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I NUMERI REALI
1. Richiami sugli insiemi numerici
Si definisce insieme una collezione di oggetti, detti elementi.
Gli insiemi sono normalmente contrassegnati da lettere maiuscole, mentre i loro elementi da lettere
minuscole.
Si denota l’insieme dei numeri naturali, così composto:
{ }
Si denota l’insieme dei numeri interi relativi, così composto: |
{ } { } { }
Si denota l’insieme dei numeri razionali, così composto:
{ | }
Si denota l’insieme dei numeri reali, tale che:
Sono elementi dell’insieme i numeri irrazionali algebrici (come la radice quadrata di 2) e trascendenti
(come π).
2. Rappresentazione geometrica dei numeri reali
Essendo l’insieme R infinitamente denso, si può stabilire una corrispondenza biunivoca tra i numeri reali e i
punti di una retta, detta retta numerica o retta reale, ottenendo la seguente rappresentazione.
3. Assioma di completezza
Siano A e B due insiemi non vuoti di numeri reali per i quali valga la seguente proprietà:
Necessariamente, esiste almeno un numero reale c tale che:
NOTA: l’assioma di completezza sembra esprimere un concetto ovvio, tuttavia non è valido per tutti gli
insiemi numerici. 1
4. Valore assoluto
Si definisce valore assoluto o modulo di un numero reale a, il numero reale |a| tale che:
| | {
5. Massimo, minimo, estremi superiore ed inferiore
Sia A un generico insieme di numeri reali, cioè A є .
Si definisce massimo dell’insieme A un numero reale M є A tale che:
Si definisce minimo dell’insieme A un numero reale m є A tale che:
I numeri reali aventi le proprietà di massimo o minimo rispetto a un insieme A ma che non appartengono
ad A, si definiscono rispettivamente maggioranti o minoranti di A.
Se un insieme A ammette un maggiorante si dice limitato superiormente; se ammette un minorante si dice
limitato inferiormente; se ammette sia un maggiorante, sia un minorante è semplicemente limitato.
Si dice estremo superiore di A e si indica sup(A) il minore dei suoi maggioranti.
Si dice estremo inferiore di A e si indica inf(A) il maggiore dei suoi minoranti.
NOTA: non tutti gli insiemi di numeri reali comprendono necessariamente un massimo o un minimo, né
sono necessariamente limitati. 2
LE FUNZIONI REALI
6. Definizione di funzione
Siano A e B due insiemi non vuoti.
Si dice funzione (o applicazione) definita in A e a valori in B, una legge f: A B che ad ogni elemento di A
associa uno e un solo elemento di B.
In questo caso, l’insieme A costituisce il dominio della funzione f, l’insieme B il codominio.
Si definisce immagine della funzione f il sottoinsieme di B (al più coincidente con B) i cui elementi (detti
immagini) sono associati agli elementi dell’insieme A (detti controimmagini o preimmagini) attraverso f.
7. Funzione inversa
Sia f: A B una generica funzione definita nell’insieme A e a valori in B.
-1
Si definisce inversa della funzione f la funzione f : B A definita in B e a valori in A, tale che:
( ))
( ( ))
(
NOTA: le funzioni che ammettono la definizione dell’inversa si dicono invertibili e non tutte lo sono.
8. Composizione di funzioni
Siano f: A B e g: B C due generiche funzioni, l’una definita in A e a valori in B, l’altra definita in B e a
valori in C.
Si dice composta di f e g la funzione così definita:
( )( ) [ ( )]
Essa è ottenuta a partire da f(x) (detta funzione interna), applicando a quest’ultima la funzione g (funzione
esterna)
Perché due funzioni siano componibili è necessario che il dominio della funzione esterna coincida con
l’immagine della funzione interna.
9. Classificazione insiemistica delle funzioni
Sia f: A B una generica funzione definita in A e a valori in B.
La funzione f è iniettiva se e solo se ad elementi distinti del dominio A associa elementi distinti del
codominio B, cioè se è tale che: ( ) ( )
La funzione f è suriettiva se e solo se la sua immagine coincide con il codominio B, cioè se:
( )
|
La funzione f è biiettiva o biunivoca se è sia iniettiva, sia suriettiva.
3
NOTA: le funzioni biunivoche sono le sole invertibili.
10. Rappresentazione grafica delle funzioni
Sia f: A B una funzione definita in A e a valori in B, con A, B є .
Costituisce il grafico della funzione f l’insieme G delle coppie ordinate (a,b) così definito:
)
{( | ( )}
Nella rappresentazione cartesiana di tale grafico, si considerano due rette perpendicolari dette assi (l’una
ascissa, l’altra ordinata), che si intersecano in un punto O detto origine degli assi. Fissata una direzione
positiva delle rette ed un’unità di misura, ogni valore della funzione f da rappresentare corrisponde a un
punto (a,b) la cui distanza lungo l’asse delle ascisse corrisponde alla lunghezza del segmento Oa e lungo
l’asse delle ordinate alla lunghezza del segmento Ob.
11. Funzioni crescenti e decrescenti
Sia f una funzione definita in un insieme A.
La funzione f è crescente se: ( ) ( )
La funzione f è strettamente crescente se: ( ) ( )
La funzione f è decrescente se: ( ) ( )
La funzione f è strettamente decrescente se: ( ) ( )
NOTA: le funzioni che rispettano una delle suddette condizioni si dicono monotòne e strettamente
monotòne se sono strettamente crescenti o strettamente decrescenti; in ogni caso sono sempre invertibili.
