vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
Però tra un follicolo e l’altro si trovano delle cellule dette parafollicolari – chiamate cellule C, secernono un
altro ormone:
1. La calcitonina – entra in gioco nella regolazione del calcio plasmatico.
Nell’ambito della struttura tiroidea si trovano in oltre da quattro a sei piccole ghiandole, le paratiroidi, che
invece secernono:
2. Paratormone – azione antagonista rispetto alla calcitonina, che entra nel controllo della calcio
plasmatico.
Dall’azione della calcitonina e del paratormone deriva il controllo del calcio plasmatico e i suoi valori.
Ghiandole surrenali
Sono due ghiandole, applicate sul polo superiore del rene, ciascuna ghiandola è costituita da due parti:
1) Corticale del surrene, più esterna, secerne due tipi di ormoni, alcuni mineraloattivi e altri
glucoattivi.
- I glucoattivi si chiamano cosi perché influenzano la cinetica del glucosio, sono capaci di
esercitare effetti sulla glicemia plasmatica. Per i glucocorticoidi, il cortisolo è il principale
ormone ed è conosciuto come l’ormone dello stress e ha effetti antinfiammatori e immuno-
soppressori.
- I mineraloattivi o mineralocorticoidi sono rappresentati dall’aldosterone, che promuovendo il
riassorbimento di sodio dai tubuli renali controlla l’osmolarità plasmatica e la volemia, volume
di plasma.
2) Midollare del surrene, più interna, produce invece catecolammine:
- Adrenalina
- Noradrenalina
Gonadi
Le gonadi sono le ovaie e i testicoli. Hanno accanto alla funzione gametogenica, cioè quella di produrre
gameti anche la funzione endocrina. L’ovaio produce estrogeni – ormoni femminilizzanti - e progesterone,
il testicolo produce testosterone – ormone mascolinizzante -.
Pancreas
È una ghiandola che produce enzimi digestivi che immette nel succo pancreatico ma una piccola quota del
parenchima pancreatico è specializzato in senso endocrino. Sono le isole del Langherans, che sono
costituite da tre tipi cellulari:
1) Cellule alpha che producono glucagone
2) Cellule beta che producono insulina
3) Cellule delta che producono somatostatina
Tutte queste strutture sono gli organi endocrini primari essendo la loro funzione primaria è quella di
secernere ormoni.
Ci sono anche organi endocrini secondari, che producono ormoni anche se la secrezione ormonale non è la
loro funzione principiale.
Uno di questi organi endocrini secondari è il cuore, che produce il peptidenatriuretico atriale, che favorisce
l’escrezione renale di sodio, inoltre riduce la pressione arteriosa e la sensibilità della zona glomerulare dei
surreni agli stimoli che normalmente inducono secrezione di aldosterone.
Un altro organo endocrino secondario è il rene che produce ormoni quali la renina, l’eritropoietina e il
calcitriolo.
Per quanto attiene l’apparato gastro-intestina lo stomaco controlla la secrezione di acido cloridrico per
mezzo della secrezione di gastrina e allo stesso tempo secerne secretina e colecistochinina con i quali
controllano lo svuotamento dello stomaco e la secrezione di succo pancreatico e di bile.
Anche il fegato in parte secerne alcuni ormoni chiamati somatomedine o fattori insulino-simili che sono
delle molecole che mediano l’azione della somatotropina o ormone della crescita. La somatotropina agisce
mediante le somatomedine.
Proprietà degli ormoni
1) Amplificazione, che piccole quantità di ormoni sono capaci di generare effetti molto intensi e
diffusi.
2) Specificità, ciascun ormone agisce su una cellula bersaglio specifica poiché questa cellula ha uno
specifico recettore per quell’ormone.
3) Affinità, significa che un ormone si lega preferenzialmente ad una cellula bersaglio più di un altro
ormone. Due o più ormoni si possono legare ad uno stesso recettore, ma nella cellula bersaglio il
recettore preferisce l’ormone che ha maggior affinità.
4) Azione permissiva, è quando un ormone è capace di potenziale l’azione di un altro ormone, non
che gli permetta di funzionare perché l’altro ormone funzionerebbe in ogni caso, però con l’azione
permissiva fa in modo che un ormone ne potenzi l’effetto. Gli ormoni tiroidei hanno un azione
permissiva sulle catecolammine a livello dl cuore.
5)
Meccanismi di azione
Le proteine interagiscono con dei recettori che sono posti sulla membrana cellulare. Gli ormoni di natura
proteica sono delle molecole che non riescono ad attraversare la membrana cellulare, quindi si legano a de
recettori posti su di essa e qui possono esplicare diversi effetti:
1) Il legame ormone-recettore può determinare una serie di reazioni intracellulari, in genere si parla di
fosforilazione delle proteine che poi mediano gli effetti a livello della cellula bersaglio.
