Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
SAID Orientalismo. L'immagine europea dell'Oriente
Il discorso di Balfour, con il suo stile didascalico/moralistico, aveva una motivazione ben precisa in quanto i membri del Parlamento mettevano in discussione la necessità dell'Inghilterra in Egitto e la presenza britannica in Egitto diventava sempre meno difendibile anche sul piano militare. Proprio per questo Balfour decise di fare quest'intervento per informare e rassicurare.
Nell'intervento di Balfour in Parlamento vengono sottolineati due grandi temi che sono la conoscenza ed il potere. Per Balfour conoscenza significa abbracciare intellettualmente una civiltà dalle origini attraverso l'apogeo fino al declino e secondo, la conoscenza significa anche come possedere il paese stesso, dominarlo, e quindi avere una piena autorità ed avere autorità significa negargli l'autonomia politica.
Si tratta di un paese orientale in quanto noi lo conosciamo adesso e può esistere solo.
inquanto conforme a tale conoscenza. A Balfur non interessano le discussioni sulla superiorità e l'inferiorità di uno o di un altro paese. Secondo lui il sapere britannico intorno all'Egitto e l'Egitto stesso, quindi nel suo discorso da per scontata la superiorità britannica. Secondo Balfur la Gran Bretagna non è in Egitto solo per il bene degli egiziani, anche se sostiene che loro siano lì per quello, ma sostanzialmente sostiene che sono in Egitto per il bene di tutta l'Europa. Questo discorso può essere considerato una cornice etica dopo di che si passò ai problemi pratici: l'Inghilterra conosce l'Egitto; l'Egitto è ciò che l'Inghilterra di esso conosce. Questo discorso è interessante soprattutto per il modo con cui egli interpreta la parte di una molteplicità di personaggi. Balfur parla anche a nome del mondo civile di tutto l'Occidente, non parla mai in modo
diretto a nome degli orientali anche se presume di sapere come la pensano, in quanto conosce la loro storia, deducendo che sicuramente se gli orientali potessero parlare, fermerebbero semplicemente quello che lui sostiene, cioè che si ritengono una razza subalterna a cui giova essere governata da una razza che la conosce e che sa ciò che per essa è bene, anche più di quanto lo sappia essa stessa. L'Egitto non era una semplice colonia; era la giustificazione dell'imperialismo occidentale durante la gestione dell'Egitto da parte dell'Inghilterra, ed il successo britannico in Egitto era dovuto ad un'amministrazione legata alle concezioni generali espresse da Balfur ed alla gestione dei problemi della vita quotidiana legati a Cromer. La concezione di fondo era chiara, precisa e facile da afferrare: ci sono gli occidentali e ci sono gli orientali e gli occidentali dominano, gli orientali devono essere dominati; il che significa di solito vedere occupato ilProprio paese, rigidamente controllati gli affari interni alla propria vita, le proprie ricchezze messe a disposizione di un'altra potenza occidentale. Per Cromer gli orientali sono lontananze sottoposte e secondo lui la conoscenza delle razze sottoposte è ciò che rende il loro governo agevole, fruttuoso. La conoscenza crea il potere e più potere richiede maggiori conoscenze e così via. Cromer sosteneva che non vi potevano essere aspirazioni di tipo nazionalistico, aspirazioni che però erano ovvie nel popolo europeo. Ogni direzione rispetto a quella che era considerata la norma del comportamento orientale da parte di Cromer, era guardata come un'anomalia per cui il nazionalismo egiziano era un'idea interamente nuova una mala pianta nient'affatto indigena ma d'importazione. La netta separazione tra est e ovest che Balfour e Cromer consideravano tanto ovvia è in realtà il risultato di un processo che è durato secoli.
Vicontribuirono a tale processo di viaggi ed esplorazioni, commerci e campagne militare. Lerelazioni tra est e ovest furono influenzate in modo particolare da due fattori: la crescente esistematica conoscenza dell'oriente che si andava diffondendo in Europa e l'apposizione diforza e quindi di predominio dell'Europa nei confronti dell'oriente. L'oriente è considerato epercepito in Occidente come un partner debole a livello politico, culturale e persino religioso.L'orientale è irrazionale e decaduto o peggio degenerato, infantile e diverso. Nel linguaggio diBalfour e Cromer, l'orientale è dipinto come qualcuno da giudicare come se fosse in un'aula ditribunale da esaminare e descrivere come in un curriculum, da abituare a maggior disciplina.Possiamo definire l'orientalismo anche come un modo di conoscere l'oriente che pone ognicosa orientale in un'aula scolastica, in un tribunale, in una prigione, o in un manuale peranalizzare.Studiare, giudicare, ordinare o governare l'oriente. Balfour e Cromer poterono direciò che dissero perché esisteva già una tradizione orientalista antica nel secolo precedente che mise a loro disposizione vocaboli, immagini, figure retoriche di sicuro effetto. Il periodo di maggior espansione dell'orientalismo sia dal punto di vista istituzionale sia da quello della conoscenza scientifica e artistica del suo oggetto, coincide con il periodo di massima espansione europea e cioè tra il 1815 ed il 1914, periodo in cui i domini coloniali europei passarono da circa il 35 a circa l'85% delle terre emerse. I due continenti maggiormente colonizzati furono l'Asia e l'Africa e i due più grandi imperi furono quello britannico a quello francese, i quali erano dei partner ed alleati in alcune imprese mentre in altre erano decisamente dei rivali accaniti. Nelle scelte di colonizzazione tra monopolizzare e condividere si scelse la strada della condivisione.
