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NEUROPEPTIDI, NEUROTRASMETTOTORI AD AZIONE LENTA O FATTORI DI CRESCITA
Si distinguono dai neurotrasmettitori a basso peso molecolare sia per le differenti modalità di sintesi, per gli effetti
generalmente lenti e per altri aspetti.
Sintetizzati come parti grosse di molecole proteiche dai ribosomi. Vengono poi elaborati dall’apparato del
• Golgi, dove vengono formate delle vescicolette che contengono il neurotrasmettitore. Queste vescicolette
sono poi trasportate fino alle estremità nervose dal flusso assonale a una velocità bassa.
Quando si verifica il potenziale d’azione, le vescicole liberano il neurotrasmetitore. Le vescicole dei
• neuropeptidi subiscono un diverso processo, vanno in contro ad autolisi e non vengono più riutilizzate.
Liberati in quantità minori
• Sono assai potenti, mille volte o più rispetto ai neutrosmettitori a bassa azione.
• Gli effetti durano ore, giorni, mesi o anni.
•
Esempi di neuropeptidi: oppioidi, ormoni neuroipofisari, tachichinine, secretine, insuline, somatostatine, gastrine.
ECCITAZIONE NEURONALE
Il soma di un motoneurone presenta un potenziale di riposo di
circa -65mV. Questo valore è inferiore rispetto a quello di -90mV
che si registra nelle grosse fibre nervose periferiche. Un più
basso voltaggio risulta importante, perché consente un controllo
sia positivo sia negativo del livello di eccitablità del neurone.
Quindi avere un potenziale di membrana a riposo meno negativo
rende la cellula più eccitabile.
Nel neurone esistono dei potenziali d’azione effetivi reali degli
ioni che sono differenti dalle normali cellule.
Questi potenziali d’azione efettivi possono essere calcolati con la
formula di Nerst, ottenendo il potenziale di Nernst. la formula
di Nernst ci permette di calcolare il potenziale di Nernst degli ioni
più comuni.
Con la formula di Nernst ricaviamo i potenziali d’azione di riposo
effettivi. + +
Potenziale di Nernst del Na -65mV Potenziale di membrana del Na +61mV
+ +
Potenziale di Nernst del K -86mV Potenziale di membrana del K -65mV
- -
Potenziale di Nernst del Cl -70mV Potenziale di membrana del Cl -65mV
All’interno del neurone troviamo il liquido intracellulare che è
importante per la conduzzione elettrica. Infatti grazie al liquido
intracellulare, qualsiasi variazione di potenziale in un qualunque punto
all’interno del soma, provoca una variazine di potenziali quasi
esattamente in tutti gli altri punti del soma stesso.
Il neurone a riposo ha un potenziale di membrana di
-65mV. Con la liberazione del neurotrasmetitore da parte della
membrana presinaptica, che interaggisce con un recettore eccitatoria
della membrana. Ciò causa un aumento della permeabilità della
membrana al Na+. Questa permeabilità fa si che il Na+ penetri
all’interno del neurone e provoca una diminuzione del potenziale di
riposo, che passa da -65 a -45mV. Tale variazione di potenziale viene
definito potenziale postsinaptico eccitatorio (PPSE).
Il potenziale d’azione si origina quando il PPSE raggiunge dei valori
sufficientemente positivi. Tale potenziale d’azione non viene generato a
livello della membrana del soma, poiché presenta pochi canali voltaggio-dipendenti per il Na+, ma si genera in
corrispondenza del segmento iniziale dell’assone che presenta fino a 7 volte di più i canali voltaggio-dipendenti per il
Na+. Il PPSE necessario a far scatenare il potenziale d’azione è compreso tra +10 e +20mV.
Dopo che si è generato il potenziale d’azione, si propaga perifericamente lungo l’assone e spesso anche indietro, così
da interessare il soma del neurone. In molti casi si spinge fino ai dendriti, ma non in tutti, poiché possiedono un
numero assai scarso di canali del Na+ voltaggio-dipendenti e sono del tutto incapaci di generare potenziali d’azione.
INIBIZIONE NEURONALE -
Le sinapsi inibitorie agiscono, principalemente, determinando apertura dei canali del Cl , permettendo il facile
passaggio di ioni cloro. All’apertura dei canali del Cl-, gli ioni del Cl- entrano nella cellula generando un aumento della
negatività del potenziale di membrana che si avvicinerà a -70mV.
Con l’apertura dei canali del K+, ioni di K+ passerano all’esterno della membrana, rendendo il potenziale di
membrana ancora più negativo di quando non sia in condizioni normali. Perciò sia l’entrata di cloro che l’uscita di
potassio causa un aumento della negatività intracellulare, detta iperpolarizzazione. Questa condizione causa un
effetto inibitorio sul neurone, poiché il potenziale di memebrana risulta, più engativo del normale. Questo potenziale
è definito potenziale postsinaptico inibitorio.
L’effetto inibitorio è generato inizialmente a monte del neurone post-sinaptico, nella fessura sinaptica. Infatti a livello
del neurone pre-sinaptico viene rilasciato un neurotrasmettitore, generalmente il GABA (acido y-aminobutirrico), che
ha effetti sul neurone post-sinaptico. Tale sostanza causa l’apertura dei canali anionici, provocando un gran numero di
ioni Cl- all’interno della cellula nervosa.
RECETTORI SENSORIALI
Il SNC, riceve informazioni dall’afferenza sensoriale che trasporta impulsi nervosi dalla periferia al centro, e le fibre
nervose che li trasportano decorrono nei i nervi encefalici e spinali.
