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Archeologia medievale in Italia: un bilancio

Nel 1958, con Gian Pietro Bognetti alla VI Settimana di Studio Medioevo di Spoleto, l'archeologia viene per la prima volta utilizzata come fonte utile per individuare alcuni nodi problematici relativi allo sviluppo degli abitati nell'alto medioevo, dando avvio a nuove ricerche di topografia urbana nel corso degli anni Sessanta in vari siti (in Emilia, in Toscana, eccetera), che tuttavia fanno riferimento quasi esclusivamente alle fonti scritte, che forniscono indicazioni sulla forma degli edifici, sulla nomenclatura delle loro parti, sui materiali e sulle tecniche costruttive. Ci si concentra particolarmente sul dualismo romani-barbari, come dimostra un articolo del 1971 intitolato "Esistono una architettura e una urbanistica longobarde?"

L'introduzione dell'archeologia medievale non favorì immediatamente la diffusione

dell'archeologia urbana, tranne a Genova, dove l'attività di recupero sistematico e non selettivo delle informazioni archeologiche in ambito urbano aveva consentito già alla fine degli anni Settanta un primo bilancio. Se il problema della storia delle città è studiato quasi esclusivamente nei siti abbandonati, nello stesso tempo la casualità degli scavi nei centri storici produce quella che è stata correttamente definita "archeologia in città", dato che sono svolti all'interno dei siti a continuità di vita. Durante l'incontro di Rapallo del 1978, si cercarono di analizzare i metodi e le procedure per attuare una corretta archeologia dei centri abitati e superare il momento dell'archeologia "di emergenza", cercando strumenti di controllo e di pianificazione, come le carte archeologiche di rischio, strumento essenziale per la tutela urbana, che però richiede un sistema di

Programmazione territoriale integrato di carattere nazionale (non presente in Italia). A partire dagli anni Ottanta, però, vennero effettuati alcuni interventi stratigrafici estensivi in contesti urbani che permisero di riprendere alcuni temi storiografici di notevole importanza:

  1. Città altomedievali in nord Italia: due grandi scavi a Brescia, in via Alberto Mario e a Santa Giulia, sembravano individuare un precoce fenomeno di destrutturazione dell'abitato sintetizzati da Brogiolo, riconosciuto nel collasso delle importazioni e nella crisi edilizia, con crescita di spazi utilizzati come orti o per la città finì per assumere una configurazione frammentaria "ad isole". Il pascolo e di depositi urbani: modello proposto per Verona da La Rocca, si concentrava sugli elementi di continuità. Ad esempio, il riuso di materiale edilizio, visto come scelta di vitalità costruttiva.

Insomma, indirizzato verso il carattere geografico e il carattere cronologico.

2) Città in centro-sud Italia: vengono effettuati numerosi interventi in Toscana (Lucca, Pisa, Firenze, Pistoia, Siena), in Liguria (Genova, Savona), in Campania (Salerno, Napoli; Arthur, linee di sviluppo simili a quelle degli insediamenti longobardi dell’Italia settentrionale) e soprattutto a Roma (Fori, Palatino, Crypta Balbi); lo novità del metodo e l’ampiezza dell’area scavo della Crypta Balbi, iniziato nel 1981, è notevole per la indagata, per la velocità di pubblicazione dei risultati e per la loro qualità: classificazione delle ceramiche rivestite basso-medievali e ricostruzione del paesaggio urbano antico (monumento pubblico romano, – parcellizzazione in epoca carolingia con nuclei insediativi a vocazione ecclesiastica, abitativa e produttiva balneum, calcare, ripresa dal XI secolo).– II Castelli, incastellamento e storia del popolamento

ruraleL'archeologia medievale in Italia ha permesso di approfondire alcuni importanti nodi storici su questi temi, anche a partire dagli studi di storici quali Toubert (1973) e di Settia (1984), mettendo in luce come l'appiattimento terminologico delle fonti a partire dalla tarda antichità (castrum, castellum, turris, ecc, a indicare fortificazioni militari, abitati muniti di apparati difensivi, ecc), che può facilmente generare incertezze interpretative, nasconda una grande varietà di situazioni. Nella nostra penisola la ricerca si è articolata in tre distinti filoni: 1) Castelli tardoantici ed altomedievali: - Ibligo-Invillino: - gli scavi sono stati effettuati tra il 1962 e il 1974 (con un breve intervallo), dall'Università di Monaco, guidati da Bierbauer nel sito del castrum Ibligine ricordato da Paolo Diacono essendo stato il riparo dei Longobardi dall'incursione degli Avari del 610. in Storia dei Longobardi, Sono state individuate

tre diverse fasi insediative:

  1. 1-4 secolo: un iniziale momento insediativo comprendente due-tre complessi edilizi in muratura, ma non meglio caratterizzato; l'abitato
  2. 4-5 secolo: un rinnovamento economico, con che sembra inserito in un nuovo circuito commerciale;
  3. 5-7 secolo: una fase di rifacimenti con distruzioni di vecchi edifici e ricostruzione con nuove tecniche edilizie di case e ambienti per le attività artigianali, nonché due torri che sembrano essere le uniche strutture difensive. Però, a livello di cultura materiale, lo scavo non reca traccia di presenza longobarda. È stato dedotto che l'insediamento non nasce con scopi militari, ma si assiste ad un precoce accentramento su alture, forse da parte delle popolazioni autoctone, a causa delle condizioni di instabilità causate dalla minaccia germanica, con la possibilità che Ibligo facesse parte del sistema difensivo di frontiera chiamato Tractus Italiae circa Alpes. La sequenza

