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FARMACEUTICA
Il legno può essere suddiviso in due tipi, sulla base della presenza di particolari fibre:- Legno omoxilo: tipico delle Gimnosperme, contiene le fibrotracheidi come elementi di sostegno, è per lo più costituito da tracheidi.
- Legno eteroxilo: tipico delle Angiosperme, contiene le fibre xilari come elementi di sostegno, è per lo più formato da trachee.
Il tessuto cribroso è formato da cellule che hanno le placche su pareti longitudinali e trasversali e vengono chiamate cellule cribrose, accompagnate da cellule parenchimatiche tra le quali le cellule albuminose ricche di proteine. Nelle Angiosperme il tessuto cribroso è formato da:
- Tubi cribrosi: originano da una cellula madre del tubo cribroso, sono cellule grandi, presentano numerose placche cribrose su pareti trasversali, che possono essere semplici (perforazioni in un'unica placca) o composte (perforazioni su più placche affiancate). Sono privi di nucleo e di tutti gli altri organuli tranne che plastidi e mitocondri; il citoplasma ha consistenza semifluida e presenta un polimero detto callosio, che riveste le placche.
- Cellule compagne o annesse: originano dalla medesima cellula madre del tubo cribroso, sono di tipo parenchimatico e regolano l'afflusso di sostanze organiche nel tubo cribroso.
2019/2020 - Cellule parenchimatiche con funzione di
E i tricomi capitatia stipite. In generale è presente in posizione 15 apicale uno spazio sottocuticolare dove viene accumulata la secrezione, lo strato esterno che ricopre questa camera è una sottile cuticola che si rompe facilmente per sfregamento oper dilatazione del contenuto; tricomi capitati possono secernere anche sostanze glucidiche, come accade nei nettari. Sono da ricordare anche i tricomi urticanti.
Tasche e canali di origine schizogena: sono tessuti secernenti di tipo interno, caratterizzati da cellule che formano una struttura al cui interno vi sono spazi intercellulari, delimitati dalle cellule stesse, dove viene riversato il secreto. A seconda della forma che assume la struttura, se rotondeggiante o allungata, si parla di tasche o canali; esempi sono i canali resiniferi o le tasche lisigene sulla buccia degli agrumi. Una struttura particolare è rappresentata dai globuli neri presenti nell'Iperico, altro non sono che vacuoli in cui è stata riversata la secrezione.
secrezione.Canali laticiferi: strutture interne costituite da cellule allineate comunicantimediante un grande foto centrale. Questi canali possono originare per divisione di un0unicao poche cellule iniziali, senza che si formino le pareti divisione e senza anastomosi (laticiferiapociziali); oppure possono originare da cellule che riassorbono la loro parete trasversale,e presentare anastomosi (laticiferi sinciziali).
2019/2020A.A.|FARMACEUTICABOTANICADIELEMENTICONFARMACOGNOSIA16MORFOLOGIA VEGETALE
In questo paragrafo viene trattata la morfologia esterna delle piante adulte. La maggiorparte delle piante si sviluppa a partire dal seme; esso si origina dall’ovulo fecondato a dareuno zigote, dal quale poi si sviluppa l’embrione. L’embrione non origina subito una piantaadulta, ma in un particolare momento del suo sviluppo blocca la crescita ed entra in unostato di quiescenza, che può durare una o più stagioni. Solitamente un seme presenta duezone meristematiche,
La plumula che darà origine alla parte aerea, e la radichetta che formerà la radice. Il seme è accompagnato da sostanze di riserva che prendono il nome di endosperma secondario o albume, le quali spesso vengono trasferite nei cotiledoni (foglioline embrionali) che, precedentemente disidratati, si rigonfiano (imbibizione). Si distinguono quindi semi albuminati, che conservano le sostanze di riserva nell'endosperma, e semi extralbuminati che le contengono nei cotiledoni. Embrione e sostanze di riserva sono racchiusi da tegumenti protettivi. Sulla base dei cotiledoni si differenziano due tipi di pianta, le monocotiledoni che hanno una sola fogliolina embrionale, e le dicotiledoni che invece ne hanno due.
Fin dalle prime divisioni dello zigote è presente una polarità che prevede un apice vegetativo e un apice radicale. Man mano che la pianta cresce, essi si sposteranno rispettivamente verso l'alto e verso il basso.