12. Funzioni lineari: la retta
Si definisce funzione lineare una funzione reale f della forma:
( )
La funzione f così definita rappresenta graficamente una retta.
I parametri m e q sono valori di e sono detti rispettivamente coefficiente angolare (o pendenza) e
intercetta. Il primo determina l’inclinazione della retta nel piano cartesiano, il secondo il suo spiazzamento
rispetto all’origine degli assi.
NOTA: le funzioni lineari sono definite per ogni valore di e sono sempre monotòne; sono strettamente
monotòne, e quindi invertibili, se m ≠ 0, cioè se non sono costanti (rette orizzontali).
4
13. Funzioni polinomiali
Si definisce monomio un’espressione algebrica formata dal prodotto di coefficiente noto (costante),
appartenente a un determinato insieme numerico, e di una o più variabili.
Si definisce polinomio un’espressione algebrica formata dalla somma algebrica di più monomi.
Si definisce grado di un polinomio il maggiore esponente fra i suoi termini, cioè fra gli elementi che lo
compongono.
Sono polinomiali le funzioni espresse nella forma di polinomi.
Le funzioni lineari (le rette) sono funzioni polinomiali di primo grado.
2
Le parabole, cioè le funzioni nella forma y = ax + bx + c, sono funzioni polinomiali di secondo grado.
14. La funzione modulo o valore assoluto
Si definisce funzione modulo o funzione valore assoluto la funzione f così definita:
( ) | | {
Per definizione, la funzione modulo ammette le seguenti proprietà:
| |
| |
| | | |
| | | | | |
| |
| | | |
15. La funzione potenza
Sia n un numero naturale, cioè n є .
Si definisce funzione potenza o potenza n-esima di un numero reale x, una funzione reale f della forma:
( ) ( )
La variabile reale x prende il nome di base della potenza, mentre n è detto esponente.
La funzione potenza è definite per ogni valore di e non è sempre invertibile su tutto il suo dominio.
Se la base x ≠ 0, si attribuisce significato anche alla potenza con esponente nullo, e precisamente:
Inoltre, valgono le seguenti proprietà:
( ) ( ) 5
( )
16. La funzione radice
Si definisce funzione radice o radice n-esima di un numero reale x, una funzione reale f della forma:
( ) √
La variabile reale x prende il nome di radicando, mentre n è detto indice della radice.
La radice è l’inversa della funzione potenza, eventualmente ristretta, in quanto non invertibile, ad un
intervallo del suo dominio (x ≥ 0 per n pari).
Equivale a un elevamento a potenza a esponente razionale, dove il numeratore rappresenta il grado del
radicando e il denominatore l’indice della radice.
17. La funzione esponenziale
Si dice esponenziale la funzione f così definita: ( )
La base è un numero reale a > 0 fissato, mentre la variabile x appare in luogo dell’esponente.
La funzione esponenziale è sempre positiva e definita per ogni valore di .
In particolare, è strettamente crescente se a > 1 e strettamente decrescente se a < 1. In entrambi i casi è
ovviamente invertibile, mentre è costante (e non invertibile) esclusivamente per a = 1.
NOTA: tipicamente, si definisce esponenziale la funzione avente per base il numero reale trascendente e,
detto costante di Nepero, pari a circa 2,72.
18. Il logaritmo
Si definisce logaritmo in base a di x la funzione f così definita:
( ) |
Il logaritmo è l’inversa della funzione esponenziale ed essendo quest’ultima sempre positiva il suo dominio
è ristretto a x > 0.
È una funzione strettamente crescente se la base a > 1, mentre è strettamente decrescente per 0 < a < 1.
Inoltre, gode delle seguenti proprietà:
( )
( )
NOTA: quando non si riporta l’indicazione della base si intende tipicamente il logaritmo naturale, denotato
anche ln, cioè il logaritmo in base e. 6
19. Funzioni trigonometriche: seno, coseno, tangente
Fissato un sistema di riferimento cartesiano, si definisce circonferenza goniometrica la circonferenza di
raggio 1 centrata nell’origine degli assi.
Per un generico angolo x, tracciato a partire dall’asse delle ascisse secondo una direzione positiva
(tipicamente in senso antiorario), si definiscono le funzioni seno (sen) e coseno (cos) come l’ordinata e
l’ascissa del punto della circonferenza goniometrica in cui termine l’arco descritto dall’angolo x.
Le funzioni seno e coseno sono definite per ogni valore di . Per definizione, si ha che:
Inoltre, valgono le seguenti proprietà:
( )
( )
Infine, si dice tangente (tan o tg) la funzione f così definita:
Il valore della tangente equivale alla lunghezza del segmento che, nella circonferenza goniometrica,
interseca l’asse delle ascisse al termine del raggio e la prosecuzione immaginaria del segmento ottenuto
tracciando l’angolo x.
È definita per ogni valore di diverso da kπ/2 con k є .
Le funzioni seno, coseno e tangente sono funzioni periodiche, cioè il loro valore si ripete a intervalli
regolari, la cui lunghezza è detta periodo. Precisamente, seno e coseno hanno periodo pari a 2π, la
tangente ha periodo pari a π.
20. Funzioni trigonometriche inverse
In quanto funzioni periodiche, seno, coseno e tangente son