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ALL'INVECCHIAMENTO
Si parla sempre di invecchiamento fisiologico, non patologico come deterioramento cognitivo, demenze o altro. • AFFETTIVITÀ è l'insieme di quei fenomeni affettivi (emozioni, sentimenti, passioni ecc) che caratterizzano le reazioni psichiche dell'individuo. È alla base della comunicazione umana e il suo sviluppo è una discriminante essenziale del benessere oppure del disadattamento patologico. In una visione dualistica, l'affettività è stata spesso considerata subordinata e contrapposta al pensiero cosciente. • EMOZIONE si intende uno stato esperienziale in cui il soggetto perde le coordinate spazio-temporali di significato che gli sono abituali. È un momento in cui si destabilizza la sincronizzazione tra cognizione ed affettività. Successivamente, può verificarsi una riorganizzazione dell'assetto mentale del soggetto che può ripristinare il precedente status.promozione di comportamenti adattivi. Le emozioni sono importanti meccanismi di sopravvivenza sviluppati per facilitare l'evitamento del pericolo e la promozione di comportamenti adattivi. Arriva uno stimolo, c'è una valutazione, si crea un determinato stato affettivo e si ha una risposta. Molto importante è la regolazione rispetto all'affettività e allo stato affettivo che si è creato nell'individuo rispetto allo stimolo. Le strutture neurali implicate nella valutazione dello stimolo, nella produzione dello stato affettivo e poi nella regolazione sono riassumibili in due differenti sistemi: - Sistema dorsale: DLPFC (corteccia prefrontale dorsolaterale), DMPFC (corteccia prefrontale dorso-mediale), corteccia cingolata anteriore dorsale per la regolazione dello stato affettivo. - Sistema ventrale: VLPFC (corteccia prefrontale ventro-laterale), OFC (corteccia orbito-frontale), corteccia cingolata anteriore ventrale per l'valutazione dello stimolo.produzione dello stato affettivo.Emotional aging
Nell'invecchiamento sono stati studiati alcuni fenomeni psicologici legati all'emozione, quali il senso di benessere e la depressione. Sono poche le ricerche che riguardano le manifestazioni fisiologiche, espressive e soggettive, delle specifiche emozioni. Le poche ricerche empiriche sull'emozione e l'invecchiamento rivelano un quadro più articolato di quello dato dallo stereotipo che le emozioni nell'adulto e nell'anziano sono stabili nel tempo, contrariamente a ciò che avviene nel giovane.
Anche nella seconda metà della vita le persone possono vivere cambiamenti importanti nel dominio delle emozioni. La plasticità della vita psichica, maggiore di quella fisica, permette che ci sia la possibilità di elaborare e di integrare i diversi sentimenti nei confronti degli altri e degli eventi che hanno assunto e che assumeranno un ruolo significativo nella propria produzione dello stato affettivo.
vita.Nell'anziano l'affettività cambia sia quantitativamente che qualitativamente (per esempio, maggiore espressività). Generalmente, l'attenzione della persona si concentra su tematiche circoscritte, come il proprio benessere fisico o la propria situazione economica, fenomeno definito come "tendenza all'egocentrismo". Questa tendenza nell'anziano non è classificabile come un difetto, bensì come una spontanea inclinazione naturale a prendersi più cura di sé in una fase della vita in cui ci sono minori risorse disponibili da sprecare. L'affettività nell'anziano riguarda, di solito:
- Nipoti: portano l'anziano ad una rinnovata paternità o maternità, che può vivere senza doversi accollare gli aspetti più onerosi, lasciandosi andare ad ascoltare senza limiti di tempo. Ciò rappresenta inoltre l'occasione per osservare e comprendere meglio le turbe
strategie usate. Gli anziani sono più propensi a regolare gli aspetti negativi in modo meno intenso. Con l'invecchiamento, ci sono delle strategie e delle priorità che vengono preferite dall'anziano nella regolazione delle emozioni. Rispetto ai più giovani, gli anziani prestano attenzione ad altri tipi di stimoli e regolano le proprie emozioni in maniera differente: nell'attenzione e nella memoria tendono a favorire gli stimoli positivi rispetto a quelli negativi. Inoltre, nonostante la compromissione dovuta all'età, sono più efficienti nell'ignorare gli stimoli negativi. Di conseguenza, con l'età la regolazione delle emozioni passa dalla soppressione piuttosto che dalla ruminazione o la rivalutazione, visibile con una maggiore attività prefrontale.
