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BONIFICA
Lucio Gambi, Bonifiche e urbanizzazioni, in "Rivista Tecnica", 1992, n. 9, p. 10: Bonifica (cfr.)
Troviamo nella definizione di Gambi una serie di parole chiave che ricorreranno spesso nel nostro discorso. Egli parla della bonifica anzitutto da un punto di vista del fine economico. La bonifica è utile in questa prospettiva a ridurre a coltivabilità un terreno. Questi spazi in quel contesto sono pochissimo abitati o disabitati. Anche su questo aspetto torneremo. Lo spazio bonificato diventa uno spazio coltivabile e soprattutto nelle bonifiche Novecentesche diventa uno spazio abitato, di fondazione di città. Diventa uno spazio di progettualità a 360° che investe l'aspetto agrario ed anche urbano con la progettazione di spazi abitati che prima non esistevano.
Importante anche è l'aspetto della confusione e del disordine. Sia nella definizione di Rombai che in quella di Gambi c'è questo elemento. Lo spazio
Disordinato con la bonifica viene reso ordinato e quindi controllabile. Lo spazio precedente alla bonifica è colpito da disordine idrografico.
Definizione di Bonifica di Arrigo Serpieri. Il suo nome è fortemente connesso alla bonifica. Sarà legislatore sul tema della bonifica in tutta la prima parte del Novecento. La sua definizione di bonifica è: riduzione delle terre a cultura o miglior cultura, rimovendo quelle cause che le mantengono infruttifere o scarsamente fruttifere. Fra queste cause è molto comune il disordine delle acque fino al paludismo: talché la parola bonificazione fa frequente riferimento a terre impaludate o idraulicamente dissestate.
Geografia Le bonifiche Appunti di Alessandro Antonio Vercelli. In questa definizione troviamo il fatto che qualche forma di coltivazione (più raccolta che coltivazione) esisteva anche in queste terre paludose. Le canne di palude, per esempio, erano usate per fare le damigiane per.
La conservazione dei vini. Questa era quindi una possibilità di attività economica nella palude. Con la bonifica si passa ovviamente ad altre modalità. La Cavallo dà una sintesi di queste definizioni: "Nel concetto di bonifica rientra, dunque, tutto il complesso delle azioni volte a 'sistemare' una determinata unità territoriale in modo tale da renderla adatta all'insediamento rurale e all'esercizio di un'agricoltura produttiva". In base alle tecniche di bonifica utilizzate possono variare i tempi, le modalità e le reazioni del territorio alla stessa. È bonifica tanto il lavoro dei monaci cistercensi che nel 1140 bonificano i terreni acquitrinosi attorno a Milano per fondare l'abbazia di Chiaravalle scavando un fosso di scolo per far defluire l'acqua, quanto la costruzione ingegneristica olandese che serve per gestire l'afflusso delle acque del mare e per controllarle; quelle
acquesenza il controllo di quella diga invaderebbero le terre olandesi ricoprendo d'acqua le terre bonificate adibite ad abitazione e a coltivazione. Per quanto diverse e distanti, entrambe queste opere sono opere di bonifica. Il testo della Cavallo si occupa nello specifico di bonifica moderna, laddove il concetto di bonifica moderna fa riferimento ad un concetto di bonifica idraulica e meccanica. Il termine 'idraulica' fa riferimento al fatto che si tratta di sistemazioni del suolo terracqueo. Si agisce quindi su ambienti naturalmente poco propensi, poco finalizzati a scopi agricoli e poco finalizzati ad abitazione. Sono ambienti non utili a un tipo di agricoltura moderna e di insediamento stabile. In queste situazioni si tratta di espellere l'acqua in eccesso e di usarla per irrigare quei campi che sottratti all'acqua in eccesso vengono coltivati. A quel punto il territorio acquista ordine. Si attua comunque in quelle aree nelle quali l'eccesso idrico.ècaratteristica preminente del territorio che si manifesta con paludismo o ripetute inondazioni, quindi terreidraulicamente dissestate o impaludate. Questo tipo di bonifica idraulica (della quale si occupa il testo della Cavallo) è realizzata per mezzo meccanico: ricorso a macchinari in grado di sollevare l’acqua per scaricarla in un recipiente esterno al bacino di bonifica. Sono le pompe idrovore a svolgere questa azione. Le finalità della bonifica idraulica sono ottenere un dislivello fra il piano di campagna e la falda idrica sotter-ranea tale da consentire alle colture che si intendono impiantare di vegetare e produrre. La componente acqua continua ad essere fondamentale per la coltivazione di quel terreno. Questo scopo può essere raggiunto con due modalità: - Bonifica per colmata: distribuendo notevoli quantità di materiale terroso sui terreni da bonificare al fine di elevarne la quota. Questo tipo di processo può avvenire anche invia naturale, con un fiume chetrasporti e sedimenti dei detriti.