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ΔV/ΔP ΔP/ΔV
Compliance= e Elastanza=
I toni cardiaci che sono quelli che si ascoltano dall’ascoltazione del cuore
corrispondono alla chiusura delle valvole. Il primo tono è quello della chiusura della
valvola atrioventricolare è quello che si sente è il flusso turbolento di sangue che si
forma nel momento in cui si chiude la valvola per cui il sangue che stava scorrendo si
blocca contro la valvola, si formano dei moti turbolenti che sono quelli che noi
possiamo ascoltare. Il secondo tono cardiaco è il moto turbolento del sangue alla
chiusura delle valvole semilunari. Se c’è un malfunzionamento delle valvole questo
viene individuato dalla modifica dei toni cardiaci. Chiaramente il cuore compie un
lavoro spostando il sangue all’interno dell’apparato circolatorio, quindi durante il ciclo
cardiaco il cuore esegue un lavoro meccanico, un lavoro esterno che è quello di
spostamento del sangue e un lavoro interno, che invece è interno appunto alla
struttura del cuore nei cicli cardiaci che deriva proprio dal lavoro compiuto dalle fibre
muscolari. A noi interessa in questo contesto il lavoro esterno, cioè quello che
permette lo spostamento del sangue. Questo può essere distinto in:
- una componente statica che è il rapporto pressione volume e corrisponde al
grafico visto prima,
- la componente dinamica è l’energia cinetica che viene impressa al sangue e
quindi in sostanza è una formula di accelerazione, cioè l’accelerazione che viene
data al sangue viene trasformata in energia cinetica. La considerazione che
possiamo fare su questa formula è che parte dell’energia cinetica viene
immagazzinata all’interno dell’ arteria (in questo caso dell’aorta visto che
stiamo parlando del circolo sistemico) ed è utilizzata per mantenere il circolo in
pressione quando la valvola semilunare è chiusa quindi l’aorta e il circolo sono
dissociate dal ventricolo però riescono comunque a mantenere le pressioni, se
torniamo al grafico precedente vediamo che l’aorta ha chiaramente una
pressione maggiore al termine della sistole ventricolare ma poi questa pressione
cala ma non va a zero, rimane molto elevata, rimane addirittura fino ad
80mmHg quando arriva la seconda sistole ventricolare, questo dipende proprio
dal fatto che l’energia cinetica impressa al sangue dal ventricolo viene
immagazzinata nel tessuto elastico dell’aorta quindi nel momento in cui si
chiude la valvola semilunare al termine della sistole ventricolare tutto lo stroma
elastico dell’aorta che ha immagazzinato questa energia cinetica nella
distensione delle fibre elastiche ridà questa pressione al sangue, quindi lo
mantiene in pressione e quindi mantiene molto limitato il calo di pressione dato
dal fatto che non c’è più un contatto idraulico di pressioni col ventricolo
permettendo quindi al circolo di rimanere in pressione.
ΔV)
W = (ΔP x + (1/2 m x v^2)
Vediamo quali sono i meccanismi di regolazione della frequenza e poi della forza di
contrazione del cuore. La frequenza media è data dal nodo senoatriale e quindi la
frequenza in sé è intrinseca è un segnale miogeno quindi l’autoritmo cardiaco è
autogenerato all’interno del muscolo non dalla presenza di una sinapsi ma sia la
frequenza che la forza di contrazione subiscono una modulazione da parte del sistema
autonomo principalmente, in parte anche dal sistema endocrino tramite midollare del
surrene che secerne catecolamine. In particolare sono attivi per la modulazione della
frequenza cardiaca il sistema simpatico e parasimpatico che hanno effetti antagonisti
tra di loro, l’attivazione del sistema simpatico che agisce tramite catecolamine
(noradrenalina e adrenalina in particolare) ha l’effetto di aumentare la frequenza
cardiaca, l’attivazione invece del parasimpatico quindi tramite acetilcolina, quindi
attivazione colinergica, ha l’effetto di ridurre la frequenza cardiaca. Nella lezione
precedente abbiamo parlato di quali sono le correnti che vengono messe in campo per
la generazione dell’autoritmo e abbiamo visto che i neuroni simpatici, soprattutto
tramite noradrenalina, agiscono sui recettori β delle cellule autoritmiche determinando
un aumento dell’ingresso di sodio, questo sodio non è quello dei canali del sodio
voltaggio dipendenti dei potenziali d’azione che abbiamo visto che quella corrente non
c’è nelle correnti nodali dove la ripolarizzazione dei potenziali d’azione è tutta in mano
al calcio. Questa corrente di sodio è la corrente funny che permette la lenta
depolarizzazione tra un potenziale d’azione e l’altro quindi stiamo parlando delle
cellule nodali quelle che generano l’autoritmo. Aumenta anche un ingresso di calcio,
che è quello che determina la depolarizzazione. Quindi aumenta la velocità di
depolarizzazione e quindi diminuisce la distanza tra un potenziale d’azione e il
successivo, cioè aumenta la frequenza cardiaca. L’attivazione invece del
parasimpatico tramite il rilascio di acetilcolina agisce sui recettori muscarinici delle
cellule autoritmiche e questo determina un aumento dell’uscita di potassio, che
abbiamo visto è quello che determina la ripolarizzazione, un calo di ingresso di calcio,