La storica insediativa di questo castello è stata usata come modello generale dell'insediamento tardoantico del Friuli. Monte Barro, Lecco: secondo le fonti scritte, in questa località potrebbero aver trovato rifugio la figlia di re Desiderio o il re stesso, sconfitto dal papa. Gli scavi sono stati intrapresi nel 1986 e nel 1991. Brogiolo e Castelletti pubblicarono una monografia contenente lo studio degli scavi di alcune torri, di un Grande Edificio e della cinta muraria, i cui resti parziali erano visibili assieme ad una cappella di epoca tardo medievale. Il Grande Edificio si trovava nei piani di Barra, l'unica area che poteva favorire qualche forma di insediamento stabile, ed era composto da quattro corpi di fabbrica su due piani. La presenza di focolari può suggerire una funzione abitativa, e la presenza di alcuni indizi come una corona pensile in bronzo, la cui funzione è collegata al potere pubblico, suggerisce che fosse la residenza di un funzionario pubblico.

Il Grande Edificio, come anche le torri della cinta muraria e le abitazioni, sono attribuibili al 5-6 secolo. L'abitato è composto di una serie di edifici a due piani, costruiti con una buona tecnica e senza l'utilizzo di materiali di reimpiego. Gli scavi dunque indicano che Monte Barro fu un castello costruito tra la metà del 5 secolo, quando si verificarono pericolose incursioni di barbari, e l'età gota. Monte Barro viene identificato come insediamento con funzioni militari e di rifugio, costruito grazie ad un rapporto di collaborazione tra potere centrale e comunità locali, e questo emerge anche dalla documentazione scritta (ad esempio di Cassiodoro). In Liguria sono stati scavati (Mannoni) una serie di insediamenti fortificati di epoca bizantina anche molto differenti tra loro, che non permettono di costruire un modello per la regione: - Surianum - Filattiera - Massa-Carrara: se il villaggio collinare di Filattiera è stato attestato per la prima volta nel 1029, la

La documentazione anteriore è rappresentata da un'epigrafe risalente all'8 secolo. Bullogh la associò ad un sito d'altura e al toponimo Filattiera, ritenendo di poter individuare nella collina uno dei castelli a difesa delle terre bizantine della Liguria ricordati nella Descriptio Orbis Romani del 6 secolo. Ancora ritenne di poter identificare tale castello nel Liber Pontificalis, nella donazione di Carlo dell'8 secolo e in altre carte posteriori.

All'analisi della documentazione scritta seguì quella delle strutture medievali superstiti, con l'attribuzione al 11-12 secolo della chiesa di San Giorgio e all'epoca bizantina di tratti di murature nella parte più bassa della torre del castello. Una serie di ricerche del 1981 hanno portato a una nuova interpretazione, con l'apertura di tre aree di scavo per lo studio degli alzati di chiesa e torre, e la scoperta che i livelli più antichi appartengono.

all'11-12 periodo dell'incastellamento signorile; il manufatto più antico secolo, rimane così l'epigrafe trovata in San Giorgio, ma potrebbe anche esservi stata trasferita successivamente. Filattiera si è dunque dimostrato un castello di epoca feudale, ma sussiste l'ipotesi dell'esistenza di una fortificazione di epoca bizantina. Con lo spostamento delle indagini presso la collina sovrastante l'antica pieve di Santo Stefano, lo scavo di una lunga trincea ha permesso di riconoscere cinque fasi insediative: la terza è la più importante, perché si collega all'apertura di due fossati paralleli e alla realizzazione di un piccolo aggere con ciottoli di fiume, probabilmente un sistema difensivo rudimentale da riferire all'altomedioevo, mentre la quarta e la quinta rappresentano i momenti di abbandono e colmatura della struttura. Castellaro di Zignago, d) La Spezia: qui gli scavi partiti negli anni Settanta hanno

Identificato due fasi insediative databili al medioevo, distinguibili per impianto e caratteristiche tecnico-costruttive; la fase più antica è datata all'età bizantina ed è costituita da un semplice recinto con torre centrale.

Castrum Perti, Finale Ligure, e) Savona: è un sito fortificato del ponente ligure di cui si conservano ancora le due cinte murarie; gli scavi partiti nei primi anni Ottanta hanno messo in evidenza una serie di strutture abitative addossate alla cortina muraria, e hanno sorpreso per la quantità e qualità dei reperti, con manufatti d'osso: la "cultura materiale" il ritrovamento di anfore africane e mediorientali, vetri, lucerne, indica che il centro era approvigionato via mare dalle terre bizantine, e la sua costruzione e sostentamento possono essere attribuiti ad iniziativa di un'autorità pubblica; anche le tipologie edilizie delle fortificazioni, per la tecnica di costruzione, richiamano

modelli alloctoni. Da castrum in epoca tardoantica a civitas longobarde: fenomeno che si verifica quando in insediamenti fortificati quali Monselice

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A.A. 2018-2019
14 pagine
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SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ANT/08 Archeologia cristiana e medievale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher IneAr92 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Archeologia Medievale I e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi Ca' Foscari di Venezia o del prof .