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PARTE I: METODI E APPROCCI PER L'INTERPRETAZIONE
Il metodo storico-critico è indispensabile per lo studio scientifico dei testi antichi e anche della Sacra Scrittura, che è Parola di Dio in linguaggio umano, composta quindi da uomini in tutte le sue parti.
Il metodo storico-critico ha origini antiche e viene fatto risalire al Pentateuco. Secondo alcune ipotesi, il Pentateuco è stato scritto da Mosè, mentre altri pensano che ci sia stato un autore che abbia messo insieme quattro documenti in particolare: la fonte yahvista, la fonte elohista, la fonte deuteronomista e la fonte sacerdotale. Questa è la cosiddetta ipotesi documentaria. Nel Nuovo Testamento invece esiste l'ipotesi delle due fonti, secondo la quale i Vangeli di Matteo e Luca sono stati composti a partire da due fonti principali: il Vangelo di Marco e la Fonte Q (una raccolta di parole di Gesù).
Il metodo storico-critico ha come funzione l'analisi minuziosa delle parti del testo, come
è nato un testo, partendo dalle fonti, andando così ad ignorare la struttura finale e il messaggio del testo finale, avendo solo una considerazione solo dal punto di vista letterale e da studioso critico. Genkel, prendendo in considerazione il Pentateuco, nella sua critica letteraria, cercò di definire il genere letterario di ciascun brano e il loro ambiente di origine (Sitz im Leben), quindi cercò di contestualizzare ogni testo. A questa ricerca dei generi letterari si collega lo studio critico delle forme o Formgeschichte, il quale fu unito da Buttmann ad un'ermeneutica biblica ispirata alla filosofia esistenzialistica di Heidegger. A questo studio critico delle forme viene aggiunto lo studio critico della redazione, ossia la Redaktionsgeschichte, cioè accanto al testo c'è anche il pensiero e il contributo personale dell'autore. Pertanto le tappe del metodo storico critico sono: - critica testuale; - critica letteraria cheva alla ricerca delle fonti, per individuare l'inizio e la fine del testo; - studio critico delle forme, che determina i generi letterari, il loro ambiente di origine e la loro evoluzione; - analisi della redazione, che studia le modifiche subite dai testi prima di essere fissati nel loro stato finale. 10 Cfr. P, L'interpretazione della Bibbia nella Chiesa, in ONTIFICIA COMMISSIONE BIBLICA http://www.vatican.va/roman_curia/congregations/cfaith/pcb_documents/rc_con_cfaith_doc_19930415_interpretazione_it.html [accesso il 27 settembre 2020]. 13 Il metodo storico-critico segue dei suoi principi. È un metodo storico, perché cerca di chiarire l'origine di produzione dei testi biblici. È un metodo critico perché con l'aiuto di criteri scientifici va ad analizzare il testo nelle minimi parti per criticarlo e far emergere il vero significato del testo. È un metodo analitico perché studia il testo biblico allo stesso modo diqualsiasi altro testo dell'antichità e lo commenta, permettendo all'esegeta di comprendere meglio contenuto della rivelazione divina.
CRITICA TESTUALE
La prima tappa del metodo storico critico è la critica testuale, che cerca di arrivare, attraverso vari manoscritti, quanto più vicina alla forma originale del testo, così come è uscito dalla mano dell'autore o del redattore finale di uno scritto biblico. I vari libri della Scrittura hanno attraversato tre fasi:
- la redazione, che consiste nel lavoro di composizione dell'opera stessa;
- la trascrizione, che è il processo per cui da un manoscritto se ne ricava un altro;
- la recensione, che è il momento della correzione del testo per eliminare errori e le varianti introdotte durante la trascrizione stessa.
Inizialmente le copie di testi biblici vengono operate da privati per uso personale o comunitario. Con la conversione di Costantino, andavano di moda gli Scriptoria.
dove lavoravano contemporaneamente più scribi sotto dettatura per la riproduzione di manoscritti, che tuttavia portava alla formazione di errori di trascrizione dovuti alla pronuncia di chi dettava e alla disattenzione o ricezione dello scriba. Pertanto le copie erano soggette a revisione da parte di almeno un correttore. Erano cinque i tipi di errori più frequenti:- errori di omissione di una lettera, sillaba, parola o intera frase;
- errori per aggiunta di una lettera, sillaba, parola o frase;
- errori per scambio, che si verifica quando delle lettere simili vengono scambiate;
- errori per inversione, quando si invertono tra loro delle lettere, parole o frasi;
- errori per divisione errata delle parole.
- lectio difficilior: la lezione più difficile è da preferire a quella più semplice, perché il testo difficile è da ritenersi più vicino al testo originale; mentre chi copiava tendeva a portare la cosa più difficile quanto più semplice;
- lectio brevior: la lezione più breve è da preferirsi a quella più lunga, perché si avvicina prima al testo originale, mentre in quello lungo è il copista che aggiunge cose per spiegare;
- la lezione difforme da un passo parallelo è da preferirsi, in quanto uno scriba aveva la tendenza ad armonizzare due passi paralleli tra loro difformi;
- la regola aurea: è da preferirsi la lezione che spiega l’origine di tutte le altre, perché tutte le varianti si possono ricondurre ad essa.
