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ESPIRATORI.
6. I neuroni ventilatori sono concentrati in due nuclei del bulbo. il GRUPPO VENTILATORIO DORSALE
(DRG) contiene i neuroni inspiratori che controllano il diaframma. il GRUPPO VENTILATORIO VENTRALE
(VRG) controlla i muscoli per l'espirazione attiva e alcuni muscoli inspiratori. La ventilazione può essere
influenzata anche dal sistema limbico correlato ad esempio alle emozioni alla paura all'accitazione.
7. Nell’apparato respiratorio il sistema nervoso autonomo regola la contrazione della muscolatura liscia
bronchiale, dalla quale dipende il calibro delle vie aeree. La muscolatura liscia dei bronchioli è soggetta a
un livello basale di contrazione dovuto al sistema parasimpatico, che induce broncocostrizione; viceversa, il
sistema ortosimpatico induce rilasciamento della muscolatura liscia e broncodilatazione tramite attivazione
di recettori per la noradrenalina di tipo beta2.L'anidride carbonica nelle vie aeree è la principale sostanza
paracrina che influenza il diametro dei bronchioli. L'aumento della concentrazione di CO2 nell'aria espirata
fa rilasciare la muscolatura liscia dei bronchioli e determina la broncodilatazione. Comunque, il principale
controllo nervoso dei bronchioli è esercitato dai neuroni parasimpatici, che determinano broncocostrizione;
questo è un riflesso che protegge il tratto inferiore delle vie aeree dall'azione di eventuali sostanze irritanti
inalate.
8. l'ossigeno è trasportato nel sangue attraverso due meccanismi:
-soluzione nel sangue
-legame all'Hb
l'emoglobina è la molecola che lega l'ossigeno negli eritrociti im modo reversibile Hb+O2=HbO2 nei
capillari polmonari dove la PO2 plasmatica aumenta per via della diffusione dell'ossigeno dagli alveoli l'Hb
lega l'ossigeno. a livello delle cellule dove l'O2 è impiegato nel matabolismo e la PO2 plasmatica
diminuisce l'Hb libera l'ossigeno. l'ossigeno è moderatamente solubile in soluzioni acquose quindi per
sopravvivere è necessario avere adeguate quantità di O2 legate all'Hb. più del 98% dell'O2 in un dato
volume di sangue è legato all'Hb e trasportato dagli eritrociti. una molecola di Hb lega fino a 4 molecole di
O2 la quantità di questi legami è determinata dalla pressione dell'ossigeno stesso. In particolare, a livello
dei tessuti periferici abbiamo una pCO2 (pressione parziale della CO2, data dal rapporto tra
concentrazione della CO2 e suo coefficiente di solubilità) di 45mmHg (millimetri di mercurio), mentre nel
sangue arterioso che giunge ai capillari sistemici la pCO2 è di 40mmHg. A causa di questo gradiente
pressorio la CO2 diffonde dai tessuti nel sangue dei capillari sistemici, nel quale viene trasportato ai
capillari alveolari (polmonari) in 3 diversi modi:
- x il 7% circa in forma fisicamente disciolta
- x il 23% circa legata all'Hb tramite un legame carbaminico a formare carboemoglobina
- x il 70% circa la CO2 penetra nel globulo rosso e lì, l'enzima anidrasi carbonica catalizza la reazione di
idratazione: CO2+H20 -> H2CO3 (acido carbonico); quest'ultimo a sua volta si dissocia: H2CO3 -> H+ +
HCO3- (ione idrogeno e ione bicarbonato); lo ione idrogeno viene tamponato dall'Hb stessa, mentre lo ione
bicarbonato fuoriesce dal globulo rosso nel plasma tramite una proteine trasportatrice della membrana
eritrocitica che lo scambia con uno ione cloro.
A livello polmonare poi, cioè nel capillare alveolare, si determinano le reazioni opposte. L'ossigenazione del
sangue che si ha in questa sede provoca un aumento dell'acidità dell'Hb, quindi una diminuzione del suo
potere tamponante e un rilascio di quegli ioni H+ tamponati precedentemente, quindi: H+ + HCO3- ->
H2CO3 -> H20 + CO2. Quindi il rilascio di quel 70% di CO2 trasportata dall'Hb in tale modo. Inoltre
l'ossigenazione del sangue provoca una diminuzione della forza dei legami carbaminici tra Hb e CO2
quindi il rilascio di quel 23% di CO2 trasportato sotto forma di carboemoglobina. Questo è l'effetto Haldane,
cioè un aumento della quantità di CO2 rilasciata a livello dei capillari polmonari favorito dall'ossigenazione
stessa del sangue. L'effetto opposto invece, cioè un aumento della quantità di O2 rilasciato a livello dei
capillari tissutali, è l'effetto Bohr e avviene a causa di diversi fattori quali aumento della temperatura, della
pCO2, diminuzione del pH, presenza di 2,3 DPG (rilasciata in condizioni di anossia, cioè diminuzione di
O2), fattori che spostano la curva di dissociazione dell'Hb verso destra (quindi a parità di pO2 corrisponde
una percentuale di saturazione minore dell'Hb). Quest'ultimo concetto ti risulterà più chiaro se ti procuri uno
schema della curva di dissociazione dell'Hb.
PO2 sangue arterioso: 95 mmHg sangue venoso: 40 mmHg
PCO2 s.a. : 40 mmHg s.v.: 46 mmHg
9. vedi domanda 1&2
10. Il passaggio delle molecole dal gas alla fase liquida dipende da 3 fattori
-gradiente di pressione dei gas
-solubilità del gas nel liquido
-temperatura (costante nei mammiferi quindi trascurabile)
La capacità di un gas di disciogliersi in un liquido è detta SOLUBILITÀ. a quantità di un gas disciolto in
acqua ad una determinata pressione è detta PRESSIONE PARZIALE DEL GAS IN SOLUZIONE. ciò non
vuol dire che la concentrazione del gas nella fase gassosa e in quella liquida sia uguale infatti la
concentrazione dipende dalla solubilità del gas in quel liquido. la CO2 è 20 volte più solubile dell'O2 in
H2O.
