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Il diritto dell'era digitale
Deterritorializzazione
Carattere aterittoriale della rete
La dottrina usa l'espressione cyberspazio. C'è chi definisce lo spazio telematico un non-luogo, poiché possiamo chiamare luogo solo ciò che appartiene alla terra, al mare e all'aria. Il regolamento ricorre all'espressione "spazio cibernetico" per individuare "l'insieme delle infrastrutture informatiche interconnesse, comprensivo di hardware, software, dati e utenti, nonché delle relazioni logiche, comunque stabilite, tra essi".
Agli inizi, la rete è apparsa "aterritoriale": da una parte perché sganciata dai diritti territoriali propri degli Stati; dall'altra parte perché produttrice di un diritto proprio applicabile al cyberspazio.
Internet fattore e prodotto della globalizzazione
Su un piano più generale si sta assistendo a una moltitudine di processi decentrati di produzione
giuridica in vari settori della società civile mondiale e in modo indipendente dagli Stati-Nazione si parla di globalizzazione del diritto. L'effetto di tale fenomeno è la nascita o lo sviluppo di diversi ordinamenti, indipendenti da quelli statali, variamente intrecciati tra loro, che regolano differenti settori della vita sociale a livello transnazionale. Sono ordinamenti venuti ad esistenza non per mezzo di formali atti statali ma tramite atti di autovalidazione. Per descrivere la realtà giuridica si deve far ricorso a un modello pluralistico, che ammetta la convivenza, su un piano di parità, di sistemi giuridici separati.
Alcuni effetti della deterritorializzazione:
- Crisi della nozione di sovranità
- Lo Stato sembra non in grado di assicurare l'esercizio della sovranità rispetto alle attività poste in essere sulla rete.
- Per altro verso è difficile assicurare l'enforcement delle regole statuali. Parlando del commercio
Nel mondo elettronico si è segnalata la facilità con la quale si può aggirare il divieto di vendita di alcuni beni posto in determinati paesi, semplicemente rivolgendosi a siti localizzati in paesi più tolleranti. Proprio questa è la ragione che induce alcuni Stati a indire ai propri cittadini la possibilità di collegarsi a siti web di paesi ritenuti culturalmente eterodossi e non affidabili.
Territorio v. "status"
La dinamica della rete accredita l'idea di un diritto basato sulla qualità dei soggetti, sul loro status. In particolare il soggetto appare vincolato a determinate regole perché fa parte di una comunità virtuale e, quindi, indipendentemente dal luogo fisico sul quale si trova a operare nel mondo.
Il modello più adatto per il governo della rete43
Occorre individuare tanto i soggetti più idonei a porre le norme, quanto le tipologie di norme più efficaci.
“riterritorializzazione” e una sovranità digitale? Mark Zuckerberg ha sostenuto che Internet ha bisogno di nuove regole e chiede ai legislatori/regolatori di farsi carico del problema. In particolare egli indica 4 temi sui quali intervenire con urgenza:
- I c.d. “contenuti dannosi” occorre definire cosa bisogna considerare e stabilire come intervenire per contrastare tali fenomeni;
- La propaganda elettorale la pubblicità sui social può essere utilizzata addirittura per manipolare il voto delle persone con effetti perversi facilmente intuibili. Di qui la necessità di regolamentare la comunicazione elettorale online;
- La privacy auspica che siano estesi a tutto il mondo i principi in materia di privacy sanciti dall’Unione europea;
- La portabilità dei dati occorrerebbe garantire a ogni persona che ha fornito dati a determinati soggetti di poterli trasmettere ad altri soggetti senza che vengano frapposti ostacoli.
ostacoli. Significativa è anche l'implicita dichiarazione di resa del titolare del principale social network del pianeta. Zuckerberg afferma di aver provato a definire cosa sia incitamento all'odio, a combattere gli avvisi elettoralisubdoli e illeciti, anche confrontandosi con giuristi di vaglia. In sintesi egli sembra dirci tre cose: gli utenti della rete non sono in grado di governarsi da soli; i grandi player della rete non sono in grado di dettare le regole e non è neanche giusto che lo facciano; la palla deve tornare a chi è istituzionalmente chiamato a regolare i rapporti tra le persone: gli Stati. Accanto a queste prese di posizione, si registra il decollo della nozione di sovranità digitale.
