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Le collezioni

I prodotti della collezione estiva vengono consegnati a gennaio/febbraio per poi essere venduti tra fine febbraio e fine marzo. Le collezioni per la stagione autunno inverno saranno consegnate ai negozianti tra luglio e agosto e vendute ai consumatori a partire da settembre. Sono presentate alle fiere tra fine gennaio e inizio febbraio.

L'avvio della preparazione delle collezioni avviene circa 5 mesi prima della loro presentazione.

Chi inizia a rivoluzionare questo sistema? BENETTON. Inizia a operare negli anni '60 lavorando sul colore ma con produzioni di maglioni che vengono colorati in base alle vendite. Utilizzava un franchising parziale e apriva negozi in località di villeggiatura. Questo è importante perché se consegnamo a Cortina abbigliamento invernale a luglio/agosto, i trend setter colgono in anticipo i colori trend di quell'anno. Così facendo aveva un vantaggio competitivo.

facendo riduce drasticamente i prodotti venduti a saldo. Una specificità del prodotto della moda è: LA STAGIONALITÀ cioè fino a gennaio prima dei saldi i capi vengono un tot, e a fine febbraio quando finiscono i saldi i capi perdono tanto valore e vengono venduti agli stockisti al 5-10% del loro valore. Benetton inventa questa soluzione e rompe le regole del programmato introducendo dei RIASSORTIMENTI che gradualmente porteranno al fast fashion. Negli anni '80 le catene americane GAP, the limited, Banana Republic.. commissionano all'associazione produttori americani una ricerca per capire come BENETTON operasse e riuscisse ad avere il successo che aveva. Questa ricerca porta a sviluppare il modello della QUICK RESPONSE, modello che evidenzia i vantaggi dei settori a valle.: il primo settore a integrarsi a valle è il settore della moda. La filiera nel mondo della moda è molto lunga. Il canale della filiera è regolato da un: Flussosono distorte a causa della mancanza di comunicazione tra il grossista e l'industria. Questo porta a una dispersione di risorse e a una produzione eccessiva di capi che potrebbero non essere richiesti dal mercato. La soluzione a questo problema è integrarsi a valle, cioè stabilire una comunicazione più efficace tra l'industria, il grossista e il dettagliante. In questo modo, l'industria sarà in grado di capire meglio la domanda di mercato e di produrre solo ciò che è effettivamente richiesto. Attraverso l'utilizzo di un flusso informativo più accurato, basato sugli ordini effettivi dei dettaglianti e sullo stato dello stock del grossista, l'industria potrà evitare sprechi di risorse e produrre in modo più efficiente. In conclusione, è fondamentale migliorare la comunicazione e l'integrazione tra i diversi attori della filiera produttiva per ottimizzare la produzione e ridurre gli sprechi.arrivano in RITARDO e con poca chiarezza. Per risolvere questo problema è necessario integrare almeno parzialmente i canali per avere un'informazione corretta. Con l'integrazione a valle l'industria ha un FORTE VANTAGGIO COMPETITIVO. LA RISPOSTA RAPIDA (QUICK RESPONSE) DICE CHE UN'AZIENDA SE AVESSE VOLUTO COMPETERE CON BENETTON DEVE SCAVALCARE LA FIGURA DEL GROSSISTA (che prevede una dispersione di risorse) E AVERE UN CONTATTO DIRETTO CON IL CONSUMATORE FINALE INTEGRANDOSI A VALLE E APRENDO DEI MONOMARCA. STORIA NEGLI ANNI 70': i problemi del mondo della moda sono come gestire: - creatività - contratto di licenza - INDUSTRIA o industrializzazione Negli anni 70' si è affermata una soluzione grazie al gruppo finanziario tessile: contratto di licenza con Armani per il lancio di una linea di abbigliamento col nome dello stilista, modificando questo rapporto perché normalmente c'era rapporto di consulenza o il rapporto finanziario (prima).

c'era solo rapporto finanziario).Si crea un modello di soluzioni contrattuali che porterà al successo del made in italy. Esistono 2 parti: il licenziatario e il licenziante (lo stilista che riceve royalties, lo può gestire come meglio crede in comunicazione: pubblicità da solo. Armani diventa stilista di successo. Il contratto non riguardava il semplice utilizzo del nome, ne si configurava come un rapporto di consulenza creativa, ma si articolava in un complesso intreccio di compiti e di responsabilità tra la parte creativa e quella industriale. Questo successo ebbe un grande successo negli anni 80'. La formula del contratto di licenza si è dimostrata adeguata per tutti gli anni 80', ma alla fine, lo stesso armani cambia filosofia e inizia a seguire un approccio diverso, riproponendo un modello basato su una maggiore integrazione tra creativo e industria. Armani infatti ha acquisito i suoi principali licenziatari (produttori), Simint nel

1989 e Artinea nel !))=.Il ritorno ad un maggior coinvolgimento siretto del creativo nella gestione dell'attività produttiva avviene in uncontesto radicalmente diverso da quello in cui si era sviluppato il modello della maison, è cambiato radicalmnetel'ambito che è diventato della produzione industriale su larga scala ed è cambiata la figura stessa del creativo che si èsviluppata in quello di imprenditore dell'industria dei prodotti creativiGli stilisti diventano quindi produttori.Il cambiamento da stilista fornitore di servizi a stilista imprenditore industrialeNegli stessi anni in cui alcuni dei creativi della moda si sono trasformati da puri fornitori di servizi in imprenditoriindustriali, molte operazioni di integrazione sono avvenute per via contraria: i licenziatari che si comprano le griffe.Tra le principali operazioni ricordiamo:l'acquisizione di valentino da parte di HDP,o AEFFE che compra moschinoo Gucci che compra

Stella McCartney

Cos'è il pronto-moda?

