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Tecniche per la scuola di oggi

Se la scuola è una comunità in cui il fare è il comune denominatore dello stare insieme, le tecniche diventano un ausilio prezioso, insostituibile, da apprendere e mettere a punto di continuo. Quali sono le tecniche per la scuola di oggi? Tecniche si possono insegnare per essere cittadini del futuro. Le tecniche di Frenet sono un esempio di come si possa rispondere alle esigenze educative con un atteggiamento dinamico e non dogmatico. (in questo sta la grande esportabilità del suo approccio quindi anche nelle scienze motorie) L'atteggiamento non è sempre quello dogmatico con assiomi ed elementi definiti ma di suscitare in bambini e ragazzi atteggiamento di ricerca e dinamico che interroga anche l'adulto, come suscitare le domande, interesse dei bambini e le strade sono sempre diverse in base al gruppo che si ha davanti. Insegnare -> arte di fare emergere domande e accompagnare gli alunni nella ricerca delle risposte. -> grande Metodo Frenet ripercussione in Europa e

In Italia nel 1951 nasce il movimento di cooperazione educativa. Ancora oggi esiste il movimento e si batte per una didattica innovativa che affermi la pedagogia popolare e una scuola sempre più pubblica, laica e democratica. Tra gli autori che seguono Freinet ci sono Bruno Ciari e Mario Lodi. Lodi, valore politico dell'educazione, lavora in Italia nel dopoguerra che sta riscoprendo i propri valori democratici. Dice: "Io penso che la didattica non ha valore se non ha anche un fine: la scuola è una piccola società dove si può e si deve sperimentare la base del vivere civile... la finalità fondamentale per me resta nella formazione del bambino democratico, che noi dobbiamo cercare e realizzare pian piano, non attraverso vuote parole ma nella pratica di tutti i giorni, nel rispetto di cose e persone." E nello sport?

Don Lorenzo Milani, nato in Italia nel 1923 da madre di origine ebraica, si iscrive a Brera a Milano e intraprende la via artistica. Nel 1943 entra in seminario e fonda una scuola popolare.

Nel paesino dove viene mandato, questasua opera è mal vista da persone di umile provenienza. Viene poi nominato parroco in un paesino piccolissimo e lui è una figura mal vista dalla chiesa in quanto rivoluzionario e contro corrente. Barbiana passa dal 1954 a 67 fino alla morte per malattia.

Prima di morire scrive: Lettera a una professoressa - Idea pedagogica: dare la parola ai più umili, chi non ha voce perché questa ha un valore politico. Se io voto devo sapere. La scuola deve aiutarmi a capire e a dare voce. Per rendere sovrani tutti i ragazzi bisogna fare un lavoro durissimo. In questa scuola si lavora 12 ore al giorno, 365 giorni l'anno. La parola rende uguali, ma per avere la parola si deve lavorare lunghissimo perché è un riappropriarsi del pensiero più che del linguaggio che consiste il lavoro educativo. Scuola dedicata ai più poveri, ai bambini dei montanari.

Lettera a una professoressa

Scritta perché due

Suoi allievi si presentano per diventare maestri e vengono bocciati per due anni consecutivi e ciò è legato a motivi politici cioè vengono penalizzati.

Libro scritto per i genitori che si devono organizzare, testo collettivo di questi ragazzi che vogliono vendicarsi da questa ingiustizia. Cara signora lei non ricorderà il mio nome ma io si ho pensato ai suoi colleghi e all'istituzione che chiamate scuola e ai ragazzi che respingoin campi e fabbriche.

Ragazzo timido che pensava che la timidezza era una questione dei montanari, mancanza di prepotenza, di dire e sostenere i propri diritti. Finite le elementari d'obbligo altri 3 anni di scuola ma a Barbania non c'era la media. E lui andò a scuola dal prete facendo un'ora di strada a undici anni (conquistarsi l'istruzione) e tutto ciò per essere sottratto a condizione miseria e povertà e lavoro minorile. Barbiana non sembrò una scuola, a ogni libro c'era una copia sola.

E da li voleva insegnare. Chi era senza basi lento e svogliato veniva accolto come il primo della classe. Finché non aveva capito gli altri andavano avanti. Non si avevano riposi nemmeno la domenica perché lavoro era peggio. Lucio che aveva 36 mucche diceva che la scuola era meglio del letame. Diritto allo studio portato avanti come valore politico, costruzione cittadino consapevole ed democratico. Spazio e bellezza = luogo deve essere curato. Apprendimento del corpo quindi l'uomo deve stare bene nel luogo. ALBERTO MANZI 1960 in Italia registrare per la rai famose trasmissioni, spiegava a persone analfabete a leggere e scrivere. Manzi è raffinato con grande preparazione. Nasce negli anni 20 si diploma in nautica e magistrale. Va in guerra e quando esce inizia gli studi in biologia, si laurea nel 46/47 insegna nel carcere minorile di Roma. Si laurea anche in pedagogia e filosofia. Tanti interessi messi al servizio dei bambini. Intervista: lui fece "non è mai"

troppo tardi" perché qualcuno lo ha chiamato. Andò a fare un provino per diventare maestro alla televisione. Lui insegnava disegnando e venne preso subito. Ministro pubblica amministrazione lo mandò a insegnare al carcere minorile in una classe di 94 alunni. Lui aveva solo 22 anni e veniva scambiato per uno di loro. Andò a insegnare anche alle elementari. Tema comunicazione: molto forte, di tipo educativa, entrando in comunicazione con l'altro non solo con schermo ma anche nel carcere. Schede di valutazione. Maestro anticonformista, che si ribella alla valutazione come incasellamento come etichettamento, non apre a esperienze educative future che non aiuta bambino ad evolversi ma lo bolla e questo era il suo modo di ribellarsi. Lui era contrario a queste schede perché rimanevano nel tempo segnando i bambini. Allora per compilarle fece un timbro: "fa quel che può e quel che non può non fa". Denunciato alla procura della

Formattazione del testo

repubblica dicendo che era un preso in giro. Ma lui diceva che non poteva valutare perché i suoi ragazzi grandi problemi dentro la classe. valutazione dinamica che aiuti sviluppo del bambino.

