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LA DEPRESSIONE DEL SISTEMA NERVOSO CENTRALE
DAGLI ANTISTAMINICI AI NEUROLETTICI FENOTIAZINICI
Somministrazione nel caso di pazienti nei quali il SNC è particolarmente
stimolato e necessitano di sedazione, ossia che il loro sistema nervoso venga
depresso.
I farmaci NEUROLETTICI. Sono anche detti "tranquillanti maggiori", e servono
per curare le psicosi. Infatti sono anche detti antipsicotici. In particolare psicosi
come la schizofrenia, e la psicosi maniacodepressiva. Saranno presenti due
componenti: la componente sovraeccitata da sedare, che però può poi essere
seguita dalla componente della depressione.
Bisogna partire, per lo studio, dagli antistaminici. Sono farmaci che
apparentemente non hanno niente in comune con un tranquillante maggiore. In
realtà una delle classi principali e storica dei neurolettici (?) deriva dagli
antistaminici. Gli antistaminici vanno ad antagonizzare l'effetto dell'istamina,
che è una ammina biogena che proviene dalla reazione di decarbossilazione
dell'istidina. L'istidina è un aa naturale, e così come tutti gli aa naturali è della
serie L, che deriva dalla configurazione della L gliceraldeide. Il C alfa che lega
al contempo un NH2 e un COOH ha come terzo legame un H, e come quarto un
generico R. Il residuo cambia da aa a aa. Nel caso dell'istidina R è un anello
imidazolico (eterociclo azotato a 5 termini contenente 2 atomi di azoto). Tutti
gli eterocicli a cinque termini contenenti azoto prendono il suffisso di AZOLO,
quindi il nostro (lavagna) è un eterociclo a cinque termini, aromatico,
contenente 2 azoti posti in posizione 1,3. L'analogo con le posizioni 1,2 è un
pirazolo. Con un terzo azoto (lavagna) è un triazolo, ma non basta perché
posso inserire anche qua e risultarne sempre un triazolo: potranno essere 1,2,4
triazolo o l' 1,3,4 triazolo. Si numera con 1,2,4 per conferire il numero più
basso. L'altra nomenclatura prevede che uno sia simmetrico (lavagna) e quindi
venga chiamato sim triazolo, e l'altro sia asimmetrico. Un anello eterociclico a
cinque termini con un solo atomo di azoto è il pirrolo.
Eteroatomi differenti dall'azoto. Vedi nomenclatura su stampa.
Quindi l'istidina decarbossilata in vivo darà l'istamina, reazione catalizzata
dall'istidina decarbossilasi. Questa reazione è tipica di tutti gli aa, e porta gli aa
a corrispondente ammina. L'istamina prodotta tende ad accumularsi in cellule
di deposito, le cellule mastzellen, ossia i mastociti, dove restano inattivi a
formare dei granuli, almeno fino a che una causa endogena/esogena causa la
rottura dei mastociti e la liberazione di istamina. L'istamina è vasoattiva, il che
comporta una vasodilatazione, un aumento delle secrezioni, un aumento in
particolare anche della secrezione acida gastrica, malattie di movimento (le
acinetosi). Se poi la causa scatenante l'istamina è una causa forte, che
determina una massiva liberazione, allora si va incontro a shock anafilattico,
dove tutti questi effetti (contrazione della muscolatura liscia, rush cutaneo, ...)
arrivano al massimo livello, che può condurre anche alla morte. Per questo si
cercano formulazioni che siano antagoniste dei recettori dell'istamina.
Esistono recettori istaminergici, che sono l'H1 e H2. Il recettore H2 viene
sfruttato per evitare la secrezione di HCl a livello gastrico così da curare l'ulcera
peptica. Verso gli anni '60 sono stati scoperti questi recettori presenti nella
parete gastrica, che erano sensibili all'istamina ma non erano sensibili agli
antistaminici fino ad allora conosciuti. C'era il capostipite, la mepiramina, ma
non aveva effetto: infatti si credeva che i farmaci antistaminici potessero avere
effetto su tutti i recettori istaminergici, ma è stato visto che non era così,
perché quando è stato scoperto il recettore istaminergico H2 è stato
confermato che non avevano effetto su di esso. Da qui l'ipotesi che i recettori
erano di diversa natura: uno che si trova a livello dei vasi, e uno che si trova a
livello gastrico e che quando lega l'istamina aumenta la secrezione gastrica di
acido cloridrico. Quindi gli antiH2 combattono specificatamente questa
secrezione gastrica.
Il farmaco guida degli antiH1, invece, è la MEPIRAMINA. Per studiare gli antiH1,
questo tipo di composti rispondono ad una formula generale, deducendo
appunto la struttura farmacoforica di base (che è quella responsabile
dell'attività del farmaco). Ed è previsto che questa struttura farmacoforica degli
antiH1 si leghi bene al recettore H1, ovviamente da antagonista. L'agonista
(rec 36' 00''), ligando di un recettore, si lega al recettore e poi trasmette lo
stimolo tipico di quel recettore. L'antagonista che si lega allo stesso recettore,
al sito attivo o al sito allosterico, ha effetto sull'attività recettoriale, ma non
genera la risposta: è infatti inerte, cioè si lega ma non farà partire la risposta;
occupando però il sito attivo compete affinché non si leghi un substrato
agonista, o se si lega nel sito allosterico riduce l'attività di quel recettore; in
ogni caso non si ha attivazione recettoriale. Questo è l'effetto finale: non far
funzionare il recettore.