11. l'inspirazione avviene quando la pressione alveolare diminuisce, l'inspirazione quando la pressione
alveolare supera quella atmosferica.
quando l'inspirazione inizia i muscoli inspiratori si contraggono e il volume toracico aumenta parallelamente
la pressione intrapolmonare diminuisce di 1 mmHb al di sotto della pressione atmosferica e l'aria inizia a
muoversi verso gli alveoli. il volume alveolare raggiunge il suo picco a metà dell'atto inspiratorio.mentre
l'aria entra negli alveoli la pressione aumenta fino a che la cassa toracica smette di espandersi. al termine
dell'inspirazione i motoneuroni somatici cessano di stimolare i muscoli inspiratori che si rilassano. mentre i
volumi del polmone e del torace diminuiscono durante l'inspirazione la pressione dell'aria nei polmoni
aumenta raggiungendo il suo valore massimo 1 mmHg maggiore rispetto alla pressione atmosferica
essendo maggiore la pressione alveolare è maggiore il flusso d'aria si inverte ed esce dai polmoni.il flusso
fuori dai polmoni avviene fin o a quando la pressione degli alveoli diventa di nuovo uguale a quella
atmosferica.
12. vedi domanda 1&2
13. vedi domanda 4
14 I polmoni sono costituiti da un tessuto simile a una spugna il suo volume è costituito principalmente da
spazi pieni di aria. ogni polmone si trova all'interno di un sacco pleurico formato da due foglietti pleurici.
uno riveste la cavità toracica e l'altro la superficie esterna del polmone. le MEMBRANE/FOGLIETTI
PLEURICI o PLEURE sono costituiti da diversi strati di tessuto connettivo elastico e capillari.i due foglietti
sono tenuti insieme da un sottile strato di LIQUIDO PLEURICO per un volume totale di pochi mL. questo
liquido serve a diversi scopi; creare una superficie umida e scivolosa per far scorrere i due foglietti l'uno
sopra l'altro durante il movimento dei polmoni, e di mantenere i polmoni a stretto contatto con la parete
toracica.
GRUPPO IX
1. Vedi domanda 1 gruppo 8.
2.Il corpuscolo renale contiene 3 barriere di filtrazione. la FILTRAZIONE avviene a livello del corpuscolo
renale costituito da capillari glomerulari circondati dalla capsula di Bowman. le 3 diverse barriere di
flitrazione prima di raggiungere il lume tubulare sono:
-endotelio dei capillari glomerulari
-la lamina basale
-epitelio della capsula di Bowman
i capillari glo. sono capillari frenestrati i pori permettono alla maggior parte degli elementi del plasma di
filtrare ma sono sono abbastanza piccoli da impedire il passaggio degli elementi corpuscolati del sangue di
attraversarli così come le proteine negative. le cellule mesangiali del glomerulo sono situate negli spazi
circostanti attorno ai capillari glo. secernono citochine per i processi immunitari e infiammatori.
la seconda barriera di filtrazione è costituta da uno strato costituito da matrice extracellulare detto
membrana basale che separa l'endotelio dei capillari dal rivestimento epiteliale della capsula di B. è
costituita questa lamina da proteine cariche negativamente e un materiale simile al collageno esclude la
maggior parte delle proteine del filtrato.
il terzo è l'epitelio della capsula di B. costituito da cellule speciali dette podociti che presentano delle
protusioni plasmatiche sulla membrana dette pedicelli che avvolgono i capillari glo. e si si intrecciano
formando delle fitte fessure di filtrazione.
3.
4. la filtrazione si verifica a causa della pressione idrostatica dei capillari.
la filtrazione è condizionata dalle seguenti forze:
-pressione idrostatica(Pi) del sangue che spinge il sangue ad uscire attraverso l'endotelio fenestato. la
pressione capillare ematica è di circa 55 mmHb favorisce la filtrazione nella capsula di B.
-pressione colloido-osmotica (pigreco) all'interno dei capillari è maggiore di quella nel liquido della capsula
er la presenza di proteine nel plasma. il gradiente di pressione è di 30 mmHb favorisce quindi il
riassorbimento.
-la capsula di Bowman la quale al contrario dello spazio interstiziale è uno spazio chiuso quindi all'interno
della capsula si stabilisce una pressione idrostatica che si oppone al passaggio del liquido all'interno della
capsula stessa quindi il liquido che filtra nei capillari deve spostare quello già presente nella capsula. la
pressione idrostatica nella capsula è di 15 mmHb e contrasta la filtrazione. La pressione netta risultante è
data dalla differenza di queste 3 pressioni ed è di 10 mmHb.
5. I barocettori rispondono specificamente allo stiramento di parete del vaso e, nell'uomo, si dividono in:
recettori di bassa pressione (o recettori di volume) si localizzano nelle vene, nei vasi polmonari e nelle
pareti del cuore, agendo direttamente nel rilevare le variazioni di volume del sangue.
recettori di alta pressione (o barocettori arteriosi seno-aortici) sono localizzati in due punti strategici:
nell’arco aortico, poiché la pressione dell’aorta influenza il flusso di sangue in tutti gli organi del circuito
sistemico, e nei seni carotidei, poiché la pressione delle carotidi influenza il flusso ematico al cervello,
organo estremamente sensibile alle variazioni di flusso.
Quando la pressione trans-murale aumenta, i vasi sanguigni si espandono