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Economia commerciale e economia di condivisione

In questa seconda parte si parlerà di economia commerciale, economia di condivisione e la miscela fra le due detta ibrido.

Un'economia è una pratica di scambio di un "qualcosa" che può avere un valore tangibile economico: denaro, ore di lavoro. Oppure un valore intangibile e privo di valore economico ordinario: amicizia, oppure l'aiuto che si dà ad un vicino di casa che ha una gomma bucata. In entrambi i casi lo scambio si verifica all'interno di un'economia.

Per economia commerciale si intende un'economia in cui il denaro o il "prezzo" costituisce una condizione fondamentale degli scambi comuni o normali, lo scambio è definito in termini di prezzo.

Mentre l'economia di condivisione è diversa, di tutte le condizioni che possono regolare lo scambio l'unica inappropriata è il denaro. Potete chiedere a un amico che passi più tempo con voi e il rapporto rimane di amicizia, se gli chiedete di

Pagarvi in cambio del tempo che passate con lui il rapporto non è più di amicizia. In internet l'economia commerciale ha molto successo, in particolare vengono descritti 3 casi:

  1. Netflix: nel 1976 l'industria cinematografica statunitense dichiarò guerra alla tecnologia del videoregistratore, progettato allo scopo di registrare i programmi televisivi e film in gran parte coperti da diritti d'autore senza chiedere l'autorizzazione a chi deteneva il diritto. Disney ed Universal ritenevano che il videoregistratore fosse uno strumento per commettere un crimine e fecero causa ma la corte suprema, con una maggioranza risicata, decretò che il videoregistratore non fosse illegale perché, pur potendo essere usato per violare la legge, consentiva un uso anche legittimo giustificando la dottrina del fair use (= uso corretto, stabilisce la lecita citazione non autorizzata o l'incorporazione di materiale protetto da copyright nell'opera di

altro autore sotto alcune condizioni. Gli usi consentiti sono a titolo esemplificativo, ai fini di critica, di insegnamento, commento, informazione giornalistica, ricerca) Nei 30 anni passati da quando Hollywood perse la causa si è capito chiaramente quanto sia stata fortunata a perderla, in quanto il fatturato generato attraverso la vendita e il noleggio dei video superò ampiamente quello registrato dall'industria cinematografica nelle sale. Blockbuster video è uno dei motivi per cui la sconfitta nella guerra ai videoregistratori ha rappresentato una vittoria per Hollywood.

Nel 1997 Reed Hastings ebbe un'idea migliore per l'erogazione di video ai consumatori e lanciò uno dei casi di maggior successo della rete, ovvero Netflix. I clienti pagavano al sito una quota fissa mensile, in cambio avevano diritto di noleggiare dvd dei loro film preferiti, quei dvd venivano spediti per posta. Netflix ha cambiato radicalmente il mercato del

videonoleggio.

2) Amazon: altro caso di successo, Fondato nel 1994 con il nome di Cadabra.com e lanciato nel 1995 come Amazon da Jeff Bezos, ovvero un negozio on line di libri, che permetteva ai suoi clienti di esplorare tramite il sito un vasto catalogo di libri in vendita.

3) Google: è il caso di successo più famoso di internet, azienda fondata c/o la Stanford University da due studenti nel 1998, ha migliorato l'efficacia delle ricerche online. I primi algoritmi usati da Google ordinavano i risultati sulla base di link indirizzati ai siti emersi dalla ricerca, un processo chiamato PageRank dove Page non fa riferimento alla pagina ma al cognome del suo cofondatore Larry Page. Se molti siti web contenevano link a un determinato sito, esso otteneva una posizione più alta nell'elenco dei risultati rispetto a quelli meno linkati. Pertanto Google si è basato sulla conoscenza rivelata dal web per restituire alla rete un prodotto di straordinario valore.

Google ha uno straordinario database di conoscenza relativa a ciò che l'agente desidera, ogni clic che effettuate nell'universo di Google arricchisce questo database, ad ogni clic Google diventa più intelligente. Questi 3 casi rivelano 3 principi fondamentali per aver successo nell'economia digitale: 1) La coda lunga: Concetto formalizzato nel 2005 da Chris Anderson. Il principio della coda lunga afferma che via via che il costo dell'inventario diminuisce, la gamma efficiente dell'inventario si amplia. Quando poi il costo si riduce a zero, l'inventario efficiente aumenta all'infinito. Cioè meno costa a tenere a magazzino un determinato libro o dvd, più libri o dvd una determinata azienda può tenere a magazzino profittevolmente. Così Amazon può offrire ai suoi clienti più libri di qualunque altro negozio in quanto può conservarli in diversi magazzini sparsi per tutti gli USA. E soprattuttounagrossa fetta dei profitti dell'azienda deriva dai titoli che non sono disponibili in nessun altro punto vendita. La dinamica della coda lunga beneficia le persone che si occupano di una nicchia. Oggi abbiamo a disposizione una gamma eterogenea di film e libri come mai prima d'ora nella storia della cultura. Robert Young, per far concorrenza ad Amazon, creò Lulu creando un piccolo mercato di nicchia dove autori scartati da vari editori venivano messi in condizione di esprimere la propria creatività. In questo caso, la coda lunga dà la parola a una gamma più ampia di persone. Qualunque cosa dicano, è un fatto molto positivo. Parlare insegna molte cose a chi parla, anche se sta solo facendo rumore. 2) Piccolo Fratello: Preso da solo, però il principio della coda lunga non basta a spiegare il successo di Amazon, Netflix e Google. Non basta che i prodotti siano semplicemente disponibili. Deve esserci anche un modo efficiente per farli conoscere e raggiungere il pubblico interessato.

