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Capitolo IV - Lo storico al lavoro
4.1. Chiesa, stato e riforma per la storia religiosa dello stato di Milano durante il dominio di Carlo [Fedreico Chabod, V. Note edocumenti. Einaudi Torino, 1971]
Ritornando al tema della storia dei rapporti fra stato e chiesa, ne proponiamo una lettura in chiave italiana in un'opera monografica di uno studioso: Federico Chabod, uno dei massimi storici attivi nei decenni centrali del Novecento. In questo caso è possibile esaminare molto concretamente il lavoro di uno storico sulle sue fonti. Il suo testo deve essere letto con un'avvertenza e cioè che anche se C. Rispetto all'italiano delle traduzioni il suo può apparire un po' più difficile; non perché fiorito, ma perché ricco e scelto. Il libro entra subito in argomento sul tema generale della vita religiosa in Italia all'epoca di Carlo V. Chabod si riferisce in particolare a uno degli stati della penisola, l'antico ducato di Milano, che nel 1535 divenne
provincia spagnola. Il Senato intanto raccoglieva i membri dell'aristocrazia milanese e ne esprimeva idee e interessi. Nell'insieme, questo potere civile aveva come controparte il potere ecclesiastico: la corte di Roma e il papato. Inoltre un ruolo molto importante era giocato dal clero regolare composto fra l'altro dai principali esponenti dell'Inquisizione rifondata del 1542 per combattere la nuova eresia luterana. In questo contesto, la Chiesa era realtà universale, mentre gli Stati erano tutti realtà particolari. Su questa base i documenti civili prodotti dal singolo apparato di governo, devono essere individuati e utilizzati alla luce del funzionamento di ogni singolo apparato. La fonte prevalente che nel libro viene utilizzata da Chabod è costituita principalmente da documenti amministrativi, ma non è l'unica. C. ha, infatti, utilizzato anche la documentazione ecclesiastica, visite pastorali, lettere papali e in special modo i registri delgenerale dei frati agostiniani cardinale Gerolamo Seripando, una figura notevole, come vedremo - nella sua storia. L'importanza del lavoro di Chabod consiste nell'aver spiegato il fenomeno religioso nella sua dimensione politica. I 3 capitoli della prima delle due parti in cui si articola il libro descrivono la decadenza e la corruzione della chiesa all'avvento della riforma: in anni difficili delle guerre d'Italia, il disordine morale del clero e delle monache, lo sfruttamento abusivo dei benefici ecclesiastici e delle loro rendite, il cinico assenteismo dei vescovi, sottraevano alle masse di fedeli la guida e il riferimento principale. La seconda parte del libro segue le tracce dei primi fermenti luterani e delle loro prime repressioni. Per saperne di più, quanto al tema religioso, bisogna affiancare al lavoro di Chabod un altro mirabile lavoro di storiografia italiana Eretici italiani del cinquecento di Delio Cantimori. C. svolge con grande approfondimento laStoria che abbiamo visto toccata da Chabod, degli spiriti religiosi italiani che fuggirono la persecuzione cattolica riparando nei paesi delle Riforma.
4.2. Il rovescio della conquista
Gli indios del Perù di fronte alla conquista Spagnola, Einaudi [Nathan Wachtel, la visione dei vinti., Torino 1977]
4.2.1 in due paragrafi del secondo capitolo abbiamo trattato alcuni problemi relativi all'impatto dell'espansione europea nel mondo e al suo effetto +o- sconvolgente sulle varie società. Approfondiamo ora l'argomento grazie allo studio condotto da Nathan Wachtel sul dominio spagnolo in Perù. N. si concentra sul punto di vista rovesciato rispetto a quello degli europei conquistatori, ricordando che il loro arrivo nel Nuovo Mondo ha avuto per la prospettiva amerinda, il significato della fine traumatica di una civiltà.
Nella prima delle 3 parti viene ricostruito proprio come dice il titolo "il trauma della conquista": ci furono aperte
Violenze, le malattie epidemike, il tracollo demografico e ferite anche sul piano morale a cominciare dall'organizzazione religiosa del tempo, dello spazio, rapporto fra i ceti, che precipitò gli uomini in una crisi d'identità.
Nella seconda parte del libro vi è un'ampia analisi della struttura economica e culturale della società inca. Lo Stato Inca manteneva un rapporto basato sui due principi di reciprocità e della redistribuzione: le comunità assicuravano ai capi e al sovrano prestazioni di lavoro in cambio di terre. Gli spagnoli erano invece estranei al concetto di reciprocità e introdussero la moneta in una situazione dove i metalli preziosi erano stati fin lì considerati come gli altri. Gli Indios furono costretti con la forza ad un lavoro non ricompensato e si ritrovarono così carichi di debiti. In breve tempo gli ayllu (fulcro di importanza, i dell'antico sistema) furono svuotati d'individui e carca di debiti.
Si trasformarono in spregiudicatiyanaprofittatori e il paese si riempì di un tempo, i soli servi della civiltà.
A tutto questo si aggiunse l'offensiva cristiana che si impose alle credenze tradizionali, imponendo agli Indios dei costumi più disorientanti, come quello di seppellire i morti anziché collocarli nelle caverne per evitare che sentissero su di loro il peso delle zolle di terra.
La diffusione dell'alcolismo portò poi alla perdita dei valori.
