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Le vitamine K

FILLOCHINONE FITOMENADIONE (vitamina K1) che possiede una catena laterale fitilica con venti atomi di carbonio con un solo doppio legame.

MENACHINONI (vitamina K2) la cui catena laterale è poli-insatura e possiede da 20 a 60 atomi di carbonio. I menachinoni si distinguono per il numero n di gruppi isopreni (a cinque atomi di carbonio) della loro catena laterale.

MENADIONE (vitamina K3) derivato sintetico

METABOLISMO

Esistono due fonti naturali di vitamina K: gli alimenti ed i batteri della flora intestinale (presente soprattutto a livello del crasso, quindi dove la digestione e l'assorbimento sono già avvenuti). Le verdure verdi contengono fillochinone ed i prodotti animali una miscela di fillochinone e di menachinoni. I batteri della flora intestinale sintetizzano dei menachinoni. Il menadione non fa parte delle fonti naturali, ma è un derivato di sintesi. Il fillochinone è assorbito a livello dell'intestino tenue prossimale mentre i

menachinoni sono sintetizzati dalla flora intestinale partendo dall'acido naftolico o dal fillochinone alimentare. I batteri possono trasformare il fillochinone in menadione mediante degradazione della calenalaterale, quindi sintetizzare i menachinoni (principalmente il menachinone 4) mediante ri-alchilazione. I menachinoni sono assorbiti a livello dell'intestino tenue e del colon. L'assorbimento richiede la formazione di micelle in presenza di bile e di succo pancreatico. La vitamina K viene quindi incorporata nei chilomicroni ed assorbita per via linfatica. La vitamina contenuta negli alimenti è assorbita in percentuale dal 40 al 70%. Il fillochinone è assorbito attraverso un metabolismo di trasporto attivo, mentre i menachinoni si diffondono mediante un processo passivo.

Gli organi più ricchi di vitamina K sono il fegato (dove si ha la sintesi dei fattori della coagulazione che richiedono vitamina K), i polmoni, il midollo osseo, i reni ed i gangli nervosi. Tuttavia,

Il contenuto totale dell'organismo è molto basso (da 50 a 100 μg) e le riserve sono sufficienti solo per otto giorni. Studi sugli animali hanno dimostrato che, a livello della cellula epatica, il fillochinone si concentra nei microsomi e che i menachinoni possono essere sintetizzati partendo dal menadione.

La vitamina K è il cofattore di una carbossilasi microsomiale. Quindi provoca la γ-carbossilazione (introduzione di un gruppo carbossilico) di residui glutammici (glu) di alcune proteine che sono quindi trasformate in acidi γ-carbossiglutammici (gla). Questa reazione richiede anidride carbonica o bicarbonato e la vitamina K, presente sotto forma di diidrossi-vitamina K che si ossida a vitamina K epossido (che catalizza la reazione di residui di acido glutammico), poi si riduce nuovamente per formare il diidrossi-vitamina K.

L'acido γ-carbossiglutammico è un amminoacido particolare che ha la proprietà di fissare il calcio (a

livellodell'osso) e conferisce tale proprietà allaproteina di cui è costituente. Ruolo metabolico della vitamina K Le carbossilasi vitamina K-dipendenti sono principalmente presenti nel fegato ma sitrovano anche a livello del polmone, della milza, del rene, dell'osso, della placenta edella pelle. Si conoscono attualmente circa dodici proteine il cui metabolismo richiedeuna γ carbossilazione degli acidi glutammici. È possibile classificarle in tre gruppi: 1. Le proteine trasportatrici di fosfolipidi. Questo gruppo comprende i fattori dellacoagulazione vitamina K-dipendenti nonché due proteine che inibiscono lacoagulazione. Queste proteine sono presenti solo nel plasma. 2. Le proteine trasportatrici di sali di calcio: l'osteocalcina presente nelle ossa e nelplasma, la terocalcina nel tessuto ateromatoso, e alcune proteine nei calcolirenali. 40Il fattore Xa, il fattore IIa ed il fattore Va cheagiscono in modo convergente sullamembrana, con

Attivazione della trasformazione del fibrinogeno in fibrina ed innesco del processo coagulativo. Vitamina K e proteine γ-carbossilate.

La vitamina K, scoperta negli anni '30, funge da cofattore per la carbossilazione post-traslazionale dei residui di glutammato. I residui di acido glutammico γ-carbossilato sono stati identificati per la prima volta nei fattori di coagulazione negli anni '70. Successivamente, sono state descritte proteine extraepatiche γ-carbossilate, tra cui osteocalcina e proteina gamma matrice carbossilata (MGP). La compromissione della funzione dell'osteocalcina e della proteina MGP dovuta a carbossilazione incompleta della γ produce un rischio aumentato di sviluppare osteoporosi e formazione di calcoli vascolari ed è un effetto collaterale inatteso del trattamento con anticoagulanti orali. È possibile immaginare che nei prossimi anni vengano identificati altri effetti collaterali che potrebbero coinvolgere le proteine di arresto.

Della crescita del gene 6 (Gas6) di arresto della crescita. Negli individui sani, frazioni sostanziali di osteocalcina e MGP circolano come specie incompletamente carbossilate, il che indica che la maggior parte di questi individui ha una carenza subclinica (non se ne si accorge) di vitamina K. Le potenziali aree di applicazione per la vitamina K sono pertanto il suo utilizzo di integratori alimentari e alimenti funzionali per gli individui sani per prevenite malattie ossee e vascolari (sulla coagulazione), nonché per i pazienti in trattamento anticoagulante orale per offrire loro protezione contro gli effetti collaterali causati.