Nel mondo della moda vi è una programmazione molto schematica di quando fare le collezioni e quando lanciarle. Negli anni '70, in base all'outfit indossato da una presentatrice in TV, i negozi in poco tempo lo riproponevano. Il pronto-moda è un prodotto di moda prodotto in tempi molto rapidi e consegnato velocemente al commerciante. Ad esempio, CENTERGROSS è di qualità inferiore rispetto al prodotto alla moda e l'acquisto viene veicolato alla presenza di questi capi addosso a persone famose. Quindi non è il produttore che si riassortisce la collezione, ma ciò crea un meccanismo a cascata dove nessun produttore segue schematicamente le scadenze che vi erano nel mondo della moda, ma a volte per ravvivare la linea fanno anche delle collezioni flash. Di solito il prontomodista è un soggetto esterno all'azienda che vuole copiare i best sellers con una qualità più scadente.

Poi può capitare anche che il produttore assuma logiche di prontomodista velocizzando le collezioni. Si sviluppa negli anni 90' il modello del FAST FASHION e il principale autore è ZARA. L'evoluzione della moda dagli anni 90' ha indotto nuovi competitor a ridurre il rischio di progettazione mediante un maggior controllo della fase creativa, per velocizzare i processi e allineare tutti gli strumenti di comunicazione, promozione e distribuzione. Quindi il processo di costruzione di una collezione può essere schematizzato secondo due modelli (programmato e fast fashion), che corrispondono a due diverse forme di organizzazione dell'intera filiera produttiva. Il fast fashion porta a un flusso continuo di mini innovazioni con un ciclo di vita brevissime. Zara infatti fa 10 collezioni all'anno dove la fase iniziale è la fase di copiatura. Nel ciclo programmato il ruolo trainante nella progettazione è svolto dall'area produttiva,

concentrarsi sulla velocità di produzione e distribuzione dei prodotti, piuttosto che sulla qualità e sostenibilità. Questo ha portato a un aumento della produzione di capi di abbigliamento a basso costo, spesso realizzati con materiali di scarsa qualità e con condizioni di lavoro precarie. Le reti distributive, come i negozi di abbigliamento e i siti di e-commerce, svolgono un ruolo fondamentale nel ciclo del fast fashion. Sono loro che guidano la progettazione della filiera, imponendo tempi di consegna sempre più brevi e richiedendo una costante innovazione dei prodotti offerti. La maison dello stilista imprenditore, che può essere sia un'impresa industriale che un'area creativa, gioca un ruolo chiave nel trascinare il ciclo del fast fashion. È responsabile della creazione delle collezioni e dell'interpretazione delle tendenze di moda. Spesso, la maison ha un ruolo di leadership nella filiera, influenzando le decisioni di produzione e distribuzione. In conclusione, nel ciclo del fast fashion le reti distributive sono il soggetto guida della progettazione della filiera, ma la maison dello stilista imprenditore ha un ruolo fondamentale nel trascinare il processo creativo e l'innovazione dei prodotti offerti.

cambiare.Si è passati infatti da due collezioni stagionali a :Flash,o Prontomoda: oepratori esterni che copianoo Riassortimentio Programmazione delle consegneoIn definitiva a una SEMPRE MAGGIORI ARTICOLAZIONE DEL FLUSSO DEI PRODOTTI.ES. MODELLO DI BUSINESS FAST FASHION ALL'ITALIANA (secondo il prof): fondatore di patrizia pepe è un ragazzo diprato che all'inizio aveva un officina dove riparava moto. a prato dopo la morte del padre inizia a vendere delle felpe.con gli anni inizia a fare il prontomodista (organizzarsi per produrre velocemente e riassortire). si sposa con unaragazza molto competente nel settore del fashion.iniziò a proporre una piccola collezione che si riassortiva in tempi rapidissimi. La specificità è proprio una propostastilistica veloce da riassortire.Il prontomoda all'italiana ha un posizionamento più alto di ZARA che sfrutta l'esperience dei prontomodistirischiando anche nella produzioni di capi.Nei

canali della moda. Gli agenti di commercio (un venditore esterno che vende per conto dell'azienda) sono un potere molto importante. Di solito in Italia può essere anche co-proprietario del punto vendita. Il problema sta nell'organizzazione dei rapporti gerarchici tra manager interni Benetton e agenti. L'Italia è il paese con il maggior numero di agenti in tutta l'UE. La teoria vorrebbe che l'agente per operare nell'ambito del trade dovrebbe passare da agente plurimandatario a monomandatario, in Italia gli agenti più capaci sono plurimandatari. TESTIMONIANZA PINKO PINKO HEADQUARTER: Fidenza Il motore di queste aziende è l'emozione e all'interno domina l'irrazionalità. VISUAL MERCHANDISING: insieme di operazioni che collocano il prodotto in punto vendita, e devono essere in linea con il format e il concept del punto vendita. È l'atmosfera ricreata dagli stimoli sensoriali. PINKO è un'azienda italiana che si colloca nel

Segmento entry to luxory.

Valori: creatività, innovazione, ricerca, qualità nella manifattura.

Target: don

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Publisher
A.A. 2019-2020
16 pagine
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SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/08 Economia e gestione delle imprese

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher micheladc di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Brand management e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Parma o del prof Sabbadin Edoardo.