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Il PUN e i suoi fattori di diminuzione
Negli ultimi anni il PUN, cioè il prezzo unico nazionale, è diminuito a causa di fattori concomitanti tra cui:
- maggior produzione da fonti rinnovabili a costo marginale nullo, cioè sono entrati più impianti eolici e fotovoltaici
- minor domanda di energia dovuta ad una diminuzione dei consumi a seguito della crisi economica del 2009
- minor domanda di energia dovuta agli autoconsumi
Come si osserva dal grafico, il consumo interno di energia elettrica è sempre aumentato fino al 2008 circa quando poi la domanda è diminuita, ad oggi non ci siamo ancora completamente ripresi.
Tutto questo ha portato ad una riduzione del prezzo unico nazionale e quindi, di conseguenza, alcuni centrali fossili meno efficienti sono uscite dal mercato. I gestori non le tengono accese perché non ne vale la pena.
L'andamento del fossile rappresenta l'andamento del PUN perché rinnovabile e autoconsumi non hanno costo marginale.
domanda è bassa può capitare che il PUN si azzera, in tal caso l'offerta a costomarginale nullo supera la domanda di energia tutti gli impianti fossili il funzionamento in quelle ore in cui il PUN è nullo hanno prodotto in perdita. Magari quella perdita e recuperata a fine giornata quando le fonti rinnovabili non producono più però ha comunque prodotto in perdita per quelle ore.
Mercati ambientali: Titoli di efficienza energetica (TEE)
I mercati ambientali sono nati nel 1999 e fanno parte del decreto Bersani.
Il secondo obiettivo della transizione energetica è l'efficienza energetica cioè abbassare la domanda di energia in maniera da garantire a parità di servizio un minor consumo di elettricità (esempio lampadina a incandescenza VS lampadina al led).
Il meccanismo che incentiva l'efficienza energetica è il titolo di efficienza energetica o certificati bianchi.
Ogni anno dal 2004 il ministero fissa gli
Obiettivi di efficienza energetica in termini di riduzione dei consumi finali rappresentano la domanda di mercato. Gli obiettivi di riduzione dei consumi sono ripartiti tra i principali distributori di energia elettrica e gas. Abbiamo obiettivi di riduzione dei consumi nel settore elettrico e nel settore del gas. Quindi i certificati bianchi sono stati ripartiti tra i vari distributori che devono fare interventi di efficienza energetica per risparmiare TEP (unità di misura). Ogni TEP è un certificato bianco e se un distributore non riesce a raggiungere il numero di TEP richiesto, la quota mancante deve essere presa sul mercato dei titoli di efficienza energetica. Tutto questo ha la finalità di incentivare l'installazione di apparecchiature efficienti per ridurre il consumo dell'utente finale a parità di servizio. I soggetti obbligati, cioè quelli che devono obbligatoriamente presentare un certo numero di certificati bianchi all'anno,
Sono i distributori di energia elettrica e gas che negli anni precedenti hanno avuto almeno 50mila clienti sulla rete di distribuzione. A questi soggetti il ministero assegna degli obiettivi in termini di TEP. La somma di tutti i TEP assegnati a tutte le varie aziende è l'obiettivo che si è posto il governo per i prossimi 2/3 anni.
Il proprietario per soddisfare la richiesta di TEP può fare interventi di efficienza energetica oppure, nel caso del mancato raggiungimento del totale dei TEP, può comprare la quota mancante sul mercato sulla piattaforma del gestore mercati energetici (questo mercato è organizzato e gestito dal gestore dei mercati energetici GME). Se vado in surplus di TEP posso venderli.
Oltre ai soggetti obbligati ci sono altri soggetti che fanno efficienza energetica, anche se non obbligati, per il loro business model rivendono i certificati bianchi (cioè i TEP). Tra questi troviamo sicuramente quelli che hanno meno di 50mila clienti.
