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giovanni.manzini@polimi.it
02 2399 3807
Dip. di energia
Scambio di energia attraverso uno scambio di calore (entra in gioco la temperatura) e lavoro meccanico (entra in gioco la pressione). Contano anche massa e moli.
Lo stato di un sistema è identificato dall'energia di un punto (interna, cinetica, potenziale).
Il lavoro meccanico e le altre forme energia non sono associate allo stato di un sistema ma riguardano lo scambio di energia tra uno o più sistemi.
1
U1
Ek1
Ep1
Q12
Q12
En. scambiata
2
U2
Ek2
Ep2
Energie sistema + var. di stato
L, Q non sono var. di stato
Legge di Stevino (statica dei fluidi) dP/dt = 0 -> non si muove nulla
Pelo libero: sup. esposta all'ambiente
Quali e P a quota Z1? Chiami la differenza di quote, cioè l’altezza d’acqua sovrastante Z1.
z0
z1
Fs: forza superiore
Fp: forza peso
Fi: F. inferiore: spinta Archimede
Fs + Fp + Fi = 0
alla superficie
Fs + Fp - Fi = 0
P0 A + ρ A ⋅ h ⋅ g - PA A = 0
P1 - P0 = ρhg
ΔP01 = ρhg
Si può utilizzare la legge per costruire strumenti di misura della pressione:
- BAROMETRO
- MANOMETRO DIFFERENZIALE: misura la differenza tra due pressioni.
1) BAROMETRO
Si usa un tubo chiuso per un'estremità immerso in una vaschetta contenente un fluido. Si misura un vuoto.
FS + Fp - Fi = 0
p0A + ρAhg - pA = 0
Pertanto
Alla base del tubo è 0, dunque p1 = p0.
Dunque scalando il tubo si lega p0. Le leggi ai vari estremi si impone un vuoto.
2) MANOMETRO DIFFERENZIALE: l'incognita è p1 - p2 (Δp21)
FS + Fp - F1 = 0
p2A + ρAhg - p1A = 0
P1 - P2 = ρhg
Il liquido di misura non deve mescolare il fluido negli altri ambienti. Non dissolve alcun gas e non è sensibile alla temperatura.
ARGANO ELETTRICO
de(P) = 20 [kW] h = 0,4 (rendimmento)
m = 10.000 Kg Δt = 20’ s1 = 0 (regime stazionario)
H?
η = lm⁄de ⇒ dm = η de = 0,4 . 20 [kW] = 8 kW
Lm, lm Δt = 2 . 103 . 20 . 60 = 9,6 . 106 [J]
Lm = F . s = mgh
h = dm⁄mg = 9,6 . 106⁄10.000 [kg] 9,81 [m]⁄[s2] = 97,8 m
SISTEMA TERMODINAMICO:
La quantità di materia o la regione di spazio che si prende in considerazione.
- CONTORNO (parte):
- PERVIO (sist. APERTO) - consente la fuoriuscita della massa
- MOBILE - scambia lavoro
- DIABATICO - scambia calore
- IMPERVIO (sist. CHIUSO)
- FISSO
- ADIABATICO
- Sist. ISOLATO
Non potrà comunicare con l'ambiente mantenendo cost la sua ENERGIA.
FISICA TECNICA
- CLASSICA o STATISTICA: il primo approccio si fonda sullo studio di proprietà
- MACROSCOPICHE medie del sistema
- Microscopica della materia
- NUMERO DI KNUDSEN
- km = Lcm / Dcar
- Lcm: libero cammino medio di una molecola
- Dcar: dimensione caratteristica del sistema
Se km < 0,01 si procede con la fluidodinamica classica, altrimenti con le statistiche.
Le ipotesi per cui vale l'approccio classico sono:
- il numero elevato di componenti microscopici;
- le evoluzioni del sistema devono variare lentamente rispetto a scala temporale del macroscopico;
- IPOTESI DEL CONTINUO - un elemento piccolo e piano è sempre trattabile come un sistema termodinamico (ha almeno 2 p.ti).
Al potenziale di interazione il flusso spontaneo si sale sempre dal sistema a potenziale maggiore a quello a potenziale minore (luminoso, meccanico, chimico, di massa).
T1 T2
Si introducono x irreversibili: totali, quindi TERMICHE.
Gli stati - solido, liquido e aeriforme sono gli unici 3 che possono co-esistere.
Equazioni di stato - approssimazioni delle relazioni fenomenologiche tra stati, e.g. 9.77e termodinamiche.
Come scrivere la relazione fondamentale?
U = U(...) in termini energetici es. U = U(p, T, V) non va bene
S = S(...) in termini entropia es. S = S (V, U, Ni) Come ricavarlo?
Utilizziamo un approccio postulazionale in cui definiamo univiste una funzione di enegie interne, volume, quantità di materiale.
Della definizione di entropia di Boltzmann è adattativo che il numero di microstati non può che dipendere dal numero di costituenti Ni.
Dipende annella dal volume V in cui essi sono costretti.
Infine, l’energia interna tiene conto dello stato vibrazionale olsu particelle.
Ove invertiamo la definizione esplicitandola in U (romaturalmente)
U = U (Ni, V, S) inversione possibile postudendo
nel mondo macoscopico e l’enolamento
monotonio di S = S (N, V, U)
Derivando:
- dU = ∑i=1V, S, NidNi + ∂U/∂V dV + ∂U/∂S dSV, Ni
su tutti i costituenti
termimi che divomo rimanere constanti
aumenta la durata.
CALORI SPECIFICI E COEFFICIENTI TERMOVOLUMETRICI
Sempre nell'ipotesi di trasformazioni quasi-statiche / internamente reversibili:
queste grandezze quantificano la risposta della materia alle interazioni energetiche.
IL CALORE SPECIFICO
Esprime il rapporto tra il calore scambiato per unità di materia e la corrispondente variazione di temperatura.
c = 1⁄M ∫ &thgr;€0 ω S = TdS → c = 1⁄M ∫ S=⅗ OT
dove ds, non dS rappresenta il differenziale entropico per unità di massa.
I coefficienti calori specifici variano a seconda della trasformazione. Ad esempio a V=cost abbiamo che
$V = d∫ + ∫₁ LE mandav o => ∫→ RD =&drpdowlo; &LEvqst;
Il calore specifico può divergere quando
- si fornisce calore ma la temperatura resta costante (&dOLot;T=0)
- durante le transizioni di fase
I COEFFICIENTI TERMOVOLUMETRICI
- il coefficiente di dilatazione isobara (a) Kp = 1⁄v ∫+v ñ›(∂T)
- il coefficiente di comprimibilità isoterma (B) KT = 1⁄v ∫≤ ∂υ⁄∂PT
- il coefficiente di comprimibilità isentropica (i) Ks = 1⁄v ∫≤ ∂в주소
Poniam le ultime due derivate parziali per il criterio di stabilità termomeccanica
sono sempre negative rispetto il segno "-" ù rendere più facilmente tabulata.