che modula negativamente anche la corrente funny, quindi diminuisce questa corrente
e aumenta la distanza tra un potenziale d’azione e il successivo quindi diminuisce la
frequenza cardiaca. È stato visto che nel cuore isolato, quindi senza possibilità di
intervento da parte del sistema nervoso simpatico o parasimpatico, il cuore in realtà
ha una frequenza più elevata rispetto a quella fisiologica che normalmente è sui 70
battiti per minuto, andrebbe di suo sui 90-100 battiti per minuto(bpm) perché in realtà
la frequenza intrinseca del nodo senoatriale è più alta e si è scoperto così che in realtà
fisiologicamente è sempre attivo un controllo tonico del parasimpatico, quindi il
parasimpatico è sempre attivo nell’abbassare leggermente la frequenza cardiaca che
sarebbe propria del nodo senoatriale. In questo modo la possibilità di modulare la
frequenza cardiaca aumentandola è duplice, perché da un lato si può attivare il
sistema nervoso simpatico che aumenta la frequenza cardiaca, dall’altro si può
diminuire l’attivazione del parasimpatico che ha un effetto tonico e diminuendo questo
effetto tonico si ottiene un aumento della frequenza senza andare ad attivare il
simpatico. La modulazione della forza della contrazione cardiaca e quindi della gittata
sistolica, cioè di quanto sangue viene mandato nelle arterie ad ogni contrazione, ad
ogni sistole, dipende da meccanismi anche ulteriori, ad esempio meccanismi intriseci
che sono stati studiati in un cuore isolato in cui la forza di contrazione ventricolare
dipende da due parametri:
1) uno è definito dalla legge di Frank-Starling cioè per la lunghezza delle fibre
muscolari e l’inizio della contrazione, questo sarà maggiore tanto è maggiore il volume
telediastolico cioè il volume di sangue che riempie il ventricolo perché andrà a dilatare
il ventricolo stesso andando a stirare le fibre muscolari e ad aumentare la lunghezza
delle fibre muscolari prima della sistole. Quindi se queste partono con una lunghezza
maggiore saranno in grado, contrendosi, di dare una pressione maggiore al sangue e
quindi di aumentare la forza della contrazione. Il volume telediastolico che riempie il
ventricolo quindi prima della contrazione prende il nome di precarico proprio perché la
quantità di sangue che torna al cuore tramite ritorno venoso determina poi anche la
forza della contrazione del cuore.
2) L’altro parametro che influenza la forza di contrazione è la quantità di calcio
disponibile per legarsi alle fibre contrattili quindi più calcio c’è più fibre contrattili
vengono reclutate, maggiore è la forza viene esercitata. Il controllo sulla forza e sulla
contrazione del cuore da parte del sistema nervoso e del sistema endocrino è in mano
soprattutto al sistema nervoso simpatico e al rilascio delle catecolamine dalla
midollare del surrene quindi in sostanza da adrenalina e noradrenalina che hanno un
effetto ionotropo positivo. Un effetto ionotropo indica un qualsiasi tipo di effetto che va
ad agire sulla forza di contrazione, positivo perché aumenta la forza di contrazione.
I modulatori paracrini hanno un effetto ionotropo negativo, nella maggior parte dei
casi, quindi diminuiscono la contrazione, e hanno anche il solito ruolo di protezione ad
esempio l’adenosina agisce ad esempio sulla frequenza del battito cardiaco, quindi
sulla frequenza di attivazione del nodo senoatriale diminuendo questa frequenza,
sempre perché un’elevata presenza di adenosina indica un aumentato consumo di ATP.
Il rilascio di NO per esempio a livello dell’endotelio capillare ha effetto vasodilatante e
indica che il tessuto è sotto sforzo e necessita di maggior apporto di ossigeno e quindi
indica anche in questo caso un sovraccarico funzionale che quindi avrà un effetto di
andare a ridurre la frequenza e la forza di contrazione del cuore in modo protettivo.
Questo schema indica l’effetto sempre del sistema simpatico, in generale di
noradrenalina e adrenalina indipendentemente dal fatto che provengano dal sistema
simpatico o dalla midollare del surrene sul miocardio contrattile, quindi non stiamo più
parlando delle cellule nodali ma delle cellule che si contraggono (che fanno un
potenziale d’azione sorretto dalle correnti di sodio quindi in modo più rapido con un
plateau che dipende dalle correnti di calcio, una ripolarizzazione dipendete dal
potassio, la lunghezza di questo plateau dipende dalla corrente di calcio che è quella
che dà conto della refrattarietà) quindi in che modo si ottiene da parte del sistema
simpatico un aumento della frequenza e un aumento della forza? Prima di tutto
tramite il sistema dei secondi messaggeri, quindi tramite i recettori β-adrenergici, si
ottiene un aumento dell’ingresso di calcio da parte dei canali calcio voltaggio
dipendenti. Abbiamo visto che la depolarizzazione del miocita porta all’apertura dei
canali calcio voltaggio dipendenti, entra calcio, si legano gli ioni calcio ai recettori per
la rianodina sul reticolo sarcoplasmatico, ulteriore fuoriuscita di calcio dagli store
intracellulari e così via. Quindi l’aumento dell’ingresso di calcio dal liquido
extracellulare porta ad un aumento del fenomeno del rilascio del calcio indotto dal
calcio e quindi porta ad avere un’onda di calcio di dimensioni