- Bonifica per prosciugamento: allontanando dall'area le acque in eccesso, senza far intervenire del ter-reno aggiuntivo.Il caso della maremma attorno a Grosseto è un esempio di bonifica per colmata prima naturale, poi artificiale.8Geografia Le bonifiche Appunti di Alessandro Antonio Vercellià Cfr. la questione del lago Prile. Nel '500 iniziano i lavori di bonifica delle paludi maremmane. Vengonoiniziate ad essere condotte dagli uomini quelle operazioni che la natura aveva condotto fino a quel punto inautonomia. Viene avviata una gestione del territorio a 360°. Si studia il territorio e le sue caratteristiche e infunzione di questo studio viene avviato un piano per il suo governo. Il lago Prile diventa a questo punto Lagodi Castiglione.La bonifica per prosciugamento è la più diffusa forma di bonifica nel nostro Paese. Secondo questo metodo,nell'intera area da bonificareè realizzata una rete di canali, di dimensioni e di ordine crescenti, che inizia da capofossi (in cui si scarica l’acqua proveniente dalle scoline o dai dreni di ciascun appezzamento) e termina con il collettore che porta le acque raccolte ad un “recipiente” (corso d’acqua, lago o mare) esterno al comprensorio. Il deflusso delle acque avviene per scolo naturale continuo (per gravità) qualora la quota dell’area comprensoriale (l’area da bonificare) sia più alta del recipiente. Se l’area comprensoriale è invece ad altezza intermedia rispetto al recipiente nei periodi di piena e dei periodi di magra ci saranno momenti in cui andranno bonificate e momenti in cui non andranno bonificate. Nelle zone dove i terreni da bonificare si trovano sempre a altitudine inferiore rispetto a quella del bacino la bonifica deve avvenire sempre con impianti idrovori siccome lo scolo per gravità non è possibile. Gli impianti
idrovori fanno sì che lo scolo diventi meccanico. Questo scolo meccanico non deve farci pensare solo alle pompe idrovore; scolo meccanico è anche quello di tipo olandese che lavora dal 1400-1500. Questa modalità ha permesso all'Olanda di strappare terreno al mare. Le aree interessate da bonifica si chiamano sempre comprensori di bonifica. Il libro della Cavallo si concentra sulla bonifica idraulica meccanica. Di qui deriva titolo "Terre, acque e macchine". Il periodo indagato è quello dell'Ottocento e del Novecento. In Italia l'azione meccanica di bonifica è avvenuta proprio in quei secoli. Il libro indaga il caso dell'Italia. Il testo non si concentra su casi specifici ma usa di volta in volta esempi per affrontare certi argomenti. Il corso fornisce qualche spunto in più, almeno dal punto di vista delle immagini. Le aree italiane che sono o sono state interessate da bonifica sono identificabili dal colore rosso.
sulla carta di Lucio Gambi “bonifiche” (tav. 62) nell’Atlante Tematico d’Italia. martedì 11 maggio 2021Lo stato dell’arte sulle bonifiche
Ogni ricerca va iniziata dalla definizione del tema (come fatto nella lezione scorsa). Si deve poi fare il punto degli studi condotti sull’argomento che andiamo a trattare (individuare lo stato dell’arte): si individua lo stato degli studi e la bibliografia sul tema.
Lo stato dell’arte sul tema delle bonifiche è sterminato. Questo tema è stato ampiamente trattato da più punti di vista.
Abbiamo anzitutto testi di taglio politico che individuano il tema dal punto di vista politico-legislativo.
Abbiamo poi testi che trattano il tema dal punto di vista tecnico scientifico, che hanno un taglio prevalentemente agronomico. 9Geografia Le bonifiche Appunti di Alessandro Antonio Vercelli
Ci sono poi testi più propriamente storici, fino al dopoguerra sotto forma di agiografie della
bonifica (i bonifi-catori esaltati come costruttori di terre). Esiste poi una prospettiva geografica sul tema della bonifica e questa è la prospettiva della Cavallo. Il tema della bonifica ha conosciuto periodi di alterna fortuna, con un picco bibliografico nel periodo tra le due guerre, dove una sorta di congiuntura politica e culturale trovò terreno fertile sul tema delle bonifiche. Fu questo un periodo in cui molto si scrisse attorno a quel tema.
Il tema della bonifica fu tema politico centrale della politica fascista. Questo fu un appropriarsi da parte dell'ideologia fascista di un tema ampiamente sviluppato negli anni precedenti.
Il punto di partenza di questa riflessione va sicuramente individuato in Arrigo Serpieri. Il punto di partenza è il suo libro La bonifica nella storia e nella dottrina: è una sintesi storica sulla bonifica. Questo testo è pubblicato nel momento in cui la bonifica ha raggiunto il suo apice e ora sta conoscendo un declino.
Siamo nel 1957, dopo la II GM. Quel testo pubblicato in quell'anno è l'esito di decenni di lavoro di Serpieri su quel tema. È una riflessione complessiva e unitaria sul tema della bonifica. È una visione complessiva che fa riferimento alle vicende locali ma ricolloca quegli esempi locali all'interno di un quadro generale più ampio. Ogni ricerca prende le mosse da casi di studio che servono a costruire e a sondare un argomento. Qualsiasi ricerca però deve conoscere un respiro più ampio, deve saper collocare il preciso caso di studio in un quadro interpretativo più ampio, si deve conoscere il tema nel suo complesso e in esso bisogna ricollocare lo svisceramento della ricerca localista su un caso di studio preciso. Ciò non vuol dire che il caso di studio debba valere come generale. Il caso di studio in sé deve però riferirsi ad un quadro più ampio all'interno del quale va ricollocato.
Un testo che si riferisce agli anni ’30-’40. È un testo pubblicato nel 1957 ma che trova il suo fonda-mento qualche decennio prima.
Il testo di Serpieri non è un testo geografico. Ha uno sguardo tecnico, non geografico territoriale.