Nella sua analisi W. Fa ricorso a due concetti: acculturazione (fenomeno di interrelazione fra due culture diverse) e struttura (sistema coerente in cui ogni elemento che lo compone è caratterizzato non solo dalla natura in sé ma anche dal rapporto che intrattiene col sistema nel suo complesso).
In un contesto di sopraffazione violenta le due culture (indios spagnola) non trovarono una fusione armonica, ma rimasero una subordinata all'altra e per questo si crearono le basi.
Per una serie di rivolte e movimenti rivoluzionari soffocati, di cui W. parla nella terza parte del libro. Ma la grande attrattiva del libro di W. consiste nel uscire dalla gabbia della storia scritta dai vincitori e dare la parola ai vinti e al loro bisogno di restituire almeno un senso alla loro situazione. W. si è servito naturalmente di fonti scritte dagli spagnoli, egli riesce a cogliere dalle risposte ad un questionario burocratico spagnolo lo sconforto degli Indios di fronte alla crisi demografica. Anche dagli atti notarili compaiono dolorosamente i segni della reazione degli sfruttati. L'aspetto più suggestivo dell'opera di W. è proposto nel capitolo "Danza delle conquista" supportato dall'apparato fotografico riportato a fine volume a testimonianza del folklore di Perù, Guatemala e Messico (feste popolari, opere drammatiche composte di recitazione, canto e ballo). Si tratta di un esempio di quelle fonti orali di cui abbiamo precedentemente parlato.
parlato. Per saperne di più: una questione particolare sollevata dal libro di W. È la costituzione e il funzionamento dello stato Inca che alla vigilia dell'invasione spagnola occupava una vasta zona tra gli odierni Ecuador e Cile. Per un approfondimento su questo tema si può partire dalla informataricerca fatta da Roda. Quanto ai documenti relativi all'area andina, un'antologia comprendente anche brani delle fonti narrative usate da W. È quella di M. Leon Postilla. Si possono, inoltre, trovare altri esempi preziosi di etnostoria e in particolare lo studio di un Khipu (cordicella con dei nodi che erano fatti in modo da servire alla contabilità). Dei khipu, insieme con dei manoscritti cartacei che li accompagnavano, sono al centro di una recente acquisizione documentaria di grande rilievo per gli studi andini. 4.3. Vite di donne ai margini. Tre vite del XVII sec, Laterza [Natalie, Zemon Davis, Donne Roma-Bari] Fino a quale decennio fa la storiaÈ stata scritta in un'ottica del tutto maschile. Da quale tempo gli storici, soprattutto le storiche, hanno enormemente arricchito le loro prospettive di studio! Il libro che ci apprestiamo a conoscere è il protagonista principale di una nuova storia (quella delle donne). Esso è composto da tre biografie di donne che vissero contemporaneamente, fra seicento e settecento, lontane però, in 3 culture e religioni diverse, ma avendo una cosa in comune: la capacità di lottare, dalla posizione socialmente e sessualmente non predominante! Lo studio delle loro vite ci permette di toccare anche un tema già trattato e cioè quello della diversità di religioni, contatti tra civiltà avvicinate dalle conquiste e scoperte e la presunzione degli europei. Glikl Leyb fu un'ebrea tedesca che dopo 10 anni di vedovanza aveva deciso di risposarsi, in un periodo in cui gli Ebrei erano più o meno perseguitati in Europa. Quello di Gikl fu un spostamento eNon una fuga. Gigkl riuscì a costruirsi una sua dimensione psicologica di radicamento e domesticità, grazie alla sua fede e al suo costante dialogo con Dio. Documento eccezionale del suo forte spirito è la sua autobiografia.
Marie Guyart, rimasta vedova non ancora ventenne con un figlio piccolo, vincendo le proprie resistenze di madre, entrò nel convento delle Orsoline e si imbarcò nel 1639 con alcune consorelle per il Canada, dove visse fino alla morte. Qui Marie fu protagonista della fondazione di un convento a Quebec. Intanto aveva scritto, nel 1654, una sua autobiografia spirituale.
Maria Sibylla Merian era un'Europea. Questa donna fece esperienza del Nuovo Mondo in una colonia Olandese abitata da indigeni e schiavi africani. Proveniva da una famiglia di pittori e aveva sposato un altro pittore, diventando anch'essa un'apprezzata pittrice. Nella sua vita ci fu una prima svolta quando abbandonò il marito e staccandosi
dall'originaria fedeluterana, si ritirò con la madre e le figlie in una comunità spiritualistica, ma dopo 6 anni infastidita dal fanatismo si trasferì ad Amsterdam dove visse e lavorò con successo a contatto con altri pittori fino alla morte. Il tema centrale del libro è l'incontro di culture. L'orizzonte di Gikl sembra più chiuso nello spazio fisico e sociale dell'emarginazione degli ebrei. Le altre due vite aprono, invece, una finestra immensa sul mondo con due originali interpretazioni femminili. Nei due brevi capitoli che inquadrano le autobiografie la Davis riunisce le tre donne che vissero distanti nella realtà. Nel prologo l'autrice inscena con un'esplicita invenzione letteraria, un dialogo immaginario a quattro che è un espediente efficace per introdurre il lettore alla familiarità con 3 persone e 3 esistenze lontane dalla sua esperienza di vita e cultura. Per saperne di più: la storia delledonne con personalità eccezionali, ma anche quella di donne comuni è diventata un filone molto importante dell'od