Non era un tipo di condivisione solo per il governo dei territori e dei profitti che ne derivavano; la coabitazione si estese anche a quella forma di predominio dell'intellettuale chiamato orientalismo. L'orientalismo era anche considerato una specie di biblioteca o di archivio di informazioni; era quindi una famiglia di idee, idee che spiegavano il comportamento degli orientali, attribuiva loro una mentalità, un'eredità storica; permettevano quindi agli europei di considerare gli orientali come un fenomeno dotato di specifiche caratteristiche, quindi prevedibile ed analizzabile. Le idee dell'orientalismo influenzarono sia gli orientali sia gli occidentali. L'orientalismo va pensato anche con una serie di limiti e costrizione del pensiero, non solo come una dottrina puramente positiva. Nel 19° secolo divenne pratica comune dell'Inghilterra richiamare in patria il proprio amministratore di grado elevato, in India, all'età di cinquant'anni.
Questo significava che nessun orientale si sarebbe permesso di vedere invecchiare, decadere un'occidentale così come nessun orientale si sarebbe visto, attraverso la percezione della razza sottoposta, altrimenti che vigoroso lucido, il padrone di sé. La chiave di volta dei nuovi rapporti tra vicinooriente ed Europa è da ricercarsi nell'invasione napoleonica dell'Egitto del 1798. Con l'occupazione napoleonica dell'Egitto furono messi in moto processi che ancor oggi dominano le nostre prospettive politiche e culturali. Grazie alla campagna napoleonica, il corpus di conoscenze occidentali sull'oriente divenne più moderno, ed è questo il secondo aspetto dell'orientalismo nei secoli 19° al 20°, cioè dell'orientalismo moderno. Come molte altre scienze sociali e naturali, l'orientalismo aveva i propri paradigmi di ricerca, le proprie associazioni professionali. Il sapere orientalista ebbe grande.
La diffusione delle materie orientali in Europa ha avuto luogo parallelamente all'aumento del numero di docenti specializzati in queste discipline. Tuttavia, le attività di questi docenti sono state limitate a causa dell'orientalismo, che ha influenzato il modo di pensare sull'Oriente. Questi limiti erano basati su una visione politica della natura, che si basava sulla differenza tra ciò che era familiare (l'Europa, l'Occidente, "noi") e ciò che era sconosciuto (l'Oriente, l'est, "loro"). Nonostante l'Occidente avesse una maggiore libertà di movimento nell'esplorare la cultura dell'altro, doveva affrontare limitazioni linguistiche e interpretative che ne riducevano i risultati.
Ma come funziona l'orientalismo? C'è una contrapposizione tra il rappresentante locale della corona e l'autorità centrale di Londra.
L'autorità centrale può garantire l'armonioso funzionamento di tutte le parti del meccanismo e dovrebbe sforzarsi di essere a conoscenza di come è svolta l'azione di governo in ogni possedimento. Il centro del potere è quindi ad ovest. Le scelte degli uomini ben preparati, ricchezze materiali, conoscenze ed ogni altra risorsa da parte dell'autorità centrale, viene trasformato in un'ulteriore potenza. L'amministrazione del sapere da parte della società. Il fatto è che la conoscenza sia posta prima sotto il controllo di un tecnico legato prospettive locali, poi sotto quello di un'autorità centrale interprete degli interessi generali. Bisogna conoscere gli uomini ma dal punto di vista dell'arte di governarli. Cromer è attento alle differenze anziché alle proprietà universali, e proprio su una corretta valutazione delle prime, intende basare un'efficace azione di governo.metodo per conoscere quel particolare tipo umano che si vuole chiamare orientale è appunto l'orientalismo. Quando categorie come quelle di occidentale, d'orientale, sono nello stesso tempo il punto di partenza e quello di arrivo di analisi, ricerche, indirizzi politici, e la conseguenza è di solito una polarizzazione dell'esperienza (ciò che è occidentale diventa ancor più occidentale, ciò che orientale ancor più orientale), ed è reso più difficile l'incontro umano tra differenti culture, tradizioni e sistemi sociali. Kissinger mostra che vi sono due stili di politica estera (quello profetico e quello politico). Egli divide anche la realtà contemporanea in due: da una parte ai paesi sviluppati, dall'altra quelli in via di sviluppo. I primi, cioè l'Occidente, sono profondamente devoti all'idea che la realtà sia esterna all'osservatore, che la conoscenza consista nelraccogliere e classificare informazioni, il più accuratamente possibile. La prova è che la rivoluzione Newtoniana non ha avuto luogo nel terzo mondo. Kissinger sostiene che gli orientali siano