le regioni di scambio nel comm mediterraneo in modo

sfavorevole alla tun. Lo stato cercò di rafforzare l’esercito nonostante la

decadenza economica e Bey accentrò il controllo della tassazione,

introducendo un’imposta denominata majba che innalzò l’incidenza

dell’inflazione e provocò una rivolta popolare. Dopo la bancarotta del 1869

la tun si dovette affidare alla tutela di una commissione italiana, francese e

inglese, preposta alla riscossione delle imposte e al rimborso dei titoli del

debito pubblico. Con il congresso di berlino, la francia ottenne un

protettorato sulla tun, aprendo la strada all’occupaz europea.

- L’Algeria non conobbe uno stato centrale o un territorio definito, fusolo nel

xv sec che la situazione mutò, quando sufi facevano proseliti e acquisivano

territori dai loro fedeli, quindi la struttura politica vene a basarsi su gruppi

tribali, comunità guidate da sufi e su regimi di stato. Con l’invasione

ottomana, Barbarossa conquistò algeri nel 1529 e venne nominato

responsabile dell’algeria un governatore provinciale.

Gli ottomani riuscirono a imporre la propria sovranità fino al marocco, ma

una volta che le campagne furono finite, il controllosull’algeria andò

allentando. Nel 1659 l’agha dei giannizzeri divenne governatore dell’algeria

e ricevette il titolo di dey. Benchè dovessero inviare tributi a Istanbul l’alg

era indipendente.

I giannizzeri diedero vita a un duplice sistema giudiziario: uno per gli

hanafiti (elite turca) e uno per i malikiti (popolazione locale), ogni ordine

aveva i propri mufti e qadi. Il dey veniva eletto dagli ufficiali per

amministrare algeri, mentre il resto del paese era diviso in 3 regioni

(costantana, mascara, titeri), dove governavano rappresentanti del dey, bey.

La popolazione era comunque organizzata sotto l’autorità di intermediari

religiosi e capi tribali, diversi di questi erano sufi e per ottenere il loro

appoggio il regime li trattò rispettosamente.

Durante il xvi sec la guerra di corsa era un’attività fiorente, i corsari algerini

abbordavano i vascelli europei, ne confiscavano le mercanzie e ne

vendevano gli equipaggi ridotti in schiavitù, tuttavia nel xviii sec il governo

si indebolì, il declino della potenza navale costrinse lo stesso dey a servirsi

di armatori europei e a collegamenti militari con l’impero ottomano. All’inizio

del xix sec il rapporto tra regime e sufi deteriorò, diverse furono le

opposizioni e rivolte al regime, ma senza mai riuscire ad unirsi. (darqawa,

qadiriyya, tijaniyya)

Il regime turco nel periodo in cui aveva avuto il potere, era riuscito a definire

l’identità territoriale dell’algeria, ma nel xix sec i rapporti con lo stato

algerino si svolsero a sfavore della turchia e a favore della francia.

- In marocco gli almoravidi e almoahdi avevano gettato le basi di uno stato

marocchino territoriale dal regime accentrato. I merindi, gruppo dominante

di una coalizione di berberi conquistarono il marocco nel 1274 e costruirono

il governo intorno a una città-corte, sostenuto da una coalizione di tribù

marocchine, tra i quali i banu marin e i banu maqil. I merindi per legittimare

il potere rivendicarono il titolo di califfi, ma protettori semplicemente

dell’islam sunnita, favorendo gli ulama e le madrasa.

Il regime merindide ebbe però diversi problemi economici, in quanto il regno

del mali riuscì a dirottare diversi dei commerci internazionali favorevoli per il

marocco, ma anche dal portogallo che cercò di affermare la propria

posizione nel mediterraneo occidentale, e che riuscì a conquistare le coste

marocchine. Col declino del governo centrale i banu maquil crearono il loro

piccolo impero di sigilmasa e si proclamarono indipendenti.

Durante il regno dei wattasidi la debolezza dello stato centrale permise ai

beduini di realizzare guadagni a spese delle coltivazioni contadine e di

conquistare diversi porti costieri. Tutto ciò porto permise l’ascesa del

sufismo, che univa la conosceva del misticismo e della legge con le pratiche

esoteriche. Secondo l’ideale marocchino il sufi era simbolo della realtà di

dio, essi erano affiliati in zawiya, ma non avevano potere politico.

Tuttavia con il disfacimento dello stato a causa dell’invasione portoghese, i

sufi divennero essenziali per l’organizzazione della difesa locale e le zawiya

si espansero in vere e proprie confraternite. Col tempo inoltre i discendenti

dei sufi crearono una casta privilegiata, org sotto la guida di un naqib, un

giudice che provvedeva agli interessi di gruppo, vantando poi una

discendenza sceriffale. Da allora nessun regime marocchino potè più

giugere al potere senza integrare alla politica questa nuova concezione

dell’autorità.

Solo nel xvi sec i Saadi si impadronirono dello stato marocchino, attraverso

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A.A. 2018-2019
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SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-OR/01 Storia del vicino oriente antico

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher ya4ever di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia e Istituzioni del Medio Oriente e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bologna o del prof Romani Francesca Romana.