Estratto del documento

La battaglia contro la balena

Durante la battaglia contro la balena, il capitano rimarrà impigliato alla fune che lega l'arpione con il quale è stata presa la balena, verrà scaraventato in mare e là morirà. La nave verrà scossa dalla balena, tutto l'equipaggio morirà, tranne il narratore Ishmael perché è l'unico che, nel corso della narrazione, rispetta l'animale e lo considera non un mostro, ma una creatura divina. Achab ha sostanzialmente peccato nello sfidare la natura, che viene vista come maligna. Pecca inoltre di tracotanza, ergendosi come un Dio che può decidere cosa sia giusto e cosa sia sbagliato e così dunque debba essere punito. Moby Dick, dal canto suo, incarna la vastità del cosmo, la legge suprema che disciplina l'universo, la natura deturpata nella sua bellezza. La mascella deforme della balena, infatti, e le sue enormi dimensioni simboleggiano sia i continui e irrazionali interventi dell'uomo.sull'ambiente sia la reazione violenta della natura contro chi causa caos e disordine, disobbedendo alle regole. La balena bianca catturata da Achab racchiude sì elementi del male, ma essendo una creatura divina rappresenta anche il bene (il colore bianco della balena; il bianco del sudario che ricorda la morte). Si delinea qui un riferimento al personaggio biblico di Giona, il quale, rifiutando l'ordine di Dio di predicare a Ninive, è castigato: mentre viaggia su di una nave, una tempesta lo scaraventa in mare e viene ingoiato da una balena nel cui ventre trascorre tre giorni e tre notti prima di essere espulso e perdonato dal Signore. Il richiamo alla Bibbia è anche nei nomi di Achab e di Ishmael: il primo è un re d'Israele che sfida Dio permettendo il culto di un'altra divinità, Baal; il secondo è il primogenito di Abramo che viene cacciato nel deserto dove le avversità lo induriscono e gli insegnano a sopravvivere (letteralmente).infatti, Ismaele in ebraico significa "abbandonato", "reietto", "esiliato". L'opera ricorda La Ballata del Vecchio Marinario di Coleridge. Di Coleridge è anche l'idea della natura vista come una matrigna, che non consola ma punisce, idea su cui ruota tutta l'opera di Melville. La realtà, inoltre, è di significati allusivi e inquietanti, diventando ambigua e misteriosa. Ciò per meglio rappresentare l'eterna lotta tra il bene e il male. Ne deriva il pessimismo melvilliano: le apparenze non solo ingannano, ma spesso nascondono pericolose insidie, per cui dappertutto s'insinua il dubbio. Secondo l'autore, quindi, l'uomo è come un pendolo perché oscilla di continuo tra alti e bassi senza avere mai certezze e senza poter mai effettuare delle scelte definitive. In altre parole, è come se fosse continuamente in balia delle onde: ecco perché la metafora del mare è

così ricorrente nelle opere dello scrittore, in cui sempre si fondono l'esperienza diretta e la riflessione intellettuale. Il senso tragico che Melville ha della realtà si delinea proprio qui: avendo sperimentato di persona le avversità della vita e avendo preso delle decisioni non per convinzione ma perché costretto dagli eventi, egli è giunto alla conclusione che, per non sconvolgere l'ordine naturale delle cose, bisogna sottostare e ubbidire a una forza sovrannaturale superiore. Ed è su questo dualismo che Melville costruisce tutta la sua produzione letteraria. A confronto con la grandezza dell'infinito, il singolo individuo non può nulla, anzi, quando cerca di prevalere sulle leggi cosmiche, non fa altro che scatenare una violenta reazione della natura. Secondo Melville, quindi, ognuno ha un ruolo ben preciso nell'assetto armonico del mondo a cui non si può sottrarre senza provocare scompensi e caos: di conseguenza,

Il libero arbitrio è solo un'illusione. Di conseguenza, per Melville vivere significa lottare nel tentativo di trovare un giusto equilibrio tra le proprie aspirazioni e il proprio destino.

Dopo il successo di Moby Dick, la reputazione di Melville comincia a declinare.

Pierre o le ambiguità (1852): romanzo considerato un'opera oscura e immorale perché tratta della storia di un uomo diviso tra due donne.

Iniziano anche i problemi economici. Per far fronte ai suoi debiti, è costretto a vendere la sua fattoria nel Massachusetts e a stabilirsi nuovamente a New York con sua moglie Elizabeth Shaw (sposata nel 1847) e i loro quattro figli. Qui ritrova una certa serenità finanziaria perché è nominato ispettore distrettuale della Dogana, incarico che conserva fino al 1885. Nella sua città natale continua la sua attività di scrittore, pubblicando una collezione di poesie sulla guerra di secessione americana e una raccolta di

Racconti brevi, I racconti della veranda tra cui si distinguono Benito Cereno e Bartleby lo scrivano, che affrontano temi di grande attualità quali la solitudine e il rapporto tra bianchi e neri. Successivamente dà alle stampe:

  • Israel Potter: i suoi cinquant'anni d'esilio (1856): romanzo storico
  • L'uomo di fiducia (1857): ripropone il tema delle apparenze ingannevoli;
  • Clarel: poema in cui ripercorre il suo viaggio in Terra Santa;
  • Billy Budd il marinaio (1891): un racconto allegorico, pubblicato postumo nel 1924, dove ricorre l'eterna lotta tra il bene e il male.

Melville muore il 28 aprile 1891, quasi totalmente dimenticato dai suoi lettori. Tuttavia, nei primi decenni del Novecento, grazie al movimento modernista che celebra il simbolismo, le opere di Melville vengono nuovamente apprezzate e ottengono il giusto tributo, per cui oggi egli è considerato a ragione uno dei più espressivi scrittori americani.

