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Carboplatino e Oxaliplatino
Il CIS-PLATINO viene utilizzato per trattare tumori dell'utero, vescica, vie biliari, polmone e stomaco. Una complicanza associata a questo farmaco è la mielotossicità, ed è necessaria un'iper-idratazione durante la somministrazione a causa dell'alto rischio di nefrotossicità. È importante valutare la capacità contrattile del cuore prima di somministrare il farmaco per evitare il rischio di scompenso cardiaco.
Un altro effetto collaterale del CIS-PLATINO è l'ototossicità, che può causare una diminuzione dell'udito. Inoltre, può verificarsi un'importante emesi (vomito), per cui è necessario utilizzare terapie antiemetiche come la metoclopramide. Gli inibitori 5-HT3 sono farmaci che bloccano il processo antiemetico, controllando anche l'emesi centrale (per metastasi).
encefaliche) e sonofarmaci come il PALONOSETRON più DESAMETASONE 16 mg a cui può essere aggiunto l'APREPITANT, che è un inibitore di NK1. Questi tre farmaci costituiscono la terapia antiemetica migliore. L'Ondansetron va somministrato a dosaggi controllati perché può causare un arresto cardiaco ed è quindi cardiotossico, a differenza del Palonosetron, che invece viene consigliato in quanto non cardiotossico. ✓ Si è pensato col tempo di sostituire il Cis-platino con un secondo farmaco della classe dei complessi di coordinazione del platino è il CARBOPLATINO che non presenta mielotossicità, nefrotossicità ma può causare reazioni allergiche. Si è creata una formula che in base ai livelli di creatina, all'età, al peso e all'altezza, viene calcolata la giusta dose il farmaco pe cui si è sicuri e viene applicata esclusivamente per il Carboplatino, mentre per il Cis-platino viÈ un dosaggio standardizzato. Non viene usato sempre il Craboplatino perché per alcune patologie non risulta equivalente al Cis-platino, quindi non viene usato tutte le volte. Spesso il Carboplatino viene associato al TAXOLO (che appartiene ai farmaci alcaloidi vegetali) per il trattamento dei tumori all'ovaio. Un terzo farmaco appartenente alla classe dei complessi di coordinazione del platino è l'Oxaliplatino, che viene quasi sempre abbinato con il 5-fluorouracile, che spesso viene abbinato anche all'acido folico in modo da aumentare gli effetti del 5-fluorouracile. Questo gruppo di farmaci prende il nome di FOLFOX (è chiamata così la terapia che comprende i 3 farmaci). Il 5-fluorouracile viene somministrato per via endovenosa centrale tramite PICC o PORT (è migliore il PORT per cui va attaccato un elastomero che viene infuso lentamente nelle 48h successive al day-hospital ed è preferibile perché ha un minor.rischio infettivo e minor rischio di trombosi). La particolarità del 5-fluorouracile è che può anche dare diarrea, cardiotossicità intesa come rischio aumentato di infarti in soggetti predisposti allacardiopatia ischemica dovuta anche ad uno spasmo coronarico. L'OXALIPLATINO ha un elevato rischio allergizzante che si può sviluppare anche dopo molte sedute per cui la somministrazione va fatta in meno di 3 ore. Un altro effetto collaterale è la neuropatia periferica, che si concretizza con un formicolio nel palmo delle mani e nella pianta del piede. Ciò è dovuto al contatto con oggetti freddi e si usano guanti o calze pesanti e non si può dare acqua fredda. Gli effetti collaterali possono anche manifestarsi dopo la dimissione del paziente o dopo molte sedute. Un vantaggio è che non è nefrotossico, né mielotossico e né emetizzante. Il trio del FOLFOX viene utilizzato per cancro al colon. OXALIPLATINO E5-FLUOROURACILE non fanno perdere capelli. Se però il paziente conquesto trattamento presenta dei capelli fragili vuol dire che avrà un deficit nellametabolizzazione dell'enzima DIIDRO-PIRAMIDIN-DEIDROGENASI e potrebbe manifestarereazioni mortali.
Lo XELOX (catecitabina) è un derivato del fluoro (folfox) e va somministrato per os e ilrischio è a scarsa aderenza alla cura perché i pazienti lo prendono autonomamente. Causauno sfaldamento delle mani e dei piedi e una fragilità della cute (accentuata col caldo), ilrimedio può essere una crema a base di urea al 20%.
ALCALOIDI VEGETALI: sono derivati dai PAXANI e sono:
✓ TAXOLO O PACLITAXEL, associato al carboplatino nel trattamento dei tumori all'ovaio maanche in associazione alle cicline per il trattamento del tumore alla mammella.