incontrare i prodotti ai clienti, questo è il caso del Piccolo Fratello, spiando ogni mossa dell'utente si apprende ciò che l'utente desidera, dopodiché, sulla base di ciò che ha imparato, propone e raccomanda nuovi prodotti. Tutti e 3 i casi alimentano il piccolo fratello ma forse nessuno lo fa a 360° gradi come Google... la nostra ricerca è un dono che facciamo all'azienda, oltre ad avere un valore per noi, l'azienda ci eroga un prodotto e mentre lo dà apprende qualcosa su di noi. (Principio descritto da Dan Bricklin in The Cornucopia of the Commons)

3) Legoizzata: le funzionalità vengono legoizzate cioè trasformate in un mattoncino che altri possono aggiungere al proprio sito web o al proprio business. Sia da un punto di vista tecnologico le funzionalità legoizzate pertanto alla Democratizzazione nel senso di accesso alle risorse, il diritto ad innovare è stato reso più democratico.

economie spesse invece sono basate su una motivazione altruistica, in cui il desiderio di aiutare gli altri è indipendente dal vantaggio personale. Le economie di condivisione sono alimentate dalla fiducia e dalla reciproca collaborazione tra i partecipanti. Questo tipo di economia si basa sulla condivisione di risorse, conoscenze e competenze, creando un ambiente in cui tutti possono beneficiare. La condivisione può avvenire in diversi settori, come ad esempio il car sharing, il bike sharing, lo scambio di abitazioni o la condivisione di competenze professionali. Queste pratiche permettono di ottimizzare l'utilizzo delle risorse e di ridurre gli sprechi. Inoltre, le economie di condivisione favoriscono la creazione di comunità più forti e coese, in cui le persone si sentono parte di qualcosa di più grande e si impegnano a contribuire al bene comune. In conclusione, le economie di condivisione rappresentano una fonte di valore sorprendente e alternativa all'economia commerciale tradizionale. Questo modello economico basato sulla fiducia e sulla collaborazione può portare a una maggiore sostenibilità e a una migliore qualità della vita per tutti.motivazioni riguardano noi stessi. Pensate alla Borsa, nella principale piazza finanziaria la gente condivide una serie di informazioni, ma non lo fa per aiutare il mercato, lo fa per averne un profitto. Pensate al servizio Voice Over Ip chiamato Skype, tramite quest'applicazione possiamo effettuare chiamate gratuite ad altri utenti internet, Skype però è studiato per condividere le risorse dei computer connessi, quando tenete aperto Skype esso utilizza il vostro computer per far funzionare meglio il suo network promuovendo la causa di Skype e non quella di effettuare le chiamate a basso prezzo. Pensate, infine, al network di Instant Messaging (IM) di AOL, il valore di questo network aumenta a vantaggio di tutti, questa è una conseguenza dell'effetto network: più persone vi si affiliano, più valore acquisisce tale risorsa per tutti quanti. Per esempio ogni volta che qualcuno in Cina si sforza di imparare l'inglese, tutti quelli che.

parlano inglese sono avvantaggiati, però la gente si unisce al movimento non perché è un movimento ma perché riceve in cambio ciò che desidera. Tutto ciò riguarda la condivisione sottile, egoistica. Mentre un'economia di condivisione spessa vede motivazioni più complesse, immaginiamo un padre che dedichi le mattine della domenica a impartire lezioni sulla Bibbia c/o la sua parrocchia... la motivazione è in parte riferita a lui ma in parte è mirata al miglioramento della sua comunità religiosa, ovvero una motivazione altruistica. Nelle economie di condivisione su internet i membri danno qualcosa gli uni agli altri. Prendiamo il caso di Wikipedia, avviato nel 2001 grazie a Jimmy Wales e Sanger, un wiki è una piattaforma che consente a chiunque di scrivere o modificare i contenuti all'interno di un ambiente condiviso. Wikipedia non è solo un software è anche un set di norme, la licenza

è copyleft (nata da un’idea di Stallman).

Wikipedia è il caso più azzeccato di economia di condivisione, le persone che vicontribuiscono non sono motivate dai soldi ma dal divertimento o dalla gioia chetraggono da ciò che fanno, trarre gioia dalle loro attività perché ciò che fanno è divalore per la società, altri lo fanno per altri motivi, ma indipendentemente dallaragione esiste un’enciclopedia gratuita che ogni giorno riceve più attenzione di tuttele altre enciclopedie della storia messe insieme.

Oltre Wikipedia abbiamo altri esempi:

  • Gnu Project lanciato nel 1983 da Stallman
  • Linux di Linus Torvalds
  • Ecc…

Abbiamo detto che l’economia di condivisione non è centrata sul denaro, qualsiasisia la motivazione per cui le persone condividano, il denaro non viene menzionato,allora perché lo fanno? Che cosa ne ricavano?Tali interrogativi sono stati studiati nel contesto del free software.

E dell'open source, cerca di dare una spiegazione Dan Bricklin nel suo Cor

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A.A. 2012-2013
11 pagine
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SSD Scienze matematiche e informatiche INF/01 Informatica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Sara F di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Informatica generale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bologna o del prof Tura Francesco.