AMERICA DEL SUD

Educazione degli adulti di una popolazione molto povera. Andò in sud America perché era naturalista e vene mandato dall’università per studiare nella foresta amazzonica ma li scopre vita dura degli indios tenuti nell’ignoranza perché più deboli e sfruttabili. Da li andò tutte le estati li per portare avanti opera di alfabetizzazione. Li insegnare era proibito ma lui lo fece lo stesso. Successivamente vennero accusati e vennero incominciato ad arrestare gruppetti.

Significato lezione autori permettono di introdurre concetti fondamentali educare, insegnare apprendere, i processi di apprendere e caratteristiche di un buon maestro. Mettendolo poi a confronto con mondo sportivo.

FRANCO LORENZONI

Roma 1953 maestro elementare in Umbria

fa parte del movimento di cooperazione educativa (MCE). Lorenzoni doveva essere solo appendice poi dedicato più tempo. Ha fondato nel 1980 casa laboratorio di Cenci, una scuola pedagogica importante, ed è un podere nella campagna umbra dove ha dato spazio a sperimentazioni pedagogiche teatrali ed educative innovative. Ha l'idea di educazione in natura. La pedagogia dell'ascolto nasce negli anni '70 insieme al movimento di cooperazione educativa (MCE) e si occupa di costruire, attraverso il rapporto e la relazione educativa, un apprendimento attraverso l'incontro fatto di affettività, emozione ed empatia che consenta ai bambini e agli adulti di avviare percorsi di crescita e sviluppo.

L'ascolto è il fondamento della relazione educativa. Nel 2014, nel testo "I bambini pensano grande", è stata esplicitata la fiducia nella capacità di pensiero e di interrogarsi attraverso temi importanti e grandi dei bambini. Alcuni di questi temi sono: porre le domande in modo corretto, la domanda legittima è quella di cui non si sa la risposta, la domanda illegittima...

La domanda che si formula solo per controllare chi è interrogato sa dire quello che sai già. Lorenzoni aggiunge: "i bambini sono sensibilissimi a questa differenza" cioè quando bambini devono ragionare su un tema sentono subito se domanda è vera, se li interrogo su qualcosa che anche io mi sto interrogando. Sentono la mia disposizione e la mia postura che può essere di ricerca o dogmatica. Se io so già la risposta che mi aspetto da loro quindi si tratta di una posizione di controllo. Difficile avere una reale posizione di ricerca soprattutto alle domande che si fanno ai bambini perché rischiamo di creare una posizione di reale stabilità e copertura su domande fatte perché si rischia di distruggere la loro creatività e anche risolvere situazioni e problemi pratici o teorici anticipando con le nostre risposte. Testo reciprocità: relazione educativa con elementi costitutivi tra maestro e allievo, uno degli elementi che

La reciprocità è la base della danza sociale. Lorenzoni spiega che il concetto di reciprocità deriva da due parole: "vado indietro" e "faccio un passo avanti". Per progredire, è necessario fare un passo indietro.

Tuttavia, gli insegnanti spesso faticano a fare un passo indietro e a creare spazio, occupando invece lo spazio della parola con il potere del loro ruolo. In queste condizioni, è difficile per i bambini parlare con gli altri che rimangono in silenzio ad ascoltare.

L'arretramento, come definito da Montessori, consiste nell'osservare e fare un passo indietro, guardando cosa sta portando il bambino e poi fare un passo avanti.

Inoltre, Lorenzoni afferma che è inevitabile e doveroso per gli educatori affrontare con i bambini i grandi temi della condizione umana e della vita in società, come i sentimenti, la vita e la morte, e le domande sul dopo. La società, il potere e il denaro (che sono senza dubbio i)

concetti più mistificati della cultura dominante): gli adulti e l'ordine che si sono dati o hanno accettato dagli adulti più potenti o più ricchi. L'idea stessa di rivoluzione nella scienza e nella società. L'arte la pittura, la musica, il teatro tutte le cose di cui si può e si deve fare esperienza diretta, con metodologie adeguate.

Cos'è la cultura del resto, se non critica e capacità di discussione di ciò che accade?

Che cos'è l'arte, se non ribellione al proprio tempo e proposta di altri sguardi sul mondo?

Cos'è la scienza, se non il rimettere continuamente in causa ciò che diamo per scontato e per vero?

E la scuola non dovrebbe essere il tempio di cultura arte e scienza?

Idea di scuola non trasmissione passiva ma luogo in cui si esercita e impara a pensare. E si mette in discussione cose date per vere, appassionandosi. Insegnare una tecnica non partendo

daessa ma arrivando ad essa.

Dettagli
Publisher
A.A. 2019-2020
6 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PED/01 Pedagogia generale e sociale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher marti20 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Pedagogia generale e applicata alle scienze motorie e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano o del prof Ferri Nicoletta.