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VASOMOTILITA'
Per la legge di Poiseuille, la resistenza R è inversamente proporzionale alla quarta potenza del
raggio r; quindi piccoli aumenti di r si traducono in notevoli aumenti di R. Variazioni di R
determinano variazioni della PAM e del flusso nei vari organi.
Meccanismi estrinseci atti a variare il calibro dei vasi, che si sovrappongono a una grossolana
regolazione intrinseca, permettono una regolazione della PAM e del flusso nei diversi distretti
circolatori. Si distinguono meccanismi: nervosi, ormonali e locali.
Controllo nervoso
Viene effettuato da fibre nervose vasomotorie appartenenti al sistema nervoso vegetativo. Vi è
una sezione ortosimpatica (prevalentemente rappresentata), costituita da fibre vasocostrittrici e
fibre vasodilatatrici, e una sezione parasimpatica (poco rappresentata), costituita da fibre
vasodilatatrici.
Le fibre ortosimpatiche vasocostrittrici sono le fibre più numerose; sono presenti in quasi tutti i
distretti, ma sono più abbondanti nella cute e nei visceri; mancano nei vasi cerebrali. Innervano
le arteriole (si ramificano tra la tonaca media e la tonaca avventizia) e sono responsabili del
tono vasale. Il mediatore delle terminazioni nervose è la noradrenalina, ed il recettore è il
recettore -adrenergico. Possiedono attività tonica; la loro frequenza di scarica è di 2-3 impulsi
α 1
al secondo, provocando una parziale vasocostrizione basale; un aumento della frequenza di
scarica provoca un aumento della vasocostrizione, mentre una diminuzione della frequenza di
scarica provoca vasodilatazione passiva.
Le fibre ortosimpatiche vasodilatatrici sono dirette alla muscolatura liscia dei vasi dei muscoli
scheletrici. Il neurotrasmettitore in questo caso è l'acetilcolina. Non posseggono attività tonica.
La loro attivazione determina vasodilatazione, con aumento dell'afflusso di sangue ai muscoli
per le reazioni di attacco o fuga.
Le fibre parasimpatiche vasodilatatrici sono poco importanti nell'emodinamica generale, in
quanto innervano soltanto la muscolatura liscia dei vasi dei genitali esterni. Le fibre provengono
dal parasimpatico sacrale. Il neurotrasmettitore è l'acetilcolina, ed il recettore è di tipo
muscarinico. La loro attivazione determina il rilascio di NO, provocando vasodilatazione, con
aumento dell'afflusso di sangue ai corpi cavernosi del pene e conseguente erezione. Le fibre
parasimpatiche destinate alle ghiandole salivari e sudoripare, oltre a stimolare direttamente la
secrezione, determinano anche vasodilatazione, ma con un meccanismo indiretto, favorendo il
rilascio di peptidi proteolitici, le callicreine, che liberano chinine dai chininogeni, provocando
vasodilatazione.
L'attivazione dei recettori -adrenergici provoca vasocostrizione; questi sono presenti
α 1
maggiormente nei vasi cutanei e splancnici, ma anche in tutti gli altri distretti; il
neurotrasmettitore che agisce su di essi, provocando vasocostrizione generalizzata, è la
noradrenalina. L'attivazione dei recettori -adrenergici provoca vasodilatazione; questi sono
β 2
presenti maggiormente nei vasi dei muscoli scheletrici e del miocardio; il neurotrasmettitore che
agisce su di essi, provocando vasodilatazione nel distretto muscolare e vasocostrizione negli altri
territori, è l'adrenalina.
L'angiotensina è una proteina che stimola la vasocostrizione aumentando la pressione arteriosa.
L'angiotensina I è formata dall'azione della renina verso l'angiotensinogeno; l'angiotensina I
non ha attività biologica, ma esiste solo in qualità di precursore dell'angiotensina II, che provoca
vasocostrizione; la conversione in angiotensina II avviene ad opera dell'enzima convertitore
dell'angiotensina ACE. L'ACE è il bersaglio degli ACE-inibitori, che ne diminuiscono il livello di
produzione, riducendo conseguentemente la formazione di angiotensina II; sono perciò tra i
più efficaci farmaci contro l'ipertensione. I sartani sono farmaci che antagonizzano
l'angiotensina II a livello del suo recettore, e vengono quindi impiegati principalmente in caso di
ipertensione.
Il controllo nervoso è indirizzato prevalentemente alle arteriole. Il controllo ormonale è invece
piuttosto generalizzato. I meccanismi di controllo locale, invece, regolano la pervietà dei vasi
precapillari e quindi l'afflusso di sangue, nell'ambito di un distretto, tra i singoli organi e i singoli
tessuti, diversificando quelli attivi e quelli meno attivi. Numerosi fattori sono in grado di
influenzare localmente l'afflusso di sangue; sono rilasciati soprattutto dalle stesse cellule
endoteliali, ma anche dalle cellule dei tessuti irrorati. Molti di questi sono indici dell'attività
metabolica tissutale, e quindi regolano il flusso in base alle richieste locali. Esempi di sostanze
vasoattive locali sono l'ossigeno, l'anidride carbonica, gli ioni potassio e gli ioni idrogeno,
l'adenosina, l'ossido nitrico, la bradichinina, e altri; in particolare, l'aumento di anidride
carbonica o di temperatura, o la diminuzione del pH o dell'ossigeno, induce vasodilatazione.
L'ischemia locale provoca aumento di anidride carbonica e di temperatura, e la diminuzione di
ossigeno e pH, inducendo iperemia reattiva alla sospensione dell'ischemia. Come detto
precedentemente, anche altre sostanze di origine tissutale sono in grado di influenzare
localmente l'afflusso di sangue. I composti adenosinici, ad esempio, come l'adenosina, l'ADP o
l'AMP, prodotti soprattutto dal tessuto muscolare, hanno effetto vasodilatatore. L'istamina, che
si libera dai tessuti in seguito ad estese lesioni, passando in circolo, provoca un'intensa
vasodilatazione generalizzata, provocando grave ipotensione. Precedentemente abbiamo anche
visto come le callicreine agiscano scindendo i chininogeni in chinine, provocando dilatazione
dei vasi. Le prostaglandine PGA e PGE provocano vasodilatazione, mentre la PGF provoca
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vasocostrizione; in particolare, la PGE , rilasciata dalla midollare renale, antagonizza localmente
2
l'effetto vasocostrittore dell'adrenalina e dell'angiotensina. L'ossido nitrico NO (monossido di
azoto) è un gas sintetizzato a partire dall'arginina per mezzo di un enzima presente nelle cellule
endoteliali (eNOS); quest'enzima viene attivato dall'acetilcolina, dalla bradichinina,
dall'istamina, dall'ATP e dalla serotonina; tramite attivazione del cGMP determina
vasodilatazione; i farmaci che riducono la rimozione del cGMP (VIAGRA, CIALIS), inibendo la
fosfodiesterasi-5, sono utilizzati nella terapia delle disfunzioni erettili, ma hanno effetti
collaterali anche cardiaci. Le endoteline sono peptidi di 21 aminoacidi ad effetto vasocostrittore;
sono in grado di aumentare la pressione arteriosa; hanno anche effetto cronotropo ed inotropo
positivo.
Oltre alle sostanze rilasciate dall'endotelio e dai tessuti, in alcuni distretti (parte inferiore del
corpo) il controllo locale si realizza anche grazie all'autoregolazione miogena del calibro delle
arteriole. Un aumento della pressione provoca distensione delle arteriole, apertura dei canali per
2+
il Ca nella membrana della muscolatura liscia e quindi contrazione. Permette di mantenere un
flusso normale anche se aumenta notevolmente la pressione transmurale; è importante nel
mantenere la pressione nei capillari della parte inferiore del corpo quando si passa dalla posizione
supina a quella eretta.
CONTROLLO DEL SISTEMA CARDIOCIRCOLATORIO
Si distinguono due meccanismi di controllo del sistema cardiocircolatorio: i meccanismi a breve
termine, mediati dal sistema nervoso vegetativo e dalle catecolamine surrenaliche, ed i
meccanismi a lungo termine, mediati dall'ADH (ormone antidiuretico o vasopressina),
dall'angiotensina e dall'aldosterone.
I meccanismi a breve termine originano nei centri nervosi bulbari. Una sezione dell'asse
cerebro-spinale al livello inferiore del bulbo provoca una grave caduta della pressione arteriosa;
questo effetto non si osserva se la sezione è effettuata cranialmente al bulbo; ciò significa che i
centri nervosi che controllano la pressione arteriosa si trovano nel bulbo; in particolare sono
localizzati nel pavimento del IV ventricolo e si estendono fino al margine inferiore del ponte;
controllano sia la funzione cardiaca che la vasomotilità. Il centro inibitore corrisponde al nucleo
ambiguo e al nucleo motore dorsale del X; un amento del tono parasimpatico cardiaco
(diminuzione gittata cardiaca), provoca diminuzione della pressione arteriosa. Il centro cardio-
vasomotore corrisponde al bulbo ventrolaterale rostrale; attiva i centri midollari
dell'ortosimpatico, aumentando il tono ortosimpatico cardiaco (aumento gittata cardiaca e
tono arteriolare), con conseguente aumento della pressione arteriosa; il bulbo ventrolaterale
rostrale è inibito dal bulbo ventrolaterale caudale. I neuroni del bulbo ventrolaterale rostrale
hanno attività spontanea (pacemaker) e sono quindi responsabili del tono vasale. Le
informazioni che dalla periferia arrivano ai centri bulbari sono di natura barocettiva (i più
importanti), volocettiva e chemiocettiva. I barocettori sono recettori sensibili alla distensione
dei vasi arteriosi; sono arborizzazioni nervose presenti nel connettivo dell'avventizia e nella
muscolatura liscia della media dell'arco aortico e del seno carotideo; dai barocettori dell'arco
aortico partono fibre afferenti decorrenti lungo il X, mentre dai barocettori del seno carotideo
parte il nervo di Hering, ramo del IX. Presentano canali ionici sensibili allo stiramento; nelle
fibre afferenti non si registrano potenziali d'azione per valori pressori inferiori a 50 mmHg; per
valori compresi tra 80 e 120 mmHg, la sensibilità alle variazioni è massima; per valori pressori
maggiori, la sensibilità alle variazioni si riduce. Sono fasici (si adattano); nell'ipertensione
cronica, la frequenza di scarica nella fibra afferente è uguale a quella di un soggetto normoteso.
Un aumento pressorio nelle arterie provoca distensione dell'aorta e delle carotidi comuni, con
stimolazione dei barocettori, che aumentano la loro frequenza di scarica attivando il nucleo del
tratto solitario del X; l'attivazione di quest'ultimo provoca attivazione del bulbo ventrolaterale
caudale che inibisce il bulbo ventrolaterale rostrale, con inibizione dell'ortosimpatico; inoltre,
l'attivazione del nucleo del tratto solitario del X provoca l'attivazione del nucleo ambiguo e del
nucleo motore dorsale del X (parasimpatico); in definitiva, si ha diminuzione dell'attività
cardiaca e del tono arteriolare, con conseguente diminuzione della pressione arteriosa.
L'occlusione delle carotidi è interpretata dal sistema barocettivo come grave ed improvvisa
ipotensione. Una emorragia