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APPARATO DIGERENTE
L’intestino si divide in:
• INTESTINO FARINGEO: La parte anteriore forma l’intestino faringeo che comincia con
la membrana orofaringea e va fino al diverticolo respiratorio. È suddiviso in archi,
solchi (ripiegamenti esterni, di natura ectodermica) e tasche (ripiegamenti interni, rivestite
da endoderma).
• INTESTINO ANTERIORE: comprende esofago, stomaco e duodeno e le ghiandole
annesse.
• INTESTINO MEDIO: comprende: l'ultima porzione del duodeno, il digiuno, ileo, colon
ascendente, cieco e i 2/3 del colon trasverso. L'intestino medio si trova a metà del corpo
dell'embrione, ed è sospeso sulla sua parete ventrale dal suo mesentere ventrale, mentre
nella parte inferiore, dove gli si sono chiuse le somatopleure, si trova il punto che comunica
con il sacco vitellino, cioè è il punto in cui il sacco vitellino è rientrato, che è chiamato dotto
vitellino, tramite cui comunicano il sacco e l'intestino. Nella sesta settimana di sviluppo
questo intestino si accresce e si allunga al punto che non entra tutto nel corpo dell'embrione,
a causa dell'accrescimento del fegato, ma una parte rimane esterna (il peduncolo vitellino), e
si dice erniata. Inizialmente l’ansa intestinale ruota in senso antiorario di 90° intorno ad un
asse costituito dall’arteria mesenterica superiore, e successive rotazioni di 180° fanno sì che
il colon trasverso si posizioni nella sua posizione definitiva (davanti al duodeno, digiuno ed
ileo), per un totale di 270 °. Su questo ramo appare un abbozzo, che è l'abbozzo cecale, dal
quale si svilupperà l'appendice cecale, che viene portato dal basso in alto, nel quadrante
superiore destro, ma un’ulteriore rotazione di 90° fa si che l'ansa cecale venga portata in
basso a destra, nel quadrante inferiore destro. Nel corso della decima settimana questa
erniazione fisiologica rientra, poiché si accrescono anche le cavità celomatiche
infraembrionali, ma se ciò non accade il bambino nasce con le anse intestinale erniate,
presentando una struttura che si chiama onfalocele.
• INTESTINO POSTERIORE: Comprende: 1/3 del colon trasverso, il colon discendente e
il retto. Termina con un’invaginazione di natura endodermica, la cloaca, la quale finisce con
la membrana cloacale, formata dal'endoderma della cloaca e dall'ectoderma del corpo
dell'embrione. Questa membrana cloacale è destinata a scomparire alla fine della nona
settimana, così che l'ultima parte del retto si connette con la fossetta anale di natura
endodermica ed ecco che il retto è in comunicazione con l'esterno tramite l'ano. Il setto
urorettale trasforma la cloaca in seno urogenitale e retto. La zona dove il setto urogenitale
sbocca si chiama perineo. Dal seno urogenitale si forma una vescica che sarà l'uretra.
Davanti, nella regione ectodermica si formano i genitali esterni, che formano la vagina e
dietro formano la fossetta anale. Quest’ultima si metterà poi in contatto con la membrana
cloacale che è stata perforata tra la quinta e la settima settima e vanno a formare l'ano. Può
accadere che il setto urorettale, che divideva il retto dalla parte superiore che forma vescica
e uretra, non si sviluppa correttamente così che il retto è in contatto con l'uretra, con il
canale uretrale, e quindi le feci finiscono in questo canale, non nella fossetta anale. Oppure il
retto nella donna può essere in continuità con il canale vaginale. Altra anomalia: la fossetta
anale non si sviluppa in corrispondenza del retto, cioè è magari retroperineale, cioè al posto
di essere in prossimità del perineo si sviluppa più sotto non combaciando, e si ha il
cosiddetto retto imperforato.
Gli ARCHI sono 5 e sono costituiti da una struttura di tessuto mesenchimale rivestita internamente
da un epitelio di provenienza endodermica ed esternamente dall’ectoderma; in ognuno di essi passa
un’arteria, un nervo ed un asse cartilagineo. Dagli archi faringei derivano la maggior parte dei
componenti della faccia e del collo:
I arco faringeo: da questo arco derivano i processi mascellare (da cui si forma la mascella)
o e mandibolare. Siccome è presente un asse cartilagineo, nel I arco faringeo troviamo la
cartilagine di Meckel che formerà incudine e martello, ovvero una parte dell’orecchio. Dal
mesoderma del I arco originano inoltre i muscoli masticatori (tensore del timpano, tensore
del velo palatino…), dall’ectoderma e dall’endoderma le ghiandole dei primi 2/3 della
lingua.
II arco, detto ioideo: costituisce gli elementi del primo tratto del collo. Si trova poi la
o cartilagine di Reichert, che per ossificazione endocondrale, forma il processo stiloideo, la
staffa e le piccole corna dell’osso ioide.
III arco: si originano le grandi corna dell’osso ioide. L’unico muscolo che origina da
o questo arco è lo stilo faringeo.