2) L’ormone può agire su recettori associati a proteine G. la proteina G è costituita da tre sub-unità,
alpha, beta e gamma; e la sub-unità alpha è in grado di innescare una serie di reazioni che sono
capai di determinare gli effetti cellulari dell’ormone
3)
Gli ormoni di natura proteica, ormoni ipotalamici, ipofisari, insulina, paratormone, calcitonina. Gli ormoni
della corticale del surrene sono ormoni steroidei, cosi come quelli prodotti dalle gonadi. Gli ormoni
steroidei che sono liposolubili, attraversano facilmente la membrana cellulare e il loro recettore è posto
invece nel citoplasma. Ci sono poi ormoni di natura amminoacidica sono le catecolammine e gli ormoni
tiroidei che derivano entrambi dalla tirosina (amminoacido). Le catecolammine hanno il loro recettore sulla
membrana cellulare – non sono in grado di superare la barriera cellulare, si legano ad un recettore di
membrana che a sua volta agisce tramite una proteina G, questa in genere è capace di attivare una
sequenza di eventi. Generalmente in tutto ciò intervengono secondi messaggeri, l’ormone è il primo
messaggero, il messaggero intracellulare è il secondo messaggero attivati dalla sub-unità alpha della
proteina G legata al recettore ormonale. Le catecolammine per esplicare i loro effetti si devono affidare ai
secondi messaggeri. Gli ormoni tiroidei, anch’essi di origine amminoacidica, per struttura chimica sono
diversi dalle catecolammine, questi attraversano la membrana cellulare proprio in virtù della diversa
struttura chimica. Gli ormoni tiroidei sono costituiti da un doppio anello benzenico, rispetto alle
catecolammine che nella loro struttura ne hanno solo uno. La presenza in strutture di questo doppio anello
consente agli ormoni tiroidei di superare la membrana cellulare, il loro recettore si trova addirittura a livello
della membrana nucleare – danno origine a una serie di reazione che hanno effetti sul genoma, sul DNA
nucleare e attivare le diverse funzioni cellulari.
Insulina – funzione e effetti sulla glicemia plasmatica
La glicemia è 80mg/dl su 10ml in condizioni basali, l’individuo deve essere a digiuno da almeno 12 ore, a
riposo fisico e psichico e in una condizione di stabilità termica, l’individuo si deve trovare in un ambiente in
cui non scambia calore con l’esterno.
Le cellule beta costituiscono il 65/70% delle cellule delle isole di Langherans, il glucagone prodotto dalle
cellule alpha costituisce il 25/30% di tutte le cellule. Per le cellule delta non vi è una percentuale per via
della loro scarsa presenza, quelle che ci sono producono somatostatina.
Nella prima metà della 900’ venne scoperta l’insulina, costituita da due, una catene alpha di 21
amminoacidi e da una catena beta di 30 amminoacidi tenuti insieme da ponti di solfuro. Un ponte di solfuro
è presente anche nell’ambito della catena alpha per un totale di 51 amminoacidi che costituiscono
l’insulina. La sintesi dell’insulina inizia a livello del REG di una cellula e origina da una pre-proinsulina che è
un grosso peptide di circa 104 amminoacidi che viene poi, a livello dell’apparato di Golgi, convertito nella
proinsulina da cui si sono staccati 23 amminoacidi. La proinsulina è costituita dalle catene A e B e da un
peptide detto C, peptide che una volta secreta l’insulina nel torrente circolatorio si stacca. Nel sangue
vengono secreti sia l’insulina di 51 amminoacidi che queste peptide C di 30 amminoacidi. Il peptide C
esercita gli stessi effetti dell’insulina ma in misura molto meno efficacie, si parla dal 2 al 20% degli effetti
dell’insulina. L’insulina viene poi riversata del circolo ematico. Ogni qualvolta ci sia un incremento di
glucosio plasmatico nel sangue l’insulina viene rilasciata essendo un ormone ipoglicemizzante, che riduce la
glicemia plasmatica. Mentre il glucagone è un ormone iperglicemizzante.
L’insulina viene secreta e agisce a livello periferico su determinati tessuti definiti insulino-dipendenti che
sono:
1) Il tessuto muscolare
2) Il fegato
3) Il tessuto adiposo
Qui l’insulina si lega ad un recettore che è specifico. Questo recettore è costituito da due sub-unità alpha e
da due sub-unità beta che sono tenute insieme da ponti di solfuro. Le due sub-unità alpha si trovano in
sede extracellulare, le due sub-unità beta sono in parte extracellulari e in parte intracellulari. Si tratta di un
recettore che nella sua parte intracellulare possiede attività enzimatica e questa parte ha un’attività
chinasica, è capace cioè di fosforilare i residui di tirosina ed è tipico del recettore per l’insulina. Questa
attività chinasica è molto importante perché la fosforilazione di questi residui di tirosina, che sono parte
costituente del recettore, determinano una cascata di eventi di fosforilazione di proteine che conduce agli
effetti metabolici dell’insulina, ma soprattutto consente di esprimere sulla superficie cellulare di questi
tessuti un trasportatore per il glucosio – IL GLUT-4 – (I trasportatori Glut sono tipicamente trasportatori per
il glucosio). Il legame tra l’insulina e il recettore determina quindi queste modificazioni intracellulari che
portano a superficializzare sulla membrana cellulare dell’organo bersaglio questi trasportatori per il
glucosio plasmatico. In presenza di un trasportatore questo capta il glucosio dal plasma e lo internalizza
all’interno della cellula riducendo di fatto il glucosio nel sangue. L’insulina esercita diversi effetti, sul
metabolismo ha effetto ipoglicemizzante ma entrando più nel dettaglio;
Sul metabolismo dei carboidrati:
1) Aumenta la sintesi del glicogeno
2) Riduce la scissione del glicogeno – riduce di fatto la quantità di glucosio che può pervenire nel
torrente circolatorio;
Sul metabolismo dei grassi:
1) Favorisce la lipogenesi (deposizione di trigliceridi nel tessuto adiposo)
2) Inibisce la lipol