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H H
( † 0 0
|Ψ i −
| φ (r ), φ(r) = iδ(r r )
ihΨ
H H
= † 0 0
−ihΨ | |Ψ i −iδ(r −
φ (r ), φ(r) = r )
H
H 29
Continuando a considerare un’hamiltoniana indipendente dal tempo e invariante per
traslazioni, ovvero analizzando un sistema fermionico libero (sarà anche invariante per
rotazioni), possiamo riscrivere la funzione nella forma più intuitiva
0 0 0 0 †
− − → −ihΨ |T |Ψ i
G(r, t, r , t ) = G(r r , t t ) G(r, t) = φ(r, t)φ (0, 0)
H H
da cui possiamo definire i contributi di Fourier
Z 1 X
−ik·r k·r
G̃(k, t) = dre G(r, t) G(r, t) = e G(k, t)
V k
Sostituendo la forma in seconda quantizzazione degli operatori di campo (siamo inter-
essati al problema fermionico), si può scrivere l’evoluto temporale come
1 X −ik·r −iHt
iHt
√
φ(r, t) = e a (t) a (t) = e a e
k k k
V k
La funzione di Green nello spazio reciproco si scrive perciò
h i
†
−ihΨ |T |Ψ i
G̃(k, t) = a (t)a (0)
H k H
k
Consideriamo ora il caso di elettroni non interagenti † †
† †
† †
Y Y
P
P −it
−it −it it a a a a
a a a a
it a a it a a
0 0 0 0
0
e a e = e a e = e a e
j j j j
k k k k
0 0
k k k k
k j j
k k k
k k
j j j
0
k k
per cui l’ultimo risultato si ottiene osservando che a commuta con gli esponenziali se
j
h i
† †
6
j = k e a a , a a = 0. Applicando ad uno stato nello spazio di Fock
0
k k
0
k k −it
i |n −
a (t)|n = e 1i
k
k k k
mentre la funzione di Green per t > 0 diventa ( |k|
1 > k
† † F
†
−i −i −i −i
ta a ta a t t
−ihΨ |e |Ψ i −ie −ie
G̃(k, t > 0) = a e a = θ(|k|−k ) =
k k k k k k
k k
H k H F
k |k|
0 < k
F
dove è stato considerato lo stato di ground, ovvero lo stato in cui tutti gli elettroni sono
interni alla superficie di Fermi. In MQR il propagatore è introdotto per un sistema
di numero di particelle qualsiasi, identificando il ground con il ket vuoto; in questo
caso ne verrà invece fissato il numero, ovvero il parametro k . Il vincolo porta alla
F
necessità di un potenziale chimico variabile in modo da soddisfare la fisica dietro al
sistema. Sotto queste assunzioni il nominativo di operatore di distruzione non può
essere associato soltanto agli a , ma verrà cosı̀ definito ogni operatore che provoca
k †
l’annullamento dello stato, ad esempio gli a con k occupato. Nel caso t < 0 si avrà
k
−i t − |k|)
G̃(k, t < 0) = ie θ(k
k F
per cui per un sistema fermionico non interagente
−i t
−ie − − − |k|)]
G̃(k, t) = [θ(t)θ(|k| k ) θ(−t)θ(k
k F F
30
La funzione di Green in coordinate spaziali per t > 0 si scriverà come
1 X ik·r−i t
iG(r, t) = e k
V |k|>k F
che definisce proprio la funzione d’onda di un elettrone fuori dalla sfera di Fermi,
identificando la funzione di Green con la probabilità di propagazione, dopo un tempo
t, di un elettrone, ovvero descrive la probabilità di evoluzione di un sistema a N + 1
particelle. Nel secondo caso il procedimento è contrario, la funzione di Green identifica
−
la probabilità di avere un’evoluzione di temporale e spaziale di un sistema di N 1
particelle, ovvero descrive la propagazione di una lacuna. Effettuando un’ulteriore
trasformata di Fourier nel tempo ∞ 0
Z Z
i(ω− )t i(ω− )t
−iθ(|k| − − |k|)
G̃(k, ω) = k ) dte + iθ(k dte
k k
F F −∞
0 +
→ ±i
per cui il risultato sarebbe indefinito. Ponendo una nuova frequenza ω ω , dove
il più e il meno sono associati rispettivamente al primo e secondo integrale, il risultato
ha la forma − |k|)
− θ(k 1
θ(|k| k ) F
F + =
= + + +
− − − − −
ω + i ω i ω + i sgn(|k| k )
k k k F ±θ(±t)
Il trucco è considerato valido poiché ritrasformando il risultato si riottengono le
iniziali: ∞
Z 1
dω −iωt
e
+ −
2π i(ω + i )
k
−∞
Nel piano complesso l’integrale del percorso è eguale a quello sull’asse reale se vale
il Lemma di Jordan. Dato che il polo risiede sotto l’asse, una semicirconferenza
chiusa per valori immaginari di ω maggiori di zero porterebbe a soddisfare il lemma
(l’esponenziale va a 0) soltanto per t < 0, ottenendo un residuo nullo. Se invece chi-
udo al di sotto, il risultato è valido per t > 0 e il residuo mi da 2πi, annullando il
denominatore e dimostrando la validità dell’assunto.