Va somministrato in un particolare deflussore dotato di un filtro che va passare lentamente ilfarmaco che ne filtra alcune particelle. Questo
deflussore non deve contenere PVC perché interagisce negativamente col farmaco e quindi va utilizzato un kit apposito per il Taxolo.
Gli effetti collaterali come nausea e vomito non sono molto rilevanti perché facendo una premedicazione con cortisone si previene l'emesi. È rilevante invece un abbassamento dei globuli bianchi, piastrine ed emoglobina e causare emopenia che può portare a shock, per cui si va a stimolare l'emopoiesi nel midollo osseo ma questa stimolazione può causare una piastrinopenia che può causare un'emorragia, per cui andrebbe fatta una trasfusione.
DOCETAXEL, è stato successivo al Taxolo ed è usato nei tumori della mammella, stomaco e prostata (in pazienti immunorefrattari). Il Docetaxel va pre-medicato con cortisone.
NOBPACLITAXEL, che si avvale di nanoparticelle di nanoalbumina che veicola il Nobpaclitaxel a cui si lega trasportandolo alla cellula neoplastica e il Nobpaclitaxel viene associato
alla GEMCITABINA, che non causa perdita di capelli, aumenta il peso e l'appetito, non dà eccessiva emesi e nefrotossicità. Il Nobpaclitaxel non dà allergia e il tempo di somministrazione è di circa 30 minuti. Si usa per tumori alla mammella (associato a Gemcitabina), pancreas e polmone.
CARBAXITAXEL, è il farmaco di ultima generazione utilizzato per tumori alla prostata e può dare mielotossicità.
ANTIBIOTICI ANTITUMORALI: come le ANTRACICLINE tra cui:
- EPIRUBICINA
- CAELYX (EPIRUBICINA LIPOSOMIALE), utilizza un liposoma legato all'Epirubicina e la veicola nelle cellule tumorali in maniera più sicura e selettiva ed è meno cardiotossico. Utilizzati in tumori rari e in alcune forme di sarcomi e miosarcomi.
- DOXORUBICINA o Andramicina, indicata nei trattamenti nel tumore della mammella in fase adiuvante dopo un a chirurgia radicale in associazione con Taxolo. Può colpire le cellule del muscolo cardiaco.
E può portare ad uno scompenso anche a distanza di anni. La somministrazione massima per tutta la vita di una persona è di 740 mg/m. Tra i farmaci ANTIBIOTICI ANTITUMORALI NON ANTRACICLINICI vi è la STREPTOZOTOCINA, usata nei tumori neuroendocrini e appartengono alla classe dei tumori rari (ovvero meno di 5 casi per 100 mila abitanti l'anno).
Le cellule a BERSAGLIO MOLECOLARE a differenza della chemioterapia, colpisce delle determinate cellule e non tutte.
I FARMACI PIÙ CARDIOTOSSICI SONO LE ANTRACICLINE usate nel trattamento del tumore della mammella.
ORMONI
Le patologie oncologiche ormoni-dipendenti legate all'eccessiva produzione di ormoni sono il tumore alla prostata (dato da un'eccessiva produzione di testosterone) e il tumore alla mammella, che insorge con un aumento di recettori estrogeni e progestinici.
Per cui una paziente con tumore alla mammella deve fare degli antiprogestinici e antiestrogeni per evitare che il tumore possa ripresentarsi.
Quanto questi antiormoni agiscono con un comportamento competitivo occupando il sito di legame. In pazienti superiori ai 50 anni e quindi in menopausa, bisogna fare solo la terapia antiestrogenica e antiprogestinica. Se invece la paziente è giovane bisogna fare sia antiestrogeni, antiprogestinici e LH-RH analoghi per cui la paziente non avrà più il ciclo ovarico e la capacità di riprodurre (in quanto estrogeni e progestinici sono prodotti dalle gonadi, dall'ipofisi e dagli accumuli di grasso (infatti l'obesità è un rischio per il tumore alla mammella) per cui si bloccheranno anche LH e RH).
Gli LH-RH analoghi più conosciuti sono:
- il TAMOXIFENE e viene fatto per 2 anni seguito da 3 anni di INIBITORI DELL'AROMATASI, tra cui:
- Exemestane
- Anastrozolo
- Letrozolo
Gli effetti collaterali del TAMOXIFENE sono:
- Aumento del rischio di trombosi
- Facilita l'ispessimento dell'endometrio
- Aumenta il rischio
- Drabrafenib
- Trametinib
- CETUXIMAB, ovvero un inibitore e antagonista del recettore del fattore di crescita epidermoide di tipo 1 (EGFR1). Agisce legandosi al
recettore al posto del fattore di crescita epidermoidale