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CD3
Ontogenesi dei linfociti T. I precursori esprimono livelli alti di CD44, che è un homing receptor che
dirige le cellule al timo. Esprimono anche CD117 e IL-7, che promuovono la sopravvivenza e la
α β
crescita. In questo momento i geni e sono nella configurazione germinale e non sono
espressi. Nel timo le cellule sono ancora multipotenti ma la loro interazioni con il ligando Notch e
Delta-like sulle cellule epiteliali del timo avvia la specificazione. L'ulteriore differenziamento
richiede produzione di citochine come IL-7 e TNF-α da parte dello stroma del timo. Per
l'espressione di CD4 e CD8, prima sono tutti doppi negativi, poi tutti i doppi positivi e poi si
evolvono piccoli singoli positivi quiescenti per CD4 e CD8. Tutti acquisiscono anche CD3 che è un
co-recettore insieme a TCR.
Il timo è un organo linfoide primario che si sviluppa intorno all'ottava settimana e deriva da terza e
quarta tasca branchiale. Prima ha una struttura epiteliale ma poi è popolato da elementi linfoidi
che vengono dal fegato e dal midollo osseo. Le cellule sono dette timociti e costituiscono la
componente linfoide dell'organo. Dopo la pubertà va incontro a involuzione che lo porta a
diventare atrofico in vecchiaia. Esso ha due lobi, ciascuno avvolto da una capsula connettivale
fibrosa, da cui si staccano sepimenti che lo suddividono in lobuli . Ogni lobulo ha una zona
periferica detta corticale e una midollare più chiara. La prima è fatta di timociti, cellule epiteliali e
macrofagi; la seconda presenta timociti immaturi e corpuscoli di Hassal, fatti di cellule epiteliali
pavimentose che formano strutture concentriche e sono lo stadio di differenziamento finale
dell'epitelio midollare. Le arterie si dissolvono in plessi di capillari a livello della giunzione tra
corticale e midollare: i capillari della corticale sono rivestiti da endotelio continuo e sono
accompagnati da cellule epiteliali che fanno una barriera impermeabile dagli agenti immunogeni,
la barriera emato-timica; i capillari della midollare hanno invece endotelio fenestrato e i macrofagi
impediscono la diffusione di antigeni nella corticale, il cui epitelio interagisce con i linfociti ed è
responsabile del microambiente che contribuisce alla loro differenziazione.
Nella corticale dei lobuli timici avviene la maturazione antigene-indipendente dei linfociti T in
cellule immunocompetenti, mentre nella midollare si acquisiscono i marcatori di superficie CD3.
Anche qui i linfociti che possono aggredire gli antigeni self sono eliminati dal meccanismo di
tolleranza immunologica in cui un ruolo chiave è svolto dalle cellule epiteliali della midollare
timica. Per effetto del fattore di trascrizione AIRE, le cellule della midollare timica hanno molte
proteine che vengono presentate alle cellule di sviluppo e quelle che riconoscono vengono
eliminate. Quando lasciano la midollare e passano nel sangue, i linfociti T colonizzano le parti
T-dipendenti della milza, linfonodi, placche di Peyer e dell'ileo. Le aree timo-dipendenti sono
rappresentate dai manicotti linfoidi periarteriosi della polpa bianca della milza, dalla regione
paracorticale dei linfonodi e dalla regione di tessuto linfoide che è tra i follicoli linfatici delle
placche di Peyer e in altre zone di tessuto linfoide diffuso. Quando vengono in contatto con
l'antigene, sono stimolati alla risposta effettrice che può essere di tipo citolitico per i T citotossici o
stimolante per i linfociti B, macrofagi o sugli stessi T-citotossici da parte dei T-helper
Sistema HLA: è il sistema MHC dell'uomo ed è costituito da glicoproteine di membrana coinvolte
nei processi di difesa immunitaria cellulo-mediata. Comprende più di 100 geni con più di 500 alleli
per questo è molto raro che due individui siano del tutto istocompatibili.
- MHC di classe I hanno due catene polipeptidiche unite in modo non covalente, un'α
β
transmembrana che è ripiegata nella zona extracellulare in tre domini e una
β2 α α
extracellulare chiamata microglobulina. Il solco tra 1 e 2 accoglie i peptidi
estranei e li presenta ai linfociti T citotossici. Queste sono espresse da tutte le cellule
nucleate. I peptidi antigenici derivano solitamente da degradazione di proteine virali poi
trasferite sulla superficie cellulare. Quando una cellula T-citotossica riconosce un peptide
estraneo associato al MHC di classe I su una cellula self, la uccide - processo che coinvolge
TCR e il co-recettore CD8.
- Le MHC di classe II sono fatte di un eterodimero transmembrana con due domini di tipo Ig
e due N-terminali che legano l'antigene. Questi sono espressi da un numero limitato di tipi
cellulari e principalmente dalle cellule che presentano l'antigene, APC
APC sono cellule dendritiche con attività fagocitaria che appartengono al sistema dei
monociti-macrofagi e assumono un aspetto stellato. Quando catturano l'antigene migrano in aree
ricche di cellule e qui perdono sia la forma dendritica che i recettori, aumentando l’espressione di
MHC di classe II. Nel frattempo gli antigeni sono processati nei lisosomi. Negli organi linfoidi, MHC
di classe II con i peptidi estranei viene riconosciuto dalle cellule T-helper per mezzo di una sinapsi
immunologica in cui le membrane entrano in stretta interazione grazie anche a TCR, CD4 e CD3.
