vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
Marsiglia 1989-92; terminal 4 di Barajas 1997-2006, terminal 5 di Heatrow previsto per il
2016), edifici istituzionali (corte europea dei diritti dell’uomo, Strasburgo, 1989-95). Tra i
tanti edifici è da ricordare il Millennium Dome (Londra, 1999): una tensostruttura
realizzata per l’avvento del XXI secolo, che persegue quell’idea legata alla flessibilità e alla
trasparenza delle parti che concorrono alla costruzione dell’edificio, con l’aiuto della
tecnologia e non in nome di essa. La tecnologia in Foster, così come in Piano, aiuta
l’architetto, ne aumenta la fantasia e le possibilità, ma non è autonoma né facilita il
progetto.
Il Centre Pompidou rappresenta anche per Renzo Piano l’ingresso nell’architettura internazionale della corrente High Tech che però
rifiuta quest’etichetta e legge la componente tecnologica dei suoi lavori come utilizzo di materiali di quell’epoca, così come è
sempre stato nel corso dell’evoluzione. Piano è figlio di un in impresario edile, si forma al Politecnico di Milano e fa l’apprendistato
presso lo studio di Albini, cui segue una graduale ricerca su nuovi materiali e tecniche costruttive, come quelli plastici o le strutture
in tensione, che porterà alla realizzazione del Centre Pompidou. In
stretto collegamento col Centre realizza l’IRCAM (Istituto di Ricerca e
Coordinamento Acustico Musicale, 1973-77) che insieme a Rogers
inserisce sotto la piazza Saint Merri, creando un ambiente
completamente isolato dal rumore esterno grazie a delle soluzioni
guidate dal principio di flessibilità degli spazi e delle attrezzature
presenti. I misurati volumi con una doppia pelle di laterizio si integrano
nel contesto storico preesistente. Negli anni ’80 si conferma il piano
progettuale di Piano: utilizzare la tecnologia per risolvere al meglio le
problematiche di ogni edificio, senza però farne un uso formalistico. Ne
è esempio la De Menil Collection (Houston, 1981-83) in cui elabora un sistema di copertura a “foglie” di ferrocemento il cui
orientamento regolabile consente si sfruttare l’intensità della luce per illuminare lo spazio museale, senza tralasciare la
componente emotiva dell’opera. Nel 1981 nasce a Genova, sua città natale, il Renzo Piano Building Workshop (RPBW) con cui
ripropone l’atmosfera delle botteghe per la creazione delle sue opere, perché il RPBW è pensato come un laboratorio di esperienza
e ricerca nel quale si tenta una sintesi tra metodi del passato e metodi innovativi. Dalle varie sedi che nasceranno col tempo,
usciranno opere di allestimenti, come la Mostra di Calder (Torino, 1982), le strutture, come per l’opera di Luigi Nono Prometeo
(Venezia, 1984 un guscio di legno per utilizzare al meglio il suono), le infrastrutture, come le stazioni della metro di Genova
(1983), o altre strutture come quelle per gli eventi celebrativi del cinquecentenario della scoperta dell’America a Genova (1992).
Tra i tanti progetti spicca anche la ristrutturazione della fabbrica FIAT Lingotto (1983-95), in cui Piano riesce a trasformare la
fabbrica abbandonata in un centro polifunzionale senza alterare il valore architettonico dell’edificio di Mattè Tucco del 1915-22.
Piano in quest’opera interviene come progettista, urbanista, restauratore, tecnico impiantista, ottenendo un grande equilibrio e
una grande funzionalità. Le uniche aggiunte che fa sono la Bolla, la sala riunioni sul tetto, e lo Scrigno (2002), in cui c’è la
Fondazione Giovanni e Marella Agnelli. Altri interventi simili al Lingotto
possono essere la Cité Internationale a Lione (1986), uno dei primi
progetti in cui Piano utilizza il rivestimento in terracotta protetto da una
pelle di vetro, o la Ricostruzione di Postdamerplatz (Berlino, 1992-2002)
in cui cerca mira, dopo aver vinto un concorso insieme ad altri architetti
(Isozaki, Kollhoff, Moneo, Rogers, Lauber, etc.), a ridare a questa zona di
Berlino l’atmosfera di vitalità culturale che aveva nei primi anni del
Novecento, e per questo vengono inserite oltre a delle residenze molti
esercizi pubblici di svago. Nel 1988 Piano affronta anche il mega
progetto per la costruzione dell’Aeroporto di Osaka, Kansai Terminal:
progettato su un’isola artificiale lunga 2 Km si realizza la struttura dai
rigidi calcoli matematici, uniti all’uso di alte tecnologie, come i martinetti idraulici su cui poggiano i pilastri di fondazione, in grado di
adeguare la struttura agli assestamenti su cui l’isola artificiare sarà sottoposta. La forma dell’aeroporto rievoca un aliante, quasi a
contrappore la semplicità della vela e dell’ala con l’alta tecnologia. Altra capacità di Piano è il sapere adeguare il progetto al luogo
in cui viene costruito e ne è esempio il Centro della cultura Kanak a Noumea, in Nuova Caledonia (1991): Piano propone una serie di
edifici aperti uniti come fossero le tende di un villaggio indigeno, richiamo che si ritrova anche nella scelta dei materiali e nella
forma, mentre internamente queste “capanne” sfruttano la tecnologia per il risparmio energetico( come la climatizzazione
naturale) e per servire al meglio la loro funzione di spazio espositivo.