Destatualizzazione. L'era digitale ridimensiona il modello che vede nello Stato il principale soggetto abilitato a porre le regole. L'approccio sovranazionale: l'esempio della convenzione sul "cybercrime". Alcuni sostengono che
occorre guardare agli strumenti del diritto internazionale per apprestare una disciplina di tali attività. Indicativa di siffatto approccio può essere la convenzione sul Cybercrime [Budapest, 23 novembre 2011] è il primo trattato internazionale sui reati commessi via Internet o altre reti di computer e si occupa principalmente di violazione del copyright, frodi telematiche, pedofilia, attentati all'integrità delle reti. L'obiettivo principale è perseguire una politica criminale comune finalizzata alla protezione contro il cybercrime, adottando una legislazione appropriata e favorendo la cooperazione internazionale. L'autoregolamentazione Spesso si ha la tendenza a fare assegnamento sui codici di autoregolamentazione; a volte l'indicazione di privilegiare siffatto approccio è contenuta in atti di provenienza statale o comunitaria. Nel nostro paese si può annoverare il codice di deontologia e buona condotta per i servizi.telematicidell’Associazione per la convergenza sui servizi di comunicazione (Anfov).Il codice Anfov persegue la finalità di favorire la liceità e la correttezza dei comportamenti da parte di coloroche operano a vario titolo nel settore della fornitura dei servizi telematici e che beneficiano dei medesimiservizi, in una prospettiva di equilibrato bilanciamento tra reciproci diritti e doveri e le connesse sfere diresponsabilità.Il codice persegue la finalità di offrire a chiunque la possibilità di un intervento tempestivo contro gli abusi,in particolare nel caso di diffusione di contenuti illegali o nocivi, specie nei casi in cui il caratteretransnazionale delle comunicazioni renda problematica l’applicazione delle leggi dei paesi interessati.Il 31 Maggio 2016 la Commissione europea ha presentato un codice di condotta con un elenco di impegniper combattere la diffusione dell’illecito incitamento all’odio online in Europa. Tra
Gli impegni assunti dalle aziende informatiche c'è quello di predisporre procedure chiare ed efficaci per esaminare le segnalazioni riguardanti forme illegali di incitamento all'odio nei servizi da loro offerti, in modo da poter rimuovere tali contenuti o disabilitarne l'accesso.
La tutela dei minori in Internet è lo scopo di un'iniziativa di autoregolamentazione posta in essere dalla ICT Coalition alla quale partecipano molti operatori del settore delle comunicazioni a livello europeo ed extraeuropeo.
Il dibattito internazionale sul governo della rete
La governance di Internet è sempre più al centro del dibattito internazionale.
L'ONU ha organizzato due summit che si sono svolti a Ginevra nell'autunno 2003 e Tunisi nell'autunno del 2005.
Durante l'incontro di Tunisi è stata enucleata la seguente definizione operativa: "la governance di Internet è lo sviluppo e l'applicazione da parte dei governi,
del settore privato e della società civile, nei loro rispetivi ruoli, di principi, norme, regole, procedure decisionali e programmi condivisi che determinano l'evoluzione e l'uso di Internet". Nella stessa occasione è stata istituzionalizzata la creazione dell'Internet Governance Forum al fine di allargare le discussioni sulle tematiche più salienti e scottanti della rete a tutti i potenziali gruppi di interesse, compresi i singoli individui. Esso è luogo di incontro multilaterale e aperto a tutti, nel quale discutere i principali temi relativi alla governance di Internet, ossia le regole, le procedure, le infrastrutture e i programmi che ne determinano il funzionamento e l'evoluzione. La comunicazione della Commissione al Parlamento Europeo, al Comitato economico e sociale europeo e al comitato delle regioni, dal titolo "Governance e politica di Internet" pone le basi di una visione europea comune per la governance di Internet: chedifenda e promuova i diritti fondamentali e i valori democratici;
che promuova l'idea di una rete unica non frammentata, soggetta alle stesse leggi e alle stesse norme che si applicano in altri settori della vita quotidiana, in cui i singoli possano godere dei propri diritti e farli valere in giudizio qualora siano violati;
basata su un modello che sia realmente multipartecipativo.
Un approccio basato sui principi
La Commissione è favorevole alla definizione di una serie coerente di principi di governance di Internet, nel rispetto dei diritti fondamentali e dei valori democratici, insieme a tutte le parti interessate e favorirà le discussioni tra queste ultime, anche attraverso piattaforme multipartecipative e il gruppo di alto livello sulla governance di Internet.
Un quadro di governance cooperativa
La Commissione si impegnerà insieme alle parti interessate a:
- rafforzare il Forum sulla governance di Internet;
- definire il ruolo delle autorità pubbliche