Brano: [da Moby Dick,

L'affondamento della Pequod

Sulla prora della nave quasi tutti i marinai restavano ora inerti: martelli, pezzi di tavola, lance e ramponi stretti macchinalmente in mano, nell'atto appunto in cui erano accorsi dalle loro occupazioni; e tutti gli occhi affascinati erano fissi alla balena che, vibrando stranamente da parte a parte la testa predestinata, si cacciava innanzi, nella corsa, un largo nastro di schiuma che s'allargava a semicerchio. Retribuzione, pronta vendetta e malvagità eterna si mostravano in tutto il suo aspetto e, ad onta di tutto ciò che i mortali potessero fare, il solido contrafforte bianco della sua fronte picchiò sulla destra la prora della nave, tanto che uomini e bagli balenarono. Qualcuno cadde a toccare la faccia per terra. Come pomi d'albero spostati, le teste dei ramponieri traballarono su quei colli taurini. Attraverso lo squarcio udirono l'acqua rovesciarsi, come torrenti montani in un burrone. "La nave!"

Il carro funebre!... il secondo carro funebre!" gridò Achab dalla lancia. "Il suo legno non poteva essere che americano!". Tuffandosi sotto la nave affondante, la balena percorse la chiglia che rabbrividì, ma, voltandosi sott'acqua, si precipitò di nuovo rapida alla superficie, al largo dell'altro fianco di prora; e, a poche jarde dalla lancia d'Achab, qui per un momento stette calma.

"Io volterò la schiena al sole. Oè, Tashtego! fammi sentire il tuo martello. Oh voi, mie tre guglie indomabili, tu chiglia intatta, oh scafo, maltrattato soltanto da un dio! tu, sicura coperta, tu, barra superba, tu, prora dritta al cielo: nave gloriosa fino alla morte! devi dunque perire, e senza di me? Mi è tolto anche l'ultimo... tutti i... inerti: i marinai sono immobili, spaventati dalla grandezza della balena che li sta trascinando. Tutti gli occhi... balena: la balena esercita sui marinai

Impauriti un certo fascino, per cui essi ne sembrano rapiti e ipnotizzati.

Retribuzione... aspetto: il mostro marino è la personificazione di una forza superiore, quella del male. Dick, tra l'altro, in inglese è il nomignolo adoperato per il diavolo.

Ad onta... fare: l'ordine gerarchico va sempre rispettato e i mortali, cioè gli uomini, non possono competere con l'oscura e sconosciuta energia che li governa.

Bagli: travi di legno o in ferro con cui si rinforzano i fianchi delle navi.

Attraverso... burrone: è un'immagine diretta, tipica di Melville che si sofferma molto a descrivere i paesaggi naturali. Il paragone è decisamente d'effetto.

La nave... americano: il riferimento è a una delle tre profezie del ramponiere clandestino Fedellah, secondo la quale Achab sarebbe morto solo dopo aver visto sul mare un carro funebre costruito con del legno americano (la Pequod).

Tuffandosi...

calma: questa descrizione sorprende molto il lettore perché la balena, nonostante il suo peso e le sue dimensioni, si muove nell'acqua con leggerezza e disinvoltura.

Tashtego: è un ramponiere di origine indiana.

Oh voi... di me: Achab si rivolge direttamente alla sua nave, la compagna di tanti viaggi e di tante avventure, consapevole di condurla verso la distruzione. Di grande efficacia è l'espressione "nave gloriosa fino alla morte", definita così perché fino all'ultimo combatte e non si piega al suo destino.

caro orgoglio del più meschino capitano naufrago? Oh, una morte solitaria dopo una vita solitaria! Ora sento che la mia maggiore grandezza sta nel mio maggior dolore. Olà, olà! dai più lontani confini, rovesciatevi ora quaggiù, flutti audaci di tutta la mia vita trascorsa, e ammucchiatevi in questo grande cavallone della mia morte! A te vengo, balena che tutto distruggi ma non

vinci; fino all'ultimo lotto con te ;dal cuore dell'inferno ti trafiggo; in nome dell'odio, vomito a te l'ultimo mio respiro. Che ogni bara e ogni carro affondi in un pozzo comune! e poiché queste cose non sono per me, che io ti trascini in pezzi, dandotila caccia, benché legato a te, balena dannata! Così! Lancio il lancione!".

Il rampone venne scagliato; la balena colpita filò innanzi, e con velocità da far faville la lenza scorse nella scanalatura: s'imbrogliò. Achab si piegò a disimpegnarla, la disimpegnò; ma la volta volante lo prese intorno al collo e, senza una parola, come i Muti turchi strangolano la vittima, venne strappato dalla lancia prima che l'equipaggio si accorgesse che non c'era più. L'istante dopo, la pesante gassa impiombata in cima al cavo volò fuori della tinozza vuota, abbatté un rematore e, staffilando il mare, scomparve nei gorghi.

un momento, l'equipaggio incantato della lancia stette immobile, poi si volse. "La nave? Gran Dio, dov'è la nave?" Presto, attraverso un mez
Anteprima
Vedrai una selezione di 1 pagina su 5
Herman Melville Pag. 1
1 su 5
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Acquista con carta o PayPal
Scarica i documenti tutte le volte che vuoi
Dettagli
SSD
Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-LIN/11 Lingue e letterature anglo-americane

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher dario_kat di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Letteratura anglo-americana e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Catania o del prof Persico Gemma.
Appunti correlati Invia appunti e guadagna

Domande e risposte

Hai bisogno di aiuto?
Chiedi alla community