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L'architettura a Roma nei prima anni del cinquecento Pag. 1
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sormontato da finestre. Portico con ambienti su tre lato perché l’altro diventava

arcate per aprirsi su un altro giardino. Servizi al seminterrato, pt attività pubbliche e

negozi. Al piano nobile sala grande posta in un angolo del palazzo, a lato cappella e

scala. Scala principale con novità: su tre rampe simile a urbino. I vari passaggi degli

ambienti sono stati ripresi dal trattato vitruviano ma rivisti in chiave moderna, in

chiave prospettica (asse di profondità). Facciata non del bramante anche questa

riprende il palazzo della cancelleria.

Chiostro convento di Santa Maria della Pace: committente Carafa (amante delle

- arti, committente della cappella del duomo di napoli, molto colpo, molto importante

nella curia). L’area disponibile era trapezoidale con muri preesistenti in parte da

recuperare. Programma: chiostro centrale con ambienti attorno, al pt refettorio,

cucina e sale comuni, al piano primo celle e biblioteca. Bramante realizza chiostro

quadrato con a lato gli ambienti rettangolari. Gli alzati seguono fedelmente la regola

suggerita da Vitruvio, Alberti e Serlio del proporzionamento del secondo ordine

come ¼ del primo. Una volta terminata la struttura architettonica ha caratterizzato il

vuoto del chiostro; egli fa coincidere gli assi geometrici con gli assi prospettici. I

punti di fuga li materializza con 4 pieni attraverso l’inserimento dello stemma del

committente. Gli ingressi non sono posti centralmente ma agli angoli in modo tale

da avere una vista diagonale. I lati sono ritmati da arcate al pt ma colonne e

architrave al piano primo. Per quanto riguarda l’apparato decorativo Bramante

studiò molto le decorazioni antiche quindi ripropose i veri ordini vitruviani (passa da

un linguaggio genericamente all’antica a un linguaggio tendenzialmente antico).

Secondo vitruvio infatti l’ordine doveva decidersi in base alla funzione all’interno

dell’edificio quindi per il convento femminile il più adatto risultò l’ordine ionico (alto

slanciato e sinuoso). Questo sarà l’ordine che deve prevalere ma vuole comunque

inserirli tutti e tre quindi mette tuscanico-dorico nei pilastri delle volte, uno ionico

nelle paraste, un corinzio-composito al piano superiore. Termina con trabeazione

molto grande e pesante che poggia ai lati quindi per una ragione statica è costretto

a inserire una esile colonna al piano primo tra i pilastri.

La nuova maniera del Bramante, il tempietto, palazzo Caprini: effettua grandi studi su

roma, su Plinio e tutte le architetture antiche fino nei piccoli dettagli (impianti spazio-

strutturali, elementi costruttivi e linguistici, confronto con Vitruvio ecc). Tutti questi studi

come ad esempio la scoperta dei veri ordini vitruviano porteranno bramante a una grande

conoscenza e quindi formeranno l’architetto che scoprirà quindi una nuova maniera di fare

architettura.

Tempietto di san pietro in montorio al gianicolo: fatto costruire dai reali di spagna

- nel 1502. Voleva celebrare pietro nel luogo del suo martirio come primo pontefice

romano. Forma più adatta per fare ciò era quella circolare perché richiama il tempio

di ercole visto come un eroe, forte e robusto, quindi è stato utilizzato l’ordine dorico.

Cerchio anche perché rappresenta il mondo quindi Pietro visto come il primo (il

dorico è il primo ordine) cristiano (forte e robusto – ercole) che fonda la nuova

chiesta per evangelizzare il mondo (cerchio) (roma come nuova gerusalemme, la

città di dio). Tempio come offset di cerchi concentrici (la chiesa che si espande in

tutto il mondo) partendo dalla buia cripta, la cella periptera, cupola su tamburo (la

luce si espande). Riprende anche il tempio periptero rotondo descritto da vitruvio a

tivoli. Scopre anche il dorico vitruviano con triglifi, prima mai usato che insieme alle

Dettagli
Publisher
A.A. 2015-2016
3 pagine
SSD Ingegneria civile e Architettura ICAR/21 Urbanistica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher milla_te di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia della città e del territorio e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Politecnico di Milano o del prof Gritti Jessica.