L'agonista inverso invece, legandosi, non ha effetto zero, ma avrà effetto
recettoriale opposto, ossia un effetto negativo. Vedremo con le benzodiazepine
che l'agonista inverso sarà convulsivante, ad esempio. Per gli antistaminici non
ha importanza terapeutica l'agonista inverso.
La formula generale ottenuta per i ligandi antagonisti dei recettori istaminergici
è: un gruppo centrale X (che può essere un azoto, o il CH, o un C legato a un
atomo di ossigeno...) che supporta due gruppi voluminosi che di solito sono due
gruppi aromatici. Uno dei due gruppi aromatici è direttamente legato all'X;
mentre l'altro gruppo aromatico o può essere direttamente legato (n=0) oppure
può essere distanziato da una unità monocarboniosa. Questa struttura
farmacoforica è quella che presenta l'attività (la parte cerchiata è quella
dunque che agisce terapeuticamente). In più da questo X si dirama un catena
alchilica (in particolare, per gli antistaminica l'optimum è una catena a due
atomi di carbonio), che funge da linker etilenico e termina con un un'ammina
terziaria. Nei vari esempi si vede che i sostituenti all'azoto possono essere
carboni o catene che ciclizzano in anelli. Vediamo che questa struttura totale
non fitta solo con il recettore H1, ma va bene anche per gli ANESTETICI LOCALI
e i FARMACI MUSCARINICI. Ricorda che per gli anestetici non c'è un target
recettoriale, per i farmaci muscarinici invece c'è il relativo recettore
muscarinico (gli anticolinergici...). Il fatto che lo stesso farmacoforo sia
condiviso da più categorie di farmaci, significa che sono state introdotte in
sintesi delle modificazioni che mi permettono di agire selettivamente su quel
target specifico: mi aspetterò di avere come effetti secondari, ad esempio per
l'antistaminergico, un effetto secondario anestetico locale e/o un'attività
antimuscarinica. Da questa struttura posso infatti eseguire delle variazioni che
mi spostano un po' il range di attività, facendo pendere l'attività verso l'azione
antimuscarinisca, antistaminergica o antimuscarinica a seconda delle
dissociazione
modificazioni condotte sulla molecola; il processo si chiama
dell'attività farmacologica.
MEPIRAMINA farmaco capostipite degli antistaminergici.
Sull'H1 si lega con un'ottima affinità, quindi non farà legare l'istamina.
I recettori H2 invece sono mepiramino insensibili, perciò la molecola non avrà
effetti sulla secrezione gastrica, e questo fatto ha portato alla scoperta degli
H2, e di conseguenza degli antiH2 che sono, ad esempio, la cimetidina...
Struttura. Modello farmacoforico con gruppo centrale, in questo caso l'atomo di
azoto, che supporta i due anelli aromatici (un nucleo di 2 piridile, e un 4
metossi benzile). Dall'azoto si diparte il ponte etilenico che termina con una
dimetilammina.
ANTAZOLINA la catena che termina col gruppo dimetilamminico nella
mepiramina è stata parzialmente ciclizzata a gruppo terminale antazolinico
(che non è aromatico).
Viene usato come gocce nasali o come gocce oculari per ridurre la congestione
in caso di allergie.
DIFENIDRAMINA la modifica rispetto alla mepiramina è nella struttura centrale,
che è un CHO. A questo carbonio sono direttamente connessi due anelli
benzenici.
Sotto forma di sale con l'otto cloro teofillinato (o teoclato) è nota con il marchio
di Xamamina, somministrata un tempo per prevenire le acinetosi.
PROMETAZINA è il caso in cui i due aromatici vengono ciclizzati, inglobando il
gruppo centrale. Due anelli benzenici sono ciclizzati tramite un atomo di S, e la
struttura farmacofora diventa un sistema triciclico. Questa sezione della
molecola ha la caratteristica di risultare ristretta: quando un atomo di azoto,
non è questo il caso, è legato a due anelli aromatici, e in più potenzialmente
uno dei due aromatici è spaziato da un linker di carbonio, c'è libertà
conformazionale, ossia i due anelli possono avere tutte le conformazioni che
vogliono; se arrivo a ciclizzarle (rec 56' 16''), gli impongo un forte vincolo
conformazionale, attribuendo una certa rigidità strutturale. Sebbene vi sia
questa sorta di rigidità strutturale, essa è tollerata dal recettore H1.
Nella è sempre a due atomi di carbonio, metil sostituita sul 2, e termina sempre
col gruppo dimetilamminico.
Si usa in pomata per punture di insetti e arrossamenti cutanei: il Fargan.
Questa PROMETAZINA è esistita per un certo periodo anche in compresse, fino
a che la ditta produttrice, la vecchia Carlo Erba, non l'ha ritirata dal commercio
per rinuncia, visto che non aveva risvolti di vendita. Rimaneva infatti in
farmacia, scadeva, e quindi veniva smaltita rimandandola indietro. La ragione
che sta alla base della scarsa vendita è il suo effetto sedativo, che provocava
sonnolenza. Questo però gli impartisce un potenziale uso come neurolettico,
anche se rimane un antistaminico che è in commercio sotto forma di pomata
per uso topico. Si è cercato quindi di eseguire delle modifiche per far sì che
questo effetto secondario sedativo venisse meno. In un certo periodo la fiala di
fargan veniva usata per via EV in caso di shock chirurgico. Ci può essere infatti
una grossa e non prevista liberazione di istamina, dura