Dopo tale selezione si ha espansione del clone del T-helper. Anche i linfociti B possono agire come
APC potendo legare solo antigeni intatti e non frammenti come linfociti T. Dopo che il linfocita B
ha fagocitato l'antigene, può esporre i frammenti sulla membrana in associazione alle proteine
MHC di classe II così che T-helper possa riconoscerli. Il complesso molecolare che si forma
determina un’espansione clonale dei linfociti B grazie anche alla secrezione di citochine. Questa
espansione comporta trasformazione in plasmacellule e quindi secrezione di anticorpi. Il
dispositivo che richiede il consenso di tre tipi cellulari e vari segnali prima che avvenga l'attacco
anticorpale ha lo scopo di prevenire risposte immunitarie inappropriate che potrebbero provocare
gravi danni all'organismo.
Funzioni dei sottotipi di linfociti T
- T-citotossici: uccidono cellule self che hanno sulla loro membrana antigeni estranei
associati a molecole MHC di classe I, riconoscendoli mediante TCR e corecettore CD8. Il
contatto che si crea tra le due cellule si chiama sinapsi immunologica ed è alla base dei
meccanismi di uccisione apoptotica del bersaglio. Il linfocita rilascia perforina e proteasi
nella fessura della sinapsi e poi la perforina e una proteina omologa a un componente del
complemento si inseriscono nella membrana creando pori. Un esempio è il granzima B, che
attiva procaspasi e quindi apoptosi. Un altro strumento è il ligando di Fas che avvia la via
delle caspasi. Questi linfociti rappresentano dal 25 al 35% della popolazione linfocitaria T
- T-helper: riconoscono gli antigeni estranei legati al MHC di classe II sulla superficie di APC
quindi cellule dendritiche (T 1) o linfociti B (T 2). CD4 è anche un recettore per l' HIV. La
H H
loro risposta effettrice si basa sull' espansione clonale e attivazione di altre cellule grazie
alla secrezione di mediatori come interleuchine e citochine con effetto paracrino. Sono il
65-75% delle cellule T circolanti
- T-reg: partecipano alla tolleranza immunologica verso il self impedendo malattie
autoimmuni, ma anche alla tolleranza della mucosa intestinale verso batteri utili dell'ultimo
tratto dell'intestino. In gravidanza inducono tolleranza materna verso il feto. Esprimono
CD4 e CD25 e hanno fattore di trascrizione Foxp3, la cui mancanza genera IPEX, che è letale
γδ γ δ
- T : 2% dei linfociti T e hanno un TCR diverso perché ha una catena e una invece
α β.
di e Sono più presenti in alcuni epiteli come nella cute e hanno attività meno
selettiva in quanto riconoscono proteine antigeniche indipendentemente dall'intervento di
MHC
Tessuto linfoide: connettivo specializzato ricco di linfociti in cui vengono svolte le funzioni del
sistema immunitario. Organizzazione
: caratterizzato dalla presenza di cellule linfocitarie e di altre
cellule della serie bianca del sangue e da cellule del tessuto connettivo organizzate in una trama.
Essa è costituita da reticolo a maglie strette formato dalle fibre reticolari, argirofile, e da cellule
reticolari munite di prolungamenti. In queste maglie sono contenute le cellule. I linfociti possono
essere isolati oppure formare strutture addensate cioè i follicoli linfatici , che sono le unità
strutturali e funzionali del tessuto linfoide. Il follicolo linfatico è chiamato anche nodulo linfatico e
può misurare da decimi di mm a qualche mm. È fatto principalmente di linfociti B ma anche
T-helper. Vi sono follicoli primari e secondari, i primi hanno cellule B vergini, i secondi un centro
germinativo, più chiaro perché meno densamente popolato che contiene cellule B attivate. La
struttura permette l'instaurarsi di rapporti tra APC e linfociti di ogni sottotipo. Questi possono
essere in forma isolata a livello del tessuto linfoide diffuso, come nel caso delle tonsille, oppure
numerosi negli organi linfoidi secondari come milza e linfonodi.
Tessuto linfoide diffuso o MALT: si trova a livello della pelle - SALT- mucose bronchiali - BALT-
mucosa intestinale -GALT→ anello linfatico di Waldeyer, tonsilla palatina, linguale e faringea,
appendice vermiforme e placche di Peyer. Questi sono in posizioni strategiche per aggredire
patogeni nelle vie più probabili di accesso. I linfociti sono sparsi nella matrice connettivale o anche
tra le cellule degli epiteli, e in questo caso si assiste alla comparsa di modificazione delle cellule
epiteliali che assumono proprietà funzionali simili a quelle dotate di attività fagocitaria, un
esempio è quello delle cellule M.
Organi linfoidi periferici.
- Milza: organo linfoide e vascolare con funzioni immunologiche e di filtro. È interpo