Nell'alimentazione corrente, la carne e le verdure rappresentano le fonti principali. La vitamina K è sensibile alla luce, agli antiossidanti ed agli ambienti basici, ma a causa delle difficoltà di dosaggio, non è ben nota la sua stabilità nelle preparazioni culinarie.

CARENZA CLINICA: la carenza di vitamina K si manifesta con segni ematologici.

Sul piano clinico, si hanno emorragie cutanee, nasali, urinarie o digestive (ematemesi, melena) che non costituiscono un segno specifico. Quando sono abbondanti, possono provocare anemia. Nel corso della malattia emorragica neonatale si possono osservare emorragie digestive che compaiono classicamente nel secondo o terzo giorno di vita. Più raramente e più tardivamente, possono sopravvenire emorragie cerebrali di prognosi infausta (mortalità 27%, postumi neurologici 47%). FISIOPATOLOGIA-EPIDEMIOLOGIA: la carenza di vitamina K può risultare da due fattori principali: - Diminuzione dell'assunzione alimentare e della sintesi endogena - Diminuzione dell'assorbimento Le antivitamine K non sono altro che le cumarine, e quindi gli anticoagulanti orali. Per questi prodotti, si tratta evidentemente di un effetto farmacologico ricercato che è alla base del loro utilizzo. Agiscono inibendo l'epossidoreduttasi, il che provoca l'accumulo di vitamina K.

K epossidata.Tale accumulo impedisce la rigenerazione della forma coenzimatica attiva, ladiidrossivitamina K. Il warfarin (derivato cumarinico) è la più attiva delle antivitamineK.

OSTEOCALCINA : proteina ossea
L’osteocalcina è una proteina sintetizzata dagli osteoblasti a livello delle regioni osseea rapida crescita. La sua sintesi è stimolata dall’1-25(OH) D (vitamina D) e svolge un2 3ruolo nella regolazione della mineralizzazione ossea. Non ha la somiglianza strutturaledelle altre proteine plasmatiche vitamina K-dipendenti. È anche presente nel sangueed i tassi più elevati si trovano nell’adolescente ed in alcune patologie ossee (malattiadi Paget, metastasi, osteodistrofia renale, iperparatiroidismo).

CALCIO
Il calcio è un metallo bianco-argento abbastanza duro. Reagisce con l’acqua perliberare H e produrre Ca(OH) alcalino. Il calcio brucia all’aria formando ossido di2 2calcio (CaO o calce viva), che

reagisce con l'acqua per formare calce spenta (Ca(OH)2). Il calcio reagisce con l'idrogeno per formare idruro di calcio (CaH2), che a sua volta reagisce con l'acqua per liberare H2, e come tale è una fonte "portatile" di H2. CaCl2 è un agente disidratante a causa della sua grande affinità per l'acqua. Il fosforo è un membro del V gruppo nel quarto periodo della tavola periodica. Il suo numero atomico è 15 e il peso atomico è 31. Il fosforo non ha isotopi naturali, ma ha 932 isotopi radioattivi, dei quali il P32 è il più utile in biologia. È un β-emittente con una emivita di 14,4 giorni. Le sue valenze principali sono +3 e +5. La principale forma chimica del fosforo è il Ca3(PO4)2, che si trova nei depositi terrestri. Il calcitriolo aumenta l'assorbimento del fosfato così come quello del calcio. È stato suggerito che un rapporto di 1/2 tra calcio e fosfatonella dieta è ottimale per l'assorbimento del calcio.

Il calcio e il fosforo sono presenti nel plasma sanguigno in varie forme. La concentrazione totale di calcio nel plasma è 2,5 mmol/l (10 mg/dl). La metà di questo è libera; l'altra metà è legata a proteine e altri anioni complessanti. La maggior parte del fosforo è nei fosfolipidi (8 mg/dl), dove è legato covalentemente al lipide; altri 0,5 mg/dl sono legati alle proteine plasmatiche. I restanti 3,5 mg/dl (1,1 mmol/l) si trovano come fosfato inorganico, del quale circa la metà è complessata con Ca e Mg, mentre l'altra metà è ionizzata nella forma di HPO4- e H2PO4-.

Il calcio in eccesso libero all'interno della cellula è pericoloso perché attiva delle nucleasi e delle proteasi che degradano rispettivamente gli acidi nucleici e le proteine. Quindi il calcio è fondamentale, ma deve essere immagazzinato dentro al reticolo sarcoplasmatico.

oppure deve essere espulso dalle cellule. È essenziale mantenere la calcemia entro dei limiti costanti. Per far questo ci sono tre ormoni che regolano il calcio nel sangue:

  • Ormone paratiroideo prodotto dalla paratiroide che aumenta la calcemia in caso di abbassamento con attivazione di un processo di liberazione del calcio dall'osso
  • Calcitriolo (vitamina D o 1,25-(OH) D) che promuove il riassorbimento di calcio a livello dell'organismo e di conseguenza fa assorbire anche il fosfato
  • Calcitonina secreta dalle cellule C della ghiandola tiroidea che va a bloccare la perdita di calcio a livello del rene

Il fosfato intracellulare ammonta a circa 150 grammi, i quali includono fosfolipidi, esteri organici del fosfato.

Dettagli
Publisher
A.A. 2019-2020
110 pagine
3 download
SSD Scienze biologiche BIO/14 Farmacologia

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher ariannapara di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di farmacoterapia dei disturbi metabolici e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bologna o del prof Spampinato Santi Mario.