Il benessere nell'affettività non scompare invecchiando ma durante la vita si rafforza. Ci sono una serie di teorie che cercano di spiegare come si
Arrivi alla regolazione delle emozioni e possono essere divise in due categorie:
- Coinvolgimento continuo del soggetto al raggiungimento di determinati obiettivi
- Il non coinvolgimento rispetto ad obiettivi non raggiungibili
Queste due categorie proteggono il benessere affettivo del soggetto e possono cambiare in base al ruolo che assume il soggetto nella sua vita e la capacità di influenzare il proprio ambiente.
Dal momento che l'invecchiamento si associa spesso a problemi fisici e cognitivi, la domanda è come possa esserci questo livello di benessere affettivo.
La Teoria della selettività socio-emozionale è la teoria più valida per spiegare questo fenomeno. Essa sostiene che il mantenimento del benessere emotivo è spiegabile con il fatto che il soggetto ha delle aspettative limitate rispetto alla sua durata di vita. Aumentando l'età diminuisce il tempo da vivere, dunque l'anziano dà priorità ad aspetti
sociali che portano ottimizzazione immediata del benessere, piuttosto che aspetti che riguardano obiettivi a lungo termine, come avviene invece per il giovane adulto.
Altre teorie concettualizzano i cambiamenti emotivo-motivazionali come mezzi compensativi per adattarsi al declino dovuto all'età.
Teoria dell'integrazione dinamica: la diminuzione della capacità cognitive rende più difficile accettare e integrare i sentimenti negativi.
La teoria del controllo sulla durata della vita sostiene che le capacità di un individuo di controllare il proprio ambiente e di raggiungere un obiettivo diminuisca con l'età, perciò i soggetti anziani usano sempre più strategie di controllo secondarie (come la regolazione dell'emozione) e sono più portati ad adattarsi alla situazione piuttosto che a cambiarla.
La motivazione può cambiare in due modi:
- l'anziano può essere meno interessato a decisioni
ritenute poco importanti per raggiungere i propri obiettivi e si sforza di più per mantenere le emozioni positive, che diventano più importanti con il passare dell'età; - gli anziani possono sentirsi meno capaci a prendere buone decisioni, in quanto pensano che la loro compromissione cognitiva possa influenzare il processo decisionale. Come nascono le emozioni e come possono essere regolate Le emozioni nascono quando bisogna affrontare e valutare determinate situazioni, importanti per il raggiungimento dei propri obiettivi. Normalmente comportano un cambiamento nel modo in cui ci si sente, ci si esprime e nel cervello e nel corpo. Secondo il modello di Gross, ci sono cinque processi importanti per la regolazione delle emozioni, ognuno dei quali fa riferimento a un determinato stadio del ciclo di regolazione delle emozioni e porta a un profilo differente di risposta emozionale. In questo modello l'emozione può essere regolata in 5 momenti diversi: 1.- Selezione della situazione: scegliere le situazioni sulla base delle emozioni che esse possono produrre
- Modificazione della situazione: cambiare una situazione in modo da influenzare il proprio stato emotivo
- Spostare l'attenzione: porre attenzione a determinati aspetti della situazione o spostare l'attenzione su qualcosa di completamente diverso
- Cambiamenti cognitivi: cambiare la valutazione di una situazione per cambiare il significato che questa può avere alterando la risposta
- Modulazione della risposta: cambiamento dei sentimenti, del comportamento e della fisiologia nel momento in cui è stata scelta una determinata risposta
Sebbene tutti noi sperimentiamo e assistiamo a tutti i tipi di emozioni nel corso della nostra vita, differiamo notevolmente nella misura in cui ci prendiamo cura, elaboriamo e utilizziamo i propri affetti e quelli degli altri. È stato proposto il concetto di competenza emotiva (EC) o "intelligenza emotiva" (EI) o
“abilità emotive”. Si ritiene che gli individui con EC alta siano in grado di identificare le emozioni proprie e degli altri, esprimerle in modo socialmente accettabile, comprenderne cause e conseguenze, regolarle quando non sono appropriate per il contesto o i loro obiettivi e usarle per migliorare pensieri e azioni. Mentre gli individui con un basso EC hanno difficoltà a prendere in considerazione le informazioni che le emozioni trasmettono mentre, allo stesso tempo, ne sono comunemente sopraffatti. È in aperto il dibattito sul fatto che la competenza emotiva sia un’abilità oppure un tratto, una disposizione. A tal proposito, è stato proposto un modello tripartito dell’intelligenza emozionale:
- Conoscenza: cosa le persone sanno delle emozioni e come sanno affrontare situazioni pregne emotivamente
- Abilità: capacità di applicare la conoscenza emotiva ad una situazione pregna emotivamente e ad implementare una certa strategia,