Altri progetti:
Parco della Musica (Roma, 1994-2002): scinde il progetto per
un edificio unico in 3 edifici dalla differente capienza la cui
forma ricorda casse armoniche in legno rivestite in laterizio e
racchiuse da grandi gusci coperti in lamine di piombo come le
antiche cupole della capitale. Le tre costruzioni convergono in
uno spazio creando anche un’area da spettacolo all’aperto,
trasmettendo continuità tra l’ambiente interno ed esterno
come nel Centre Pompidou.
Centro culturale e artistico Paul Klee (Berna, 1999-2005):
segue il profilo del luogo.
Sede del New York Times (New York, 2000-07): rappresenta la
totale concretizzazione del grattacielo trasparente.
Centro nazionale per la scienza e la tecnologia (Amsterdam, 1992-97)
Nuovo porto di Genova (1988-2001) con questo progetto Piano apre la città verso il mare spostando il porto lontano da
centro e costruendo una passeggiata lungo il mare con varie attrazioni turistiche, tra cui il famoso acquario.
Chiesa di Padre Pio (Petralcina, 1994-2004): è rivestita dalla pietra locale integrata con l’acciaio.
Aurora Place (Sydney, 1997-2000)
London Bridge Tower (aka Shard, 2009-2012)
Ampliamento Kimbell Art Museum di Kahn (Fort Worth, Texas, in costruzione): è esempio di costruzione su un’opera
preesistente moderna. (http://www.youtube.com/watch?v=_24gt_q8zss).
Norman foster
Norman Foster (1935) muove i suoi primi passi professionali dopo gli studi a Manchester,
città natia, e Yale. Lavora nella fervente Londra degli anni ’60 e fonda insieme al
compagno di studi a Yale Richard Rogers insieme alle rispettive mogli il Team 4, che
diventa famoso con la Reliance Controls (Swindon, 1967) in cui denunciano, oltre alle
scelte dei materiali metallici (costante di tutte le opere di Foster & Partners), il lato sociale
della sua architettura, incline alla trasparenza di ogni azione umana. Con lo scioglimento
del Team 4 nasce la Foster & Associates, che nel 1970 progetta la sede del Willis Faber &
Dumas a Ipswich, in cui Foster manifesta il ruolo da protagonista del rivestimento inteso
come una pelle trasparente che interagisce col contesto operando un gioco di visioni
differenti tra giorno e notte, vicino al concetto di Mendelsohn per i Magazzi Schocken
(Chemnitz, 1928). Da questo edificio si mostra la priorità che Foster dà agli elementi
strutturali, alle superfici di rivestimento (metalliche o vetrate o insieme) che porta a
produrre elementi architettonici di alto design. Esempio è il Sainsbury Centre of Visual
Arts (Norwich, 1977): una forma compatta semplice che offre l’opportunità di stretto
dialogo tra la struttura e il suo rivestimento. L’approccio di Foster all’Hi-Tech è esplicito
invece nell’Hong Kong and Shangai Bank (1979-86) che si presenta come una grossa struttura in cui si sintetizza la struttura
tecnologica con l’alta tecnologia.
Altre opere:
Carré d’Art (1984-93): Foster vince il concorso per la costruzione di una mediateca
che sorge di fronte ad una costruzione romana del I sec. d.C.; viene accusato di
presunzione per aver scelto di contrapporre una nuova costruzione ad un
monumento così antico, ma l’estremo semplicità dell’edificio (un parallelepipedo
rettangolare trasparente, con una struttura essenziale) non entra in conflitto con
l’opera e anzi ne enfatizza la presenza.
Millennium Tower (Tokyo, 1990-in costruzione): si presenta come una sorta di
missile di 800 metri che dovrebbe sorgere a 2 km dalla riva della baia di Tokyo.
Commerzbank di Francoforte (1991-97): caratterizzato dalle soluzioni per il
risparmio energetico e la sostenibilità ecologico, aspetto molto caro a Foster che
aggiunge ad ogni sua opera.
Rifunzionalizzazione del Reichstag (Berlino, 1995-99): all’inizio degli anni ’90 si apre un concorso per la rimessa in
funzione e ristrutturazione del parlamento tedesco a Berlino, che dopo l’incendio del ’33 e la battaglia del ’45 versava in
condizioni disastrose. Foster vince il concorso e propone un intervento attento a conservare le tracce della storia e della
memoria della guerra, reintegrando le parti ormai perdute e riproponendo una versione nuova della cupola in origine
progettata da Paul Wallot per restituire all’edificio la funzione di cuore della politica tedesca. Foster così rende visibile
dall’esterno la sala del parlamento, coerentemente dalle sue idee di trasparenza e permeabilità degli edifici pubblici, e
apre l’ingresso al pubblico che può salire sul tetto-terrazza su cui pone la cupola in acciaio e vetro, percorribile tramite
una rampa sospesa da cui si raggiunge un punto di osservazione di tutta Berlino. L’attenzione per il risparmio energetico e
l’aspetto ecologico sono garantiti da una sorta di “lampadario naturale” che tramite 360 specchi porta la luce solare fino
alla sala del parlamento, e da un sistema di refrigerazione e riscaldamento basato sui principi di ecocompatibilità e
sostenibilità energetica.
City Hall (Londra, 2001): si presenta come una sorta di guscio tecnologico aperto alla città sulla riva del Tamigi.
Sede della compagnia Swiss Re (Londra, aka Gherkin, 2004): è pensata come una torre a forma di proiettile (o cetriolo)
puntato verso il cielo, le cui soluzioni spaziali sono abbastanza efficaci per l’applicazione di strutture diagonali che
sostengono l’edificio e liberano le piante dei vari piani.
Jean nouvel
Jean Nouvel viene messo in evidenza grazie all’illuminata politica dei
G