5.1 Rappresentazione di Lehmann
Vogliamo adesso costruire una rappresentazione molto più generale della funzione di
Green per sistemi interagenti, senza costrizioni sul numero di particelle. La costruzione
presuppone la risoluzione del problema agli autovalori, tale che sappiamo
i |ψ i
H|ψ = E
α α α
dove gli α sono dei numeri quantici caratteristici del problema. I contributi appena
introdotti varieranno anche in funzione del numero di particelle, identificando uno stato
di ground per ogni N . Ripartendo dalla forma indipendente dal tempo, si introducono
le identità X †
−iHt
iHt
−iθ(t)hψ |e |ψ ihψ |a |ψ i+
G̃(k, t) = a e
H k s s H
k
s
31 X
† −iHt
iHt
|ψ ihψ |e |ψ i
|a a e
+iθ(−t)hψ 0 0
s s k H
H k 0
s
dove gli indici delle due identità non saranno eguali a causa della selezione degli stati
da parte del bracket. Si ottiene infine
X X −1)−E
i(E (N )−E (N +1))t 2 i(E (N (N ))t 2
−iθ(t) |a |a
0
= e (k)| + iθ(−t) e (k)|
s
0 0
s 0
s 0
0s 0
s s
dove i contributi esponenziali discendono dall’applicazione agli stati adiacenti, per
cui, quando vengono applicati a quelli dell’identità, si ottengono le energie associate
al sistema con un numero di particelle differente, precisamente quello selezionato dai
bracket †
2 2 2 2
|a |hψ |a |ψ i| |a |hψ |a |ψ i|
(k)| = (k)| =
0 0
0s H k s s 0 H s
k
Possiamo riscrivere i termini degli esponenziali
− ± −µ − − −µ −
E (N ) E (N + 1) E (N + 1) = (E (N + 1) E (N + 1)) = ξ (N + 1)
0 s 0 s 0 s
dove i termini che compaiono sono tutti positivi ed è stata considerata l’invarianza del
potenziale chimico (additional energy) dal numero di particelle (ciò è vero solo se non
−1
cade in un gap energetico), in generale µ(N + 1) = µ(N ) + O(N ) > µ(N ). In questi
termini si ottiene X X
−it(µ+ξ −it(µ−ξ −1))
(N +1)) 2 (N 2
−iθ(t) |a |a
0
G̃(k, t) = e (k)| + iθ(−t) e (k)|
s s 0
0s s 0
0
s s
trasformando in ω 2 2
|a |a
(k)| (k)|
0
X X s 0
0s
G̃(k, ω) = +
+ +
− − − − −
ω µ ξ (N + 1) + i ω µ + ξ (N 1) i
0
s s
0
s s
che rappresenta adesso una funzione con infiniti poli sul secondo e quarto quadrante,
rispettivamente associati al primo e secondo termine, per cui ognuno darà contributo
nel proprio dominio di ω. La sequenza di poli risulta essere discreta poiché è stato
considerato un volume finito dello spazio; se prendessimo il limite termodinamico si
otterrebbe una singolarità continua. Possiamo ulteriormente riformulare la rappresen-
tazione introducendo le densità spettrali
X X
2 2
− − −
A(E, k) = δ(E ξ (N + 1))|a (k)| B(E, k) = δ(E ξ (N 1))|a (k)|
0 0
s 0s s s 0
0
s s
da cui si ottiene la rappresentazione di Lehmann
∞
Z B(E, k)
A(E, k)
G̃(k, ω) = dE +
+ +
− − − −
ω µ E + i ω µ + E i
0
Questa forma permette di evidenziare subito il limite non interagente dato che
→ − − → − −
A(E, k) δ(E + µ )θ(|k| k ) B(E, k) δ(E µ + )θ(|k k|)
k F k F
32
ovvero, la differenza sostanziale risiede nel fatto che la concentrazione spettrale si
disperde su più valori di E nel caso interagente. Si ha inoltre la proprietà di normal-
izzazione
∞
Z X X † †
2 2
|a |a hψ |a |ψ i+hψ |a |ψ i
dE [A(E, k) + B(E, k)] = (k)| + (k)| = a a = 1
0
0s s 0 H k H H k H
k k
0 0
s s
−1
−
Data una singolarità (ω a) , l’integrale di questa si dice esistere se risultano finiti
i limiti indipendenti ∞
a− Z
Z dω
dω
1 lim
lim − −
ω a ω a
→0
→0
2
1 −∞ a+ 2
Risulta però possibile introdurre un criterio meno restrittivo
∞ ∞
a−
Z Z Z
dω dω
dω + = P.V.
lim − − −
ω a ω a ω a
→0 −∞
−∞ a+
dove l’integrale in questione è detto valore principale di Cauchy. Si può ricavare
l’identità 1
1 P ∓ −
= iπδ(a ω)
+
− ± −
ω a i ω a
P
dove con si indica la distribuzione che seleziona la parte principale e che assume
senso soltanto se integrata. L’identità deriva dal considerare l’integrale del rapporto
lungo l’asse reale: questo può essere ottenuto prendendone il valore principale e ag-
giungendo il contributo mancante mediante applicazione dei residui; il segno deriva
dall’integrazione attorno al polo rispettivamente oraria e antioraria. La parte immag-
inaria della rappresentazione di Lehmann diventa allora
−iπA(ω − − − −
i=
G̃(k, ω) = µ, k)θ(ω µ) + iπB(µ ω, k)θ(µ ω)
dove le funzioni a gradino nascono d