IV e VI arco: formano la cartilagine della laringe, quella tiroidea, cricoidea, l’epiglottide, i
o muscoli faringei e laringei. Questi due archi sono deputati essenzialmente alla formazione
della parte anteriore del collo
V arco: non è presente poiché regredisce
o
I SOLCHI sono 4:
I solco: dopo la sua invaginazione si forma il meato acustico esterno e la membrana
o timpanica.
II solco, III solco, IV solco: vengono ricoperti dal II arco faringeo che gli si accresce sopra.
o Durante l’espansione si forma una piccola cavità, il seno sigmoideo.
Le TASCHE sono 5:
I tasca: costituisce parte dell’orecchio medio, la tuba di eustachio, la memebrana timpanica
o e parte della cavità timpanica. La cavità timpanica prenderà poi contatto con il meato
acustico esterno, derivato per invaginazione del I solco.
II tasca: derivano le tonsille.
o III tasca: originano la ghiandola paratiroide inferiore e il timo.
o IV tasca: origina la ghiandola paratiroide superiore.
o VI tasca: forma il corpo ultimo branchiale, dal quale poi originano le cellule parafollicolari
o C della tiroide (situate intorno alla ghiandola tiroidea) che secernono calcitonina.
V tasca: non è presente poiché regredisce
o
TIROIDE
Alla fine della 4° settimana a livello del pavimento dello stomodeo, cioè della parte anteriore della
bocca (parte anteriore dell’intestino anteriore), si forma un’invaginazione di endoderma che
costituisce il foramen cieco dal quale ha poi origine la tiroide. La tiroide quindi è una ghiandola di
natura endodermica, quindi deriva da un epitelio ghiandolare. È inoltre una ghiandola endocrina a
forma di H o farfalla, posizionata nella regione anteriore del collo è costituita da due lobi, destro e
sinistro, uniti da uno stretto ponte che prende il nome di istmo.
L’ESOFAGO unisce la faringe allo stomaco. Continua ad accrescersi e subisce un allungamento
dovuto allo sviluppo del cuore e sulla faccia anteriore dell’esofago nasce l’abbozzo della trachea,
ovvero l’abbozzo respiratorio, che si chiama diverticolo respiratorio. L’esofago tuttavia è separato
dalla trachea perché man mano che lo sviluppo procede si forma un setto che separava l’esofago
dalla trachea che si chiama setto esofageo. Se questo setto non si forma si ha una stenosi. L’esofago
è un tubo la cui componente epiteliale, quindi la mucosa esofagea, è di natura endodermica, mentre
la componente connettivo muscolare è di natura mesodermica. L’epitelio dell’esofago può subire
variazioni nel corso dello sviluppo: la mucosa, che prima è un’epitelio prismatico monostratificato,
diventa pluristratificato ciliato e infine durante il settimo mese tramuta in epitelio pavimentoso
pluristratificato non cheratinizzato (modificazioni della mucosa).
TRACHEA E BRONCHI. Alla 4° settimana il tubo intestinale è rientrato, sulla parete ventrale
dell’intestino anteriore si comincia a formare un diverticolo respiratorio. L’apparato respiratorio
deriva dal sacco vitellino, quindi il setto tracheo-esofageo è rivestito internamente da endoderma ed
esternamente da mesoderma. L’apparato respiratorio ha inoltre una doppia origine: endodermica,
per quanto riguarda l’epitelio delle vie respiratorie; mesodermica (mesoderma splancnico), per
quanto riguarda invece la parte cartilaginea, la muscolatura liscia, il sistema vascolare, lamina
propria. La TRACHEA formatasi con il suo setto è ora una struttura a se stante e separata
dall’esofago; si estende ventralmente rispetto a quest’ultimo e verso la quinta settimana cominciano
a formarsi le due gemme polmonari. A sei settimane il lobo sinistro ha due ramificazioni, mentre il
desto ne ha tre, perché a sinistra c’è il cuore. La fase polmonare: dal 2° al 4° mese si formano i
bronchioli terminali, sempre per ramificazioni di questo apparato bronchiale, dal 4° al 7° mese i
bronchioli respiratori; le cellule in questo periodo vengono chiamate pneumociti (derivano dal
mesoderma) e producono surfactante (sostanza che impedisce all’alveolo di chiudersi e quindi di
mantenere la tensione superficiale); dal 7° al 9° mese si ha la formazione degli alveoli primitivi. Il
periodo alveolare dura fino agli 8 anni con la formazione di alveoli definitivi (l’epitelio alveolare è
di tipo pavimentoso semplice). Nel mesoderma splancnico che li circonda si formano: i vasi
sanguigni (dove avverrà lo scambio gassoso), la componente muscolare e cartilaginea.
Lo STOMACO si accresce in una maniera difforme, ovvero comincia a dilatarsi maggiormente
nella parte dorsale formando una grande curvatura posteriormente ed una piccola curvatura
anteriormente; dopo di che, facendo delle rotazioni in senso orario di 90°, questa grande curvatura
che si era formata gira e si porta a sinistra mentre la piccola curvatura quella che da davanti si porta