Conservando però cellule meristematiche per tutta la vita. Questa caratteristica esclusiva dei vegetali è detta embriogenia.
Fusto e radice sono costituiti in modo analogo: all'apice presentano una zona meristematica per la crescita in lunghezza, poi segue una zona di allungamento e differenziazione, a sua volta seguita da una zona di struttura primaria ed eventualmente una struttura secondaria.
Le foglie si originano dallo stesso meristema apicale del fusto, ma non conservano nessuna cellula meristematica a crescita ultimata.
FARMACOGNOSIA
17 MORFOLOGIA DI UNA DICOTILEDONE
FUSTO
In una Dicotiledone il fusto, o caule, risulta diviso in nodi, zone in cui si inseriscono le foglie, ed internodi, zone lisce e prive di foglie. All'apice si trova la gemma apicale, costituita da tessuto meristematico, avvolto da bozze fogliari; le più vicine all'apice sono molto piccole e appressate le une alle altre, mentre le più lontane aumentano di dimensioni.
Quando la pianta entra in fase riproduttiva, la gemma apicale si trasforma in una gemma fiorale (fiori) o in una gemma mista (foglie e fiori); al di sotto è presente la zona di allungamento, poi procedendo in basso la struttura primaria ed eventualmente la struttura secondaria ove presente. Il fusto è in genere cilindrico, appare verde per la trasparenza dell'epidermide. In base alla direzione di accrescimento del fusto, è possibile avere: - Fusti eretti: crescono verso l'alto. - Fusti ascendenti: dapprima obliquo, poi eretto. - Fusti nutanti: con apice pendente. - Fusti prostrati: striscianti sul suolo. - Fusti rampicanti: si appoggiano su corpi vicini e vi si attaccano. - Fusti volubili: si avvolgono a spirale su un supporto. Un particolare tipo di dicotiledone erbacea è la pianta a rosetta, nella quale le foglie sono inserite a livello del suolo e il fusto ha nodi.talmente vicini da non sviluppare internodi.
FOGLIE
Le foglie si inseriscono sul fusto a livello dei nodi sempre in modo regolare a seconda della pianta, secondo quella che viene chiamata fillotassi:
- Alternate
- Opposte
- Verticillate (whorled): inserite sullo stesso nodo e disposte sullo stesso piano.
- Decussate: foglie opposte ruotate di 90° rispetto a quelle dei nodi adiacenti.
Tra la base della foglia e il fusto si individua l'ascella fogliare, dove è presente la gemma ascellare che può dare origine ad un ramo o ad una infiorescenza, a seconda che si tratti di una gemma vegetativa o fiorale. Solitamente un piccolo numero di queste gemme si sviluppa, in quanto la gemma apicale esercita un'azione inibitrice sulle sottostanti (dominanza apicale). Le foglie sono costituite dalla base fogliare, dal picciolo e dalla lamina.
Base fogliare: è la zona prossimale della foglia attraverso cui essa si attacca al nodo; è
dotata di un pulvino che le permette di orientarsi verso la luce e può presentare due appendici laterali dette stipole, oppure un'espansione della lamina detta ligula. La base fogliare può essere allargata, carnosa o guainante.
Picciolo: collega la base con la lamina, ha forma cilindrica più o meno appiattita ed è abbastanza flessibile. Può mancare di foglie, allora è detto sessile, oppure presentare delle espansioni laterali appiattite ed è detto alato, altre volte può essere ingrossato per la presenza di abbondante parenchima aerifero.
Lamina o lembo: è la parte distale della foglia, dedicata alla fotosintesi; può portarsi perpendicolarmente al terreno, come nel caso della foglia isolaterale, oppure molto più spesso parallelamente al terreno, come nel caso della foglia dorso-ventrale. Essa è percorsa da nervature che formano una rete anastomotica. Si possono avere
Diversi tipi di nervature, per cui le foglie possono essere:
- Penninervie: una sola nervatura centrale da cui si dipartono ramificazioni secondarie, dalle quali altre ancora disposte come le barbe di una penna.
- Palminervie: più nervature principali che si dipartono da un punto centrale della base, si dividono in un numero dispari di grosse nervature divergenti, come le dita della mano, che si ramificano ulteriormente.
- Peltinervie: le nervature partono dal centro e si dirigono in tutte le direzioni, come i raggi.