clienti oppure la ESCO (Energyservice company) o SGE (acronimo italiano) cioè le società che gestiscono gli impianti dentro gli ospedali, le scuole, le università,... Ovviamente il mercato dei TEP deve essere trasparente il prezzo è noto e uguale per tutti. Oltre al mercato in questione il soggetto obbligato può ricorrere anche a contratti bilaterali con le singole aziende che vendono i TEP accordo tra privati. Tuttavia, questi accordi devono essere comunicati al gestore mercati energetici che tiene traccia di tutte le transazioni e di tutti gli accordi. Un altro soggetto che può partecipare al mercato è l'energy management (EGE) cioè esperti in gestione energia. Esempi di interventi di efficienza energetica: cambio lampadine, affianco inverter al motore elettrico, metto caldaia a condensazione (per il gas), metto generatore di vapore ad alta efficienza (per il gas), metto cogeneratore (sia per
gas che per energia elettrica) – Oltre ai certificati bianchi per la riduzione dei consumi finali energia e per il gas ci sono altri due tipi. Le tipologie sono le seguenti: - tipo I TEP per la riduzione dei consumi finali di energia elettrica - tipo II TEP per la riduzione dei consumi di gas naturale - tipo III TEP per il risparmio di forme di energia primaria diverse dall'elettricità e dal gas naturale non realizzati nel settore dei trasporti (ad esempio fanno risparmiare energia fossile ma non nel settore dei trasporti) - tipo IV TEP per il risparmio di forme di energia primaria diverse dall'elettricità e dal gas naturale realizzati nel settore dei trasporti (ad esempio fanno risparmiare benzina e diesel) 2° parte GENERAZIONE DISTRIBUITA Per generazione distribuita si intendono tutti gli impianti connessi al sistema di distribuzione, indipendentemente dalla taglia. Non c'è un trasformatore che mitrasforma l'energia in altatensione per trasportarla sul sistema elettrico ma è una generazione che viene gestita al di sotto della cabina primaria viene gestita e autoconsumata all'interno della rete di distribuzione.
In altre parole, la generazione distribuita (GD) produce energia elettrica dove questa viene consumata cioè in prossimità degli utilizzatori finali è il sistema più vicino all'utente finale cioè quello che va dalla cabina primaria alle utenze finali.
Tuttavia, la generazione distribuita non è un'alternativa alla generazione centralizzata bensì è complementare.
Esempi di generazione distribuita possono essere gli impianti fotovoltaici, il microeolico e gli impianti di cogenerazione.
La GE è interessante perché:
- Situandosi in prossimità delle utenze finali permette di ridurre le perdite di trasporto di energia (in un anno queste perdite sono circa del 6%)
- Fornisce
(mini-hydro)→ Rinnovabile programmabile (biomassa, biogas)→ Fossile (gas naturale, syngas)→ Altro (RSU)
La generazione distribuita riguarda sia la generazione in prossimità dell’utenza (pannello solare sul campo) che gli autoconsumi (pannello solare sopra il tetto) all'interno dell' utenza.
La differenza tra i due sta nel fatto che se passa una nuvola sopra al tetto, avrò una variazione di domanda sulla rete elettrica, in quanto quell’abitazione prenderà dalla rete la quantità di energia necessaria a sopperire la mancata produzione del fotovoltaico.
Se, invece, passa una nuvola sopra al campo c’è una variazione di produzione elettrica sulla rete.
La rete riesce a gestire meglio la variazione dei consumi piuttosto che la variazione della produzione.
Carico totale e carico di mercato
La differenza tra i due sta negli autoconsumi→Contatori di produzione servono per monitorare le produzioni per autoconsumo.
Tutti gli
Impianti di produzione elettrica (compresi quelli di cog) devono registrarsi presso GAUDI (Gestione dell' anagrafica unica degli impianti di produzione di energia elettrica - predisposta da Terna). Tutto questo sempre per migliorare la previsione dei consumi, infatti la domanda di energia elettrica reale è maggiore di quella del mercato perché ci sono autoconsumi.
Quando parliamo di generazione distribuita parliamo fondamentalmente di due cose cioè della rete e dell'utenza.
RETE ELETTRICA: L'insieme delle reti elettriche è suddivisibile in due sottoinsiemi: le reti con obbligo di connessione di terzi (date in concessione a dei soggetti per un determinato periodo tale da permettere di effettuare degli investimenti sulla rete) e i sistemi di distribuzione chiusi (SDC).
Con il termine rete elettrica si intende un sistema elettrico a configurazione complessa che, per effetto dei rapporti intercorrenti tra i vari utenti del sistema, non può
Essere ricondotto a uno schema semplificato in cui ci sia un unico punto di connessione, un unico produttore di energia elettrica responsabile della gestione degli impianti di produzione connessi al già menzionato sistema e un unico cliente finale. Un tale sistema è pertanto riconducibile a uno schema in cui coesistono una pluralità di clienti finali e/o produttori di energia elettrica.
In altre parole, all'interno delle rete elettrica abbiamo più contatori che fanno riferimento a più clienti finali pluralità di consumatori e di produttori.
In una rete elettrica il trasporto di energia elettrica per la consegna ai clienti finali si configura come attività di trasmissione e/o distribuzione.
Considerando la definizione, la rete elettrica si differenzia dai sistemi semplici di produzione e consumo (SSPC) che, invece, sono riconducibili.