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IMPOSTE SUL REDDITO
Introduzione
La liquidazione delle imposte è obbligatoria secondo l’art. 53 Costituzione secondo cui ognuno dovrebbe partecipare
alla spesa pubblica in misura alla sua capacità contributiva.
Imposte ≠ Tasse ≠ Contributi
I tributi si distinguono in:
Imposte contributi al funzionamento dello Stato a cui non è correlata una specifica controprestazione da
à
• parte della pubblica amministrazione (costi che lo Stato sostiene per la collettività). Le imposte possono essere:
Dirette: colpiscono direttamente determinate ricchezze (il fatto che esiste un reddito o un patrimonio
o legittima lo Stato a richiedere il pagamento del tributo) e per questo si dividono in:
Imposte sul reddito (IRES = imposta sui risultati d’esercizio, IRAP, IRPEF): conseguenza di una
§ ricchezza generata in un esercizio;
Imposte sul patrimonio (IMU): tassazione di una ricchezza accumulata.
§
Indirette: trovano applicazione solo nel momento in cui la ricchezza viene consumata (IVA)
o
Tasse tributi che vengono corrisposti a fronte di una controprestazione che la pubblica amministrazione
à
• esegue ad esclusivo favore di un soggetto (in questo caso l’impresa), es. passo carraio di fronte ad un cancello.
Contributi tributi che vengono corrisposti a fronte di una controprestazione da parte dello Stato non specifica
à
• a favore del soggetto (es. ticket per la tac).
Tempistiche di imposta
Le imposte si calcolano il 31/12 di ogni anno ma è impossibile che lo Stato aspetti fino alla fine dell’anno per ricevere i
pagamenti. Per questo motivo si pagano 2 acconti: il 16 del 6° e dell’11° mese dall’apertura del bilancio.
Poiché le imposte non sono state ancora liquidate gli acconti sono il 40% e il 60% delle imposte pagate l’anno
precedente.
Al 31/12 si liquidano le imposte e si misura la differenza tra quelle pagate e quelle dovute e si salda il debito (in regime
di crescita l’azienda avrà ogni anno un reddito imponibile superiore a quello dell’anno prima e quindi avrò un saldo
positivo ovvero un debito).
Il saldo delle imposte si paga il 16 del 6° mese dopo la chiusura dell’esercizio insieme all’acconto per l’anno in corso.
Esempio
Imposte anno X-1 = 200
Risultato anno X = 1000
Aliquota fiscale = 30%
Obiettivo: trovare quale valore iscrivere a bilancio nella scrittura imposte correnti a debiti tributari ovvero bisogna
trovare il reddito su cui calcolare il 27,5%.
Il problema di fondo del calcolo delle imposte è che esistono 2 normative diverse che regolano la stessa materia: la
normativa fiscale e la normativa civilistica.
La normativa fiscale è regolata dal TUIR (testo unico delle imposte sui redditi) mentre la seconda è regolata dal codice
civile.
L’esistenza di due norme comporta spesso la nascita di differenze nella valutazione del reddito su cui deve essere
calcolata l’imposta:
Codice civile si calcola il RAI (reddito ante imposte) derivante dalla sottrazione dai ricavi dei costi. Sul RAI calcolo il
à
27,5% (aliquota IRES) e trovo le imposte dovute.
TUIR si calcola il reddito imponibile che il 99% delle volte non è uguale al R.A.I.
à
Perché sono diversi?
Perché le due normative hanno due finalità diverse:
Codice civile ha come finalità la rappresentazione chiara, veritiera e corretta del risultato economico conseguito
à
dall’azienda con lo scopo di informare i terzi;
TUIR ha come finalità quello di far pagare più imposte possibili.
à
Un esempio della discrasia tra le due normative è il principio di prudenza: nel codice civile si impone di iscrivere a
bilancio le perdite anche se presunte e i ricavi solo se certi mentre nel TUIR il principio di prudenza non esiste, anzi si
dice il contrario (iscrivere le perdite solo se certe e i ricavi anche se presunti).
Come risolvo il problema?
Uso 2 contabilità;
• Uso la stessa contabilità allineando i due codici;
• Sistema misto parto dal RAI, inserisco delle variazioni e determino il reddito imponibile a cui applico il 27,5%
à
• e trovo le imposte (sistema usato in Italia).
Riassunto:
In prima approssimazione le imposte sul reddito sono il risultato di una semplice moltiplicazione: