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VENTILAZIONE POLMONARE
Quantità di aria che entra e che esce dai polmoni.
La ventilazione polmonare può essere descritta come ventilazione al minuto, ossia la quantità di aria che entra e che esce all'interno del sistema respiratorio nell'arco di un minuto. Viene calcolata andando a moltiplicare il volume corrente (intorno ai 500 ml) per la frequenza respiratoria (intorno ai 12 atti respiratori circa al minuto).
La zona di conduzione rappresenta uno spazio morto, ossia uno spazio dove non avvengono gli scambi gassosi. All'interno di questo spazio morto permane dell'aria e permangono circa 150 ml di aria. Lo spazio morto è il volume delle vie non deputate allo scambio gassoso, quindi se noi inspiriamo 500 ml circa, 150 restano nello spazio morto e i restanti 350 vanno a livello degli alveoli e contribuiscono agli scambi gassosi. È chiaro che c'è un'aria fresca che raggiunge i polmoni e un'aria che permane nello spazio.
Morto. La misura dell'aria fresca che raggiunge gli alveoli rappresenta la ventilazione alveolare e quindi sarà uguale al volume corrente (con la correzione della differenza di questo volume meno il volume presente nello spazio morto) X la frequenza respiratoria: quindi avremo 500 (che è l'aria inspirata) - 150 (volume nello spazio morto) x 12 (atti respiratori). Tutto questo al minuto. Il prodotto totale sarà uguale a 4200 ml di aria fresca che vengono convogliati ad ogni minuto a livello degli alveoli polmonari. 18/11 prof. Bolla.
Scambi gassosi. Il nostro organismo ha bisogno che un'opportuna quantità di ossigeno vada al livello delle cellule e venga fornita poi al nostro corpo.
Componente dell'aria:
- ossigeno (21%)
- azoto (+ abbondante 79%)
- anidride carbonica (0,03%)
I livelli di ossigeno e anidride carbonica vengono mantenuti costanti dal sistema in particolare dal sangue arterioso sistemico.
A livello cellulare, di tutto l'ossigeno
Che andiamo a respirare, solo 250 ml vengono consumati a livello delle cellule mentre 200 ml vengono prodotti di CO2.
Il rapporto tra la quantità di ossigeno che consumiamo e la quantità di CO2 che produciamo prende il nome di QUOZIENTE RESPIRATORIO. Questo rapporto è in genere = a 0.8.
Questo rapporto può cambiare se cambiamo la nostra dieta, alimentazione, infatti una dieta molto calorica ricca di grassi porta ad una diminuzione di questo rapporto perché cresce il consumo di ossigeno all'interno del nostro organismo.
Come avviene lo scambio di questi gas respiratori?
I gas respiratori vengono scambiati attraverso un processo chiamato DIFFUSIONE.
La diffusione è un meccanismo che fa muovere i gas respiratori da una parte all'altra della membrana senza che vi sia un consumo energetico ed è facilitata grazie alle pareti che esistono a livello dei capillari a livello degli alveoli. Le pareti sono permeabili ed hanno uno spessore molto piccolo.
che ci interessa in questo contesto è la pressione parziale di un determinato gas all'interno dell'aria. La pressione parziale di un gas è la pressione che il gas eserciterebbe se occupasse da solo tutto il volume dell'aria. La pressione parziale di un gas dipende dalla sua concentrazione e dalla temperatura. Più alta è la concentrazione di un gas, maggiore sarà la sua pressione parziale. Allo stesso modo, più alta è la temperatura, maggiore sarà la pressione parziale di un gas. La pressione parziale è un parametro importante per la diffusione dei gas attraverso una membrana. Come abbiamo detto prima, la velocità di diffusione di un gas è direttamente proporzionale alla differenza di pressione parziale tra i due lati della membrana. In conclusione, la diffusione dei gas attraverso una membrana dipende dalla pressione parziale dei gas, dall'area della superficie di scambio, dalla resistenza della membrana e dallo spessore della membrana.Quando esprimiamo la pressione totale, intendiamo la somma delle pressioni dei singoli gas che compongono l'atmosfera. La pressione totale è regolata dalla Legge di Dalton: p.t. = p1 + p2 + p3... + pn.
La pressione parziale, invece, rappresenta la quota di pressione della miscela dovuta alla presenza di un singolo gas. Può essere anche definita come il volume totale che quel gas occuperebbe se fosse da solo all'interno della miscela. La pressione parziale viene misurata conoscendo la concentrazione frazionaria di quel gas, ovvero il rapporto tra la quantità del gas in moli e la quantità totale di gas nella miscela, moltiplicato per la pressione totale.
Un concetto importante riguardante la pressione parziale è quello della SOLUBILITÀ. Sappiamo che la pressione parziale tende a raggiungere un equilibrio. Ad esempio, nel nostro organismo, la quantità di ossigeno disciolto nel sangue e coinvolto negli scambi avrà una pressione parziale dell'ossigeno uguale alla...
quantità di ossigeno presente a livello gassoso nei polmoni. Dunque, la pressione parziale dei gas tende a raggiungere un equilibrio. A questo equilibrio, la pressione dell'ossigeno nel sangue è uguale a quella presente nell'aria. Questo però non significa che la concentrazione sia uguale, ma parliamo semplicemente di pressioni parziali perché la concentrazione risulta essere diversa per il fatto che l'ossigeno è poco solubile in acqua.) Esiste una relazione che mette in comune la pressione parziale, la concentrazione e la solubilità: ed è la Legge di HENRY: la concentrazione è direttamente proporzionale alla pressione parziale ed è moltiplicata per K (costante che varia in riferimento alla temperatura e al gas preso in esame). Sulla base di questa legge, la quantità di gas che può disciogliersi in un liquido risulta essere direttamente proporzionale alla pressione parziale e alla solubilità.è inversamente proporzionale alla temperatura. Se quest’ultima aumenta, la solubilità diminuisce. Come avvengono gli scambi a livello dei polmoni e dei tessuti? Il flusso dell’aria, dei gas, abbiamo detto segue il gradiente di pressione e anche in questo caso ciascun gas diffonde in base a quello che è il suo gradiente di pressione parziale. Il flusso va sempre da una zona a maggior pressione ad una a minor pressione. Questo avviene sia nei liquidi sia nell’aria. Sappiamo che la pressione di ossigeno alveolare è superiore a quella atmosferica per vari fattori che avvengono nel nostro organismo, per esempio, poiché ci sono degli scambi continui tra gli alveoli e i capillari. L’aria degli alveoli risulta essere satura di vapore acqueo preso dall’atmosfera. Però il concetto principale su cui ci dobbiamo soffermare è come avvengono gli scambi gassosi. Cosa succede a livello dei polmoni? A livello dei polmoni, la pressioneparziale dell'ossigeno alveolare risulta esseremaggiore rispetto alla pressione parziale dell'ossigeno nei capillari polmonariquindi questo fa si che l'ossigeno venga ceduto dai polmoni (dagli alveoli) aicapillari. L'anidride carbonica viene diffusa all'interno degli alveoli: passa daicapillari polmonari agli alveoli quindi ai polmoni per essere poi espulsanell'ambiente esterno e succedere perché la pressione parziale della CO2 èminore della pressione parziale dell'anidride carbonica all'interno dei capillaripolmonari.(concetto che chiede all'esame!!!!!)
Cosa avviene invece a livello dei tessuti?Come sappiamo, l'ossigeno deve essere ceduto alle cellule e la CO2 devediffondere a livello del sangue. Questo succede perché la pressione parzialedell'ossigeno cellulare è minore rispetto a quella dei capillari arteriosi e quindil'ossigeno può diffondere (sempre gradiente maggiore verso
minore) a livello delle cellule; mentre la pressione parziale della CO” a livello cellulare è maggiore a livello dei capillari arteriosi per cui, dalle cellule, che l’hanno prodotta come scarto, diffonde a livello dei capillari arteriosi.
C’è differenza tra tessuto e tessuto: ci sono tessuti che producono più anidride carbonica ecc.
Altra cosa da sottolineare è che le pressioni parziali alveolari sia di ossigeno che di CO2, influenzano quelle nelle arterie sistemiche.
Esse sono determinate essenzialmente da 3 fattori:
- La pressione parziale dell’ossigeno e quella della CO2 che vengono inspirate.
- La ventilazione alveolare al minuto che abbiamo detto essere la quantità di aria fresca che arriva ai polmoni e la quantità che fuoriesce al minuto. La ventilazione può aumentare o diminuire oppure si possono avere delle esigenze in cui la ventilazione deve essere maggiore. Dunque esistono i concetti di IPERPNEA: Iperventilazione o ipoventilazione.