Le informazioni afferenti possono essere sensoriali somatiche (tatto, pressione, temperatura, dolore, propercezione,
vibrazione) che provengono da ogni parte del corpo, oppure possono essere informazioni afferenti da organi di senso
(vista, olfatto, udito, gusto).
Per le informazioni sensoriali ci sono recettori che convertono l’energia in impulso nervoso e informano il centro circa
la situazione che si e’ venuta a creare.
Queste informazioni quando giungono al SNC diventano percezioni ovvero raggiungono uno stato di coscienza e noi
quindi abbiamo la coscienza dello stimolo tattile, visivo, acustinco, termico, gustativo.
Esistono vari tipi di recettori sensoriali:
Meccanocettori: compressione, stiramento
• Termocettori: rilevano variazioni della temperatura e comprendono recettori sensibili al fretto che al caldo
• Nocicettori: rispondono a un danno tissutale (recettori dolorifici)
• Recettori elettromagnetici: rispondono a stimoli luminosi a livello della retina
• Chemocettori: percepiscono gli stimoli del gusto, olfatto, l’osmolarita’ dei liquidi corporei, concentrazione di
• O2 nel sangue arterioso, [CO] e altri parametri chimici dell’organismo
Ciascun tipo di recettore possiede una sensibilità assai elevata per un determinato tipo di stimolo, per il quale esso è
specializzato, mentre è quasi del tutto insensibile ad altri tipi di stimoli sensoriali.
Secondo il principio della linea attivata, ciascuna fibra afferente va a terminare in un area spcifica del cervello e il tipo
di sensazione avvertita, quando una fibra nervosa viene stimolata, dipende dall’area del sistema nervoso alla quale
giunge la fibra. Recettori specifici nelel fibre specifiche terminao in aree del cervello specifica che genera uno stimolo
sensitivo specifico.
Qualunque sia il tipo di stimolo che eccita il recettore, il suo effetto immediato è quello di provocare una variazione
del potenziale di membrana del recettore, denominato potenziale di recettore. L’ampiezza massima che il potenziale
di recettore può raggiungere è di 100mV, raggiungibile con una intensità di stimolazione eccessivamente elevata. Tale
ampiezza corrisponde approssimativamente, anche al voltaggio massimo dei potenziali d’azione.
Quando il potenziale di recettore supera la soglia di scarica della fibra nervosa collegata al recettore steso, si generano
potenziali d’azione.
Più il potenziale d’azione supera il livello soglia e tanto più sarà la frequenza dei potenziali d’azione.
ADATTAMENTO DEI RECETTORI
Un’altra caratteristica di tutti i recettori sensoriali è quella di adattarsi parzialmente o completamente a uno stimolo
di intensità costante, dopo un determinato periodo di tempo.
Se si applica uno stimolo sensoriale continuo di intensità costante, il recettore dapprima risponde con un’elevata
frequenza di scarica, che poi decresce progressivamente, fino a raggiungere una frequenza di scarica molto bassa o
fino a cessare di scaricare del tutto.
Alcuni recettori si adattano in misura maggiore rispetto ad altri, alcuni si adattano da subito invece per altri occorrono
ore o giorni e vengono indicati come recettori non adattabili.
Alcuni recettori come i chemocettori o i nocicettori, probabilmente non si adattano mai completamente.
Recettori tonici: questi recettori sono recettori a lento adattamento e possono continuare a trasmettere le
• informazioni anche per molte ore. Tramettono impulsi al cervello finchè lo stimolo è presente. Alcuni esempi
di recettori tonici sono i recettori della macula dell’apparato vestibolare, i recettori dolorifici, i barocettori
arteriosi e i chemocettori dei glomi carotidei e aortici
Recettori fasici: sono recettori a rapido adattamento allo stimolo e non possono essere utilizzati per
• trasmettere un segnale continuo, perché essi vengono attivati soltanto da variazioni di intensità dello
stimolo. Reagiscono intensamente nel momento in cui si verifica una variazione di intensità di stimolazione. I
recettori fasici sono notevolmente importanti perché ci permettono di conoscere la velocità con la quale si
sta verificando una certa variazione dello stato del corpo e per questo hanno anche una funzione predittiva,
che ci permette di prevedere quale sarà lo stato del corpo dopo alcuni sencondi o alcuni minuti.
FIBRE NERVOSE
Alcuni segnali devono essere trasmessi molto rapidamente al o dal sistema nervoso centrale, altrimenti l’informazione
risulterebbe inutile. Esistono però alcuni tipi di informazione
sensitiva, come quella relativa a un dolore prolungato, dove non
vi è alcuna necessità che essi vengano trasmessi rapidamente,
per cui basteranno fibre a conduzione molto lenta. Esistono fibre
di varie dimensioni nell’ambito di valori compresi tra 0.5 e 20um
di diametro e quando più è grande il diametro tanto più è veloce
la conduzione che può variare da 0.5 a 120m/s.
La classificazione delle fibre, in linea generale, sono distinte in
fibre di tipo A e fibre di tipo C. (classificazione di Erlangen e
Gasser) fibre di tipo A: sono fibre mieliniche di grande o medio
• diametro dei nervi spinali. Si suddividono a loro volta in
e
α, β, γ, δ. afferenze primarie dei fusi neuromuscolari
o α:
e fibra motoria che va al muscolo scheletrico
afferenze dalla cute per una pressione.
o β:
- Risolvere un problema di matematica
- Riassumere un testo
- Tradurre una frase
- E molto altro ancora...
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