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CARATTERE SACRO DELLA BIBBIA
Fra tutti i libri, la Sacra Scrittura gode di una situazione di privilegio poiché ha un’origine divina soprannaturale: ha Dio per Autore principale, il suo contenuto possiede la più alta
rivelazione fatta da Dio agli uomini, con una risposta definitiva e sovrabbondante agli interrogativi che l’uomo si pone sul senso e sul fine della propria vita. Ha come finalità quella di
condurre gli uomini verso i fine ultimo.
Dio come Autore – DV11 (hanno Dio per autore e come tali sono stati consegnati alla Chiesa). La coscienza di possedere libri sacri aventi autorità divina
era già nota nell’ambito ebraico da epoca molto antica: Filone (42 dC) chiama “sacri” gli scritti biblici e li attribuisce direttamente a Dio. Giuseppe Flavio
(fine sec. I) parla dei “profeti” come gli unici a poter scrivere “per ispirazione divina”.
Ma è nel NT che traspare la concezione, la convinzione dell’orgine divina dei testi sacri e della loro autorità normativa. L’AT è citato più di 350 volta.
Vengono usate varie formule: “ciò che è stato detto dal Signore per mezzo del profeta”; “lo Spirito Santo predisse per bocca di Davide… dei profeti”,
“oracoli di Dio”, “parola di Dio”, “Scrittura”, “Sacra scrittura”.
Alcuni passi scritturistici di significativa importanza usati dal Magistero:
2TM 3,16: Tutta la Scrittura è ispirata da Dio e utile per insegnare, convincere, correggere e formare alla giustizia… Paolo ammonisce Timoteo
? a rimanere federe a quanto aveva appreso fin da fanciullo dai suoi maestri e dalle scritture che aveva conosciuto (l’AT).
2Pt 1,19-21: Nessuna scrittura profetica va soggetta a privata spiegazione… mossi da Spirito Santo parlarono quegli uomini da parte di Dio…
? 3 idee centrali: la Sacra Scrittura ha origine dall’azione dello Spirito Santo; gli agiografi scrissero mossi non da sola volontà umana; poiché di
origine divina va interpretaa alla luce dello Spirito.
2Pt, 3,15-16: Fa riferimento all’ispirazione del NT, prende in considerazione gli scritti di Paolo (secondo la sapienza che gli è stata data). Questi
? vengono omologati alle “altre Scritture”
L’insegnamento dei Padri
I Padri svilupparono diversi concetti e diedero inizio alla formazione di un vocabolario tecnico per esprimere i contenuti biblici:
Dio autore: “Dio unico autore di entrambi i testamenti”: nata contro le varie eresie dualistiche (gnosticismo, marcionismo, manicheismo) che
? intendevano opporre AT al NT. Sant’Agostino: Il Nuovo è occulto nell’Antico e l’Antico si fa palese nel Nuovo.
L’uomo come strumento: Paragoni con lo strumento musicale (cetra toccata dal plettro; mano che scrive quello che la testa comanda). San
? Girolamo: “non è vero, come si immagina Montano con le donne insipienti, che i profeti abbiano parlato in estasi, così da non saper ciò che
dicevano”…. Dictatio
La condiscendenza divina: San Giovanni Crisostomo: L’apparire e il mostrarsi di Dio, non come egli è, ma come può essere visto da colui che
? è capace di tale visione, offrendo il suo aspetto alla debolezza di chi lo guarda”. Dio ha tenuto conto della loro piccolezza e ha accondisceso ai
loro modi di dire, al loro linguaggio ordinario, alle loro parole, alle loro figure retoriche. Divino afflante Spiritu: “Come il Verbo sostanziale di
Dio si è fatto simile agli uomini in tutto, “eccetto il peccato”, così anche le parole di Dio, espresse con lingua umana, si sono fatte somiglianti
all’umano linguaggio in tutto, eccettuato l’errore”.
Lettera di Dio agli uomini: “lettera”, “testimonianza”, “discorso del Padre con i figli.
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Documenti del Magistero
Nello sviluppo dogmatico dell’origine divina delle Sacre Scritture (avvenuto con il CVI), si segnalano 4 periodi successivi:
Origine divina dei due Testamenti: Concilio Fiorentino del 4 febbraio 1442: “Solo identico Dio autore dell’AT e del NT”
? Identica ispirazione divina dei testi: Concilio di Trento del 8 aprile 1546 (oltre al canone): uguaglianza di tutti i loro libri, che si devono
? ricevere con uguale sentimento di ‘pietà e venerazione’, nella loro integrità e con tutte le loro parti, come si è soliti leggerli nella Chiesa cattolica
e come si trovano nell’antica edizione della Volgata latina.
Definizione dogmatica dell’ispirazione: Concilio Vaticano I, Dei Filius del 24 aprile 1870: “Scritti sotto l’ispirazione dello Spirito Santo,
? hanno Dio per autore e come tali sono stati trasmessi alla Chiesa… Se qualcuno non li riconosce come sacri e canonici… sia anatema”.
Provvedimento necessario per 2 ragioni: insufficienza della “teoria dell’approvazione susseguente” (ispirato qualora venisse approvato o
riconosciuto come tale dalla Chiesa); “teoria dell’assistenza negativa” (ispirazione come assistenza divina limitata a preservare l’agiografo
dall’errore).
Sviluppo posteriore: Provvidentissimus Deus (18.XI.1893, Leone XIII): natura ispirazione e inerranza biblica in materia scientifica.
