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Interazionismo
La storia sociologia differenzia le varie dottrine in due gruppi: la macro-sociologia, che esamina processi e tendenze su larga scala relazionandoli anche al potere delle strutture; e la micro-sociologia, che si concentra invece su gruppi e modelli più piccoli, solitamente a livello di piccole comunità e nel contesto della vita quotidiana.
A questa seconda corrente appartiene l'interazionismo, sviluppato negli Stati Uniti d'America nel XX secolo. L'interazionismo è tipico degli esponenti della scuola di Chicago, compreso George Herbert Mead che fu uno dei suoi più grandi esponenti, oltre a Goffman, Becker, Cooley e Blumer. Fu proprio quest'ultimo a coniare il nome "interazionismo" in un suo saggio del 1937 pubblicato sulla rivista Man and Society, rifacendosi in parte ai lavori di Mead.
Le dottrine interazioniste nelle loro riflessioni rinunciano agli orizzonti ampi che
avevano sempre caratterizzato lo studio sociologico ed infatti si astengono. La concezione sociologica degli interazionisti è caratterizzata dall'elaborare teorie sul destino della società e si focalizzano invece su un'analisi descrittiva delle interazioni tra i soggetti o su uno studio dei fondamenti sociali del senso comune. Un'altra caratteristica distintiva di questa corrente è il fatto che gli studiosi appartenenti ad essa cercano sempre di incentrare i loro studi su persone marginali che vivono in zone povere, con un alto tasso di criminalità, etc. Mead in particolare analizzò il processo formativo di una persona attraverso i processi di socializzazione, cioè le sue relazioni con il mondo esterno. Secondo lui il mondo esterno arriva ad un bambino nelle sue prime fasi di vita attraverso la famiglia e le figure genitoriali che Mead denomina "altro significativo", poiché il bambino ha la percezione che questiSoggettisiano altro da lui e gli attribuisce un significato asseconda delle interazioni che queste persone hanno con lui e attraverso varie fasi impara a interiorizzare l'immagine di sé che queste altre persone gli trasmettono.
Mead distingue poi questo dall'"altro significativo" cioè la società con la quale crescendo il bambino entrerà in relazione come singolo individuo. Secondo Mead ogni persona è composta da un "io", la sua parte originaria che si forma nei primissimi anni di vita; e da un "me" l'immagine trasmessa dagli altri che può crescere equilibratamente con l'io, sovrastarlo o essere sovrastata da esso. Per il sociologo ci doveva essere equilibrio tra l'io e il me.
George Cooley, altro importante esponente dell'interazionismo, si mosse su un piano analogo a Mead. Cooley studiò i gruppi primari, come la famiglia, in relazione a ciò che lui chiamava l'io specchio.
Per lui l'identità si costituiva attraverso un processo di identificazione nei valori e comportamenti trasmessi dal gruppo primario.
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