NUOVI METODI DI ANALISI LETTERARIA
Il metodo critico-storico,
Anche se può essere molto valido, non è del tutto sufficiente, perché lascia nell'ombra numerosi aspetti degli scritti che studia; pertanto l'esegesi biblica ha la necessità di avere nuovi metodi di analisi letteraria, tra cui l'analisi retorica, l'analisi narrativa e l'analisi semiotica.
La retorica è l'arte di comporre discorsi persuasivi. E visto che i testi biblici sono in qualche modo testi persuasivi, la retorica è molto utile agli esegeti. E nello studio della Scrittura sono stati trovati tre approcci di retorica: il primo fondato sulla retorica classica greco-latina, il secondo si basa sui procedimenti di composizione semitici e il terzo si ispira alle ricerche moderne. La retorica si fonda su tre elementi: l'oratore, che ha una sua autorità, l'argomentazione del discorso o del testo e l'uditorio con le sue emozioni suscitate dal discorso.
11 Cfr. F. D G , "La Critica Testuale".
in profondità nella comprensione del messaggio biblico. L'analisi narrativa è un metodo fondamentale per comprendere e comunicare il messaggio della Sacra Scrittura. Questo metodo si basa sulla struttura del racconto e della testimonianza. È importante sottolineare che questo tipo di studio richiede anche una riflessione teologica, in quanto il racconto biblico deve suscitare un'adesione di fede affinché possa dare i suoi frutti. Il racconto biblico deve avere un impatto significativo nella vita del credente. D'altra parte, l'analisi semiotica si concentra sullo studio del linguaggio utilizzato per trasmettere un messaggio. È facile perdersi nell'analisi dei vari aspetti del linguaggio e della parola, ma se si ha la possibilità di approfondire questo studio, può risvegliare nei cristiani il desiderio di studiare il testo biblico e scoprire nuove dimensioni di significato.Aldilà del conoscere l'aspetto storico o socio-culturale del testo.
APPROCCIO BASATO SULLA TRADIZIONE
Il metodo storico-critico è sicuramente importante, ma non fa vedere la Bibbia nella sua unità, ma studia ogni singolo libro, dimenticando che la Bibbia è un insieme di libri che hanno come tema la storia della salvezza. Pertanto la Bibbia si presenta come un insieme di testi che sono in relazione tra di loro, che provengono da una stessa grande Tradizione, di cui si deve rendere conto anche l'esegesi biblica, alla quale sono stati affidati nuovi approcci.
APPROCCIO CANONICO. L'approccio canonico vuole portare a vedere la Bibbia non separata, ma la Bibbia nel suo insieme. E per fare ciò interpreta ogni testo biblico alla luce del canone delle Scritture. Cerca inoltre di attualizzare le Scritture per il presente, inserendo ogni testo nell'intero ed unico disegno di Dio. Si prefigge di contemplare il metodo storico-critico.
MEDIANTE IL RICORSO ALLE TRADIZIONI INTERPRETATIVE GIUDAICHE. L'Antico Testamento ha assunto la sua forma finale nel giudaismo subito precedente al Cristianesimo; in questo giudaismo si è originato anche il Nuovo Testamento e la Chiesa. Ma proprio nel mondo giudaico ha origine l'interpretazione della Bibbia e una delle testimonianze è la traduzione greca dei Settanta. Poi ci sono i targumin con i midrashim, che accumulano un insieme di procedimenti per la conservazione del testo dell'Antico Testamento, rappresentando così l'interpretazione biblica di ampi settori del giudaismo dei primi secoli. Insomma le tradizioni giudaiche permettono di conoscere meglio i Settanta, che rappresentano la Bibbia giudaica, divenuta poi, per i primi secoli, la prima parte della Bibbia cristiana. APPROCCI ATTRAVERSO LE SCIENZE UMANE L'approccio alle scienze umane è fondamentale, perché attraverso esse si può avere un'interpretazionedella comunità cristiana primitiva e sulle dinamiche sociali che la caratterizzavano. Un altro approccio importante è quello storico-critico, che si concentra sull'analisi storica e letteraria dei testi biblici. Questo approccio cerca di comprendere il contesto storico in cui sono stati scritti i vari libri della Bibbia, nonché le intenzioni degli autori e i messaggi che volevano trasmettere. Attraverso l'analisi critica dei testi, si cerca di ricostruire il significato originale e l'interpretazione che i primi lettori avrebbero dato ai testi. Un terzo approccio è quello teologico, che si concentra sull'interpretazione dei testi biblici alla luce della fede e della dottrina cristiana. Questo approccio cerca di comprendere il significato teologico dei testi e di applicarli alla vita dei credenti. La teologia biblica si basa sulla convinzione che la Bibbia sia la Parola di Dio e che contenga insegnamenti spirituali e morali per i credenti. È importante sottolineare che questi approcci non sono esclusivi l'uno dell'altro, ma possono essere utilizzati in modo complementare per una migliore comprensione della Bibbia. La loro corretta applicazione richiede competenza e attenzione, al fine di evitare interpretazioni errate o superficiali dei testi sacri.adottato da Gesù e i discepoli oppure la vita delle prime comunità cristiane. Conoscere i dati sociologici permette di conoscere anche gli aspetti economici, culturali e religiosi del mondo biblico.