? Spiritus Paraclitus (15.IX.1920, Benedetto XV): inerranza biblica in rapporto alle scienze storiche.
Divino afflante Spiritu (30.IX.1943, Pio XII): spinta agli studi biblici; agiografo: strumento vivo, dotato di ragione.
Dei Vebum (Cost. dogm. CVII, 1965): agiografi, veri autori dei loro scritti: “agendo Dio in essi e per loro mezzo”.
Azione divina in duplice modo: ad extra, perché ha il suo termine “fuori” dello stesso Dio, quindi l’ispirazione è comune alle tre Persone divine, benchè si
debba attribuire particolarmente allo Spirito Santo e al Padre per “appropriazione” in quanto opera della onnipotenza divina. Soprannaturale poiché si rova
al di là delle forze ed esigenze della natura creata. L’ispirazione non rietra tra le grazie per la santificazione della persone per vengono date per l’utilità della
Chiesa (grazie carismatiche).
Gli agiografi, ispirati da Dio, veri autori dei testi sacri –
DV11: 3 idee principali: preminenza dell’azione divina (Dio scelse… tutto e soltanto quello che Lui volle fosse scritto); agiografi come veri autori (analogia
fra l’agire degli agiografi e l’agire di Dio); “in essi e per mezzo di essi”.
In essi e per mezzo di essi:
Lagrange adotta la teoria tomistica della “causa principale” e della “causa strumentale”: la prima riferita a Dio e la seconda all’uomo. Tra le due
? non c’è contrapposizione e ciascuna diventa causa dell’effetto totale nei confronti di ciò che si vuole conseguire. Tutto nell’ordine dell’analogia.
5 principi teologici:
- Dio agisce sull’agiografo con una mozione previa e immedita: lo eleva all’ordine carismatico; perfeziona le facoltà e le capacità umane.
- Nell’agiografo esiste un intreccio di due capacità: una propria (talenti e attitudini), una derivante dal carisma dell’ispirazione.
- I testi che risultano si devono attribuire interamente a Dio e all’agiografo: agiscono in perfetta unità come unico autore che elabora tutta l’opera.
- Nella Sacra scrittura si scorgono tracce di entrambi gli autori: l’agiografo mantiene le sue qualità, arricchite; evidente sigillo sapienza divina.
- Il carattere transeunte del carisma dell’ispirazione manifesta soprattutto il dominio pieno di Dio nella composizione dei testi sacri.
Il rapporto con la teologia dell’Incarnazione:
DV13: La parola di Dio si è veramente incarnata nella parola umana; lungi dall’annullare le differenze, Dio le rispetta e le valorizza. Quindi “nessuno
degli aspetti umani del linguaggio può essere trascurato”. E siccome “la Parola eterna si è incarnata in un momento preciso della storia, in un
ambiente sociale e culturale ben determinato”, “chi desidera ascoltarla deve umilmente cercarla là dove essa si è resa percettibile, accettando il
necessario aiuto del sapere umano”. L’Incarnazione suppone la Persona del Verbo. E così come la natura divina e la natura umana compaiono
armonicamente unite nella Persona del Verbo, il contenuto intenzionale dell’agiograo e quello di Dio si compenetrano perfettamente nell’unico testo
ispirato che con diritto possiamo chiamare la Parola di Dio manifestata per iscritto.
Il Carisma dell’ispirazione:
Grazia soprannaturale concessa gratuitamente da Dio in maniera transeunte (mentre scrivevano), come carisma, il quale agisce sulla struttura psico-
fisica dello scrittore sacro, nella triplice dimensione intellettiva, volitiva e operativa.
Luce nella mente: Capacità diconoscere e il modo in cui si attingono le idee da scrivere: giudizion della mente sulla verità. Non implica
? consapevolezza dell’ispirazione da parte dell’agiografo (poiché è una grazia soprannaturale)
Mozione della volontà: Se la volontà dell’agiografo si determinasse da sé a scrivere, il libro che ne risulta non sarebbe di Dio, giacchè Dio non
? influirebbe sull’origine del testo sacro: mozione previa all’iniziativa umana, efficace senza però ledere la libertà dell’agiografo, immediata, agisce
direttamente sulla volontà.
Assistenza alle facoltà esecutive: assiste in modo speciale fino al compimento del libro. Sia sulle facoltà psichiche (memoria, fantasia), sia
? fisiologiche (cervello, sensi esterni, nervi, muscoli…). Un’assistenza positiva (compiere bene e senza errori), continua (fino alla stesura finale),
ma basterebbe dire anche solo mediata poiché l’illuminazione su intelligenza e volontà si estende indubbiamente anche alla fase esecutiva.
L’ispirazione dei libri sacri
L’azione divina ispiratrice ha come risultato il libro scritto dall’agiografo. DV11: “Le SS contengono la parola di Dio e, perché ispirate, sono veramente
parola di Dio”.
Tutto e soltanto quello che Dio voleva: L’azione di Dio raggiunge pienamente e totalmente il testo, fino ai minimi particolari; e nulla di quanto gli
agiografi misero per iscritto sfugge all’espressa decisione e volere divino.
Provvidentissimus Deus: “non è assolutamente permesso o restringere l’ispirazione soltanto ad alcune parti della SS”
Sono veramente parole di Dio: Dio non è solo l’autore agente della Scrittura, ma anche vero autore letterario. Due elementi: “formale” (i pensieri, i
concetti) e “materiale” (le parole e le frasi). Tutti sono concordi nell’affermare che l’ispirazione si estende anche alla formulazione materiale e
l’influsso divino non si deve concepire a modo di dett